CANALE D’AGORDO Intervento del gruppo di minoranza di Canale d’Agordo, per fare la storia della strada di Carfon, per esprimere alcune considerazioni sulla sua chiusura, sbarrata da novembre 2019 causa frana. I lavori della Provincia per mettere in sicurezza il versante nel tratto interessato si sono svolti quest’ inverno. Mancano ancora para-massi e paravalanghe, ma molte persone, soprattutto la maggior parte degli abitanti di Carfon si augurano che la strada possa essere riaperta non appena possibile.
La strada interrotta e chiusa al traffico per molti mesi, a causa di una frana che ha comportato un lungo lavoro di sistemazione del versante, è stata comunque percorsa a piedi, per necessità e non, da un discreto numero di persone che hanno potuto guardarsi intorno e riflettere sulla devastazione operata dal vento, sugli alberi stesi a terra in un groviglio impressionante, sul futuro del bosco e della montagna, sul futuro dei montanari stessi che qui vogliono continuare a vivere. Vaia è stata un evento estremo, eccezionale, che ha causato gravi danni al territorio. La frana che si è staccata dalla strada forestale Carfon-Fregona è stata certamente una conseguenza di quell’ evento: l’ abbondante pioggia caduta nel novembre 2019 su un suolo non più protetto dalle chiome degli alberi (precedentemente abbattuti dal vento) e il conseguente ruscellamento selvaggio delle acque, hanno reso pesante e fatto scivolare in basso una grande massa di materiale che ha invaso ed interrotto la strada sottostante. “Considerato comunque ciò che è già stato fatto, noi ci auguriamo – dicono i consigliere di minoranza di Canale d’Agordo – che questa strada possa, tra non molto, essere nuovamente aperta e percorribile, sia pure con tutte le cautele del caso. Naturalmente siamo pienamente d’accordo sulla sistemazione della viabilità Carfon – Gaer- Vallada ed auspichiamo che venga finalmente realizzato anche il parcheggio che gli abitanti della frazione aspettano da anni”.
LA STORIA
La vera, storica strada di collegamento con il fondovalle è, per gli abitanti di Carfon, quella che collega la frazione con la località La Mora sulla provinciale 346. Nata circa 70 anni fa, questa è stata la prima e, fino ad alcuni anni fa, unica carrabile che la gente della frazione ha avuto a disposizione per raggiungere i negozi, l’ ambulatorio medico, la scuola e, se così si può dire, il resto del mondo. La strada, che si snoda con leggera e regolare pendenza tra La Mora e Carfon, soleggiata per un discreto numero di ore anche in pieno inverno e quindi non pericolosa per presenza di ghiaccio, è stata realizzata all’ inizio degli Cinquanta da maestranze locali, in tempi in cui non c’ erano i mezzi meccanici oggi a disposizione: il lavoro si faceva allora con esplosivo, piccone, badile. Un cavallo trainava man mano i materiali necessari lungo delle “sine” (binari). La carriola faceva il resto. La guerra era finita da pochi anni e si ricominciava a vivere. Qui, a dimostrazione dell’ attenzione e della lungimiranza di chi allora prendeva le decisioni, c’ era anche un cantiere-scuola, pensato proprio per insegnare un mestiere a quanti volevano imparare da chi sapeva ed aveva esperienza. Uno dei responsabili era Ferdinando Luciani di Sofraide, i lavoratori persone delle frazioni e del capoluogo, alcuni dei quali, ora anziani, non hanno dimenticato la loro esperienza di lavoro su quella strada. I muri a secco che possiamo ammirare anche oggi, costruiti a regola d’ arte e ben conservati, sono stati realizzati con pietra locale, estratta da una cava i cui resti sono ancora visibili proprio a monte della strada. Per il geologo V. Fenti, un tipo di calcare che, frammisto a poca marna, si sfalda a lastroni, rendendo più facile il lavoro degli scalpellini-muratori. Tutto questo è certamente parte della nostra storia e meriterebbe di essere ricordato con un pannello informativo da collocare su un tabellone in posizione adatta. Sicuramente negli anni la carrabile ha richiesto frequenti lavori di adeguamento e messa in sicurezza, ma ciò vale per la maggior parte delle strade di montagna, dove bisogna fare i conti con la forte pendenza dei versanti, i lunghi inverni, gli eventi atmosferici talvolta estremi.
ARCHIVIO RADIO PIU
.