In questi giorni estivi di fine luglio-inizio agosto del 2023, ricorre il 10° anniversario dell’inaugurazione della ristrutturata ex latteria sociale di La Valle Agordina che, da dieci anni a questa parte , al piano superiore, ha la funzione di sala polifunzionale intitolata a Don Alessandro Valmassoni che fu il fondatore e primo presidente della Latteria Cooperativa di La Valle e a pianterreno è stato realizzato un ambulatorio medico per il medico di base a disposizione della popolazione lavallese e non solo. Nel decennale vorremmo ricordare questo importante intervento realizzato dall’ Amministrazione Comunale di allora, che ha salvato un immobile storico da sicura rovina e ha messo a disposizione della comunità paesana lavallese adeguati spazi da poter utilizzare a scopi sociali. Proponiamo quindi la relazione qui a seguito che traccia la storia del fabbricato e le prospettive che si avevano , nel 2011, in fase progettuale, per salvare e riqualificare lo storico fabbricato, completamente poi realizzate e concluse nel 2013, inserendo anche soluzioni tecniche impiantistiche al tempo innovative per la riduzione delle emissioni di CO2 , quali l’installazione di pompe di calore aria-acqua per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria e per la coibentazione. Proponiamo altresì una galleria fotografica di com’era il fabbricato prima dell’acquisizione da parte del Comune di La Valle Agordina, quindi di come si presentava a ristrutturazione avvenuta e della lapide -ricordo di Don Alessandro Valmassoni , ristrutturata e presente nella “gisuòla” all’interno del cimitero di La Valle Agordina, cimitero nel quale fu sepolto don Alessadro Valmassoni. Le attrezzature dell’ex latteria visibili nelle foto sono rimaste nella disponibilità del precedente proprietario (Cooperativa Agordina Latteria di Vallata) e quindi non sono entrate nel patrimonio acquisito dal Comune di La Valle Agordina). Alcune installazioni multimediali prospettate nel progetto, ma non finanziate nello stesso, non sono state realizzate, stante la fine del percorso amministrativo dell’allora Amministrazione Comunale.
PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO – RELAZIONE STORICO-ARTISTICA E TECNICO-ILLUSTRATIVA
PREMESSA
L’immobile oggetto di intervento, ex Latteria sociale, é situato nel Comune di La Valle Agordina in via Chiesa n. 65, a breve distanza dalla Sede Municipale, in prossimità del Ponte Fades ed in adiacenza alla strada Provinciale n. 347 del Passo Duran, ed è identificato catastalmente al N.C.E.U. al Fg. 21 – mappale n. 28. L’Amministrazione Comunale intende realizzare un progetto di recupero mediante la rifunzionalizzazione dell’immobile, che al piano primo verrà adibito a Sala multifunzionale per mostre e convegni a supporto del Museo di La Valle, con relativi servizi, mentre alcuni locali al piano terra saranno organizzati come strutture sanitarie: ambulatori medici (n. 2 ambienti distinti non collegati tra loro), con sala di aspetto e servizi igienici. L’edificio sarà dotato degli impianti idrico-sanitario, termico, elettrico, antincendio, di illuminazione, diffusione audio e video. La metodologia di intervento è finalizzata alla piena funzionalità dell’immobile, con adeguamento alla normativa vigente in materia di sicurezza statica e sismica, nel rispetto dei più recenti criteri di agibilità e dotazione impiantistica, per valorizzare l’originaria integrità spaziale e il respiro monumentale degli ambienti, in armonia con il contesto. La proposta progettuale è improntata al criterio del minimo intervento nei confronti dell’immobile, in considerazione del vincolo di tutela monumentale, e soprattutto nel rispetto di una struttura che, nel tempo, ha dimostrato la sua attualità e validità conservando pressoché intatti i caratteri originari nell’impianto e nella distribuzione spaziale. L’edificio in argomento, integrato nel tessuto urbano del paese, è prospiciente alla strada attigua, che vincola notevolmente possibili proposte progettuali in grado di conferire all’edificio stesso il respiro e l’importanza che gli compete, vista la mancanza di adeguati spazi di pertinenza, limitati all’area antistante il solo prospetto d’ingresso principale. La progettazione comprende, come ulteriore obiettivo, la gestione oculata delle risorse in termini di consumi, risparmio energetico e spesa; la riqualificazione dell’edificio si pone quale progetto pilota per l’attuazione di scelte tecnologiche volte al contenimento dei consumi energetici nel loro complesso.
CENNI STORICI E DESCRIZIONE DEL’IMMOBILE
L’edificio in argomento é stato edificato nel 1870, ed é attualmente in disuso; costruito all’origine per essere destinato a Latteria sociale, é stato utilizzato con continuità dai soci della Cooperativa, per la lavorazione e trasformazione del latte prodotto ed attività connesse, sino alla fine degli anni ’90, e poi é stato definitivamente dismesso. E’ stato quindi acquistato dal Comune di La Valle Agordina nell’ estate del 2009 dal precedente proprietario che era La Cooperativa Agordina Latteria di Vallata al quale era pervenuto tramite la fusione della Cooperativa Latteria Sociale di La Valle con la suddetta Cooperativa Agordina Latteria di Vallata. L’edificio si articola su due livelli: un piano terra, parzialmente interrato, ed un piano primo, dotati ciascuno di accesso indipendente e privi internamente di collegamento diretto. La sua struttura portante é costituita da murature, perimetrali e di spina, in pietra. Il solaio tra piano terra e primo è caratterizzato in parte da una struttura portante in latero-cemento rinforzata da travi in acciaio, per aumentare la capacità portante dell’impalcato stesso, e in parte da una struttura portante lignea, gravemente deteriorata e compromessa, che rende impraticabile il solaio. E’ inoltre presente una struttura lignea pericolante a livello dell’imposta della falda, impropriamente utilizzata come deposito. La copertura é costituita da struttura interamente in legno, sostenuta, nella parte centrale, da due capriate, e dotata di manto parte in coppi, parte in tegole a scandola. La struttura di copertura non é mutata nel corso degli anni e presenta tuttora la tipologia costruttiva originaria. L’immobile é in completo disuso e le sue condizioni sono alquanto precarie, non avendo mai subito, nel tempo, apprezzabili interventi manutentivi. Dal punto di vista materico-strutturale l’edificio evidenzia, ad una prima analisi visiva, un pessimo stato di conservazione: i paramenti murari infatti presentano numerose lesioni e discontinuità strutturali, rappresentate da fessure passanti e dalla disgregazione del legante di alcune porzioni di muratura. La situazione statica dell’edificio, come pure la verifica della portata dei vari impalcati (che risultano sottodimensionati rispetto all’attuale normativa per le nuove destinazioni d’uso), e della struttura lignea di copertura, è stato oggetto di un’adeguata campagna di indagini statiche e materiche, preliminarmente all’avvio dei lavori, al fine di verificare gli interventi previsti per garantire un adeguamento statico delle strutture e un complessivo miglioramento antisismico dell’edificio, in conformità alle prescrizioni della normativa vigente, riferita a immobili sottoposti a tutela ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (ex L. 1089/39). In particolare l’edificio presenta le finiture interne e gli impianti in pessimo stato, ed é inoltre carente di servizi igienici e di dotazione di sicurezza, quale sistemi antincendio e rilevazione fumi. Si denotano inoltre problematiche legate a interventi impropri, realizzati in epoca recente: le facciate non presentano manomissioni rilevanti, ma la finitura originaria risulta fortemente compromessa dalla stesura di un intonaco cementizio incompatibile su tutti i prospetti; ulteriori manomissioni sono legate al recente inserimento di nuovi impianti tecnologici (rete elettrica, canne fumarie, griglie di ventilazione), in parte dismessi, che interferiscono con la struttura originaria e con la lettura formale dell’edificio. Si rilevano inoltre alcuni fenomeni di degrado a carico delle pareti, nonché a livello di finiture interne, in corrispondenza della sommità delle murature, causate da infiltrazioni d’acqua piovana – che denotano l’inefficienza del sistema di smaltimento delle acque meteoriche – oltre al cattivo stato di conservazione del manto di copertura, e di parte della struttura sottostante. Le pareti sono caratterizzate inoltre da una massiccia presenza di umidità di risalita e da efflorescenze saline, conseguenza della stessa. Gli elementi lapidei delle facciate presentano un degrado generalizzato, dovuto a erosione, patine ed incrostazioni, oltre a fessurazioni dovute al deterioramento dei perni di fissaggio. La struttura di copertura presenta un manto eterogeneo, composto da diversi elementi incompatibili tra loro; la carpenteria lignea di sostegno, inoltre, è rappresentata da due capriate simmetriche in discreto stato di conservazione, e da una doppia orditura di travi primarie e secondarie posizionate e composte in modo eterogeneo, che rendono precaria e pericolante la copertura stessa. Il pacchetto di copertura in situ non presenta alcun isolamento termico né alcuna impermeabilizzazione. Le pavimentazioni si presentano disomogenee e sconnesse: al piano terra alcuni vani sono finiti a piastrelle, altri con una lisciata di cemento, mentre al piano primo sono presenti “marmette” in graniglia di calcestruzzo, dei primi decenni del secolo scorso, e tavolati in legno. Alcune pareti degli ambienti al piano terra sono dotate di rivestimento in piastrelle, altre di una finitura ad intonaco.
PROGETTO
Risultava quindi necessaria l’elaborazione di una proposta progettuale, che consentisse la razionalizzazione degli spazi, in risposta alle diverse necessità individuate dall’Amministrazione Comunale, e ne recepisse le varie esigenze, attraverso l’individuazione di adeguate destinazioni d’uso e di una adeguata organizzazione funzionale degli ambienti, garantendo nel contempo la dotazione degli standard previsti e la razionalizzazione/dotazione/messa a norma degli impianti, per consentire la migliore funzionalità delle strutture e per ridurre il più possibile i costi gestionali. La valorizzazione dell’immagine dell’edificio richiedeva altresì un ripensamento per quanto riguarda il trattamento delle pareti esterne, previ interventi in grado di rimuovere le cause del degrado, dovuto alla massiccia presenza di umidità di risalita capillare nei paramenti murari. Se un intervento di restauro non deve esaurirsi nell’operazione in sé, ma deve essere finalizzato a realizzare i presupposti per la conservazione del monumento nel tempo, è necessario anzitutto, per quanto possibile, cercare di rimuoverne le cause del degrado per garantire un risultato significativo nel tempo. A seguito di un’analisi conoscitiva e di un rilievo critico, gli interventi sono stati finalizzati al recupero e alla salvaguardia dell’immobile, eliminando o riducendo, ove possibile, le cause dirette e indirette di degrado, ponendo rimedio alle situazioni già compromesse, nel rispetto dell’esistente e secondo i criteri del restauro conservativo. Inoltre il progetto propone, in relazione alle esigenze della Committenza, un intervento unitario, finalizzato al recupero filologico dell’edificio, al fine di restituire agli ambienti piena funzionalità e fruibilità, con riferimento alla normativa vigente in materia di sicurezza statica, antisismica e dotazione impiantistica, valorizzando l’originaria integrità spaziale e il respiro monumentale degli ambienti, in armonia con il contesto. Sarà predisposto un collegamento con l’esterno per dotare gli spazi antistanti l’edificio di un sistema di proiettori in grado di evidenziare immagini evocative e di forte richiamo per cui, fin dalla percezione esterna, l’edificio significherà la sua destinazione d’uso principale: nonostante la tipologia semplice e tradizionale, priva di monumentalità e di elementi emergenti, la sua immagine sarà in grado non solo di comunicare immediatamente al visitatore la sua connotazione a destinazione culturale, ma di richiamare e anticipare le stesse tematiche proposte nell’ambito della programmazione delle attività, quali mostre e convegni. Un ruolo importante nel qualificare questa struttura come “emergenza” riconoscibile e qualificante, è dato dalle modalità del restauro che sarà concepito e realizzato, dalle metodologie di intervento, dalla sensibilità nel definire la visione di insieme e i singoli particolari. Il risultato ottenuto sarà determinato proprio dal criterio adottato nel riuso, nell’adattare cioè un ambiente storico a funzioni del tutto diverse da quelle per le quali era stato costruito, salvaguardando nel contempo istanze apparentemente antitetiche e difficilmente conciliabili: l’identità dell’edificio storico e la qualificazione di una struttura contemporanea di eccellenza. La proposta progettuale propone di valorizzare l’esistente attraverso il linguaggio formale dell’edificio stesso: un recupero magistrale di tipologie povere tradizionali, negli apparati lapidei, nella struttura di copertura (carpenteria lignea a vista, previa finitura ad olii e cere), nel manto (in tegole tradizionali), nel trattamento delle facciate (intonaco a sagramatura di calce), nelle finiture interne (pavimenti in legno di rovere), nei serramenti (a più partiture, in analogia agli esistenti), eseguito con interventi di altissima qualità. L’apporto delle nuove tecnologie, pur impiegato e sviluppato in ogni potenzialità funzionale ed espressiva, sarà idealmente non percepibile, se non per le comunicazioni, i messaggi e le immagini virtuali, anche interattive, e per il senso di efficienza e benessere generale che caratterizzerà l’ambiente. L’edificio si potrà qualificare come intervento pilota anche in termini di integrazione impiantistica, attraverso sistemi “intelligenti”, in grado di ottimizzare la resa degli impianti stessi e, nel contempo, di ridurre sensibilmente i consumi, consentendo un’idonea e razionale programmazione degli stessi, in funzione delle necessità e degli obiettivi. La conformazione dell’edificio, la sua collocazione a ridosso della S.P. n. 347 del Passo Duran, e l’assenza di adeguati spazi esterni di pertinenza, non consentono di utilizzare l’accesso diretto esistente alla Sala convegni/mostre prevista al piano primo. L’accesso alla Sala predetta dovrà essere realizzato, pertanto, con nuova scala interna direttamente dal piano terra, utilizzando l’attuale ingresso, nel rispetto delle vigenti normative in materia di barriere architettoniche. L’edificio sarà dotato di servizi igienici, fruibili anche alle persone disabili, in conformità alla normativa vigente. Per l’adeguamento della dotazione impiantistica, al fine di evitare interventi invasivi o manomissioni delle strutture ai danni dell’edificio – come l’apertura di nuove tracce nella muratura per il passaggio degli impianti – il progetto propone l’adozione di un sistema integrato, ai fini dell’adeguamento ai nuovi standard dotazionali. In funzione delle esigenze tecnico-impiantistiche e della loro collocazione, i vari sistemi potranno essere realizzati in modo da garantire un armonico inserimento negli ambienti, senza manomettere le strutture murarie originarie. Avendo dotato le pareti perimetrali di una controparete in cartongesso, ai fini della coibentazione termica, tutti gli impianti potranno essere infatti collocati sotto traccia, alimentando le future principali dotazioni elettriche e speciali, quali prese di servizio, corpi illuminanti a luce indiretta, lampade di sicurezza, impianti di videosorveglianza, antintrusione, diffusione sonora, riducendo in tal modo l’invasività degli interventi di adeguamento impiantistico, a beneficio delle strutture murarie (realizzate in trovanti di pietra, mattoni e sasso), che diversamente potrebbero risultare parzialmente compromesse nella loro continuità strutturale e nella loro integrità. Ciò comporta inoltre indubbi vantaggi nell’ambito del contenimento dei costi e dei tempi di intervento, nonchè del migliore utilizzo delle risorse disponibili. Nell’ambito degli aspetti strettamente conservativi e di ripristino dell’integrità degli apparati decorativi in pietra, legno, cotto e intonaco dell’edificio, saranno eseguiti adeguati interventi di restauro materico-strutturale, ove necessario, a seguito di una idonea campagna di indagini, sulla base della quale sarà possibile individuare la più appropriata tipologia di intervento da applicare. A tal fine risulta di fondamentale importanza l’attenzione nel rimuovere tutti i cavi e gli impianti dalle facciate esterne, causa di numerosi fenomeni di degrado, anche visivo, preferendo una collocazione interrata ispezionabile e implementabile. Attualmente malte e intonaci, a volte impropri, si presentano erosi e disgregati, per effetto dell’azione dell’acqua meteorica e dell’umidità di risalita. Come già sopra accennato, sul perimetro esterno, alla base della muratura, si registra la formazione massiccia di efflorescenze saline e l’esfoliazione dell’intonaco, situazioni dovute a fenomeni di risalita capillare, al ristagno di umidità e alla presenza incompatibile di rappezzi cementizi di epoca recente. In più punti si possono osservare anche depositi di tipo polverulento e incrostazioni sulle superfici murarie. Gli elementi lapidei evidenziano superfici erose, scagliate e disgregate. In particolare la base della muratura adiacente alla Strada Provinciale, particolarmente interessata da fenomeni di erosione per l’accumulo della neve nei mesi invernali e per il passaggio dei mezzi spargi-sale, verrà trattato con appositi prodotti (trasparenti, non ingiallenti, opachi e traspiranti) atti alla protezione dagli agenti atmosferici e dagli attacchi salini, in grado di non alterare l’aspetto del paramento murario. Per quanto riguarda gli aspetti conservativi, le principali categorie di intervento risultano le seguenti: muratura ed intonaci: si prevedono interventi di pulitura e consolidamento della muratura, mediante scuci-cuci, risarcitura e ristilatura dei giunti. Sia per evitare l’evidenziarsi negli intonaci delle vistose macchie di umidità, attualmente presenti, sia per valorizzare la caratteristica tessitura muraria in trovanti lapidei – particolarmente pittoresca – si propone quindi all’esterno il ripristino dell’originaria finitura a sagramatura, realizzata a calce o in coccio pesto, e tirata a panno, in grado di restituire il più possibile l’immagine originaria del monumento, e al contempo di consentire una lettura sinottica delle diverse fasi costruttive o trasformative (modifiche successive delle forometrie, strutture preesistenti, trasformazioni subite nel tempo), in una sorta di libro di pietra della storia locale. Per assicurare un generale miglioramento antisismico dell’edificio, si provvederà alla posa in opera di opportuni sistemi di tirantatura e di irrigidimento delle strutture orizzontali e verticali. Per ovviare al problema dell’umidità di risalita, si propone in questa sede l’installazione di un sistema non invasivo in grado di contrastare la risalita capillare di umidità nei muri senza sviluppare campi elettromagnetici potenzialmente dannosi. Tale sistema consta di un apparecchio che presenta al suo interno un dispositivo di antenne riceventi e trasmittenti e di una unità di polarizzazione che inverte la direzione delle vibrazioni (onde) naturali della Terra, captate dall’antenna ricevente. Attraverso le antenne trasmittenti l’energia che è stata polarizzata in senso inverso viene ritrasmessa nell’ambiente per un certo raggio d’azione. Tutti i muri che si trovano all’interno di questo raggio d’azione sono interessati dal fenomeno della deviazione del lusso dell’acqua presente al loro interno verso il sottosuolo, prosciugandosi e rimanendo asciutti. Apparati lapidei: restauro della pietra e dei marmi (cornici di porte e finestre, davanzali, soglie): tutti gli elementi in pietra verranno adeguatamente puliti e trattati con prodotti protettivi, oltre ad essere stuccati, integrati e consolidati nelle porzioni pericolanti o mancanti. Pavimentazioni: le pavimentazioni esistenti presentano attualmente diffusi fenomeni di degrado, e risultano nella quasi totalità irrecuperabili: si prevedono quindi nuove pavimentazioni ed in particolare una pavimentazione in gres per la zona ambulatori, rispondente ai previsti requisiti igienici, e una pavimentazione in legno di rovere di tipo tradizionale per gli ambienti destinati alle attività culturali. Al piano terra si propone la realizzazione di un vespaio ventilato con sistema ad “igloo”. Parte degli infissi lignei originari, ancora in opera, necessitano di adeguamento alla normativa vigente: saranno quindi dotati di vetri basso-emissivi e dovranno rispondere alle caratteristiche di tenuta all’aria e all’acqua, di coibentazione, di sicurezza, richieste dalla normativa vigente. Quelli invece ritenuti irrecuperabili verranno sostituiti con infissi nuovi in analogia all’esistente. Gli infissi in alluminio, presenti al piano terra, di recente esecuzione, saranno sostituiti con nuovi infissi lignei in analogia all’esistente, in ottemperanza alla normativa vigente. Le inferriate metalliche presenti al piano terra verranno restaurate. Gli impianti presenti in facciata (Enel e Telecom) verranno rimossi, inseriti sottotraccia o interrati, al fine di riordinare e “pulire” le facciate dagli elementi incompatibili. La struttura di copertura sarà dotata di un manto in tegole di tipo tradizionale, in analogia a quelle attualmente in opera, costituito dai manufatti di recupero dall’attuale copertura, ritenuti idonei e in buono stato di conservazione, integrati con altri analoghi per caratteristiche e dimensioni. Il pacchetto di copertura dovrà comprendere un’adeguata impermeabilizzazione ed un adeguato isolamento termico, al fine di garantire il benessere interno, nel rispetto della normativa vigente, in materia di contenimento dei consumi energetici. La struttura lignea portante verrà verificata dal punto di vista statico, materico e dello stato di conservazione: verrà quindi eseguita una cernita del materiale giudicato recuperabile, che sarà integrato con elementi nuovi, in analogia agli esistenti. Il piano terra sarà dotato di un secondo ingresso, e sarà caratterizzato dalla presenza di due strutture mediche con relativi servizi annessi, oltre al foyer d’ingresso per gli spazi a destinazione culturale. Saranno posate nuove pavimentazioni in legno, tipiche del luogo, e le pareti perimetrali saranno dotate di contropareti in cartongesso per l’isolamento termico, mentre la parete di spina centrale sarà trattata come le pareti esterne. Per adeguare l’edificio alle nuove destinazioni d’uso, verranno eseguite lievi modifiche planimetriche, rappresentate dalla traslazione delle partizioni interne non portanti. L’impalcato attualmente presente verrà rimosso e sostituito da una nuova struttura, rispondente ai requisiti richiesti dai nuovi carichi di esercizio. Il piano primo ospiterà una sala polifunzionale adeguatamente attrezzata e permetterà l’accesso al soppalco ligneo: l’intera struttura sarà dotata di idonei servizi igienici, come da normativa vigente, e risulterà adeguata agli standard di legge per dotazione di impianti elettrico-speciali e idro-termosanitari. Sulla base delle esigenze d’uso espresse dall’Amministrazione Comunale e sulla scorta delle indicazioni dalla stessa fornite, l’ipotesi progettuale, sviluppata negli allegati elaborati, propone un’organizzazione degli spazi all’interno dell’immobile in argomento pienamente funzionale, sia per il settore sanitario, che per gli spazi a destinazione culturale, in grado quindi di soddisfare pienamente le diverse esigenze, pur attraverso criteri di intervento improntati al rispetto del bene sottoposto a tutela, e quindi non solo al mantenimento delle strutture e degli elementi tipologici originari, ma anche alla loro migliore valorizzazione, nella convinzione che le caratteristiche precipue dell’immobile vincolato, lungi dal rappresentare elementi limitatori della libertà progettuale, costituiscono altrettanti stimoli e punti di forza di proposte suggestive e qualificanti. L’ipotesi distributiva di progetto prevede l’apertura di un nuovo accesso in corrispondenza della finestra a destra dell’attuale ingresso. Questa soluzione permette anzitutto di disimpegnare dagli spazi a destinazione culturale le strutture sanitarie, le quali vengono dotate di sale d’aspetto distinte, pur con servizi comuni, separati per pazienti (maschi/femmine-disabili) e medici, in adempimento alla normativa vigente. L’ipotesi progettuale mantiene intatto l’impianto distributivo tradizionale dell’edificio, “a parete di spina”, con distribuzione delle stanze su di un lato, e l’organizzazione spaziale della Sala polifunzionale, con gli annessi di pertinenza. La proposta progettuale in argomento individua nell’impianto originario dell’edificio la soluzione più immediata, e quindi meno invasiva, per l’organizzazione indipendente delle due destinazioni d’uso richieste (sala multifunzionale e servizi sanitari). In tal modo si potrà ottenere il migliore risultato di tipo conservativo, non solo quindi in termini funzionali, ma anche in termini di recupero e valorizzazione del complesso monumentale, il quale continuerà a mantenere inalterato il suo assetto originario, e quindi la sua identità nel tempo. Come richiesto dall’Amministrazione Comunale, a seguito dell’analisi delle esigenze funzionali individuate, queste sono state soddisfatte anzitutto ottimizzando l’utilizzo degli spazi esistenti. All’impianto attuale del piano terra vengono apportate lievi modifiche distributive, mediante la rimozione di alcune pareti divisorie, prive di rilevanza storico-artistica, e la realizzazione di nuove partizioni (acusticamente isolate, così come i solai tra i diversi livelli, in modo da evitare ogni possibile propagazione delle onde sonore), in grado di rendere maggiormente fruibili e funzionali gli ambienti stessi: dall’ingresso principale i visitatori accedono ad un importante atrio, indiviso, che qualifica in termini funzionali la destinazione della Sala principale, anche anticipandone e visualizzandone opportunamente le proposte tematiche. In particolare, si prevede la rimozione del solaio tra piano terra e piano primo in corrispondenza della porzione su strada, in modo da creare uno spazio a doppia altezza, in grado di conferire una propria caratterizzazione funzionale alla zona d’ingresso, da valorizzare mediante la sapiente messa in luce della tessitura muraria delle pareti d’ambito e la vista dell’originaria struttura lignea di copertura, quale elemento di particolare pregio per i visitatori. L’atrio di ingresso si qualifica quindi per l’ampio respiro degli spazi, illuminati direttamente dalle finestre sui due livelli e dall’abbaino esistente. La parete di spina viene dotata di una serie di aperture vetrate apribili, spesso presenti anche negli ambienti monumentali della tradizione locale, che dal Salone danno affaccio sull’atrio sottostante. Qui vengono collocati la scala e l’elevatore per accedere al piano primo. Gli allestimenti interni riproporranno allusivamente, per materiali e configurazioni, la tipologia degli arredi tradizionali locali, solo rivisitati in chiave tecnologica. In questo piano, inoltre, vengono organizzati funzionalmente i due locali da adibire ad ambulatorio medico, sala di attesa e servizi igienici dedicati. L’accesso al piano primo, destinato propriamente alla Sala multifunzionale per mostre e convegni, è dotato di un ballatoio ligneo, dove trovano spazio l’elevatore e i servizi igienici (distinti in maschi/femmine-disabili): da qui si accede alla Sala, che occupa tutta la superficie del piano stesso. La rimozione delle attuali partizioni interne permette infatti di creare un ambiente accogliente, anche attraverso un opportuno sistema di illuminazione, in grado di valorizzare gli elementi di maggior pregio sia della struttura della copertura – quali le capriate lignee – che delle pareti, attraverso la messa in luce dell’originaria tessitura muraria. In base ad un criterio di adattabilità d’uso degli ambienti nel tempo, è stata valutata l’organizzazione e la dotazione degli spazi in funzione delle diverse esigenze che si potranno presentare, al fine di realizzare ambienti polifunzionali e flessibili, soprattutto attraverso un’adeguata dotazione impiantistica. Per una migliore suddivisione e ridistribuzione delle possibili diverse destinazioni d’uso, si valuterà l’utilizzo di partizioni mobili, in grado comunque di garantire adeguata insonorizzazione. Dalla Sala, al fine di ottimizzare l’utilizzo funzionale dei volumi esistenti, si prevede l’accesso al soppalco soprastante, dove potrà essere organizzato un suggestivo ambiente polifunzionale, dedicabile anche ad attività espositive, ricavato in modo da non interferire con le storiche pareti d’ambito, ma staccato da esse come per una sorta di rispetto nei loro confronti, per valorizzarne la percezione anche dal piano sottostante. La struttura di questi ulteriori spazi sarà realizzata in legno, come le scale di accesso, in modo da riproporre, in chiave contemporanea, l’uso di materiali tipici del luogo, ed al contempo di creare un volume leggero, che permetta la percezione dell’intero edificio, senza compromettere la fruizione della continuità spaziale dell’ambiente. L’impianto elettrico verrà predisposto per i futuri allestimenti di tipo multimediale-interattivo, che potranno essere presenti in questo spazio: alle installazioni sarà chiesto di coinvolgere e incuriosire il visitatore, sfruttando la suggestione dei luoghi per ricreare atmosfere visive e sonore, in grado di evocare ambienti, tradizioni, manufatti, strutture, presenze…. Le installazioni multimediali che vi potranno essere installate saranno voce narrante nel racconto del museo: in questo contesto il visitatore sarà chiamato a un ruolo attivo, partecipante, in un sistema che amplifica ed esalta in modo suggestivo le sue potenzialità cognitive e sensoriali. Prima dell’ingresso alla Sala potrà essere collocata una lavagna multimediale, ad interattività diretta con l’utente, che illustri i contenuti della sezione. All’interno potranno trovare posto alcuni “totem”, o torrette multimediali, daranno l’opportunità al visitatore di visualizzare immagini, filmati e animazioni in 3D. Anche i pavimenti (interactive floor) e i tavoli (touch table), consentiranno di interagire fisicamente con le informazioni didattico-scientifiche della Sala. Come già detto, gli interventi mireranno alla minima invasività, senza interferire con la percezione dell’originaria immagine dell’edificio per gli aspetti spaziali e materico-strutturali. Per quanto sopra, le opere di adeguamento funzionale, ivi comprese quelle per il superamento delle barriere architettoniche, non risulteranno invasive o distruttive per l’edificio, in quanto la soluzione proposta consente di confermare e conservare l’integrità delle strutture attualmente esistenti. La carpenteria lignea di copertura verrà mantenuta e restaurata, secondo le più recenti tecnologie non invasive nel settore del restauro conservativo: a seguito di indagini diagnostiche circa lo stato conservativo dei manufatti, si valuteranno le metodiche più idonee per conservare la struttura originaria della copertura, e per la sua conservazione anche mediante opportuni interventi “minimalisti” di consolidamento, ad alto contenuto tecnologico. Gli interventi, rispettosi del valore storico dei manufatti, saranno costituiti essenzialmente da sistemi di tirantatura e centinatura dal minimo impatto visivo. Solo ove necessario si provvederà alla realizzazione di eventuali protesi lignee in analogia alle originarie per essenze, dimensioni, tipologia. Tutti i manufatti lignei saranno trattati con impregnante neutro antitarlo e antimuffa, e finiti con doppia mano di olii vegetali e cere naturali. Nell’ambito degli interventi relativi al restauro del manto di copertura, si provvederà a realizzare un sistema ventilato di coibentazione legno-legno, al fine di garantire il migliore isolamento termico degli ambienti sottostanti. Si prevede inoltre una valorizzazione dell’immagine dell’edificio, e quindi dei paramenti murari esterni, attraverso il ripristino filologico dell’originaria finitura, costituita dalla caratteristica sagramatura tradizionale, che lascia intravvedere la sottostante suggestiva tessitura muraria. Gli interventi conservativi dell’edificio dovranno inoltre comprendere il restauro degli elementi lapidei e dei particolari tipologici. La scala esterna esistente verrà mantenuta, sia per garantire un secondo accesso indipendente alla Sala polifunzionale del piano primo, sia per garantire un’uscita di sicurezza facile ed immediata, nel rispetto della normativa VV. F.; la zona prospiciente l’ingresso sarà invece riqualificata da un’area verde attrezzata, dotata di sedute, in grado di rappresentare un punto di sosta e aggregazione esterna, oltre che costituire un invito all’ingresso alla Sala stessa. Come sopra accennato, un “valore aggiunto” all’edificio è costituito dal futuro sistema di illuminazione esterna adeguatamente predisposta nell’intervento in oggetto, che valorizzerà la struttura stessa dell’immobile, oltre a rappresentare un elemento di richiamo e di continuità tra interno ed esterno, mediante la proiezione notturna di immagini, collegate alle tematiche delle mostre e dei convegni. L’ importo totale dei lavori di ristrutturazione ammonta ad euro 480.000,00 dei quali 323.065,60 di contributo regionale, 156.934,44 coperti dall’ Amministrazione Comunale tramite il ricorso a mutuo, da questi devono essere tolti 75.000,00 euro di contributo Consorzio Bim. Quindi su 480.000 Euro d’ intervento, l’ onere per le casse comunali è di 81.934,40 Euro (17 % del totale).
L’allora Sindaco – Tiziano De Col
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