LA LETTERA
In merito a quanto detto e scritto nel giornale radio di venerdì 9 agosto, nel condividere tutta l’amarezza per la condizione di squallore in cui vive oggi quella che tu definisci la piccola Cortina, consentimi alcune precisazioni sull’oggetto della tue osservazioni. Per quanto riguarda l’erba alta nell’area antistante la palestra di roccia al Parco Laghetti è stata tagliata circa 15 giorni or sono. Le panchine che nell’estate del 2015 il Comitato ASBUC aveva acquistato con il contributo degli “Amici del Parco Laghetti” e abbandonate ammalorate sono state recuperate e con paziente lavoro smontate, grattate, riverniciate e rimontate ed da due settimane fanno la loro bella figura e servizio nell’area della palestra di roccia. E’ stata fatta anche una pulizia al caratteristico sentiero che dall’antica piazzetta con fontana del Col dei Manth (in località La Vila), dove sorgono costruzioni tra le più antiche e caratteristiche dell’intero villaggio, conduce al Parco Laghetti, zona che ha anche l’originario toponimo de “ AI SASS”. E pure la presa della condotta dell’acqua per i laghetti è stata oggetto di una profonda pulizia. Sul piano più ampio e politico ci sarebbe molto da dire ma eviterò l’argomento perché inevitabilmente cadrei nelle facili polemiche e mi limito ad esprimere la considerazione che i tempi sono cambiati, per fortuna per certi versi. Personalmente credo profondamente nel valore delle “radici”, ma oggi sembra che tutto questo non abbia senso. Allora che cosa trasmettiamo ai ragazzi? Che cosa lasciamo in eredità? Viviamo in luoghi meravigliosi e questo dovrebbe essere sufficiente per farci riflettere. Una cosa però m’incuriosisce in merito alla gestione del Parco Laghetti, e non solo me ma anche altre persone ospiti con cui ho avuto modo in questi giorni di scambiare “quattro ciacole” e la domanda che ci poniamo è: “Perché hanno chiuso il Parco Laghetti?”