ROMA Il turismo estivo nelle aree montane cresce e fa bene. 675 le risposte arrivate da parte di chi è impegnato negli Enti e ha registrato importanti numeri nell’estate appena conclusa. E già si guarda all’inverno con non poche difficoltà, dovute prima di tutto al caro-energia che tocca impianti a fune e strutture alberghiere. I flussi sono importanti e danno un buon gettito ai territori, alle comunità. Uncem lo registra in un questionario per Sindaci e Amministratori locali, lanciato a luglio 2022. Rispetto ai mesi dell’estate 2022, emerge una buona soddisfazione dei Sindaci. Chiamati però a lavorare di più insieme tra loro, tra Comuni, e con le imprese. Se guardiamo allo stato dell’organizzazione turistica della montagna italiana ciò che colpisce è la mancanza di sistema – non certo ovunque, ma in gran parte dei territori -, la compresenza di proposte in sé valide e che tuttavia perdono la loro capacità di impatto se non si creano in ogni comprensorio dei veri sistemi turistico-sportivi integrati in cui l’accoglienza, i trasporti, le attività sciistiche e gli sport tradizionali e alternativi, l’intrattenimento e l’outdoor costituiscono unitariamente un’offerta di soggiorno capace di attrarre una utenza plurale, eterogenea e multiforme per 365 giorni all’anno. Il sistema turistico locale è capace di generare economia attiva, che includa il ruolo delle comunità, di chi risiede nei paesi, quale ruolo attivo e non prescindibile nella costruzione di una nuova offerta turistica. Si supera così ogni forma di antinomia tra il “white” e il “green” facendo diventare la parte invernale e quella estiva i diversi prodotti stagionali di un sistema turistico e sportivo integrato. Occorre lavorare per superare ogni municipalismo e campanilismo. Fondamentale secondo l’Uncem, nei diversi territori montani, il legame forte tra agricoltura, sport e turismo, da intendersi come trinomio che promuove le vallate e i beni agroalimentari d’eccellenza, genera flussi turistici, valorizza il paesaggio, tutela l’assetto idrogeologico, garantisce la nascita di nuove imprese, permette ai giovani di risiedere 365 giorni l’anno in montagna. Il PNRR e i fondi strutturali comunitari devono agire favorendo tutto questo. E il nuovo Governo, con il nuovo Parlamento e tutte le Regioni dovranno ascoltare Enti e imprese, investendo bene risorse disponibili.
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