Un aspetto particolare del ministero di don Flavio – ci scrive don Fabiano Del Favero – è stata la grande umanità manifestata verso gli ammalati e gli anziani. Nei suoi anni di ministero a Tai e Nebbiù tutte le sere – dico tutte! – andava in ospedale a Pieve in visita
VALLE DI CADORE Domani alle 14.30 nella chiesa pievanale di Valle di Cadore l’ultimo saluto a Don Flavio De Longo, deceduto nel pomeriggio di mercoledi in ospedale a Feltre dove era ricoverato da alcuni giorni. Don Flavio Del Longo. Nato a Valle di Cadore il 18 novembre 1932, era stato ordinato presbitero in Cattedrale a Belluno il 3 luglio 1960, assieme a don Attilio Giacobbi, don Sergio Sacco e don Rinaldo Sommacal. Insieme a loro aveva raggiunto i sessant’anni di sacerdozio. Lo ricorda anche l’Agordino, la parrocchia di Canale d’Agordo in particolare dove ha concelebrato per un periodo. Negli ultimi anni del suo ministero nelle comunità del Cadore (Nebbiù e Tai), Don Flavio ha avuto la gioia di poter accompagnare all’altare due preti, don Fabiano Del Favero nel 2009 e don Alessandro Coletti, ordinato nel 2013, un anno dopo il suo ritiro, ha infatti trascorso gli ultimi anni alla Padre Kolbe di Pedavena.
Don Fabiano Del Favero
«Ricordo bene l’espressione di un compagno di ordinazione, un giorno, in Seminario: “Guarda che non siamo mica cresciuti tutti in canonica come te!”. L’espressione a mo’ di battuta penso dica tutto degli anni trascorsi accanto al mio parroco don Flavio: con lui ho iniziato le superiori, con lui son entrato in Seminario, con lui son diventato prete, e lui avevo accanto il 29 settembre 2013, quando sono giunto per la prima volta da parroco qui a Rivamonte. Anche in quell’occasione, pur nella mitezza disarmante del tratto e nella bontà d’animo, in modo risoluto ha insistito con il fratello perché lo accompagnasse a vedere dove fossi stato inviato. Se ne andò col sorriso, contento di avermi lasciato in ottime mani…l’aveva percepito! Con lui oggi vivo la gioia del suo incontro col Risorto dopo 60 anni di sacerdozio (ricordati insieme ad alcuni fratelli nella Messa nel giorno esatto, il 03 luglio scorso), mentre le lacrime accompagnano questo mio scrivere. Gli aneddoti si rincorrono, gli episodi nei quali mi è stato maestro e padre, le battute ed i suoi silenzi talvolta difficili da interpretare…un grande gesuita che è stato altrettanto fondamentale nella mia formazione, p. Piersandro Vanzan, che di lui aveva sincera e fraterna stima e con lui si spostava a volte facendo “coppia” in quel pandino blu che tanto ha sfrecciato su e giù per il Cadore, una volta ebbe a dirmi, lui docente all’università Gregoriana: “Ricorda, Fabiano, che il miglior corso per il tuo essere prete un domani è quello col tuo parroco”. Aveva ragione.