REDAZIONE Capitò da ragazzino, era una gita fuori porta fino a Rimini in 128 color vedolino con il mio papà Adone che difficilmente poteva concedersi giorni di vacanza, allora doveva, con mia mamma Bruna, pagarsi una casa e levarsi dai debiti, ma anche capitalizzare l’investimento del terreno acquistato a fatica, quindi oltre al suo lavoro all’ENEL ex SADE c’era la fattoria domestica: galline, galli con la cresta, pulcini, conigli sessualmente infaticabili e quindi perennemente in covata, tacchini, oche, l’odiato “dingio” con inquietanti lunghi bargigli rossi, no la capra non l’ha mai voluta. Quindi d’estate fieno e animali e non c’era il decespugliatore, il trattorino, il robot, ma la falce. Sento ancora i colpi del martello sulla lamiera alle 4.50 del mattino, non appena l’alba si faceva chiara. In quella gita fuori porta fino a Rimini era prevista anche una visita alla Mini Italia, Allora RADIO PIU’ non c’era, internet nemmeno e le uniche informazioni in casa arrivavano dal canale 1 della Rai Radio Televisione Italiana. Si vedeva solo un canale, ogni tanto Rai 2 ma era un caso. Solo alla fine degli anni Settanta le cose sono cambiate con Umberto Brancaleone di Taibon che ha iniziato a innalzare tralicci per dare i segnali televisivi a tutti gli Agordini. Quindi sono arrivato davanti al cancello delle Mini Italia disinformato anche se avevo già 12 anni. Ricordo benissimo l’entrata, ricordo quando improvvisamente mi si è parato davanti il Colosseo, la Torre di Pisa, Venezia, il Vesuvio, anche Cortina. Che emozioni per me che mai oltrepassavo piazza San Cipriano che confina con la mia Via Paris Bordone.
Quelle stesse emozioni le ho provate lo scorso anno, a San Tomaso quando lungo il sentiero delle dolomiti in miniatura mi sono trovato davanti le mie montagne e ho immaginato quel bambino a Rimini quarantacinque anni fa.
mirko mezzacasa
FOTO AGORDINO DOVE RINASCONO LE DOLOMITI