BELLUNO Giovedì 4 settembre del 1755, 264 anni fa, nasceva a Belluno Paolo De Filippi, detto “Betto”, figlio di Antonio e di Maria Elisabetta Bernardi. Dalla moglie Francesca Valle, sposata nel 1792, ebbe nel 1800 Giuseppe, pittore teatrale di cui peraltro non si hanno notizie. “Betto” morì a Belluno venerdì 27 agosto del 1830, aveva 75 anni. La libera enciclopedia Wikipedia, premesso che “di lui si hanno scarse informazioni biografiche e anche le tele attribuite con sicurezza sono pochissime” precisa che: “È citato, con notevole ammirazione, nell’epistolario di Pietro Paoletti e Antonio Tessari. Flaminio Sergnano lo loda per un ‘finto altare’ dipinto su una parete della chiesa di Santa Maria Nova a Belluno. Florio Miari ne ricorda una pala per la chiesa di Santi Gervasio e Protasio (oggi perduta). Andrea Corna attesta un suo quadro nella collezione Schütz di Vienna. Per Luigi Alpago Novello lavorò anche come incisore, ma di questa attività non restano testimonianze”. Va comunque ricordato, sempre con Wikipedia, che un gran numero di disegni firmati è conservato nel Museo civico bellunese; sono opere che “dimostrano come il De Filippi fosse un buon artista, con un elevato livello culturale e stilistico. In aggiunta, nello stesso Museo si trovano diversi disegni acquarellati, i quali lo legano al paesaggismo di Marco Ricci. Sulla base di tutto ciò, Mauro Lucco gli assegna anche una tela con L’uccisione della serpe”. Importante anche rammentare che “Fu maestro di Giovanni De Min e, probabilmente, di Girolamo Moech”. Anche il sito dati.san.beniculturali richiama la chiesa di S. Maria Nova scrivendo: “Il cronachista F. Sergnano (1798: Alpago Novello, 1938) lo cita con distinzione per un ‘finto altare’ che avrebbe abilmente dipinto (‘riuscì a meraviglia’) su di una parete della chiesa di S. Maria Nova a Belluno”. Ed aggiunge a proposito del cospicuo numero di disegni firmati che si trovano nel Museo di Belluno: “… certifica l’alto quoziente stilistico e culturale del pittore. Nella preziosa silloge sono infatti presenti molti esercizi eseguiti sulle incisioni delle opere di Stefano Della Bella, di Pietro Testa e di Giovan Battista Tiepolo; i lavori – graficamente assai apprezzabili – sono eseguiti a penna o con altre tecniche… Ma l’interesse più vivo e più vicino alla sensibilità artistica del De Filippi. è senz’altro costituito dalla sua esplicita fedeltà alla lezione paesaggistica del conterraneo Marco Ricci… Il Lucco (1983), ipoteticamente. assegna al pittore un dipinto su tela con L’uccisione della serpe (Belluno, palazzo comunale) sulla base di un confronto con tali disegni ed effettivamente il lavoro, qualitativamente apprezzabile, riprende pur con qualche variante un soggetto dipinto varie volte da Marco Ricci, che il De Filippi forse aveva potuto vedere nella collezione bellunese dei conti Agosti. La personalità artistica del pittore – ancora in corso di studio – è comunque degna di considerazione”. Ricordiamo infine che sul sito binp.regione.veneto si richiama in sintesi quanto scritto dallo storico bellunese Flavio Vizzzutti: “… Un particolare del dipinto della chiesa parrocchiale di Codissago raffigurante la Trinità e santi, permette un’ipotesi di attribuzione al pittore bellunese anche per la tela di San Bernardo di Chiaravalle in preghiera, conservata nella chiesa di San Gervasio di Belluno e tradizionalmente attribuita ad Antonio Lazzarini”.
(NELLE FOTO (Google e Renato Bona): la chiesa parrocchiale di San Gervasio a Belluno; l’opera di De Filippi: “San Bernardo di Chiaravalle in preghiera” a lato dell’altare maggiore.