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AGORDO E’ mancato improvvisamente a 82 anni, Umberto Benvegnù, nome noto tra gli amanti della montagna, imprenditore di successo con l’attività in Piazza Santa Maria oggi portata avanti dal figlio Renzo. L’annuncio è stato dato dai figli, nuore e nipoti. I funerali, OGGI alle 14.30 nella chiesa Arcidiaconale.
Con la collaborazione di
Loris Santomaso
Echi di Agordo Autunno 2016
Festa dell’amicizia in Framont settembre 2016
Tanta gente, soprattutto tante famiglie e la splendida giornata. Sono questi gli ingredienti che hanno salutato il felice ritorno, domenica 4 settembre, del tradizionale appuntamento della «Giornata dell’amicizia» ai 1575 m di malga Framónt, incantevole luogo, incastonato fra le pendici di Moiazza e Framónt, scelto ormai da tanti anni come ideale per rafforzare le amicizie vere quali quelle nate sui monti che legano persone diverse nella condivisione della passione e dell’amore per i monti.L’incontro è iniziato, come sempre, con i saluto dei rappresentanti degli enti organizzatori: Antonello Cibien per la sezione Agordina del Cai, Gabriele Riva per il Coro Agordo e Lauro Caio Gavaz per il Gruppo Alpini Agordo-Rivamonte-Taibon, nonché della famiglia Frigimelica che gestisce la malga, di proprietà del comune di Agordo, che offre sempre la sua collaborazione.L’evento di quest’anno ha riservato due gradite sorprese per la scelta della sezione del Cai di dare un significativo riconoscimento a due figure di spicco dell’alpinismo agordino e dolomitico del secolo scorso: Oddone “Tópo” Zasso, 87 anni ancora ben portati, che fu fra l’altro per 25 anni alla guida della squadra del soccorso alpino di Agordo, e Umberto Benvegnù, classe 1941, fortissimo scalatore degli anni ’60-’70, iniziatore in quel periodo dell’attività alpinistica di tanti giovani agordini.È toccato alla «memoria storica», oltre che a sua volta provetto alpinista, Eugenio Bien il compito di fare un breve excursus dell’attività dei due mettendo in particolare evidenza due imprese di eccezionale valore, realizzate entrambe «in libera»: la via «Topo», aperta nell’estate 1953 da Oddone Zasso con Gianni Bongiana su una parete a nord tra la 1a e la 2a Torre del Camp in Moiazza e quella tracciata da Umberto Benvegnù, sul finire della sua attività alpinistica, in cordata col compianto Carlo Andrich, il 4 luglio 1971 sulla parete sud-ovest della Moiazza sud.A ricordo di tali imprese è stato consegnato al primo un pannello ligneo opera dello scultore Tita Bressan e al secondo una bella fotografia riproducente la parete con il tracciato della via.Prima dell’appetitoso «rancio» all’aperto, preparato e servito dagli alpini, la Messa celebrata dall’arcidiacono monsignor Giorgio Lise e accompagnata dai canti del Coro Agordo, diretto da Roberta Conedera.Durante il rito c’è stato un commosso ricordo per Bernardino «Gato» Viel, simpatica figura di pastore e montanaro, morto lo scorso 8 maggio, che fu presente per più di venti stagioni come collaboratore a malga Framónt.Da parte sua don Giorgio ha proposto di «allargare» questa festa e renderla «Festa dell’Amicizia e Giornata per la cura del Creato» per tutto il territorio agordino. «Questo perché», ha detto «il 1° settembre si celebra a livello mondiale proprio la «Giornata di preghiera per la cura del Creato» e la «Festa
Festeggiato l’ottantenne
Umberto Benvegnù “Bèrto Técia”
figura trainante dell’alpinismo
Sabato 31 luglio 2021 gli amici agordini hanno festeggiato l’80° compleanno di Umberto Benvegnù “Bèrto Técia”, alpinista vecchio stampo: un elemento di spicco nell’arrampicata nell’area di riferimento con più salite di grande valenza atletica ma anche figura trainante negli anni ’60 ed esempio per una generazione di giovani alpinisti agordini. L’incontro – organizzato dal Gruppo rocciatori Gir – è stato ubicato a Malga Calleda un po’ per essere centro delle più importanti salite del Nostro e un po’ perché a mezza strada tra Agordo e la vallata contermine, essendo Umberto Benvegnù socio (!) della Sezione Valzoldana del CAI. Tutto è riassunto nella pergamena (scritta da Eugenio Bien ndr) consegnata durante il convivio sotto la Torre Calleda:
Carissimo Berto, un bellissimo traguardo quello che hai raggiunto oggi 31 luglio di questo 2021. Ottant’anni sono una meta che tutti noi auspichiamo di raggiungere, anche nella speranza di andare oltre, come auguriamo calorosamente a te in questo bellissimo giorno qui a Malga Calleda. Qui, al cospetto della Torre di Calleda, che non a torto puoi sentire un pochino tua, non potrebbe essere il luogo più adatto per festeggiarti e ricordarti alcuni momenti memorabile del tuo esemplare alpinismo.Alla presenza di tanti amici alpinisti, appartenenti al gruppo rocciatori Gir, e che come te, hanno lasciato alcuni segni indelebili, su questa fantastica torre oggi possiamo affermare di considerarla affettivamente nostra. Anche se altri fortissimi alpinisti hanno completato il bellissimo mosaico iniziato da te, e continuato da noi, e che la storia ha ormai per sempre in serbo.Quest’anno ricorre anche il 60° della prima assoluta sullo spigolo ovest, ed anche prima salita dell’intera pareteoccidentale, effettuata da te con Franco Contini nell’ormai lontano 1° maggio 1961. E come non ricordarti la ripetizione che facesti con Loris De Col, trent’anni fa, nel trentennale dalla tua prima e che vorresti effettuare con gli scarponi come allora? Orbene, oggi siamo tutti legati alla stessa corda per ritornare lassù tutti assieme, con te che ci fai da capocordata, come lo hai sempre fatto con la naturalezza che ti era congeniale. Vorremmo ricordarti tutti i momenti delle numerosissime vie nuove che hai effettuato negli anni della tua attività, ma troveremo sicuramente il tempo di farlo a breve con più ufficialità.Oggi però un piccolo scorcio sul versante meridionale della Moiazza sud, non lo potevamo non aprire. Cinquant’anni fa, come questi giorni, effettuasti con l’amico Carlo Andrich, la prima di questa meravigliosa e quasi unica solare parete, sicuramente il fiore all’occhiello della tua formidabile carriera alpinistica. Qualche mese dopo sullo spigolo ovest del qui vicino Tàmer Davanti, passasti il testimone dell’alpinismo nuovo ad un altro giovanissimo emergente (Eugenio Bien ndr) , che portò poi avanti con i Gir, una tradizione alpinistica classica che era in effetti quella che gli avevi indicato tu.Grazie infinite per tutto questo e di nuovo tantissimi auguri Berto.
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