“Fulgido esempio di dedizione assoluta agli ideali di giustizia e libertà”. Si conclude con questa frase la motivazione con la quale, in applicazione del decreto presidenziale 2 settembre 1976 registrato alla Corte dei Conti, addì 31 dicembre 1976 veniva conferita la medaglia d’oro al valor militare, alla memoria, per l’attività partigiana, ad Angelo Giuseppe Zancanaro, “Cici”, nato ad Incino di Arsiè in provincia di Belluno il 22 maggio 1894 e morto a Feltre il 19 giugno 1944, all’età di cinquant’anni, per rappresaglia nazifascista in quella che viene ricordata come la strage della “Notte di Santa Marina” di 75 anni fa per ricordare la quale la città di Feltre ha dedicato una via a Angelo e Luciano Zancanaro. Una sala della Sezione Alpini di Feltre, che Zancanaro aveva contribuito a costituire nel 1923, è dedicata al valoroso ufficiale, che a Sacile è ricordato da un viale e da un cinema a lui intitolati. Ed eccolo, il testo della motivazione: “Sette volte decorato al valor militare, all’atto dell’armistizio, benché anziano, non esitava a partecipare alla lotta di liberazione apportando alla causa partigiana oltre all’impulso prezioso di un’intensa passione quello delle sue esperienze di valoroso combattente. Capo di Stato Maggiore di un gruppo di bande alpine, dimostrava eccezionali doti organizzative a pari virtù di comandante. Ad avvenuto arresto del responsabile di tutte le formazioni partigiane della zona, lo sostituiva mantenendone la compattezza morale e l’efficienza operativa anche nei momenti più critici della lotta. Con grande generosità, cosciente del pericolo a cui si esponeva, si presentava in tribunale a testimoniare in favore dello stesso superiore e dei di lui figli anch’essi catturati, riuscendo a smontare le numerose prove d’accusa e salvandoli da sicura condanna a morte. Caduto, su vile delazione, in un’imboscata notturna tesagli dal nemico, anziché tentare la fuga, ingaggiava un’impari lotta, finché, colpito a morte, immolava insieme all’unico figlio, la vita per la causa della libertà della Patria. Fulgido esempio di dedizione assoluta agli ideali di giustizia e di libertà. Feltre, 10 ottobre 1943 – 19 giugno 1944”. Nel sito walterincino.altervista org Walter Zancanaro per “Storie di Incino e dintorni” ricorda in proposito che:“La massima onorificenza militare… venne consegnata alla vedova, signora Margherita, il 6 novembre 1977 in una solenne cerimonia nella piazza d’armi della caserma Zannettelli” di Feltre (ndr.). E puntualizza:“I modi e tempi che contrassegnarono l’uccisione del colonnello Zancanaro sono descritti con burocratica precisione, ma anche con grande drammaticità nella sentenza emessa dalla Corte d’Assise straordinaria di Belluno, presieduta dal dottor Celestino Concas, che condannò a morte il 30 luglio 1945 Attilio Bolzonella principale responsabile di tante efferatezze. Il condannato che peraltro negli anni successivi, tra amnistie e condoni riuscì scandalosamente a cavarsela e addirittura ad uscire di galera, era un impiegato dell’ufficio controllo formaggi di Feltre. Pag.122 lo stesso Bolzonella aveva già ammesso che da tempo pedinava il colonnello, altre testimonianze, molto precise e sicure, dicono che il giorno dopo lo stesso Bolzanella si recò nella sede della dalla Gendarmeria tedesca a Belluno, dove partecipò a una bicchierata per festeggiare il successo dell’operazione contro ‘colui che nelle valli feltrine era l’animatore della resistenza partigiana ‘. L’intensa attività del colonnello Zancanaro e dei suoi collaboratori non mancarono di attirare l’attenzione non tanto dei tedeschi, quanto delle numerose spie fasciste. Così, numerosi furono gli arresti tra i quali anche quello di Zancanaro, che nella primavera del 1944 fu tradotto nel carcere bellunese di Baldenich, dove venne trattenuto dalle 7 febbraio fino alla seconda metà di aprile. Liberato per mancanza di prove, egli riprese il suo posto di combattimento e di direzione del movimento partigiano… IL 19 giugno 1944 si scatenò a Feltre e anche a Belluno una pesante rappresaglia, nella quale caddero a Feltre cinque partigiani e decine (33) furono arrestati dai tedeschi, guidati dai fascisti collaborazionisti locali”. La libera enciclopedia Wikipedia a proposito di Zancanaro scrive fra l’altro: “Fu capitano degli Arditi nella Prima guerra mondiale… Dopo l’8 settembre 1944, coordinò l’intera organizzazione militare delle forze partigiane della provincia di Belluno… L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo vide al comando del Battaglione “Gemona” dell’8º Reggimento Alpini – Divisione Julia unità di Tricesimo. Rientrato a Feltre prese i contatti con le Fadp (Forze armate della Patria)… Il tessuto organizzativo su cui poteva contare era quello della Azione Cattolica, organizzata da don Giulio Gaio e dai parroci. Quest’ultimi costituirono subito un “Comitato cittadino clandestino feltrino” e si esposero per tutti i venti mesi della lotta di liberazione dal nazifascismo.. Fu nominato dal neo costituito Cln di Belluno responsabile militare dell’intera provincia… Dal 7 marzo 1944 alla fine di aprile Zancanaro fu arrestato e incarcerato (a Baldenich) dai nazifascisti bellunesi con altri ufficiali di carriera. Il 16 giugno1944 un gruppo di 12 partigiani comunisti del Distaccamento “Ferdiani” della Brigata “Pisacane”, guidati dal comandante Mariano Mandolesi “Carlo” in quella che è ricordata come “Operazione Baldenich” riuscirono a penetrare nel carcere di Belluno liberando 73 detenuti politici, tra i quali il ragioniere Luigi Doriguzzi “Momi”, l’avvocato Giovanni Banchieri, il capitano Francesco Pesce “Milo” (futuro comandante della Divisione Nannetti”), Eliseo Dal Pont “Bianchi”. La notte tra il 18 e il 19 giugno a Feltre uomini in divisa tedesca (guidati da “uno sparuto gruppo di fascisti” fecero irruzione nella casa di Zancanaro, dove uccisero con una raffica di mitragliatrice lo stesso Zancanaro e il figlio Luciano di 19 anni. Nella stessa azione furono poi uccisi anche l’ingegner Pietro Vendramin (1891-1944), Oldino De Paoli (1907-1944), e un giovane veneziano, che si trovava casualmente in città, Gino Colonna-Romano (1920-1944), furono invece prelevati due sacerdoti: il Rettore del Seminario Candido Fent e Monsignor Giulio Gaio. Il Comune di Feltre ha intitolato una via ad Angelo e Luciano Zancanaro. La sala della Sezione Alpini di Feltre, che Zancanaro aveva contribuito, nel 1923, a costituire, è dedicata al valoroso ufficiale, che a Sacile è ricordato da un viale e da un cinema a lui intitolati.
NELLE FOTO (Piccolo Museo Roberto Favero di Solagna e Phaidra.cab.unipd): due immagini di Angelo Giuseppe Zancanaro ed il suo medagliere da capitano; il muro della casa di Feltre dove dopo l’uccisione dell’ufficiale fu tracciata una scritta patriottica che i tedeschi fecero subito cancellare.