CANALE D’AGORDO Domani alla Casa Delle Regole di Canale D’Agordo alle 17:30 si terrà la presentazione del restauro delle tavole dipinte dell’“Atriol de San Silvèster” con la restauratrice Edda Zonta. Gli “atriòi”, o anche detti capitelli, sono dei piccoli edifici in pietra, in forma di sacello o ancone, che hanno lo scopo di richiamare le persone ai valori della fede durante il lavoro quotidiano: chi si fermava di fronte, infatti, era portato a rivolgere un pensiero a Dio e a recitare una preghiera. Oltre a finalità religiose però, questi edifici avevano lo scopo di fornire riparo e protezione dalle intemperie alle donne che lavoravano nella campagna (in questo specifico caso sono abbastanza ampi da poter ospitare 8-10 persone). In altri casi queste costruzioni sono delle semplici ancone, realizzate con l’intento di ricordare qualche fatto miracoloso accaduto mediante l’intervento di un santo. Questi edifici erano costruiti da laici, ma spesso venivano edificati da fedeli o abitanti di un determinato “Comel” o “Regola”, come atto votivo. Una peculiarità degli “atriòi” è quella di essere sempre collocati all’inizio di un “tròi”, cioè di un vecchio sentiero, che partiva dal centro abitato per raggiungere le varie località dei boschi e delle montagne, dove veniva falciato il foraggio o tagliata la legna. Lo sfondo culturale in cui questi piccoli edifici sono sorti è caratterizzato da un contesto sociale povero, ma colmo di religiosità: ciò testimonia il profondo legame tra fede e arte popolare, il quale è caratteristico delle nostre valli alpine. “L’atriòl de San Silvèster”, ubicato sul crinale della montagna che separa Canale da Caviola, si presenta come una piccola ancona, dedicata appunto a San Silvèster, che fu ricostruita nel 1912.
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