“Temo di avere perso la capacità di vivere la vita reale. Con mia moglie passiamo le serate scorrendo lo smartphone senza parlare. Ma non abbiamo il coraggio di cambiare”. È questa la disarmante presentazione con cui Lucas, architetto informatico, 36 anni di Lione, ha ottenuto uno dei dieci posti messi in palio dalla campagna Recharge in Nature e, per questo, trascorrerà, dal 13 al 17 settembre, una vacanza gratuita detox nel cuore delle Dolomiti. Con Jozef, Fulvio, Ivana, Valentina, Igor, Michel, Stefania, Ionela e Ana Carolina, gli altri compagni di avventura provenienti da ogni parte di Italia e del mondo, e come lui sorteggiati tra 19.102 candidati, giovedì prossimo Lucas lascerà smartphone e altri dispositivi tecnologici nelle mani degli organizzatori, e imboccherà il sentiero di montagna che in 2 ore circa di cammino li porterà al rifugio Falier, a 2.074 metri di altezza, in valle Ombretta. Qui, assolutamente scollegati dal mondo esterno, insieme, trascorreranno le giornate facendo lavori manuali, tanta attività all’aria aperta, meditazione, scambiando esperienze ed emozioni con uno psicologo esperto in Mindfulness e la comunità locale che è pronta ad accoglierli, orgogliosa della propria ricchezza di salubrità e natura incontaminata. I prescelti hanno dai 21 ai 41 anni; sono 5 donne e 5 uomini; 4 italiani e 6 stranieri che arrivano da Brasile, Belgio, Francia, Slovacchia e Inghilterra. Tra loro c’è lo studente, l’impiegato, lo psicologo, il profumiere, l’architetto, il manager, l’informatico e lo sviluppatore web. In comune, tutti, un giudizio severo sul proprio ritmo quotidiano, che senza giri di parole definiscono “frenetico” e “devastante” con un livello di stress “schiacciante” e un’unanime richiesta di “bonifica mentale”, “cambiamento”.
Se anche la “cura naturale” sarà di soli 5 giorni, c’è chi racconta di essere talmente travolto dallo stress da non riuscire, da solo, a imporsi uno stop, e ha perso la speranza di svoltare, di “ritrovare se stessi” e “gli altri”, di tornare a “provare emozioni” semplici e dirette. Come Ivana, studentessa, che, a soli 21 anni, dice di sé: “mi sento una supervecchia, prigioniera di una noiosissima solitudine”. L’aspettativa dei partecipanti all’esperimento, promosso da 7 amministrazioni comunali dell’Agordino, capofila Rocca Pietore con Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo, Taibon, Cencenighe, Tan Tomaso, nell’ambito del progetto di sviluppo territoriale Dolomites Maadness, è insomma alta. Anche al di sopra di ogni previsione, sia dell’esperta in marketing turistico che ha ideato la campagna, Emma Taveri di Destination Makers, sia degli osservatori e media per i quali i dati che emergono da questo gioco-concorso, sono indicativi: le supertecnologie hanno preso il sopravvento sulla nostra volontà, e seppure sappiamo di essere nati per vivere all’aria aperta, trascorriamo all’esterno solo il 5 per cento della giornata, molto di meno di quanto emerga dall’acqua un cetaceo. I candidati di Recharge in Nature, a cui era richiesto di inviare un video e compilare un questionario per raccontare il proprio stato d’animo e grado di stress, sono concordi nel dire, dalla Cina al Costarica; da Londra al Brasile, che le grandi città dove vivono (Pechino, Rio de Janeiro, Londra, Parigi, Roma, Bratislava) sono funzionali alla loro carriera ma non al nostro benessere psicofisico; che le tecnologie sono strumenti di lavoro indispensabili ma che hanno occupato anche la sfera delle relazioni ed emozioni. Che la routine non è rassicurante ma schiacciante, che la vita nella natura è ormai un miraggio, per riagguantare il quale è valsa la pena inviare in Agordino 19 mila candidature!
“Cosa so fare oltre alla Project Manager Digital Strategy? Servire ai tavoli, pitturare le pareti, fare la raccolta differenziata dei rifiuti…”. No, non è la parodia di una donna in carriera, ma il cv con cui Valentina, digital manager di 36 anni di Roma, ha conquistato la sua cima dolomitica.