BELLUNO Sabato di ferragosto del 1874, 145 anni fa, moriva a Venezia all’età di 53 anni, il pittore agordino Domenico De Biasio che, figlio di Pietro e di Elisabetta Darman, era nato a Sottoguda di Rocca Pietore venerdì 6 aprile 1821. Ricorre dunque fra pochi giorni il centoquarantacinquesimo anniversario della scomparsa di un artista di grande sensibilità e sicuro talento. La libera agenzia Wikipedia ricorda che “si formò a Venezia presso l’Accademia di belle arti. Tra i suoi professori vi fu Michelangelo Grigoletti il quale lo influenzò notevolmente, specialmente per quanto riguarda l’ispirazione alla scuola veneta cinquecentesca. Esemplare, in questo senso, è la Vergine e il Bambino, una piccola tela conservata nel santuario di Santa Maria delle Grazie nell’omonima frazione di Rocca Pietore (1857 ca.). Lo stesso dipinto fa notare anche una certa adesione, invero assai libera, al purismo”. Dello stesso periodo – aggiunge – è la Madonna e l’Infante assisi in una radura boscosa esposta al palazzo vescovile di Belluno. La composizione nitida e i colori accesi e sfumati rimandano al Giorgione, ma anche in questo caso la resa è molto più personale”. Poi sottolinea che “Mostra una certa raffinatezza la Sacra Conversazione, dipinto che si trova su uno degli altari della parrocchiale di Rocca Pietore. Altri lavori si trovano nell’arcidiaconale di Agordo”. Ma non solo chiese, per De Biasio: “Importante fu anche la produzione su commissioni private: si ricordano il ciclo di tele per palazzo Crotta-de Manzoni di Agordo, nonché i ritratti, peculiari per la partecipazione psicologica con il soggetto (altro riferimento alla lezione di Grigoletti)…”. Dal canto suo il sito istitutomatteucci nel Dizionario degli artisti evidenzia come sia “…Poco documentata la sua produzione pittorica, legata alla lezione del maestro e caratterizzata da un cromatismo raffinato e prezioso con frequenti recuperi neocinquecenteschi… Anche come ritrattista, mostrò evidenti consonanze con Grigoletti, come nell’Autoritratto (casa Parrocchiale di Rocca Pietore) e nel più noto Filosofo antico (Agordo, sala Consiliare del Municipio), entrambi risalenti alla piena maturità dell’artista”. Mentre il sito treccani.it scrive che: “…tra gli altri, ebbe per professore il celebre pittore friulano M. Grigoletti, che dal 1849 ricopriva la cattedra di ‘Elementi di figura’. De Biasio fu un attento cultore del disegno e un sensibile interprete della tavolozza informata da timbri sovente sgargianti, ma sapientemente fusi. Ammirò e studiò con particolare predilezione la pittura veneta cinquecentesca traendo profitto dalla notevole lezione grigolettiana, destinata ad influenzare non poco la sua produzione pittorica. La piccola tela con la Vergine e il Bambino del santuario di S. Maria delle Grazie, dipinta attorno al 1857, abbastanza chiaramente svela i legami con l’arte dei Grigoletti; la gamma cromatica risaltante, la vocazione per una grafica vigilatissima, la fine e discreta caratterizzazione fisionomica di Maria fanno inoltre intravvedere un legame con la cultura purista, sebbene intesa in un’accezione più libera e personale. Sullo stesso piano si pone anche l’armoniosa piccola pala con la Madonna e l’Infante assisi in una radura boscosa (Belluno, palazzo episcopale). Il nitore compositivo e la cromia informata da toni accesi e sfumati svelano qui talune suggestioni di taglio pseudo giorgionesco, rivissute però secondo una personalissima sensibilità. Immagini e soluzioni pittoriche di una certa raffinatezza ricorrono, inoltre, nella Sacra Conversazione eseguita per un altare minore della chiesa parrocchiale di Rocca Pietore. De Biasio lavorò anche per la chiesa arcidiaconale di Agordo ed eseguì svariati dipinti per soddisfare le commissioni private della sua terra natale (ad esempio le tele di palazzo Crotta de Manzoni in Agordo)”. Conclude affermando che “Nel settore del ritratto, forse, diede il meglio di sé specialmente per la discreta ma intensa partecipazione psicologica con il soggetto: peculiarità che ancora una volta fa capo agli insegnamenti grigolettiani. Il suo Autoritratto (Rocca Pietore, casa parrocchiale), collocabile presumibilmente nella piena maturità, non sfugge senz’altro a tali caratteristiche e anzi ne costituisce un esempio significativo. Forse da una disincantata attenzione ritrattistica nasce anche la senile e solenne immagine del Filosofo antico, oggi nella sala consiliare del municipio di Agordo. Si cimentò, inoltre, in opere di carattere storico (ad esempio Raffaello e la Fornarina, già nella collezione agordina di casa Pezzè) in cui l’adesione ai canoni del purismo appare con maggior evidenza”. NELLE
FOTO (Dario Fontanive e Google): la parrocchiale di Santa Maria Maddalena di Rocca Pietore dove l’altare di sinistra, dedicato alla Madonna, ospita il dipinto del De Biasio “Sacra conversazione”; il santuario di Santa Maria delle Grazie dove sull’abside vi è la Madonna con Bambino dello stesso autore di Sottoguda.