Uno Studio della Fondazione Dolomiti UNESCO e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Negli hotspot “Lago di Braies” e “Tre Cime di Lavaredo” superata la capacità di carico. Dallo Studio i consigli per la gestione degli accessi.
Nel territorio delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO vi sono alcuni hotspot, punti di particolare attrazione per i visitatori che portano ad un eccessivo carico su queste aree, come quelle del Lago di Braies e delle Tre Cime di Lavaredo. Sovraffollamento generalizzato, code e chiasso impattano sull’ambiente e sulla qualità della visita e della vita delle comunità locali. Il limite della capacità di carico su queste due zone, prese in esame quali aree pilota, è il tema centrale su cui si impernia lo studio innovativo della Fondazione Dolomiti UNESCO e del Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, presentatodal professor Jan Van der Borg, responsabile del team di ricerca internazionale insieme al presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO Mario Tonina e all’assessora della Provincia aut. di Bolzano – Alto Adige Maria Hochgruber Kuenzer .
Obiettivo dello studio è promuovere una gestione più sostenibile dei flussi di visitatori nel rispetto dell’ambiente, nonché della sostenibilità economica e sociale. Lo studio sarà portato a termine entro la fine del 2020. “La Fondazione Dolomiti UNESCO ha compiuto il primo passo, ora spetta agli amministratori delle rispettive aree agire e compiere le scelte politiche”, afferma il presidente della Fondazione, Mario Tonina, assessore e vicepresidente della Provincia aut. di Trento. “Abbiamo la responsabilità di mantenere l’ecosistema e anche la possibilità di trovarvi ristoro, ma non dobbiamo dimenticare gli abitanti che sono coloro che mantengono i paesaggi di queste aree e che in queste aree devono mantenere la propria identità”, fa presente l’assessora allo sviluppo del territorio e paesaggio della Provincia aut. di Bolzano – Alto Adige, e membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, Maria Hochgruber Kuenzer.