DI RENATO BONA
Nella ricorrenza del 25 aprile, giorno della Liberazione, della libertà ritrovata dopo anni di guerra imposta dal nazifascismo, è più che mai opportuno visti i tempi che corrono, ricordare ed esaltare l’eroismo dei fratelli cadorini Renato e Paola Del Din, decorati di medaglia d’oro (lui alla memoria) per il loro prezioso contributo alla lotta di liberazione che nelle intenzioni doveva garantire un’Italia migliore e più giusta per tutti.
PAOLO DEL DIN, nato ad Auronzo di Cadore il 15 giugno 1922, sottotenente spe di fanteria con gli Alpini e partigiano combattente col nome di battaglia “Anselmo”, è stato insignito della medaglia d’oro con questa motivazione: “Subito dopo l’9 settembre1943 iniziava decisamente la lotta partigiana, Compiva numerosi e rischiosi atti di salvataggio, meritando in breve tempo il comando della prima banda di montagna de l Gruppo divisioni d’assalto ‘Osoppo-Friuli’. Allo scopo di fare insorgere Tolmezzo, fortemente presidiata dal nemico, con soli 12 partigiani irrompeva di notte nella città aprendosi la strada a colpi di mitra e bombe a mano. Con audacia temeraria attaccava la caserma. Colpito mortalmente cadeva a terra, ma ancora non domo, si rialzava gridando ‘Viva l’Italia! Osoppo avanti!’ finché una nuova raffica non ne stroncava l’eroica vita. Tolmezzo, 26 aprile 1944”.
Il fatto col quale Del Din intendeva ‘far risuonare il nome della formazione osovana e destare gli uomini’ – leggiamo dal pregevole volumetto “Le medaglie d’oro bellunesi al valor militare” stampato dalla tipografia Tiziano di Pieve di Cadore nel 1993 a cura dello storico cadorino Emanuele D’Andrea – “avvenne durante un’azione predisposta dallo stesso Del Din in divisa da ufficiale. Organizzate tre squadre, attaccò la caserma della milizia confinaria al centro del paese mentre un altro gruppo attaccò la caserma tedesca e il terzo rimase a coprire la ritirata. Dopo l’iniziale attacco l’intero presidio di circa 400 uomini fu messo in allerta: ciò nonostante egli proseguì l’azione pur ferito. Colpito alla testa venne raccolto e occultato in un androne e solo dopo tre ore, ancora vivo, fu portato all’ospedale. Morì all’alba, aveva 21 anni. Ai funerali, nonostante il divieto tedesco, partecipò vastissima folla, anche dai paesi limitrofi: il corteo fu dirottato per le strade principali di Tolmezzo, fra l’omaggio dei fiori lanciati”. La facoltà di scienze politiche del’Università di Padova gli conferì la laurea “ad honorem” alla memoria.
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PAOLA DEL DIN, nata a Pieve di Cadore il 22 agosto 1923, sorella di Renato; dopo l’8 settembre 1943 dedicò la sua attività alla lotta partigiana, col nome di battaglia “Renata”, alle dipendenze del fratello. Disimpegnò le funzioni di staffetta rendendo preziosi servizi anche nel campo informativo; nel 1982 veniva insignita di medaglia d’argento poi commutata.
Ed ecco qui di seguito la motivazione della medaglia che le è stata attribuita: “Dopo aver svolto intensa attività partigiana n el Friuli nella formazione comandata dal fratello, ad avvenuta morte di questi in combattimento, viene prescelta per portare al Sud importanti documenti operativi interessanti il Comando alleato. Oltrepassate a piedi le linee di combattimento dopo non poche peripezie e con continuo rischio della propria vita ed ultimata la sua missione, chiedeva di frequentare un corso di paracadutisti. Dopo aver compiuto ben undici voli di guerra in circostanze fortunose, riusciva finalmente, unica donna in Italia, a lanciarsi col paracadute nel cielo del Friuli alla vigilia della liberazione. Nel corso dell’atterraggio riportava una frattura alla caviglia e una torsione della spina dorsale, ma nonostante il dolore lancinante, la sua unica preoccupazione era di prendere subito contatto con la Missione alleata nella zona per consegnarle i documenti che aveva portato con sé. Negli ultimi giorni di guerra, benché claudicante, passava ancora ripetutamente le linee di combattimento per recapitare informazioni ai reparti alleati avanzanti. Bellissima figura di partigiana, seppe in ogni circostanza assolvere con rara capacità e virile ardimento i compiti affidatile, dimostrando sempre elevato spirito di sacrificio e sconfinata dedizione alla causa della libertà. Zona di operazione, settembre 1943-aprile 1945”.
Dopo la Liberazione, nel 1945 si è laureata in lettere all’Università di Padova, insegna per alcuni anni, poi vince una borsa di studio ed emigra negli Stati Uniti. All’Università di Pennsylvania ha conseguito il titolo di “Master of Arts”. Tornata in Italia, si è dedicata all’insegnamento nella scuola pubblica.
NELLE FOTO (Google,Tolmezzo.wordpress, riproduzioni dal libro di Emanuele D’Andrea): Renato Del Din; Paola Del Din; la copertina del libro sulle medaglie d’oro bellunesi; la Del Din prima donna a lanciarsi col paracadute in zona di guerra e mentre rende omaggio alla tomba del fratello; l’allora sindaco di Tolmezzo, Dario Zearo, depone una corona alla lapide che ricorda il sacrificio di Renato Del Din, primo caduto della resistenza, nel 65. anniversario della liberazione.