Famiglia paterna originaria di Lorenzago di Cadore (la madre, Matilde De Sandre, era di San Vito di Cadore), sempre in provincia di Belluno, LUIGI CADORIN era nato nel 1895 a Vazzola di Treviso ma ugualmente figura tra “Le medaglia d’oro bellunesi al valor militare” che è il titolo del quaderno storico numero 5 che Emanuele D’Andrea ha dato alle stampe nel 1993 per i tipi della tipografia “Tiziano” di Pieve di Cadore.
Questa la motivazione dell’alto riconoscimento ottenuto dal maggiore di fanteria del 3. Battaglione coloniale “Galliano”: “Combattente di tre guerre, simbolo del più puro eroismo, offrì la sua vita in olocausto alla Patria. Ogni suo atto fu un atto di valore. In un aspro sanguinoso combattimento, crivellato di ferite non desisteva dalla lotta. Alla fine, esausto e circondato ordinava ai pochi superstiti che lo abbandonassero per porre in salvo il gagliardetto del Glorioso battaglione, chiudendo in un gesto epico, già divenuto leggendario tra le truppe coloniali, la sua nobile esistenza. Fagutta 13 marzo-Saha Bangia 1 giugno 1940”.
Il tragico episodio avvenne nei pressi di Engiabara, a sud del lago Tana, dove Cadorin, volontario in Eritrea sin dal 1931, comandante del Battaglione, cadde in un agguato assieme a tutta la scorta. Emanuele D’Andrea aggiunge che “E’ testimonianza che il corpo venne rinvenuto composto sull’erba, circondato da fiori, quale tributo dei nemici al suo valore”.
Luigi Cadorin (dopo la Grande Guerra si iscrisse all’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore delle Reali Tombe del Pantheon nella delegazione di Treviso. Al suo nome è intitolata la caserma del 33º Reggimento Artiglieria di Treviso) ottenne anche cinque medaglie d’argento: Monte Vodice (1917), Monte Grappa (1918), e, tutte in Etiopia: Costi Agher (1938), Goggetti, e Gagastà Chergis (1937), Urorabà (1937): tre medaglie di bronzo: Monte Coston (1918),Balé Tacché (1 937), Urobabà (1937 tutte in Etiopia;e due croci di guerra: Koblich Zabio (1917), Daro Tackli in Eritrea (1935). Ancora D’Andrea a ricordare che Cadorin “Entrò per primo in Adua”.
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Chiamato alle armi nell’aprile 1936, ANGELO AMPEZZAN, nato nel 1916 nella bellunese Zoldo Alto, fu assegnato al 12. Reggimento alpini e promosso caporale; a fine anno frequentò il corso sciatori reggimentale ottenendo la nomina ad esploratore con la classifica di ottimo. Allo scioglimento del 12. nel 1937 passò al Settimo, venne promosso caporal maggiore e fu congedato nell’agosto successivo. Nel 1939 venne richiamato nel battaglione Pieve di Cadore e partecipò alle operazioni belliche sul fronte alpino occidentale nel battaglione Val Piave.Trasferito nel febbraio1941 al Val Tagliamento, venne impegnato sul fronte greco-albanese dove un mese più tardi riportò una grave ferita tanto da essere rimpatriato con la nave-ospedale “Gradisca” per essere ricoverato in ospedale fino al luglio successivo quando, guarito, rientrò nel deposito magazzino del Pieve di Cadore e quindi inviato in Croazia, 336. Compagnia presidiaria alpina. Comandante di un fortino isolato si distinse a Sinac nel settembre 1942 respingendo dopo quattro giorni di resistenza, un attacco di bande ribelli. Il fatto per il quale è stato insignito di medaglia d’oro avvenne dopo la conquista da parte tedesca dell’area balcanica (definitivamente presa nell’aprile 1941) .
Ampezzan, che già aveva meritato la croce di guerra per operazioni in Balcania nel 1942, ebbe la prestigiosa medaglia con questa motivazione: “Già decorato al valore durante cruento combattimento contro bande di ribelli in ambiente infido trascinava con l’esempio la sua squadra persistendo nella lotta anche dopo essere rimasto gravemente ferito al braccio sinistro. Con esemplare stoicismo riusciva col solo braccio rimasto valido a rimettere dapprima in efficienza e ad azionare una mitragliatrice e poscia a respingere il nemico incalzante, con lanci o di bombe a mano. Colpito a morte da una raffica di mitragliatrice, cadeva da prode rivolgendo al suo capitano queste parole: ‘Ho fatto il mio dovere fino all’ultimo. Dio perdoni i miei peccati’. Berlog, Croazia, 3-4 aprile 1943”.
NELLE FOTO (commons.wikimedia; wikiwand; riproduzioni da “Le medaglie d’oro bellunesi al valor militare di Emanuele D’Andrea): Alpini ad Adua; Luigi Cadorin; soldati italiani in Albania; Angelo Ampezzan).