Cambio al vertice della parrocchia salesiana di San Giovanni Bosco di Belluno. Dopo 5 anni il parroco don Guido Novella lascia perché trasferito in una grande comunità salesiana di Roma-stazione Termini. Il commiato ufficiale sarà domenica 6 settembre con la messa delle 11. Sabato 12 con la messa delle 18,30 presieduta dal vescovo Renato Marangoni ci sarà l’ingresso del nuovo parroco, don Claudio Zamperin (che è già da alcuni mesi in servizio nell’istituto “Agosti”, e che si occuperà anche della scuola dell’Infanzia “Don Bosco” di via Majer che proseguirà l’attività anche se con il 31 agosto è cessata l’attività delle suore Figlie di Maria ausiliatrice ed hanno lasciato la superiora Giannina Baraldo e le consorelle Ivana Plazio e Lia Savorgnan trasferite in altre sedi).Nell’indirizzo di saluto ai parrocchiani sul bollettino della “Don Bosco”, Zamperin scrive fra l’altro: “Un grazie sincero e grande a tutti coloro che con l’esempio ei il ricordo mi aiuteranno a vivere il mio inserimento in questo incarico delicato e prezioso. Il mio ringraziamento va anche a don Guido che in questi ultimi anni ha posto la sua esperienza e le sue qualità al servizio della nostra parrocchia”. Dal canto suo il parroco Novella si è rivolto con commozione, tanto affetto e simpatia ai parrocchiani che sta per salutare, sottolineando: carissimi, non posso e non potrò dimenticare i vostri volti, ed ha quindi espresso gratitudine “per il dono di Grazia che ho ricevuto con voi. Grazie per la dedizione interessata e la generosa disponibilità di moltissimi. Grazie per la competenza e lè’entusiasmo di tanti che danno il loro apporto, rispondendo ai vari bisogno, nell’umile discrezione. Fedeltà ammirevole, settimana dopo settimana. Grazie per la fede profonda di coloro che affrontano la durezza della vita con l’affidarsi alla Provvidenza…”. Questi movimenti – ricordiamo che c’era stata anche la nomina di don Alberto Maschio a direttore della comunità salesiana che comprende l’istituto “Agosti”, e a responsabile dell’Oratorio; don Lorenzo Teston preside della scuola; Paolo Ceccon, vice preside ed animatore della pastorale scolastica oltre che vicario parrocchiale a Limana (unico rimasto della “veccchia guardia” il sempreverde don Vinicio Greggio). Altra novità: da Pordenone dove è stato direttore della comunità salesiana, è giunto a Belluno don Riccardo Michielan che – come si può leggere nell’ultimo numero del periodico della parrocchia – “ci donerà la sua preziosa esperienza di animazione maturata in tanti anni di servizio in varie case della Ispettoria”. Questi “movimenti” ci sollecitano a ricordare, sia pure sinteticamente, la storia dell’Opera salesiana a Belluno. In una rara pubblicazione, una cinquantina di pagine a ciclostile, edita a 50 anni dalla fondazione della “Don Bosco 1924-1974” si scopre che il sacerdote bellunese don Antonio Sperti fin dal 18789 scriveva a don Giovanni Bosco in persona invitandolo a mandare anche a Belluno qualche salesiano per dirigere l’orfanatrofio che il medesimo don Sperti aveva iniziato in città dopo la pestilenza del 1855. Il carteggio si protrasse per diversi anni senza mai arrivare al dunque. Ma… finalmente l’11 settembre 1886, due anni prima della morte del Santo, don Sperti si decise di recarsi a Torino per parlare direttamente con don Bosco. Tornato a Belluno “continuò la corrispondenza col Santo, al quale chiedeva non solo di accettare la sua opera benefica ma anche lui stesso come salesiano”. Il 18 maggio 1898 anche l’infaticabile don Sperti moriva “e con lui parve morire ogni iniziativa in proposito”. Passò un altro quarto di secolo prima che arrivasse a Belluno il primo drappello di Salesiani: il 23 ottobre 1924 don Mario Signorini, don Francesco Carpenè, reduce dalle Missioni dell’India, e il coadiutore Lorenzo Del Favero furono accolti dalla viva cordialità del vescovo Giosuè Cattarossi, dal Prefetto e dalle autorità cittadine e “un’onda di intensa commozione era in tutti i presenti”. Nel dicembre dello stesso anno veniva nominato Ispettore delle Venezie don Giuseppe Festini, bellunese di Casamazzagno in Comelico, che contribuì molto al completamento del nuovo istituto che si apriva in piazza Piloni ed il 1. ottobre 1925 fu aperto anche il convitto per studenti. La chiesa di San Rocco, affidata a don Enrico Terraneo, divenne centro di richiamo spirituale per tanti fedeli del capoluogo e non solo e quando Terraneo morì, 24 anni dopo, la sua opera preziosa fu proseguita da un altro salesiano: don Gerolamo de Martin (già vittima innocente nelle carceri jugoslave di Fiume). Si evidenzia a questo punto il fatto che “la gioventù bellunese trovava nell’ambiente salesiano il clima naturale di gioia serena, di pietà spontanea, di festosa armonia, di studio impegnato, con recite, sport, passeggiate che lasciavano un ricordo incancellabile….”. Ancora storia salesiana: il 3 giugno 1926 il rettor maggiore don Filippo Rinaldi inaugurò solennemente il nuovo istituto intitolato proprio ad Antonio Sperti. Sorsero quindi le associazioni delle Dame patronesse e dei Cooperatori salesiani e fu aperto l’Oratorio festivo. E’del 27 maggio 1928 la costituzione del primo nucleo di ex allievi. Altri sodalizi si sono costituiti nel tempo, uno per tutti il Gruppo micologico “Bresadola”. Nell’aprile 1945 il rettor maggiore don Renato Ziggiotti aveva incoraggiato una nuova opera nella zona dell’Oltrardo anche se era bene avviata l’assistenza religiosa e ricreativa ai ‘birichini” di don Bosco a Borgo Pra. Nel 1952 l’istituzione canonica della nuova parrocchia intitolata a San Giovanni Bosco, affidata a quello che fu il primo parroco: don Edoardo Furlano. Il 27 ottobre 1957 ecco il nuovo istituto Agosti (sorto grazie alla generosa donazione della contessa Giuseppina Agosti); contemporaneamente si avvia la costruzione della nuova parrocchiale che sarà completata dal successore di Furlano, don Giuseppe Ceriotti, e consacrata il 4 giugno 1966; l’8 dicembre 1972 solenne cerimonia per l’apertura della scuola materna con annesso oratorio femminile, affidata alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni dalla pubblicazione “Don Bosco a Belluno): la parrocchiale bellunese di Don Bosco; due espressioni del parroco uscente, don Guido Novella; il suo successore, don Claudio Zamperin; don Riccardo Michielan; le tre suore della scuola materna; il primo parroco, l’indimenticato don Edoardo Furlano; la copertina della pubblicazione; don Antonio Sperti: a lui si deve l’arrivo dei salesiani a Belluno; la sede dell’istituto “Agosti”; i primi ex allievi; i fondatori del gruppo micologico “Bresadola”.