di Renato Bona
Siamo convinti che se un giorno qualcuno si facesse carico di aggiornare il libro “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi”, del maestro Mario De Nale (stampato dalla bellunese tipografia Piave nell’agosto 1978, ad iniziativa del Centro sociale di educazione permanente di Tambre e dell’allora Associazione emigranti bellunesi, anche per celebrare il centenario di Placido Fabris “Il pittore solitario”) darebbe senz’altro il giusto spazio anche a Fabio Bona, il cui nome si aggiungerebbe così a quelli degli omonimi Rissieri (lo scultore dei colossi”) e ai suoi fratelli, pure scultori, Vincenzo , Fioravante ed Antonio oltre che al nipote Isidoro, e ai pronipoti Ettore ed Alvio. Ma chi è Fabio Bona? Nato a Feltre il 19 dicembre 1951, sposato con Patrizia dalla quale ha avuto la figlia Francesca, vive a Villabruna, frazione della “Piccola città degli uomini grandi”; diplomato perito industriale, è pensionato dopo aver concluso l’impegno lavorativo come quadro direttivo di un istituto bancario. Il nonno paterno, Andrea – replica alla domanda – era nativo di Anzaven in comune di Cesiomaggiore ma sono praticamente certo che l’origine del ceppo familiare sia Tambre. A Feltre ho altri parenti, figli di cugini di mio padre. Poi spiega: “Nella vita ho fatto tante cose sia dal punto di vista lavorativo che nella società civile: sono stato presidente del Gilf (Gruppo interaziendale lavoratori feltrini), fondatore con il dott. Arrigoni, e primo presidente, del Comitato d’intesa fra le Associazioni a Feltre, presidente del consiglio d’istituto della scuola media “Gino Rocca”, segretario del gruppo Alpini in congedo di Villabruna, vice presidente del Lions Club Host Feltre; ancora: socio fondatore ed attualmente presidente della Confraternita del formaggio Piave, attuale presidente del collegio dei revisori della Fice (Federazione italiana circoli enogastronomici) quindi consigliere comunale (ultimo capogruppo del Psi), consigliere della Comunità montana, dell’Ente bacino smaltimento rifiuti, di Dolomitibus e Ater (anche vice presidente), primo presidente dell’Azienda feltrina servizi alla persona, consigliere in Ge. Mel (azienda che si occupava della Casa di riposo e sociale a Mel), consigliere e vice presidente alla Villanova servizi e di analoga azienda in comune di Trichiana. Un curriculum di tutto rispetto, carico peraltro di impegni a volta gravosi che non hanno impedito in assoluto a Fabio Bona di coltivare la passione di sempre: quella per l’arte che lo ha spinto a frequentare corsi di acquerello, miniature, icone, scrittura antica “ma devo ammettere che non ho mai avuto la possibilità di dedicarmi appieno, come avrei tanto voluto, al mio hobby, perché sempre occupato in qualcos’altro, come accennato…”. Tuttavia da quando si è ritagliato il giusto spazio per il tempo libero è riemerso il suo interesse per l’arte, specialmente quella sacra, ed è cominciata la sua produzione di “cose belle”: “Non ho riscontro con il grande pubblico ma solo da conoscenti, e di qualcuno, anche entusiasta, che mi incoraggia… avrei potuto allestire una mostra in Sinistra Piave, ma il Covid 19 ha bloccato tutto; resto fiducioso… non mancherà occasione…”. L’artista alpagoto-feltrino tiene a sottolineare che: “dipingo per passione e diletto e per impegnarmi mentalmente cosa che reputo molto importante di questi tempi… cerco di visitare i luoghi – specie come ho giù avuto modo di dire in altre occasioni, in Sinistra Piave, Mel, Bardies, Colderù, Villapiana, l’eremo di San Donato sopra Ronchena, Cesana, Umin… che contengono autentici tesori d’arte; scatto foto, studio i personaggi, scelgo, dipingo… I luoghi dove possiamo trovare affreschi, pale, dipinti sono palazzi e chiese: i primi se sono di proprietà privata non sono accessibili; se invece sono di proprietà pubblica, spesso autentici tesori con opere eseguite dai migliori pittori dell’epoca (penso alla sinistra Piave, a tutte le opere della famiglia di Antonio Rosso e dei figli Giovanni e Marco da Mel) concludo mestamente che non sono valorizzati perché poco conosciuti…”. Nella sua produzione artistica Bona utilizza una tecnica che definisce molto insolita (per non dire unica) dipinge infatti con colori ad acquerello su supporto di ceramica grezza cosiddetta “biscotto”, stesso materiale che, se dipinto con colori ossidi e successivamente cristallizzati in bagno di vetro liquido, andrebbero poi cotti in forno a circa 1.000 gradi “io invece, una volta dipinti, proteggo i colori con strato di cera d’api pura per la conservazione. La tecnica è veloce nel senso che il colore viene assorbito in un paio di secondi ed è impossibile, nel caso di errore, rimediare in quanto non si può ‘passare sopra’ come con i colori ad olio: la tecnica assomiglia molto all’affresco”. Detto che “In famiglia ho un fratello che abita a Milano che per il passato ha frequentato l’accademia Brera, ma poi ha smesso (incomprensibilmente), ed un cugino che ora però dipinge usando tecniche moderne con computer” Bona tiene a sottolineare che “Andando oltre la passione personale il mio vorrebbe essere un messaggio soprattutto alla ‘politica’ per dire che abbiamo autentici tesori nella nostra provincia, che non riusciamo a far conoscere neanche al vicino di casa e che potrebbero invece essere autentica fonte di lavoro ed economia garantita; basti pensare che alla fine di un percorso guidato qualsiasi si potrebbero far degustare i prodotti locali con vendita degli stessi, perché da buon enogastronomo so bene che un tour culturale finisce bene quando hai pranzato bene!; ma questo è un tema che andrebbe approfondito… Certo è che sono convinto che molti giovani potrebbero trovare in questo campo un’ opportunità occupazionale…”.
NELLE FOTO (archivio Fabio Bona): l’artista alpagoto-feltrino impegnato nelle sue apprezzate creazioni; “opere” che lo hanno ispirato e che sono state realizzate: in buona sostanza miniature in quanto hanno dimensioni massime di 25×32 e le acquasantiere altezza massima di 18: Sacra Famiglia di Luigi Cima nell’arcipretale di Mel; Sant’Antonio incontra Sant’Ilarione, chiesa di Bardies; particolare dalla chiesa del Follo di Mel; particolare della pala della chiesa di San Gregorio nelle Alpi; chiesa di Umin: particolare di presule; San Pietro dal sacello di Umin; Santa Maria delle Grazie a Caprile.