L’autunno del 2018 ha sconvolto moltissime aree del nostro comune di Taibon Agordino (BL), prima l’incendio,poi la tempesta cosiddetta “ VAIA” che principalmente ha devastato le zone dislocate presso i fiumi ed i torrenti , ma anche altre con la forza del vento che ha completamente sradicato e abbattuto migliaia di alberi appiattendo il territorio. Si rileva però che in due frangenti la forza della natura ha riportato alla luce aspetti fondamentali del passato, in particolare in località PONT , alta Valle di San Lucano , le impetuose acque del torrente Bordina hanno messo in evidenza i blocchi squadrati della cava di marmo nero , peccato che l’incuria e la poca sensibilità umana li abbia di nuovo seppelliti durante la sommaria sistemazione della strada , altrimenti sarebbe stato interessante avere una testimonianza visiva di quella attività estrattiva anche per un ipotetico percorso didattico –turistico in una zona di alto valore ambientale , naturalistico per creare un museo archeologico industriale all’aperto. Il secondo frangente è la grande visibilità del cosiddetto “ LACH PICIOL” . Quanti di noi , quando eravamo ragazzi , ci siamo recati in quella località che si trova a ridosso del laghetto delle Peschiere , caratterizzata da numerose risorgive chiamate appunto “ LACH PICIOL” che formava una rete di ruscelli e profonde pozze d’acqua limpidissima , eccezionale attrattiva per ragazzi alla ricerca di rane e trote. I ricordi portano alla mente una zona selvaggia con una fitta vegetazione popolata da una ricca varietà di specie faunistiche e ittiche , dalla salamandra alpina,alla trota fario, a numerosi tipi di anfibi, biscie d’acqua, invertebrati e uccelli, per ultimo anche l’airone cenerino che pazientemente cattura le ultime trote rimaste dopo VAIA ; per non parlare poi di specie vegetali rilevanti per l’aspetto floristico ed alle varie piante di alto fusto di faggi e abeti di notevole valenza sotto l’aspetto forestale. Dal sentiero soprastante alla condotta di adduzione dell’acqua a servizio della centrale idroelettrica , adesso che la vegetazione è stata azzerata dal vento e dal successivo asporto delle piante , si può notare questo spettacolo di diramazione di ruscelli e pozze d’acqua e cascatelle che improvvisamente compaiono a EST del laghetto delle Peschiere , per poi proseguire ad alimentare più a valle il torrente Tegnas , alternando dei tratti in superficie con altri completamente sotterranei in un macereto di frana e grandi massi erratici , per un probabile effetto di un deposito glaciale, e poi ritornando in superficie in maniera prepotente e inaspettata nei pressi della strada della “ Roncada” in un ruscello che prima era immerso in mezzo al verde fra cespugli di mirtilli e adesso incanalato in una condotta artificiale , realizzata con grandi pietre rosse squadrate, provenienti probabilmente da Asiago, perché in Valle…mancano i sassi . Per precisione possiamo sicuramente affermare che effettivamente con tutti i lavori importanti di regimazione delle acque che positivamente, grazie all’intervento degli enti preposti, si stanno facendo in Valle di San Lucano ,i sassi rossi sono stati fortunatamente usati in maniera veramente limitata rispetto ad altre zone dell’Agordino. In pratica la zona in questione può riassumersi in un significativo ed originale BIOTOPO caratterizzato da questo ambiente umido , che le dinamiche naturali hanno privato della rigogliosa vegetazione più importante ad alto fusto, ma che hanno messo ancor più in evidenza il breve corso d’acqua con le sue caratteristiche risorgive. A questo punto , tralasciando purtroppo tutto ciò che ha comportato il cambiamento della zona , non dal punto di vista naturale, ma il cambiamento prodotto dall’”UOMO”, che ha introdotto manufatti, edifici,e cementificazioni varie , che nulla hanno a che fare con la bellezza naturalistica del luogo, e forse avrebbe meritato una più ponderata considerazione sui tipi di intervento realizzati e in corso di realizzazione, tra l’altro privi di alcun elemento di mitigazione dell’impatto ambientale in zona ad alta valenza paesaggistica ; e pertanto proseguendo sul tema del BIOTOPO sarebbe opportuno e auspicabile fare uno studio serio, coinvolgendo delle figure specifiche quali naturalisti, biologi , botanici e studiosi, per un discorso univoco di tutela della zona e per eventualmente realizzare un sentiero didattico naturalistico con minimo o assente impatto ambientale , eseguito solo mediante una pulizia e sistemazione delle ramaglie rimaste, cercando di mantenere i giovani polloni ed il novellame in crescita, per favorire il ritorno all’habitat naturale, senza alcuna opera fissa ma supportato da una pubblicazione di dati e immagini per valorizzare questo BIOTOPO dal punto di vista paesaggistico,geologico, floristico ,faunistico e vegetazionale . Sarebbe un valore aggiunto sulla già bella Valle di San Lucano evitando ulteriori opere inutili.