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ROMA “Abbiamo esplorato, insieme con la viceministra Todde, tutte le possibilitá della proposta Italcomp del commissario straordinario di Acc che avrebbe potuto coinvolgere Embraco. Purtroppo, pur consapevoli della situazione delicata e difficile, non ci sono le condizioni essenziali cioè proposte di investitori privati per proseguire con esito positivo su questa strada“. Lo dichiara in una nota il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. “L’obiettivo – prosegue – è superare l’attuale stallo e in questo senso continuano senza sosta le valutazioni della viceministra Todde, che ha la mia fiducia e che sta seguendo da tempo la vicenda di questa crisi“.
BONA (FIOM CGIL): “LE PARTI SINDACALI NON SONO STATE CHIAMATE IN CAUSA”
BORGO VALBELLUNA La risposta di Stefano Bona della FIOM CGIL di Belluno non si fa attendere: “In total spregio delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori apprendiamo a mezzo stampa da parte del ministro Giorgetti la non perseguibilità del progetto Italcomp. Prendiamo atto della ritrovata sintonia e unità di intenti tra il ministro e il vice ministro Todde ma non possiamo non precisare che il progetto Italcomp era stato presentato in veste ufficiale dalla stessa Todde il 15 Settembre in prefettura a Torino il 2 ottobre in quella di Belluno in presenza di tutte le cariche istituzionali e poi ratificato il 12 novembre al tavolo ministeriale. Lo scorso 23 Aprile nell’ultimo tavolo ministeriale il viceministro Todde aveva ribadito in modo chiaro la prosecuzione del progetto e dichiarato il tavolo aperto salvo poi con la farsa del verbale, scritto o non scritto, ancor oggi sconosciuto, sconfessare se stessa e il governo. Appare come minimo bizzarro che il “fidanzamento” Todde-Giorgetti chiuda definitivamente il progetto Italcomp, ribadiamo concepito e proposto dal governo con l’allora ministro Patuanelli. Veramente il cosidetto governo dei migliori pensa che siamo tutti degli stupidi e in quale parte della loro azione di governo risiede il rispetto delle parti, lavoratori in primis! Infine, quali soluzioni per Acc se Italcomp è morto! svendita a Bengalesi o a grandi gruppi che la distruggerebbero? Oppure un piano di rilancio con l’arrivo dei finanziamenti promessi? Siamo alla commedia se non alla farsa! Spettacolo deprimente sulla pelle dei lavoratori! Si decide la fine di Italcomp e lo si comunica a mezzo stampa, senza convocare le parti, ma quando mai è successo prima? e nemmeno una parola su Acc che aspetta agonizzante le loro verifiche“.
“Serve un tavolo per definire il futuro dello stabilimento”
ALLA RADIO, MAURO ZUGLIAN Rsu Acc della Fim
BORGO VALBELLUNA “Non sorprende nè i lavoratori nè i sindacati l’epilogo di un piano industriale che vedeva Borgo Valbelluna e Chieri al centro di un polo nazionale del compressore. Dal momento dell’insediamento, il nuovo ministro non ha mai nascosto di preferire il modello Corneliani e non ha mai avuto paura di mostrare imbarazzo ogni qualvolta veniva indicato il piano ideato dal suo predecessore quale soluzione della vertenza. Non sorprende neppure la modalità mezzo stampa con cui il Ministro comunica la fine del progetto Itlacomp la cui nascita, giusto per ricordare, è stata annunciata prima ai giornali. Quello che sorprende è come i rappresentanti di un territorio e i lavoratori continuino a trovare soluzioni per garantire la sopravvivenza dello stabilimento e a livello nazionale continuino a spostare i termini del problema. Una volta manca il capitale pubblico, una volta manca il capitale privato, per alcuni il coinvolgimento pubblico potrebbe trainare un interesse privato, per altri senza il privato non può esserci aiuto pubblico. Questo come a sottolineare che la soluzione per ACC sia in realtà una questione di dottrina economica: niente di più falso”.
«Qui si dimenticano le produzioni strategiche del made in Italy»
«L’abbandono del progetto Italcomp è segno tangibile di un governo che abdica alle sue funzioni e dimentica una produzione strategica per il made in Italy. Se di fronte alla crisi questa è la risposta, significa che non si sono comprese fino in fondo le conseguenze del Covid sulle lavorazioni tipiche dell’industria italiana». È quanto afferma il deputato di Forza Italia Dario Bond relativamente alla comunicazione del ministro Giorgetti sul progetto Italcomp, definita “non perseguibile”. «In un altro Paese, con lobby europee, si sarebbe proceduto con una sorta di statalizzazione, con garanzie dello Stato e avviamento temporaneo dell’attività per far nascere e sviluppare il polo, per creare tecnologia, lavoro e sviluppo”.
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