BELLUNO Duecentosettantasei anni fa, il 29 dicembre del 1744, era di martedì, nasceva a Belluno Francesco Maria Colle, figlio di Gerolamo e di Cecilia Giamosa. Il padre era discendente da una famiglia decisamente influente. A questo autentico personaggio della cultura (i suoi interessi variavano dalla letteratura alle scienze esatte ed applicate, alla storia, il Comune dove è nato ha dedicato una via che parte dall’incrocio di Baldenich, verso sud, fino all’incrocio con la via Giorgetti, comprendendo anche alcune viuzze laterali. E nella pubblicazione “Toponomastica di Belluno” realizzata dallo stesso Comune nel 1990 (e dunque bisognosa di aggiornamenti…) ne sintetizza così la figura: “Scrisse la storia dell’Università di Padova. Consigliere di Stato del Regno Italico fu decorato della Croce di Cavaliere della Corona di Ferro”.
Ma vediamo con l’ausilio del sito treccani.it/enciclopedia, di saperne di più di Francesco Maria Colle cui anche la città di Padova ha intitolato una via: “Entrato giovanissimo nella Compagnia di Gesù e destinato alla sede di Novellara (Modena), studiò lettere a Piacenza, filosofia e matematica a Bologna, diventando poi docente di retorica in varie scuole. In seguito alla bolla di Clemente XIV di scioglimento della Compagnia, ritornò allo stato laicale e, dopo un breve soggiorno nella città natale, nel 1774 si stabilì a Padova dove frequentò la facoltà di giurisprudenza, conseguendo la laurea ed entrando in contatto con numerosi letterati e scienziati raggruppati intorno alla neonata Accademia di scienze, lettere ed arti”.
Ancora Treccani: “… Scrisse cenni biografici su Albertino Mussato e Pietro d’Abano (Padova 1809 e 1823), poesie e miscellanee erudite, un’ampia Dissertazione sopra il quesito: Dimostrare che cosa fosse e quanta parte avesse la musica nell’educazione de’ Greci, qual’era la forza di una siffatta istituzione e qual vantaggio sperar si potesse,se fosse introdotta nel piano della moderna educazione (Mantova 1775) in cui si pronunciò a favore dell’educazione musicale dei giovani italiani e infine una più mediocre memoria Sopra l’influenza del costume nello stile letterario (in Atti dell’Accademia di Padova, 1786, 1789)”.
Il bellunese Colle che si interessava pure di idraulica applicata, è autore di una notevole dissertazione sulle piene del Po e sui possibili interventi per prevenirle, opera presentata nel 1977 all’Accademia di Modena e pubblicata due anni più tardi. Sue anche “Considerazioni sulla sistemazione di Brenta (Padova 1791)”. Entrambi i lavori –sottolinea Treccani – furono frutto di ampie letture e di una buona conoscenza dell’attività teorica e pratica dell’ing. Zendrini, tecnico della Repubblica veneta.
E veniamo al 17 giugno 1786 quando i tre riformatori dello Studio di Padova Andrea Querini, Pietro Barbarigo e Francesco Morosini gli affidarono l’incarico di proseguire i Fasti dell’università, lasciati interrotti da Iacopo Facciolati all’anno 1756, e più tardi anche di stendere un’organica storia dell’illustre ateneo. “In due anni di appassionato lavoro Colle ampliò il disegno del Facciolati e per ogni facoltà e cattedra raccolse notizie sull’origine e lo sviluppo dell’insegnamento con l’ambizione di delineare una vera e precisa idea dello stato presente e passato dell’università: l’opera venne pubblicata postuma col titolo di Fasti Gymnasii Patavini iconibus exornati ab anno MDCCLVII usque ad MDCCCXL perducti a Iosepho Vedova patavino (Patavii 1841)”.
Quando, nel 1789, una legge della Repubblica che riduceva le spese pubbliche lo privò dell’incarico di storiografo dell’Università e del relativo stipendio, continuò comunque nello scavo archivistico nonostante la caduta della Repubblica e i due successivi mutamenti di governo. La scomparsa della moglie Cecilia Rizzardi, nel 1800, indusse Francesco Maria Colle e tornare a Belluno “dove partecipò attivamente alla vita politica della cittadina; nel 1801, nel corso di una grave carestia, presiedette una commissione incaricata di apprestare i rifornimenti più urgenti e in segno di riconoscimento il 12 febbraio successivo il Consiglio minore della città lo ascrisse alla nobiltà. Nel 1805 il governo napoleonico lo nominò magistrato civile con l’incarico di organizzare il nuovo dipartimento della Piave; si trasferì così a Milano dove venne iscritto al Collegio dei dotti del Regno Italico, successivamente insignito dell’Ordine della Corona ferrea e infine nominato consigliere di Stato. Apprezzato personalmente dal vicerè Eugenio, cercò di ottenere i fondi per la pubblicazione della sua storia dell’università ma il susseguirsi delle guerre napoleoniche e l’incompiutezza dell’opera frustrarono le sue speranze. In effetti la Storia scientifico-letteraria dello Studio di Padova dalla sua fondazione all’anno MCDV, uscì postuma nel 1824 con alcune annotazioni suppletive dell’erudito padovano Giuseppe Vedova.
È opera ampia e informata, largamente superiore per quantità e qualità di notizie alle storie dell’ateneo padovano stese in precedenza da Antonio Riccoboni, Giacomo Tomasini, Carlo Patino, Nicola Papadopoli, Jacopo Facciolati. Per primo Colle fissò la fondazione dell’università all’anno 1222 e accompagnò la storia dello Studio con un’ampia esposizione delle vicende politiche e sociali della città e della regione sino alla dedizione a Venezia. La Storia dà largo spazio all’origine e sviluppo delle singole facoltà, alle vicende dei docenti, degli studenti italiani e stranieri, ai criteri di insegnamento delle singole discipline, con precise notazioni cronologiche, tutt’ora preziose per gli storici; si interrompe all’anno 1405, quando Padova passò sotto il governo di Venezia.Caduto il governo napoleonico, il Colle si ritirò a Belluno dove morì il 18 marzo 1815. Era di sabato.
NELLE FOTO (Renato Bona; Libreria e casa d’aste Gonnelli; Books.google): copertina del primo volume della Storia di Padova realizzato da Colle; quella dell’elogio dell’“istoriografo” bellunese recitato dall’abate Antonio Ocofer; la via che il Comune di Belluno ha dedicato al suo figlio illustre; il cartello stradale; una laterale in zona Baldenich.