Il 3 dicembre 1868 dunque la bellezza di centocinquanta anni fa – lo ricordava lo scomparso prof. don Ferdinando Tamis, storico apprezzato anche fuori dai confini bellunesi, nel libricino “I nostri santi” edito nel 1991 (“quale sussidio per il catechismo, l’insegnamento della religione nelle scuole e per il bollettino parrocchiale”) – il sacerdote Antonio Della Lucia, arciprete di Canale d’Agordo, apriva nella sua parrocchia il primo asilo rurale della provincia (di Belluno – ndr) per l’istruzione e l’educazione dei bambini della campagna e della montagna”. Ci pare doveroso ricordare la splendida figura di questo sacerdote a proposito del quale il giornale “La Provincia di Belluno” del 1872 scriveva: “Quando un paese ha sacerdoti che alla guisa di don Antonio Della Lucia, non reputano contrario all’augusto loro ministero l’occuparsi del miglioramento della fortuna materiale delle popolazioni, convinti che per questa via anche i costumi si faranno migliori, noi chiamiamo avventurati quei paesi e felici quelle popolazioni”. Dunque ci soffermiamo su don Antonio, ricordando grazie al libro di Paolo Conte e Marco Perale “90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire, stampato nel 1999 dalla stessa Piave per L’Amico del Popolo, settimanale della Diocesi di Belluno-Feltre, che “era originario di Vich in comune di Voltago Agordino dove nacque il 16 maggio 1824. Il padre Giuseppe e la madre Teresa Soccol facevano gli agricoltori e mantenevano a fatica una famiglia numerosa. Ben presto desiderò entrare in seminario, ma i suoi non potevano permetterselo. Gli venne in soccorso la gente del paese con una antica forma di solidarietà promossa dagli agordini emigrati in varie città italiane. Questo aiuto gli permise di frequentare il corso filosofico presso l’istituto Santa Caterina di Venezia per poi passare al Seminario di Belluno dove concluse gli studi teologici. Ordinato sacerdote il 23 settembre 1849, svolse il primo incarico di cooperatore a San Tomaso accanto al parroco don Martino Ghetta, attivo nel campo sociale. Successivamente subentrò a don Ghetta reggendo la parrocchia per 4 anni. Nel 1860 divenne arciprete di Canale d’Agordo e per 38 anni fu guida di questa comunità”. Una curiosità: Per l’Italia erano anni importanti perché si stava completando l’unificazione e anche don Antonio la sostenne. Per questo fu sorvegliato dalla polizia austriaca e obbligato per qualche tempo a ‘cambiare aria’ nel senso che fu costretto a trasferirsi in Toscana. Rientrato a casa nell’estate del ’66, non appena liberato il Veneto, il nostro sacerdote non rimase con le mani in mano. Infatti due anni dopo, il 3 dicembre1868 istituì il primo asilo rurale della provincia, per l’istruzione dei bambini dai 4 angli 8 anni. Per favorire l’apprendimento della lettura, diede poi vita alla biblioteca circolante di Canale e quindi a quelle di Vallada e Caviola. Inoltre era vicino ai contadini e agli operai tra i quali cominciò a diffondere il cooperativismo, che si andava divulgando ad opera delle organizzazioni socialiste, sia delle forze cattoliche. Principi che mise in pratica nel1871 incoraggiando la nascita della cooperativa di consumo di Caviola e l’anno dopo fondando la Società di mutuo soccorso di Carfon”. Don Della Lucia venne a mancare il 23 aprile 1906 a Caviola dove si era ritirato a vita privata “carico di anni e logorato dalle fatiche”. Torniamo a don Tamis per dire che è stato anche autore del libro “Un prete operaio don Antonio Della Lucia. Il sacerdote del cooperativismo”, edito nel gennaio 1972 per i tipi della bellunese tipografia Piave, con una serie di illustrazioni curate da Giuliano De Rocco. Nella presentazione, l’allora presidente Arnaldo Colleselli scriveva fra l’altro che: “La Comunità montana agordina ritiene questo studio il modo e il mezzo più degno e concreto per celebrare la ricorrenza del primo centenario dell’istituzione delle latterie cooperative in Italia” perché “le popolazioni agordine potranno così meglio conoscere la personalità di don Antonio, vero antesignano della cooperazione, ed insieme il significato e l’importanza dell’opera sociale del clero”. In chiusura dell’excursus su Della Lucia, Ferdinando Tamis non omette di sottolineare che “La sua principale opera fu la costanza con cui ha saputo abbattere i costumi, i pregiudizi e gli altri ostacoli per attivare la ideata sua prima latteria cooperativa che fu a Forno di Canale nel 1872. L’aperse a proprie spese e l’amministrò sempre, e continua a farlo anche attualmente, se non di nome, di fatto. Questa prima latteria fu la benefica scintilla di molte altre che di anno in anno si apersero nel Bellunese, per la qual cosa fu denominato ‘il papà delle latterie cooperative’”. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Un prete operaio Don Antonio Della Lucia, il sacerdote del cooperativismo”): la copertina del libro di Tamis; il sacerdote nativo di Vich di Frassenè; momenti significativi della sua vita e del suo impegno sociale, anche per l’emancipazione della donna, illustrati da Giuliano De Rocco; la “casa madre” sede della Latteria ad Agordo; lavorazione del latte e produzione di burro di marca; la vecchia canonica di Forno di Canale; processione al Tabernacolo di Vich; l’edificio natale come era e come è; lapidi dedicate a Della Lucia nel cimitero e nella sede di Agordo.
DI RENATO BONA
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