RADIO PIU’ Il racconto di Cesare Dal Bo’, Agordo.
Oggi giovedi 23 aprile ho avuto la disavventura di dovermi recare alla discarica di Valcozzena. Arrivo alle 8,40 e c’è già coda. Sotto l’attenta sorveglianza dei volontari della protezione civile entrano – come da disposizioni – due macchine alla volta. Il tempo passa lentamente ma inesorabilmente e temo di non essere tra i fortunati eletti e di dover tornare a casa, memore di quanto accaduto sabato scorso, con la macchina ancora piena perché a mezzogiorno la discarica chiude. Mentre aspetto sempre meno pazientemente il mio turno unendomi ai mugugni, alle maledizioni e alle improperie dei colleghi in coda, vedo la gente che entra tranquillamente nel vicino supermercato con una frequenza ben maggiore di quella concessa per la discarica. Il confronto mette in evidenza tutta l’assurdità della norma igienica imposta per quest’ultima: spazio grande, aperto, ben più ampio di un medio supermercato e dove il contatto tra una decina di persone è quasi impossibile a meno che uno non ci si metta d’impegno. E’ evidente a tutti che, dal punto di vista igienico-sanitario, la norma prescritta da Valpe o da chi per lei è sproporzionata perché il mantenimento della distanza minima in uno spazio aperto così ampio non è un problema. Temo piuttosto che sia solo un pretesto per diluire la quantità di materiale in afflusso. Il disservizio creato invece sì è un grosso problema per la popolazione che non può tenersi in casa la spazzatura soprattutto in un periodo come questo. Questo sì è un problema igienico-sanitario che si sarebbe dovuto evitare! La gente comune infatti ha approfittato del periodo di forzata clausura per sistemare tante cose, per fare altrettanti lavori casalinghi sempre rimandati, producendo un surplus di spazzatura di cui disfarsi al più presto.
Era logico aspettarsi un incremento di afflusso ed era altrettanto logico ed auspicabile dare una risposta all’altezza della situazione e non creare invece ulteriori difficoltà alla popolazione che civilmente afferisce in discarica tutto ciò che Valpe, bontà sua, non raccoglie porta a porta.
Finalmente dopo quasi 2 ore e trenta di attesa riesco a raggiungere l’agognata meta: entro in discarica e più in fretta possibile scarico il materiale che Valpe mi fa portare in discarica a spese e tempo mio riducendo peraltro le finestre di apertura per un servizio così importante. Come cittadino sono arrabbiato e deluso! Come utente consiglierei a Valpe di darsi una mossa , di risolvere il problema quanto prima e possibilmente di non crearne altri per una popolazione già stanca e provata di suo.