BELLUNO Quinta tappa del “viaggio” tra storia e stemmi dei 69 comuni che formavano la Provincia di Belluno, guidati dal libretto dell’assessorato all’urbanistica del Comune capoluogo “I Comuni della Provincia di Belluno. Storia e simboli”, edito nel luglio 1990 per l’inaugurazione della rinnovata Fontana di Piazza dei Martiri nella quale sono stati apposti stemmi di Massimo Facchin. Proponiamo in rigoroso ordine anche la sintetica storia dei singoli comuni , sintetizzata dal giornalista Fiorello Zangrando. DOMEGGE. “A Vallesella si è trovato un elmo gallico, tombe celtiche nel centro del paese, a Crodola e a Medol oggetti ritenuti d’epoca romana. Il nome del santo patrono di Domegge fa pensare ad un insediamento longobardico e al diritto regoliero. La Parrocchia è dichiarata sciolta da Pieve il 21 marzo 1208. Nel 1394 gli abitanti di Domegge deliberarono di mettere per iscritto i propri Laudi. Durante la guerra di Cambrai, il 9 agosto 1509 il capitano Barnaba Barnabò e Giovanni Piazza di Domegge, con Cristoforo Palatini al comando di 800 armati dei centenari cadorini liberano Belluno dagli imperiali e partecipano alla battaglia di Vallesella sconfiggendo le truppe tedesche dell’Hanault. La storia contemporanea è segnata dall’industria degli occhiali. Nel 1907 Marco Barnabò fonda la prima Azienda di autotrasporti con Belluno. L’invaso idroelettrico di Sottocastello dal 1949 danneggia l’abitato di Vallesella”.
FALCADE. “L’attività dei primi abitanti, dediti a falciare l’erba nella vallata, sarebbe dimostrata dallo stesso nome del paese. Ma trova credito anche la tradizione che i primi insediamenti siano collegati ai carbonai, stabilitisi nel secolo XII in aiuto ai lavoratori del ferro e del rame delle zone vicine. Verso il 1200 il luogo percorso da una buona mulattiera è già congiunto alla valle di Fiemme. Dal 1473 al 1774 si eseguono parecchie confinazioni tra la Repubblica Veneta e il vicino Principato di Trento. Usurpazioni di territorio da parte dei confinanti si registrano nel 1528, 1763, 1778. Divenuto paese di confine dopo l’unione del Bellunese all’Italia, Falcade consolida la propria posizione sociale e vede la nascita di istituzioni e di servizi pubblici. Ma la Grande guerra lascia segni profondi. Nel 1944 le orde tedesche massacrano la gente della Val Biois. L’alluvione del 1966
provoca vittime e distrugge abitazioni”.
FARRA D’ALPAGO. “Tralasciando la malaccorta tradizione che vorrebbe l’esistenza di due castellieri a fianco della via romana lungo il Fadalto, il nome indica un incolato longobardo. Farra è l’insediamento di famiglie e riserve non troppo esposte ai pericoli derivanti dalle grandi strade. Fa parte della decania di Pieve e quindi della sculdascia di Belluno. Il paese è lasciato abbastanza tranquillo quando in molti altri territori infuriano le scorribande degli imperiali tra il 1508 e il 1511. Tra 1600 e 1700 conosce una fortuna economica. Il lago di Santa Croce, nominato la prima volta come “laca Papacinense” nel diploma di Berengario che nel 923 conferma i possessi di Aimone vescovo di Belluno, è utilizzato per convogliare il legname disboscato in Cansiglio. Nel 1700 il patrizio Marino Cavalli adatta il Rai alla navigazione delle zattere facendolo convogliare nel Piave con un canale di 7200 metri…”.
FELTRE. Sul Monte Avena si trovano tracce di un uomo vissuto fino a sessantamila anni fa. Ma l’insediamento attorno alla ‘collina delle capre’ è assai più recente e viene definito etrusco. Le prove sono ricavate pure dal nome Feltre, con radicale affine a Felsina cioè Bologna. In periodo romano è municipium e iscritta alla tribù Menenia. Ci sono sacerdoti e fabbri, zattieri e lavoratori di panni (attività che nel medioevo produrrà una particolare lana) che denotano un notevole grado di sviluppo economico e civile… Il cristianesimo entra forse ad opera di san Prosdocimo vescovo di Padova… Importante è il santuario dei santi Vittore e Corona sul Miesna, di ordine romanico-bizantino … Nel 1404 Feltre si dà a Venezia ma nel 1509 e 1510 è rasa al suolo dalle truppe di Massimiliano d’Asburgo. Nel 1848 combatte contro il ritorno degli austriaci; ne subisce la presenza durante l’invasione del 1917-18 e se ne libera quando alpini e fanti scendono dal Grappa. Durante la Resistenza i tedeschi compiono anche qui atti di terrorismo… L’industria mette radici negli anni Trenta…”.
FONZASO. “E’ tradizione che i fondatori del paese siano etruschi… Il nome deriva probabilmente da un personale latino Fundius. La via romana Claudia Augusta Altinate a Pedesalto è munita di un fortilizio. Re Berengario assegna il territorio alla diocesi di Padova. Nel paese fiorisce, durante il medioevo e fino all’età moderna, accanto all’agricoltura e alla pastorizia, la lavorazione del legname in numerose segherie e del ferro portato dalla valle di Primiero. La località Fol ricorda nel nome la produzione di lana. Il borgo appartiene alla famiglia Fonzasia, divisa in due rami, l’uno di parte guelfa e l’altra ghibellina. E’ totalmente incendiato durante la guerra di Cambrai nel 1511 dai soldati di Johann Obigny. Risorge ben presto ma l’alluvione del 27 giugno 1564 nuovamente lo prostra. Altri incendi registra la cronaca nel 1610 e nel 1695, altre alluvioni nel 1823, 1825, 1882 e 1966.
FORNO DI ZOLDO. “E’ probabile che Zoldo sia abitato soltanto nel primo medioevo. Il nome della vallata viene forse dal latino ‘zoldum’ da ‘galbinus’ (giallo per i colori dei boschi); quello di Forno si ricollega all’attività metallurgica. Ai tempi di Ezzelino sopra Astragal si costruisce un castello. Divenuto dominio del Comune di Belluno, nel 1224 Zoldo ottiene di eleggere un console. Ai tempi della lega di Cambrai per qualche anno si aggrega al Cadore ma poi deve tornare con Cividal. La strada che vi porta assume vera importanza con la Serenissima e lo sfruttamento delle miniere che dura 400 anni ed è ed è legata alla produzione dei chiodi, Intanto quelli che emigrano a Venezia sono qualificati squeraroli, quelli che raggiungono altri paesi nobilitano l’arte del gelato. Nel 1848 a Mezzo Canale poche decina di zoldani contrastano tremila austriaci. Tremenda la peste del 1631…”.