BELLUNO Sarà il clima da campagna elettorale a riscaldare gli animi, al punto che un rappresentante di Fratelli d’Italia, Alessandro Farina chiede una pena educativa contro coloro che a Belluno hanno staccato e gettato a terra la bandiera per vilipendio. Non ha esitato l’uomo di Fratelli d’Italia, responsabile della consulta provinciale Forze Armate e Sicurezza, ad andare sulla stampa per dichiarare il suo sdegno, senza perdere tempo. Se avesse atteso qualche ora forse avrebbe evitato la dichiarazione e anche di aggiungere una velata critica al sindaco Jacopo Massaro invitandolo ad uscire allo scoperto per dare a questi episodi il giusto nome. Perché c’è il clima da campagna elettorale ma c’è anche il clima meteorologico, quello del vento forte che nei giorni di Vaia ha strappato alberi e radici e ultimamente la bandiera dal suo pennone. La conferma è arrivata poco fa dalla Questura, poche righe molto chiare, le responsabilità sono proprio del vento e non sarà facile punirlo secondo i metodi di Fratelli d’Italia, quelli a scopo educativo, prima bisognerebbe prenderlo. Sarà difficile per tutti, anche se il pensiero di poterlo punire con 2 anni di reclusione per vilpendio alla bandiera è un’idea interessante, se non altro per i danni causati al territorio due anni fa. Anche Fabio Rufus Bristot nella fretta di prendere posizione non ha considerato la metorologia affidando ai social un messaggio contro il “balordo” chiedendo l’intervento con “bachet de nosoler” e invocando la visione dei filmati della video sorveglianza. (foto dalla pagiana di Fabio Rufus Bristot, di Andrea Rova)
DALLA QUESTURA: “Con riferimento al rinvenimento a terra della bandiera italiana, già issata sul pennone di Piazza Martiri, ove usualmente si svolgono le cerimonie ufficiali dell’alza bandiera, si rende noto che dagli accertamenti esperiti sul posto, sia visionando le immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza, sia esaminando attentamente il cavo di sostegno della bandiera, è emerso che la rottura dello stesso non è da imputare ad un comportamento doloso, ma bensì alla sua usura, cui ha verosimilmente concorso il forte vento che spirava durante la notte precedente”.