Si contestano, in concorso, reati che vanno dal danneggiamento fraudolento di beni assicurati, all’incendio doloso aggravato.
BELLUNO Venti di reclusione per cinque imputati e domande di risarcimento per oltre centomila euro: sono le richieste di condanna del pubblico ministero Martina Tollardo e delle parti civili al processo per l’esplosione della pizzeria “Mordi e fuggi” di Pieve avvenuta ormai sei anni fa. Ieri è iniziata la discussione .Imputati Fabio Laritonda, brindisino di 46 anni; Pasquale Ferraro, barese di 27 anni; il tassista Giuseppe Lauro, napoletano di 63 anni; il titolare Alessandro Piccin, 47enne di Pieve; Luigi Zanettin, cadorino di 42 anni. Piccin è accusato di essere il mandante di quello che avrebbe dovuto essere solo un incendio utile a riscuotere l’assicurazione. Il giudice ha rinviato al 26 maggio per le arringhe dei difensori.
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BELLUNO Era l’aprile del 2017 quando si scatenò l’incendio alla pizzeria Mordi e Fuggi di Pieve di Cadore. Prima delle fiamme l’esplosione. Fabio Laritonda ha confessato tra l’altro di aver incassato 5 mila euro per fare il lavoro “sporco”, al presunto complice Pasquale Ferraro ne erano stati promessi 500. Il pagamento avrebbe dovuto farlo la pizzaiola di un locale di Domegge, che ha testimoniato ieri per l’accusa affermando che il principale imputato le ha confidato di essere il responsabile del rogo e di aver ricevuto le chiavi del locale dal proprietario Alessandro Piccin, tramite Luigi Zanettin, detto “Proietti”, con l’incendio avrebbe voluto riscuotere il premio maggiorato dell’assicurazione. Prossima udienza il 7 luglio con i difensori Fontana
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