di RENATO BONA
Feltre è la penultima tappa del nostro “viaggio”, propiziato dall’iniziativa del sito “mondimedievali.net” di catalogare castelli, fortezze, rocche, torri, borghi, edifici fortificati e “palazzi del potere”, iniziativa culturale e didattica curata dal prof. Raffaele Licinio, ordinario di storia medievale nella facoltà di lettere dell’Università di Bari (editore e webmaster Gianluca Lovreglio). Partiamo dalla frazione Arson alla volta del Castello di Lusa, antica dimora feudale appartenente ad un sistema difensivo dei Vescovi di Feltre e Belluno. L’edificio – si legge nel sito: http://www.castellodilusa.it/lastoria.htm – sorge sul posto di un precedente castelliere del tardo periodo del bronzo. Molti avvenimenti costellarono la vita di questo presidio fortificato, infeudato anticamente alla famiglia Lusa: assedi, avvicendamenti di proprietà ed eventi sismici particolarmente distruttivi”. Al 1116 risale un diploma imperiale di Federico Barbarossa, che sancisce la restituzione del Castello di Lusa al principe Vescovo Ottone di Belluno. Con la dedizione bellunese alla Serenissima, tra il 1404 e il 1420, il territorio subì una sostanziale modifica degli assetti economici e politici e con un editto Venezia decretava la demolizione di tutti i castelli appartenenti all’area che le si era assoggettata. Poterono “salvarsi” le sole fortificazioni di valore strategico e militare. Verso la fine del XV secolo i nobili Villalta subentrarono ai Lusa nel possesso del Castello. A loro si devono, attorno al 1538, sostanziali modifiche architettoniche dell’edificio medioevale. L’altro restauro (1970- 1995) “ha inteso rendere dignità al complesso residenziale cercando di evidenziare le molteplici valenze in esso contenute”. Ed eccoci in città per il Castello di Alboino, torre del Campanon, con il sito: http://carioca40.altervista.org.a ricordare che secondo la leggenda “Feltre romana fu fortificata da Teodorico, distrutta dai Longobardi, ma poi ricostruita da Alboino… il Castello fu edificato nel 570, ma le prime testimonianze storiche risalgono solo al X-XI secolo. Nel corso dei secoli c’è stato un continuo lavoro per aumentare l’efficacia delle opere di difesa. Il Castello vero e proprio e la Torre del Campanon si trovano in un’area rettangolare, che era cinta da mura, con quattro torri angolari: quella più a nord, in corrispondenza della Torre dell’Orologio, era detta Torre delle Polveri e di essa vi è ancora un basamento. Il Campanon veniva utilizzato per annunciare, con il suono delle sue campane, l’inizio delle esecuzioni capitali e per comunicare, attraverso segnali di fuoco, con il Santuario dei Santi Vittore e Corona e con il Col Marcellon; qui inoltre si rifugiavano gli abitanti in caso di attacco. L’attuale campana della Torre è stata fabbricata a Bormio e installata nel 1664 nella attuale sede. E’ stata simbolo militare e annunciatrice delle adunanze pubbliche della cittadinanza; fino al 1970 era suonata per annunciare il consiglio comunale, usanza questa tornata in uso in questi ultimi anni. Tocca ora alla Cinta muraria, Percorso della Sentinella, Torre delle Rondinelle. Dal sito: http://www.fenicefeltre.it . si apprende che “La Cinta muraria protegge il Colle delle Capre fin dal 1480, anno in cui l’ingegnere Dionisio da Viterbo la fa edificare per resistere alle armi da fuoco. La precedente struttura difensiva risale al 1200; ne testimonia l’esistenza la Torre delle Rondinelle… Quello che oggi viene chiamato “percorso della sentinella” è un relitto di spazio pubblico, posto sulla sommità delle mura rinascimentali. Il tratto terminale del percorso che si completava in porta Pusterla e nelle scalette vecchie è stato interrotto, agli inizi del ‘900, da frazionamenti dei terreni pubblici e cessioni di proprietà a privati.. Siamo così giunti a Porta Imperiale che, per dirla col sito: http://musei.comune.feltre.bl.it . è: “Accesso principale alla città, anticamente chiamata porta Cormeda, assunse il nome odierno perché si dice che di lì transitarono gli imperatori Federico II e Carlo IV in visita al vescovo conte. Dal 1876 si chiama anche porta Castaldi per ricordare Panfilo Castaldi, uno dei primi stampatori italiani, vanto di Feltre. Edificata nel 1489, secondo il disegno di Dionigi da Viterbo, deve il suo aspetto attuale al restauro del 1545, quando fu rivestita di un’elegante decorazione scultorea e pittorica di stile classicheggiante, che la privò di qualsiasi contenuto di difesa. Fino al tardo Ottocento era affiancata dal merlato torrione semicircolare delle mura rinascimentali, che, abbattuto nel 1873, fu poi sostituito dalle Scalette Nuove. Qui si innesta il panoramico Percorso della Sentinella”. Ed ora Porta Oria, della quale il sito: http://palazzi.comune.feltre.bl.it . scrive che: “Chi sale in Cittadella da est per dirigersi poi lungo via Luzzo, verso piazza Maggiore, passa attraverso la poderosa struttura difensiva di porta Oria, anticamente detta porta Aurea, perché era rivolta a prendere i raggi del sole nascente, era l’accesso alla città preferito dalle autorità veneziane durante i loro spostamenti da Venezia a Feltre e viceversa. L’imponente costruzione, che nemmeno Massimiliano d’Asburgo nel suo assedio di Feltre del 1510 riuscì a danneggiare, presenta ancora oggi tre archi acuti, le scanalature in pietra della saracinesca, le feritoie, i massicci portoni in legno originali e i merli tipicamente medioevali. Il sistema difensivo della porta era completato dalla torre della Rosa e dal ponte levatoio che cavalcava il fossato antistante. L’aspetto attuale risale al 1502, quando fu modificato il fronte esterno. Ed ecco Porta Pusterla di cui il sito: http://musei.comune.feltre.bl.it puntualizza che è “Situata a sud della città, ne costituisce l’antico accesso pedonale. Ultimata nel 1494, era munita a destra di un secondo bastione merlato semicircolare, demolito alla fine del Settecento. La facciata risulta divisa in due parti dalla fascia del toro: quella inferiore è ingentilita dall’affresco, sopra l’arco d’ingresso, raffigurante “La giustizia”; quella superiore presenta una fascia orizzontale con lapidi, stemmi e raffigurazioni appena leggibili. La porta tardo quattrocentesca riprende il nome di quella precedente, ubicata nella cinta muraria più antica, infatti il termine “posterla” indica la porticina segreta che permetteva una rapida sortita dalla cittadella. Antica porta-torre, munita di feritoie nella parte interna e di caditoi sul fronte esterno, rappresentava probabilmente parte di un passaggio fortificato, che collegava il castello vescovile, situato nell’area del Duomo, con la città alta. Di questo percorso oggi sopravvive il suggestivo camminamento coperto delle Scalette Vecchie: quattro rampe di scalini che salgono al centro storico”. Concludiamo con la Torre dell’Orologio di cui il sito: http://carioca40.altervista.org ricorda che la Torre “risale forse al ‘300, come sembra risultare da un’iscrizione nello scudo in pietra esterno. Probabilmente aveva la funzione di porta-rivellino del Castello, con ponte levatoio esterno ed un passaggio coperto interno sopra la strada di accesso al mastio. In seguito allo spostamento della strada più a sud la Torre dell’Orologio perse la sua funzione di porta. Nel lato della Torre verso ovest sono ancora visibili tracce murarie dell’arco d’ingresso, che subì delle trasformazioni in epoca veneziana. A ovest sorge una loggetta e l’alloggio dei Rettori, affrescati esternamente e sopraelevati nel ‘500. NELLE FOTO: due immagini ciascuno per: il Castello di Lusa ad Arson; Feltre: il Castello di Alboino Torre del Campanon; la Cinta muraria; Porta Imperiale, Porta Oria; Porta Pusterla; Torre dell’Orologio.
***