di Renato Bona
Casa di abitazione, rustico con stalla e fienile, o costruzione unitaria come nelle limitrofe vallate ladine. Il libro “L’artigianato del legno e del ferro a Fodóm”, realizzato nel 1995 dal maestro Franco Deltedesco con l’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali guidato dal prof. don Sergio Sacco (stampa delle Officine Bertoncello artigrafiche di Cittadella di Padova) è decisamente una preziosa fonte di notizie su una realtà tanto importante per il paese ladino di Livinallongo dove la popolazione “sviluppò una cultura e una tradizione edilizia solida e semplice che si rivela molto affine a quella delle vallate ladine limitrofe”. Deltedesco precisa che: “si notano tre sistemi diversi di costruzione: la casa di abitazione, il rustico che comprende la stalla ed il fienile, la costruzione unitaria, con il rustico abbinato all’abitazione. E, accanto alla seconda immagine che proponiamo in questo servizio, ricorda: “Nel passaggio tra l’edilizia dell’anteguerra (1915-18) e quella del dopoguerra, si può osservare che la divisione dello spazio interno alla casa di abitazione rimane pressoché costante e legata alla cultura ladino-tedesca. Elementi caratteristici sono: ‘stua’ e ‘stangòrt’”. Andiamo avanti con altre immagini la prima delle quali ha questa didascalia: “Nel passaggio suddetto muta invece il rapporto con il rustico: nell’anteguerra esso è in genere staccato dall’abitazione. Nel dopoguerra, per una maggiore economia di spazio e di costo, si sviluppa il tipo di costruzione unitaria, sempre edificata in un luogo asciutto e soleggiato, con la facciata principale rivolta al sole”. Se il luogo era piuttosto pianeggiante, si rendeva necessaria la costruzione di un ponte di legno sostenuto da robuste e lunghe travi. oppure la costruzione di due muri laterali che davano modo di poter formare un terrapieno che permetteva l’accesso al fienile. Proseguiamo: il seminterrato della casa di abitazione era occupato dalla cantina; non mancava mai un luogo rinchiuso, buio, per il deposito delle patate. Al pianoterra si trovavano: la cucina con attigua dispensa, quindi il soggiorno con una cameretta comunicante. I primi due locali erano divisi dagli altri due da un corridoio dal quale partiva una scala che portava in cantina ed un’altra che saliva al piano primo dove si trovavano le stanze da letto. E i servizi igienici? Deltedesco conferma: “ erano sempre esterni all’abitazione: ad essi si accedeva dal pianerottolo delle scale interne o dai poggioli”. Quanto al pavimento, anticamente quello della cucina era in terra battuta, poi venne ricoperto con selciato e il focolare trovò posto nella rotonda costruita all’esterno della casa ma con essa comunicante. Nel mezzo della pietra del focolare venne collocata una catena sostenuta, in alto, da una trave, alla quale veniva appeso il paiolo. La “stúa” era il locale più bello e più caldo della casa. In un angolo era sistemato un tavolo con una panca sul quale, in alto, trovava posto un crocefisso con una mensola, e a lato di esso i quadri del Sacro Cuor di Gesù e di Maria. Torniamo al fienile che – per dirla con Deltedesco – spesso, con l’annessa stalla, sorgeva nelle vicinanze della casa; se la famiglia era benestante tale costruzione era interamente di sua proprietà, non di rado però due famiglie si univano per costruire il rustico in comunione. La stalla, nel seminterrato, era in muratura, con soffitto a volto; lungo il muro perimetrale si trovavano le mangiatoie; all’interno il pollaio, il recinto per i vitellini e, spesso, il porcile e il recinto per le pecore; in un angolo il contenitore per il fieno. Caratteristica di Livinallongo era ed è la costruzione unitaria: casa-fienile-stalla, con uno spesso muro che separava la parte abitazione dal rustico: raramente esisteva comunicazione fra la stalla e il corridoio al piano della cucina, evidentemente per impedire che gli odori della stalla arrivassero nella parte abitazione. Seguono diverse immagini per documentare visivamente la fasi di costruzione di un fienile e dell’abitazione e concludiamo – ricordato che “dopo la prima guerra mondiale il contadino fodóm è stato in grado di ricostruire tutte le sue case e i suoi masonali nel brevissimo periodo di cinque anni; l’impiego del legname venne ridotto, la casa venne costruita in muratura intonacata” – con questa dicitura che Deltedesco ha accostato all’ultima foto del suo libro, relativa alla strada delle Dolomiti, Pieve di Livinallongo m. 1468, distrutta dagli austriaci il 19.8.1915 e il Gruppo di Sella m. 2976: “Abbiano voluto seguire passo passo la costruzione della majón in quanto crediamo che l’architettura sia la testimonianza più complessa ed estesa d’una determinata epoca culturale e l’espressione dello spirito di tale epoca, in quanto, alla sua creazione contribuiscono aspetti sociali, economici e tecnici, quanto culturali”.
*****