INTERVENTO DI FRANCO ROCCON
147km2, 49 Frazioni più o meno citate, oltre 35mila abitanti, questa è la città di Belluno. Il Nevegal, nella dizione online di wikpedia, è posta come Frazione tra Mussoi e Nogarè pur ricoprendo circa un sesto del territorio. Peccato che nella realtà non lo sia perché nella testa dell’attuale amministrazione e nelle carte ufficiali, oltre che nei cartelli stradali, non esiste. Non esiste nelle vacue ed ennesime non decisioni che il sindaco Massaro e la sua compagine di maggioranza intende presentare oggi agli operatori del Nevegal e a chi guarda con interesse al futuro di questo Colle tanto amato ed odiato dai bellunesi;
Non esiste nella toponomastica non avendo una chiara definizione se è stazione turistica o se è centro abitato in quanto chi vi arriva trova un misero cartello stradale marrone ad indicare l’inizio territoriale turistico. Poi il nulla se non della cartellonistica stradale di attività o skilift che non ci sono più da anni.
Il Nevegal, con gli oltre 100 residenti, con le attività economiche che con fatica cercano di offrire servizi e qualità, con moltissimi interessi anche dei proprietari di seconde case e dei numerosissimi frequentatori amanti della natura e della tranquillità, chiede a gran voce attenzione e rispetto, proprio per essere un importante traino per la città e non una zavorra come qualche amministratore ha inteso pensarlo.
Rivendico, da più di un anno, la necessità di definire questa importante fetta del territorio del comune di Belluno, con lo status di FRAZIONE. Non per specificità ma per necessità! Qualche saccente componente dell’attuale maggioranza ha definito la proposta inutile, che non cambia niente per il Colle essere o non essere frazione. Ritengo che tale affermazione è la dimostrazione di una classe politica che non ha saputo nel tempo guardare oltre ed impegnarsi direttamente per sfruttare al meglio le potenzialità offerte da questo “ Colle” che s’infrappone tra la pianura e le vere montagne. E’ mai possibile che sia la gente delle provincie limitrofe a guardare al Nevegal come una risorsa per la qualità della vita e del tempo libero, invernale ed estivo?
Massaro, in questi sei anni non ha certamente dato il meglio di se sul Nevegal, sia in progetti che in attenzione. Sbandierare i progetti per la rigenerazione urbana come la rinascita della città, ha tutti i contenuti di non sapere cosa fare con una visuale che non va oltre la piazza. Si è preferito presentare un progetto di riqualificazione dell’ex caserma Piave per accontentare il proprio elettorato, spendendo circa 1.400.000 euro, di cui circa 400mila di progettazione, piuttosto che intervenire massicciamente nel presentare un piano di rinascita e riqualificazione turistico – frazionale del Nevegal. “Non aveva le caratteristiche per essere presentato -dice il sindaco- e non c’erano privati interessati a coopartecipare”. Balle! I privati c’erano e ci sono! L’alpe, come altri operatori, non credo sia mai stata interpellata per aderire ad una eventuale progettazione per la rigenerazione urbana dopo che sei anni fa aveva presentato un piano di puntuali investimenti sul Colle. Essere FRAZIONE, dava appunto l’opportunità di partecipare a pieno titolo ad un progetto che ricadeva nel bando. Massaro & C. hanno preferito impegnare 700 mila euro del bilancio comunale su progetti che riguardavano recuperi cittadini compreso la ex Caserma Piave che proprio centro storico non è!
Purtroppo, se un sindaco non è regista ed attento sulle opportunità di sviluppo turistico e di riqualificazione di un’importante fetta del territorio comunale ma ha attenzioni solo su un bacino di voti a lui più vicini, forse è bene che faccia un lungo passo indietro e torni al lavoro civile. Non è un caso se anche una consistente rappresentanza della sua maggioranza ha chiesto la nomina di un assessore al turismo; Segno evidente dell’incapacità del sindaco, che si è tenuto la delega al turismo, di procedere con un attività amministrativa propositiva, al passo con le necessità, soprattutto sul Colle.
Nel corso delle due importanti assemblee pubbliche di Castion e Cirvoi dove la maggioranza ed il sindaco non si sono presentati, ho proposto l’avvio di un azionariato popolare che aiuti a ricapitalizzare un eventuale nuova società, o consorzio, pubbico/privato che veda l’Alpe attrice privilegiata ma con una miriade di piccoli azionisti che potrebbero versare, per fare un esempio, dai cento ai mille euro, sentendosi così un po’ proprietari del Nevegal anche nelle decisioni future.
Il Nevegal non è solo il Colle dei bellunesi ma è un tutt’uno con la città e di questo l’amministrazione ne deve assolutamente tener conto; non certo proponendo l’acquisto di ski pass da regalare a chi sa chi , ma nel fare un piano di lungo respiro che veda coinvolti, con dei protocolli operativi, anche i comuni della Valbelluna e della cintura trevigiana fruitori, attraverso gli sci club, della stazione sciistica che da un servizio importante alle famiglie. Certo che, se le proposte sono quelle uscite sui giornale dopo il summit della maggioranza di lunedì u.s., il Nevegal può sicuramente sentirsi orfano del suo maggior genitore e guardare con apprensione ma con speranza verso la Provincia e la Regione Veneto. Di qua, anche se trova 50-60 mila euro, il genitore Comune non ha idee applicabili tali da interromperne l’agonia.
Franco Roccon – Capogruppo di Civiltà Bellunese in Comune di Belluno
Belluno, 20 settembre 218