Non può tollerare l’esternalizzazione del servizio e l’allontanamento dal territorio delle gestioni operative».
BELLUNO “Il controllo di dighe e linee elettriche deve rimanere a Belluno, vicino alle esigenze del territorio. Ci preoccupa e non poco la possibile riorganizzazione dei posti di telecontrollo, tra cui dovrebbe rientrare anche Polpet”. È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che raccoglie la denuncia dei sindacati e dei lavoratori di Enel Produzione che da tempo segnalano un cospicuo impoverimento dell’organico passato dai 1.500 lavoratori a livello veneto del 2007 (730 operai e 770 tecnici) ai 1.020 lavoratori del 2020 (490 operai e 530 tecnici), anche se oggi in via di recupero dopo la positiva chiusura della vertenza nazionale. E anche a seguito delle mobilitazioni sindacali, è stato momentaneamente bloccato lo spostamento del posto di telecontrollo da Polpet a Nove (Treviso).
«Nell’ultima emergenza maltempo abbiamo potuto vedere all’opera operai e tecnici del Gruppo Enel, che con abnegazione e spirito di servizio hanno lavorato in condizioni difficili per assicurare a tutto il territorio il normale funzionamento della rete elettrica – prosegue il presidente Padrin -. I blackout ci sono stati, ma sono stati gestiti con prontezza d’intervento: a tutte le persone del Gruppo Enel impegnate nell’emergenza va il mio più sentito grazie”. Non è pensabile per Padrin che le sale di controllo possano traslocare lontano dalla montagna creando ulteriori disagi e allungando i tempi di intervento in una terra che non lo merita, che ha pagato e continua a pagare molto, anche in termini di vite umane