L’ultimo numero, il 2 dell’anno XLIII, della prestigiosa rivista bimestrale di cultura ed attualità della Provincia di Belluno “dolomiti”, diretta dal prof. don Sergio Sacco, ospita fra gli altri, un servizio dell’editore, scrittore, storico, alpinista, amministratore pubblico Bepi Pellegrinon, intitolato: “Ferdinando Tamis sacerdote, studioso di storia locale, mentore nella vita amministrativa”. Si tratta in buona sostanza della riproposizione dell’intervento svolto dallo stesso Pellegrinon in occasione della cerimonia che si svolse nel centenario della nascita di don Ferdinando Tamis, nel quale si ricorda che era venuto alla luce il 25 aprile 1912 ad Agordo da padre friulano e da madre agordina, “una Buttol sorella del papà di don Nino, terzo figlio di 11 fratelli dei quali 5 deceduti alla nascita”. Ancora Pellegrinon: compì gli studi nel seminario minorile di Feltre e in quello maggiore di Belluno: qui fu ordinato sacerdote l’11 giugno 1938 e per breve tempo insegnò proprio nel Seminario; dal 1941 al 1947 fu vice cancelliere di curia e quindi insegnante di religione al Magistrale e alla media Ricci e temporaneamente nella Scuola di avviamento professionale femminile. In apertura l’autore afferma giustamente che “Fra i personaggi che hanno illustrato e degnamente onorato la loro terra nel secolo XX un posto particolare e di rilievo è riservato a don Ferdinando Tamis, sacerdote ma soprattutto storico profondo, rigoroso e accurato autore di innumerevoli studi e del fondamentale testo sulla Storia dell’Agordino che, con la collaborazione della Comunità montana, abbiamo pubblicato in sei volumi fra il 1978 ed il 1987”. E non omette di segnalare che il nostro era: “…Portatore di un difficile carattere, talvolta rigoroso e spesso umorale, era però capace di comprendere i giovani e le loro difficoltà. Molti di questi, oggi uomini maturi, lo ricordano con affetto perché nei suoi consigli trovarono conforto e soluzione ai loro problemi”. Ricorda quindi che l’attività di studioso di storia locale ebbe inizio per Tamis fin da quando era studente di teologia, e continuò senza interruzioni per oltre mezzo secolo fino alla morte a Belluno il 12 settembre 1992 (è stato tumulato nella tomba degli arcidiaconi nel cimitero di Agordo – ndr.). E non omette di dire che “… studiò e si specializzò in diritto canonico a Roma dal 1939 al 1941, avendo come maestro l’agordino padre gesuita Felice Maria Cappello… collaborò nell’attività liturgica e pastorale per molti anni con il titolare della parrocchia cittadina dei Ss. Biagio e Stefano don Antonio De Cassan, nativo di Laste, da lui particolarmente ammirato per le sue virtù e al quale ha dedicato una biografia…”. Poi Pellegrinon ripercorre l’ attività culturale di Ferdinando Tamis con studi, ricerche, pubblicazione di articoli e libri e non trascura il fatto che: “… Visse anche scontri all’interno della chiesa bellunese e molti confratelli non avevano un rapporto di serena amicizia con lui. Perciò non gli sono mancate amarezze” (un’eccezione: il rettore del seminario mons. Giuseppe Andrich, attuale vescovo emerito, cui Tamis consegnò il frutto dei diritti d’autore per “La storia dell’Agordino”; con lo stesso sacerdote, divenuto poi vescovo di Belluno-Feltre “ebbe sempre un rapporto lineare ed improntato anche ad amicizia e stima, che mons. Andrich onorò anche con una bella, affettuosa presentazione ad uno degli ultimi studi del sacerdote, dedicato al “Culto dei santi nella Diocesi di Belluno-Feltre”, e la partecipazione convinta” – ndr.). A proposito del rapporto con i confratelli ed in particolare con Albino Luciani futuro pontefice, ha scritto anche il comelicese Lucio Eicher Clere, collaboratore di giornali locali. Bepi Pellegrinon annota poi che “La società civile lo stimò assai e gli riservò anche alcuni riconoscimenti”: Premio San Martino della Città di Belluno “per insigni benemerenze nel campo della ricerca e della conservazione di preziose testimonianze di storia e di cultura”; la Comunità montana Agordina, per la cui istituzione Tamis aveva attivamente operato – venendo considerato anche fuori dai confini provinciali l’ideatore delle Comunità montane – gli assegnò l’ “Agordino d’oro” nel 1984 e la sezione agordina del Cai gli concesse la tessera di socio onorario in occasione del Raduno dei preti alpinisti e pubblicò l’opuscolo “Ferdinando Tamis agordino. Scritti di una Comunità Alpina” in cui è brevemente delineata la sua figura di sacerdote e studioso ed è riportata la vasta bibliografia. Dopo la sua morte la Comunità montana ha intitolato a suo nome la sala congressi di Agordo. In chiusura del suo “contributo” Bepi Pellegrinon dice di Tamis: “Per lui valgono le parole che aveva scritto in occasione della morte di mons. Luigi Cappello: ‘La morte è quasi sempre lo scoglio e il termine fatale della nostra gloria. Le vane lodi, con le quali siamo esaltati mentre siamo in vita, cadono, quasi allo stesso tempo con noi, nell’oblio della tomba’. Il fatto stesso che però siamo qui a ricordarlo come illustre figlio della nostra terra testimonia che la piccola patria ha inteso onorare un debito di riconoscenza verso il sacerdote e che la sua vicenda umana, religiosa e culturale non può essere trascurata né dimenticata!”. NELLE FOTO: espressioni di don Ferdinando Tamis; con Armando Da Roit ed il prof. Omero Millo; a sinistra nell’immagine con i fratelli Cappello (al centro il gesuita Felice ora “servo di Dio”); copertina della rivista “dolomiti”; Bepi Pellegrinon; opere dello storico Tamis; la sala della Comunità montana agordina che gli è stata intitolata.