Figlio di Giuseppe “De Ciano” e di Giustina, Gaspare Diziani venne alla luce a Belluno il 24 gennaio 1689 e morì improvvisamente in una bottega di caffè in piazza San Marco di Venezia il 17 agosto 1767. Anche a lui il Comune di Belluno ha intitolato una via: quella che dalla Tissi porta allo sbocco orientale della galleria ferroviaria.
Dopo la parentesi con Antonio Lazzarini, la sua vera formazione artistica la ebbe a Venezia nel 1709-11 nella scuola di Gregorio Lazzarini, prima, e poi in quella del conterraneo Sebastiano Ricci che propiziò una rapida consacrazione che fin dal 1717 vide Diziani lavorare a Monaco e poi a Dresda, alla corte di Sassonia. Il sito treccani.it/enciclopedia ricorda che pur avendo qui ottenuto grande onore: “… nel 1720 rientrò a Venezia dove compare tra gli iscritti alla fraglia dei pittori”. Precisa poi che: I dipinti per il palazzo della Residenza di Monaco di Baviera, eseguiti nel 1717, sono andati perduti durante l’ultima guerra mondiale… raffiguravano le ‘Quattro parti del mondo’. Disperse pure le decorazioni di Dresda nel teatro e nella chiesa della corte mentre l’attività giovanile “è circoscritta a un esile gruppo di disegni nel Museo Correr di Venezia ed in quello Civico di Udine”. Nel secondo decennio del 1700 “trovano collocazione l’ottagono con la ‘Maddalena’ nella chiesa di S. Stefano a Belluno e l’Entrata di Gesù in Gerusalemme’ in S. Teodoro a Venezia.
Ancora Treccani: “Prima opera finora nota, con firma e data, continua ad essere l’Estasi di s. Francesco (1727) in S. Rocco a Belluno… Nonostante l’attività veneziana, mantenne frequenti rapporti con la natìa Belluno dove era noto col soprannome di ‘mamma’ (Biasuz, 1969); verso il Natale del 1731 inviava dalla città lagunare un biglietto di affettuoso augurio allo scultore Andrea Brustolon (Museo civico di Belluno)”.
Una curiosità: dal matrimonio con Angela Feltrin, sposata verso il 1731, nacquero dieci figli: tra questi il primogenito Giuseppe ed Antonio furono pittori come il padre, narratore di ‘storie’ il primo, paesaggista il secondo. Ma torniamo ai dipinti: “La decorazione nella sacrestia di S. Stefano a Venezia fu messa in opera nel 1733: l’Adorazione dei magi, la Fuga in Egitto e la Strage degli innocenti, dipinta su un doppio telaio, sono un mirabile esempio della genialità dell’artista… Nel 1747 datava e firmava anche la piccola, ma preziosa e luminosissima ‘Annunciazione’, oggi nel Museo di Belluno. Nel quinto decennio va datata pure un’ ‘Immacolata con s. Pietro’ nella chiesa della Madonna dell’Angelo a Parenzo (Jugoslavia). Il 1751 registra una frenetica attività del Diziani. Agli inizi di febbraio infatti stipulò il contratto per il “cielo domenicano” di S. Bartolomeo a Bergamo, mentre alla fine di novembre dello stesso anno siglò l’accordo per il baldacchino della basilica antoniana di Padova; due opere immense, condotte con una straordinaria foga e rapidità… Nel 1753 eseguì l’’Immacolata e santi’ di Condino (Trento); la pala di Storo, nel Trentino, datata 1757 e raffigurante S. Antonio abate con altri santi, risulta affine, per concezione ed esito, ai Santi della Controriforma nella cattedrale di Belluno. Nella villa Rinaldi Barbini di Caselle d’Asolo, dove già avevano operato P. Liberi e A. Celesti e per la quale quasi trent’anni prima aveva dipinto la già ricordata Decapitazione di Eurosia, l’artista bellunese con l’aiuto del figlio Antonio, compì nel 1760 la decorazione del piano mezzanino. In quello stesso anno, dopo Tiepolo e Pittoni, a riprova di un ruolo di eminenza indiscusso, venne chiamato a presiedere per un biennio l’Accademia di pittura di Venezia della quale, nel 1755, era stato tra i fondatori…Tra le incisioni tratte da invenzioni del Diziani sono infine da ricordare quelle per l’edizione Zatta (Venezia 1757) della Divina Commedia , in cui otto canti dell’Inferno furono illustrati con altrettante incisioni dell’artista, e le due tavole per un’edizione italo-francese delle opere del Palladio (Architettura di Andrea Palladio vicentino… con la traduzione francese, Venezia 1740) alla cui illustrazione pose mano anche il Fontebasso che in quello stesso periodo dipingeva col Diziani nei palazzi Belloni e Contarini a Venezia. Nel 1766 fu rieletto alla presidenza dell’Accademia per un secondo biennio che tuttavia non poté concludere, perché morì improvvisamente”.
NELLE FOTO (Fondazione Zeri Bologna, Renato Bona, Dizionario biografico dei friulani, Google); autoritratto di Gaspare Diziani; la tabella e la via che portano il nome dell’artista bellunese; “Adorazione dei Magi” nei Musei civici di Udine; “Giuseppe, Giovanni Battista e s. Antonio da Padova”; il “Ratto delle Sabine”; “Passaggio del Mar Rosso”; la “Strage degli innocenti”.