DI GIANNI SANTOMASO
REDAZIONE Giorgio Redaelli si è spento all’Ospedale Manzoni di Lecco, classe 1935 era conosciuto da tutti con l’appellativo di “Il Re del Civetta” Nel 2016 fu insignito del premio Pelmo d’Oro, nella 19esima edizione a San Pietro di Cadore. Premio Pelmo d’Oro 2016 per la carriera alpinistica Accademico del CAI, Socio onorario del Gruppo Ragni della Grignetta, considerato il Re della Civetta per la sua assidua frequentazione e per il viscerale amore che ha sempre dimostrato per la montagna bellunese. Nel dolomitico “regno del VI grado” ha compiuto – spesso in cordata con alpinisti bellunesi di rango quali Roberto Sorgato e Giorgio Ronchi – memorabili imprese (come la direttissima sulla Torre Trieste e le prime invernali alla Cima Su Alto e alla via Solleder, solo per citarne alcune), che hanno scritto la storia dell’alpinismo non solo delle Dolomiti, consacrando di diritto Redaelli nel “gotha” internazionale dei più grandi alpinisti della seconda metà del secolo scorso.
LA CARRIERA ALPINISTICA
Comincia ad arrampicare da ragazzino sulle Grigne poi le sue salite si sposteranno su tutto l’arco alpino. Nel 1955 conosce casualmente il gruppo della Civetta di cui si innamorerà e lo frequenterà per vari decenni. In Civetta scalerà quasi tutte le vie ed effettuerà anche alcuni tentativi di nuove vie senza portarli a buon termine per vari motivi (Torre d’Alleghe, Punta Civetta…). Le prime scalate (appena ventenne, ed arrivare da Lecco non era proprio semplice) e le più significative in Civetta: 1955: Torre Venezia, via Tissi; Torre Trieste, via Carlesso, 9a ripetizione assoluta; Cima di Terranova, via Livanos, 1a ripetizione assoluta; Cima del Bancón, via Gabriel-Da Roit, 2a ripetizione ass. 1956: Torre Venezia: via Andrich e via Castiglioni; partecipa a un difficile soccorso sulla Solleder con Philipp e Barbier. 1956-57: Torre di Babele, via Soldà; Punta Agordo, Via Da Roit; Pulpito di Pelsa, via Dal Bianco. 1959: Torre Trieste, apertura via direttissima con Ignazio Piussi; Torre Venezia, via Ratti con Robin Smith; Cima Su Alto, via Ratti; Busazza, Spigolo Videsott –Rudatis. 1960: Torre Venezia, apertura nuova via Spigolo Sud-Est. 1961: Torre delle Mede, apertura nuova via parete Est. 1962: Cima Su Alto, via Livanos, 1a ripetizione invernale con Roberto Sorgato e Giorgio Ronchi; Pan di Zucchero, apertura via Direttissima parete N-W con Vasco Taldo e Josve Aiazzi. 1963: Parete N/W Civetta, via Solleder, mitica 1a ripetizione invernale con Ignazio Piussi e Toni Hiebeler (seguiti da Roberto Sorgato, Natalino Meneguz e Marcello Bonafede). 1967: Torre Venezia, via Andrich, 1a ripetizione invernale; Cima del Bancón, via Da Roit, 1° ripetizione invernale; Torre Trieste, via Tissi, 1° ripetizione invernale. 1968: Spallone del Bancón, apertura nuova via parete Est. 2005: a 70 anni, sale la Torre Venezia a distanza di 50 anni dalla prima volta. Più che giustificato quindi il titolo di “Re del Civetta” che gli è stato attribuito, non tanto per essere stato il più forte su queste pareti del “regno del sesto grado”, ma per l’assidua frequentazione e conoscenza di questa montagna, di cui si considera un “eterno innamorato”. Altre salite effettuate sulle Dolomiti: 1961: 5 Torri, diretta Scoiattoli; Pilastro Tofana, via Costantini; Piccolissima Lavaredo, via Cassin; Piccola Lavaredo, Spigolo Giallo; Grande Lavaredo, direttissima, tutte in cordata con Roberto Sorgato. 1964: Dopo la “controversa vicenda” con Bellenzier sulla Torre d’Alleghe, Redaelli si allontana per un po’ dalla Civetta, effettuando numerose salite in Marmolada, Sella e Dolomiti di Brenta, nonché sulle Alpi Orobie tra cui: Marmolada: parete S via Soldà; parete S via Tomasson; Lavaredo cima W, via Cassin; Gruppo del Sella: da militare con Piussi: 1a Torre, via Tissi; via Trenker; 2a Torre, Spigolo S/W; 3a Torre, via Jahn; Sas Pordoi, via Fedele; Campanil Basso, Spigolo Graffer. Oltre che in Civetta ha arrampicato in quasi tutte le Alpi. Da ricordare, tra le altre, la prima ripetizione allo Sperone Bonatti al Dru (monte Bianco) e la prima salita senza bivacco della via Hasse-Brandler sulla Grande di Lavaredo con il grande sestogradista bellunese Roberto Sorgato. Con Sorgato fu protagonista di una rocambolesca scalata sulla Nord dell’Eiger conclusa con una miracolosa ritirata causa maltempo, quando i due erano oramai giunti molto in alto. Sarebbe stata la prima scalata italiana, portata poi a termine nei giorni successivi da Armando Aste e compagni. Tra i vari riconoscimenti, nel 1999 ha ricevuto il Premio al Trento Film Festival. Impossibile contare tutte le sue salite (un migliaio solo sulle Grigne). Sicuramente ha trascorso più tempo in parete (oltre 100 bivacchi) che sul lavoro, visto che l’arrampicata gli è costata ben 5 licenziamenti. 1953: Breithorn, m. Rosa, invernale con gli sci. 1954: Dente del Gigante, Gran Capucin, via Bonatti; Aiguille de Midi, 2a ascensione solitaria via Rebuffatt.
1955: Nord del monte Disgrazia: Nord del Piz Roseg; Nord Pizzo Palù. 1956: Sasso Cavallo, via Cassin, 1a invernale e 3a assoluta. 1957: Piz Ciavazes, via Micheluzzi; Sassolungo, via Comici; m. Bianco: sperone della Brenva con Cesare Maestri – Aiguille del Brenva, 1a ripetizione via Rebuffat – Aiguille de Midi, via Ottoz-Nava, 1a ripetizione. Pizzo Badile: via Cassin e via Molteni; Pizzo Cengalo: spigolo Vinci; m.Disgrazia: torre Porro 1° ascensione assoluta; Corno Grande: 1a ascensione assoluta; Bernina: cresta Biancograt. Le 13 cime che vanno dal Gran Zebrù al Tresero. Pizzo Scalino, Torre de Amicis,Triangolo dell’Emilius, Gran Paradiso, Ruitor ecc. Dal 1968 costruisce e gestisce un rifugio ai piani di Artavaggio (rifugio Aurora, nome della moglie) e crea una palestra di roccia dove insegna ai giovani. Continua comunque a scalare, ma con ascensioni meno impegnative. Salirà sul monte Bianco per 7 volte accompagnando moglie ed amici.
Toglierà definitivamente le scarpette nel 2005 al ritorno dalla Torre Venezia. Accademico del CAI, oltre che scalatore, ha però avuto tempo di diventare sindaco del suo paese (Cassina Valsassina), maestro di sci e di golf, sport quest’ultimo che gli ha permesso di girare il mondo e che pratica tuttora con apprezzabile successo.
ARCHIVIO FOTOGRAFICO di Loris Santomaso
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