di Renato Bona
Il 10 novembre 1988 e l’1 e 2 aprile dell’anno successivo ebbero luogo, rispettivamente a San Polo di Piave, Treviso, e nel centro culturale “Nof Filò” di Cencenighe Agordino due convegni, organizzati dal Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti, l’uno, dalla Comunità montana Agordina con la collaborazione del “Gambrinus-Mazzotti” l’altro. I temi, proposti in due momenti diversi, furono concepiti in modo unitario tanto da integrarsi reciprocamente: “Le Dolomiti: un patrimonio ambientale da tutelare” e “Le Dolomiti: un patrimonio da conoscere e amministrare” sono anche l’argomento trattato dall’ottimo libro “Le Dolomiti. Un patrimonio da tutelare e amministrare. Problemi e prospettive di uno sviluppo compatibile verso il 2000”, curato per la Comunità montana Agordina da Antonio Beltrame con prestigiosi contributi (Walter Bonatti, Mario Bonsembiante, Leonardo Bramanti, Ferruccio Bresolin, Alberto Broglio, Francesco Cetti Serbelloni, Camillo Cimenti, Enzo Croatto, Patrizio Giulini, Silvio Guarnieri, Antonio Guerreschi, Giorgio Marcuzzi, Sandro Meccoli, Mario Panizza, Jacopo Panozzo, Giovan Battista Pellegrini, Franco Posocco, Floriano Pra, Paolo Schmidt di Friedberg, Lucio Susmel), con riproduzioni fotografiche di Broglio, Croatto, Guerreschi,. Panizza, Susmel, disegni e tavole di Broglio, Guerreschi e Panizza, progetto grafico dell’agenzia Polaris, stampa nel 1990 con la Tipografia Faggionato di Treviso, in copertina (foto Riva): il Monte Civetta. Va detto che una nota redazionale spiega che alle acute considerazioni emerse dai due convegni seguono alcuni spunti teorici, proposte e progetti operativi per assicurare a questo territorio così delicato e affascinante per le sue straordinarie bellezze ambientali le condizioni di un armonico sviluppo. E conclude specificando che “quest’opera si segnala soprattutto per l’alto valore scientifico in quanto si avvale del contributo dei massimi specialisti nei diversi settori, autori spesso di lunghe approfondite ricerche proprio nell’area dolomitica” Il prezioso volume è così articolato: primo capitolo: “Le Dolomiti: un patrimonio ambientale da tutelare. Geomorfologia, boschi, fauna, biosfera”, con apporto di Mario Panizza: “Il fascino e le vicende della storia geomorfologica delle Dolomiti”; di Lucio Susmel: “Le funzioni del bosco”; di Giorgio Marcuzzi: “La protezione della fauna delle Dolomiti”; di Patrizio Giulini: “Problematiche ambientali generali della biosfera e particolari; secondo capitolo: “Le Dolomiti. Geografia, preistoria e storia, lingua vita e cultura, territorio, economia”, con apporto di Alberto Broglio: “La preistoria delle Dolomiti”; di Antonio Guerreschi: “La scoperta di Mondeval de Sora ed alcune considerazioni sul mesolitico di alta quota delle Dolomiti”; di Giovan Battista Pellegrini: “Dolomiti: storia antica e lingua”; di Enzo Croatto: “Dolomiti: vita e cultura”; di Franco Posocco: “Dolomiti: i problemi del territorio”; di Ferruccio Bresolin: “Le Dolomiti e i profili dell’economia. Scenari ed emergenza dello sviluppo”; terzo capitolo: “Le Dolomiti: quale futuro?”, che rende noto il contenuto di una tavola rotonda presieduta dal giornalista Sandro Meccoli in materia di agricoltura e attività agro-silvo-pastorali, industria, artigianato, turismo, ambiente”. Nella prefazione l’allora presidente della Comunità montana Agordina, Floriano Pra evidenziava come “Questo volume affronta in modo organico ed esauriente, sorretto da una numerosissima messe di informazioni, dati, comparazioni, proiezioni, tutta la complessa problematica che tenga conto dei fragili equilibri esistenti prevedendo un corretto uso delle risorse”. Insomma: un prezioso strumento di conoscenza e riflessione per una migliore percezione della realtà che ci circonda e sulle prospettive future. Dal canto suo, l’assessore al turismo della Regione Veneto, Jacopo Panozzo, affermato che “La montagna, oggi, deve evitare in primo luogo i pericoli di una monocultura economica. Ha pagato in passato la sua vocazione esclusivamente silvo-pastorale, potrebbe pagare una accentuazione del fenomeno turistico qualora questa scelta fosse imposta su una crescita quantitativa e qualitativa degli insediamenti e delle infrastrutture non compatibile con la conservazione ed anzi con l’ulteriore valorizzazione del patrimonio di cui siamo depositari” e metteva in evidenza la validità dei due convegni e del volume “soprattutto nel senso di rompere con forte decisione le costrizioni di un’economia del bisogno puntando su processi organizzativi flessibili volti all’acquisizione di un assetto pluri-culturale e quindi ad alto valore aggiunto in presenza di una progressiva crescita professionale del fattore umano”. Concludendo: “E’ su questa strada che si dovrà lavorare, conciliando lo sviluppo con la salvaguardia di un ambiente unico”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal volume “Le Dolomiti. Un patrimonio da tutelare e amministrare”): immagine (foto Riva) del Civetta nella copertina; ritratto di Déodat de Dolomieu il geologo francese cui si deve la scoperta della composizione mineralogica delle rocce che da lui prenderanno il nome Dolomiti; argine detritico di nevaio alla base del versante sud-occidentale della Croda Da Lago; Becco di Mezzodì e frana di crollo alla base; la Marmolada col suo caratteristico ghiacciaio; foresta d’alto fusto e mista del Cadore occidentale; Campon di Monte Avena; panoramica di Mondeval de Sora; particolare della parte superiore della sepoltura; Dèdui ampezzano; telo o lenzuolo da fieno (Cortina d’Ampezzo); taccola della fune; gerla; gerla e mensola; seccaiola per fava a Livinallongo.