L’OPINIONE_RIFLESSIONE
L’Estate 2020, causa la pandemia ma non solo, sarà ricordata per l’invasione delle Dolomiti, con tutto ciò che ne consegue. Un tempo le montagne più belle del mondo erano frequentate da chi aveva motivazioni e voglia di farlo. Oggi, anche spinti da un grande battage pubblicitario, si viene quassù spesso senza consapevolezza, seguendo la moda ed inseguendo i selfie, privi della benché minima preparazione e cultura, partendo lancia in resta all’avventura. Poi ci si fa male su sentieri elementari, perché camminare su un certo tipo di terreno non è come farlo sul marciapiede. Ci si sfinisce perché privi di allenamento, si finisce in mezzo agli schianti perché non ci si è informati o ci si inventa esploratori, si smarrisce la traccia perché privi della minima esperienza, si prende la pioggia o peggio il temporale perché non si sono consultate le previsioni e ci si trova in difficoltà al primo passaggio mediamente impegnativo. Ma tanto c’è l’elicottero del SUEM 118 a risolvere tutti i problemi. Lo si chiama come fosse un taxi, per traumi anche lievi, per farsi riportare a valle perché stanchi, insomma, spesso per motivi ridicoli. Ma da ridere non c’è niente, resta solo da riflettere sul degrado morale e ambientale che il turismo di massa porta con se. Farsi male in montagna può succedere, magari domani tocca a me e tutti rideranno su chi prima bacchetta e poi ha bisogno dei soccorsi. Succede, dicevo, ma occorre consapevolezza su ciò che si va a fare, sull’ambiente che si va a frequentare, sulle proprie capacità, sul proprio allenamento. Occorre, ecco la parola chiave, umiltà. Non ci si inventa alpinisti ed escursionisti esperti dall’ oggi al domani. Tutto questo sembra invece mancare, soprattutto la già citata cultura della montagna. Anziché leggere qualche bel libro che ne parla o frequentare qualche sede CAI, si consulta FB, cerando di emulare per vanità chi ha fatto quel tot percorso o ha scattato quella suggestiva foto. Auto eleggendosi grandi alpinisti si parte, dimenticando le basi dell’andare in montagna, fattore che causa tanti incidenti. L’approccio con questo ambiente fantastico sta cambiando, ma in peggio. Questo turismo non andrà lontano e non porterà vantaggi se non nell’immediato. Capirlo è fondamentale, ma è una dura battaglia che si scontra con tanti interessi che hanno come obbiettivo i numeri, non certo l’ambiente e la cultura. Sarà la battaglia dei prossimi anni, che deve coinvolgere tutti i veri amanti della natura e delle nostre Dolomiti. In palio c’è il futuro di un patrimonio dell’umanità, che non appartiene a sfruttatori e speculatori, che con la scusa dell’abbandono delle terre alte vorrebbero trasformarle in un grande parco giochi, con file chilometriche sulle strade pronte ad acquistare il biglietto per Disney World. Questo progetto piace a loro e a tanta gente che con la montagna non centra nulla.