SANTO STEFANO DI CADORE L’assessore comunale di Santo Stefano di Cadore Francesca Dellamore scrive una lettera aperta per parlare dei lavori presso la galleria Comelico. La Dellamore si augura che i lavori di consolidamento della galleria siano l’occasione per ripristinare la vecchia strada che poi potrebbe essere utilizzata come prolungamento della Ciclabile delle Dolomiti.
LA LETTERA
L’amministrazione comunale di Santo Stefano esprime dissenso e biasimo per le strumentalizzazioni dei prossimi lavori in galleria Comelico, attraverso cui si è voluto riaprire il vieto ed anacronistico progetto del cosiddetto sbocco a nord, con il traforo del bellissimo Monte Cavallino, la vetta più alta delle creste di confine fra la Val Comelico e l’Osttirol, uno dei luoghi più significativi della Grande Guerra. Proprio sulla vetta del Monte Cavallino è posta la “Croce d’Europa” con la targa “MAI PIÙ”, dove ogni anno si incontrano gli abitanti del Comelico e di Kartitsch in segno di pace e fratellanza; e su di una parete del versante italiano, in un grande masso di pietra bianca (il marmo del Monte Cavallino), è possibile ammirare un vero e proprio cavallo, scolpito nel 1770 da uno scultore rimasto ignoto. I lavori di consolidamento della galleria Comelico devono essere, molto semplicemente, l’occasione per ripristinare la vecchia Strada della Valle (costruita a suo tempo con i soldi dei cittadini del Comelico, ricavati dal patrimonio forestale), in modo che, terminata l’esigenza di viabilità alternativa, possa diventare il naturale prolungamento della Ciclabile delle Dolomiti, per un itinerario di grandissimo fascino, che diventerà una meta in sé. Questo, insieme alla defiscalizzazione a favore delle piccole imprese e tutto ciò che va nell’ottica del turismo sostenibile, è quanto serve alla Val Comelico per una valorizzazione che consenta l’incremento della ricchezza, per permettere agli abitanti di continuare a vivere serenamente in questo meraviglioso ambiente. Tutto il resto sono speculazioni, proclami a favore di iniziative mascherate come bene comune, ma volte a favorire l’interesse di pochi grandi capitali a danno degli abitanti. Dopo il Brennero e Tarvisio degli anni ’60 e ’70, c’è davvero bisogno di un altro buco nelle Alpi? Alla Val Comelico serve uno “sbocco a nord” di tipo stradale? Sicuramente la Val Comelico non può permettersi un aumento del traffico pesante, con l’incremento di inquinamento e rumore. Nel 2022, in piena retorica del Green Deal, è inaccettabile continuare a foraggiare la grande industria a scapito dell’ambiente. L’ambiente incontaminato è la vera ricchezza della Val Comelico: il turismo sostenibile è sempre più apprezzato da un mercato sempre più consapevole della ricchezza rappresentata dalla natura e dalla storia dei luoghi. Investire verso iniziative di sviluppo sostenibile, nel patrimonio naturale, storico ed artistico, è il presente ed il futuro, che deve vincere sulle logiche del passato.
Francesca Dellamore
Consigliere Comune di Santo Stefano di Cadore
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