Con opere di Gabrieli, Frescura, Speranza e Frigimelica
Nella località Fol di Belluno, “antico borgo lambito dal torrente Ardo, poco a monte di Borgo Pra – lo scrive Vincenzo Caputo nel suo”Belluno. Uno sguardo a centoquindici chiese” edito per la serie Quaderni dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali diretto dal prof. don Sergio Sacco e stampato nel novembre 2012 per i tipi della bellunese tipografia Piave – sorge una chiesa costruita nel 1606 e ampliata in tempi successivi in onore di San Francesco di Paola. Fa parte – aggiungiamo, precisando che la chiesetta attualmente è chiusa al culto – della Parrocchia di Santo Stefano come la parrocchiale dei santi Biagio e Stefano della piazza Santo Stefano, la chiesa di San Rocco nella Piazza dei Martiri, e quella di San Biagio di Campestrino nella via San Biagio. Ancora Caputo: “Ha un altare del XVII secolo con nicchia che custodisce la statua lignea del Santo protettore (sec. XVII). Sul lato destro vi sono due tele della stessa epoca, raffiguranti l’Adorazione dei Magi, Sotto la parete di sinistra altre due tele, una raffigurante San Luigi Gonzaga, opera di Luigi Speranza, e la seconda di San Giovanni Napomuceno. Roberto Reolon, che per la stessa pubblicazione si è occupato in particolare degli aspetti architettonici, espone alcuni cenni per sottolineare come “La chiesetta di San Francesco, unica nel suo genere, è piccola ma imponente, impostata su tre navate, per ampliamenti successivi, ed è giustamente orientata con l’ingresso a filo strada sulla piazzetta. La facciata principale è composta dal volume centrale, con ingresso, finestra in asse e timpano triangolare chiuso da cornici e occhio centrale, e dai due corpi laterali ad altezza ridotta con due finestre a lunetta triforata del tipo palladiano. Il campanile, di piccole dimensioni, emerge dal tetto della navata maggiore sull’angolo sudovest, ed è costituito da una piccola cella a quattro fori sormontata da una cuspide a piramide poco pendente”. In una targhetta bilingue, italiano e inglese, apposta nel 1999 ad iniziativa del Rotary club bellunese si può leggere: “La chiesa venne eretta nel 1606 per volere del canonico Vendrando Egregis, che la intitolò al francescano S. Francesco di Paola (1418-1507), fondatore dei Minimi, patrono di chi lavora con l’acqua come gli artigiani tessili che avevano nel piccolo borgo del Fol le loro officine per la produzione di panni, che utilizzavano le turbolente acque dell’Ardo. La semplice aula iniziale venne successivamente affiancata da due cappelle laterali. L’interno contiene numerose opere d’arte dal XVI al XX secolo, attribuite ad Antonio Gabrieli (1694-1788), Francesco Frescura (1841-1930), Luigi Speranza (1819-1879), Francesco Frigimelica il Vecchio (1570-1646) ed altri.
NELLE FOTO (Renato Bona e Infodolomiti): uno scorcio del Fol; esterni e interno della chiesa di San Francesco di Paola; la targhetta del Rotary club con sintetica illustrazione.