Confidiamo nell’impegno della Regione del Veneto e del tavolo tecnico-scientifico che si è attivato presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
REDAZIONE Dal 2008, la prima stagione del bostrico ad oggi cosa è stato fatto? Per anni la parola di moda sembra essere stata “menefreghismo” mentre il coleottero ha continuato indisturbato a divorare il patrimonio della montagna e dei montanari. Ma ora, finalmente, qualche cosa si è mosso: una pala e un piccone per piantare cartelli in quadricromia che informano del problema, che ci dicono che l’abete rosso è malato. Grazie, ma ce ne siamo accorti da tempo. Ma questo è solo il primo passo, ora la speranza è che le parole che si leggono sui cartelli diventino fatti concreti: “Le amministrazioni competenti e i gestori dei territori forestali sono impegnati a salvaguardare il patrimonio boschivo, attivando azioni di contrasto alla diffusione del bostrico tipografo tramite il monitoraggio costante dei focolai, il taglio delle piante infestate ormai compromesse e la messa in atto di sistemi a basso impatto ambientale per il controllo diretto delle popolazioni dell’insetto, al fine di favorire il ripristino delle condizioni di equilibrio dei boschi danneggiati” Parole che consolano, più di molte altre sentite in questi anni del tipo “Cosa vuoi che sia, lasciamo che la natura faccia il suo corso…”
PER ULTERIORI INFORMAZIONI CLICCA QUI
TITOLO, non un errore ma liberamente tratto da “Mamma… li turchi! film del 1973, diretto da Renato Savino.”