BELLUNO Giovedì 19 luglio, alle ore 10.30, si scoprono i veli alla nuova opera dell’artista Dunio Piccolin all’interno della Casa Circondariale di Baldenich a Belluno su una parete del cortile d’accesso alle strutture di detenzione; un progetto promosso dal direttore Tiziana Paolini, dal comandante della polizia penitenziaria Domenico Panatta e condiviso dal personale operante all’interno della struttura. Così è nato il progetto di dare l’incarico all’artista falcadino affinché lasciasse con la sua arte, in un murales di circa 10 metri quadrati, un messaggio “dipinto” che fosse in linea con lo spirito e i valori che caratterizzano, con il loro operato, coloro che vivono e lavorano giornalmente all’interno del carcere. Fin dall’ideazione del bozzetto, la tematica proposta, creata anche con la gentile collaborazione di don Davide Fiocco postulatore della causa di beatificazione di Albino Luciani e di Loris Serafini direttore della Fondazione Papa Luciani, è stata quella che fosse gradita a tutto il personale e ai detenuti della casa circondariale con la primaria intenzione di infondere positività e fiducia oltre alla visione di una nota vivace di colore. Il soggetto dello spazio dipinto più grande riprende a sinistra la raffigurazione di San Basilide martire che è la figura storico–religiosa che maggiormente caratterizza il patronato del corpo di polizia penitenziaria, degli agenti di custodia e dei carcerati stessi, avendo lo stesso santo ricoperto ambedue i ruoli di guardia e di detenuto; in variazione alla sua classica figura, il santo, tiene in mano una chiave, simbolo di libertà spirituale, che porge simbolicamente alla guardia. Al centro della scena vi è la raffigurazione, con la classica divisa, di una guardia, con le mani consorte dietro la schiena, in segno di rispetto e fiducia, che accompagna al cancello un giovane detenuto padre di famiglia. A destra della composizione la moglie e il figlio del detenuto, che dopo un lungo tempo di “esilio” del marito-padre, sono pronti ad accoglierlo; il bimbo tiene in mano il “libro dei ricordi” con alcuni episodi della sua vita al quale il padre non ha potuto “assistere”. Al primo piano in basso vi è il profilo della struttura della casa circondariale, volutamente ridimensionata nelle proporzioni, come a suggerire che le barriere dell’anima e dello spirito non siano condizionate da “barriere architettoniche”; sullo sfondo del gruppetto di destra una panoramica della città di Belluno. Il piccolo spazio sopra la porta è un omaggio a don Albino Luciani, papa Giovani Paolo I, che proprio all’interno della casa circondariale, ai tempi del suo soggiorno al seminario di Belluno, officiò 13 omelie, come risulta dalle indagini in archivio di don Davide Fiocco, e occupano uno spazio temporale che va dal 16 settembre 1945 fino al 24 luglio 1954. Il ritratto del papa, interpretato pittoricamente da Dunio, riprende una delle sue classiche immagini e sovrasta una dicitura a lettere cubitali un pensiero a lui attribuito e che è anche un monito in sintonia con lo spirito dell’operato di quel luogo: “la collaborazione volenterosa di tutti ci renderà più leggero il peso quotidiano del dovere”.
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