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Otto marzo
Lorrain Berton, presidente Confindustria “Sono giorni di apprensione e di dolore per tutti e il mio primo pensiero, nella Giornata della Donna, va alle donne ucraine, quelle rimaste nel loro Paese, quelle in fuga per mettere in salvo i propri figli, le tante che sono sul nostro territorio e che in Ucraina hanno gli affetti più cari. Siamo con loro, vorremmo abbracciarle una per una perché quello che sta accadendo è ingiustificabile e straziante. La “questione femminile” deve rimanere una priorità”
Moira Fontana, Presidente Comitato Impresa Donna Appia “L’auspicio è che quest’anno l’8 marzo non sia considerata una ‘festa’, ma la presa di consapevolezza che ci determini tutti ad un cambio di rotta culturale. E questo è anche il senso dell’adesione convinta del nostro Comitato, con la partecipazione dei panificatori dell’Appia all’iniziativa ideata dall’Associazione Belluno-Donna Onlus che, in Provincia, ascolta, supporta e accoglie le donne che subiscono violenza. Il progetto, che quest’ anno coinvolge i territori dell’Alto Bellunese, si propone di raggiungere, tramite la distribuzione di sacchetti del pane quante più donne possibili che subiscano violenze e, al contempo, fare azione di informazione e sensibilizzazione”.
Silvia Marchetti, direttore di Confagricoltura Veneto “Non c’è nulla da festeggiare, mentre assistiamo con tristezza alle immagini di distruzione e morte che arrivano da Kiev. La nostra solidarietà va alle donne ucraine, mamme e mogli degli uomini che stanno combattendo, che vivono con l’angoscia delle loro famiglie lontane e in pericolo. Tante di queste donne lavorano in Italia, anche in agricoltura e perciò stiamo toccando con mano il dramma e la disperazione di queste persone, che compiono grandi sacrifici per mandare i soldi ai propri cari e costruire una casa nel loro Paese. A queste donne e a tutte le donne che vivono nei punti caldi del pianeta, dove sono in atto guerre e conflitti etnici, vanno la nostra vicinanza e il nostro sostegno”.
Teresa Merotto segretaria della Cisl territoriale “La Cisl Belluno Treviso dedica l’8 marzo alle donne ucraine, donne che in questi anni sono diventate una presenza importante nelle nostre case, nei nostri territori e che abbiamo imparato a conoscere perché ci hanno aiutato a prenderci cura e assistere i nostri familiari e gli anziani, dando vita a un welfare parallelo a quello ufficiale e a volte invisibile Esprimiamo la nostra vicinanza a tutte coloro che sono chiamate ancora una volta a svolgere, per il bene di tutti, un difficile compito, un’ennesima prova di forza e tenacia. Come Cisl vogliamo esprimere la solidarietà nostra e di tutti i lavoratori e le lavoratrici che rappresentiamo e mettiamo a disposizione le nostre strutture e i nostri servizi per accompagnarle in questo difficile percorso”.
violenza sulle donne “pane quotidiano”
IL MESSAGGIO SUL SACCHETTO DEL PANE, CON BELLUNO DONNA
di Damiano Tormen
John Francis Della Pietra 8 MARZO
La semplicità
È sempre foriera di felicità
Così dev essere la nostra gratitudine
Espressione vera e genuina dello spirito
In questa giornata peculiare per le donne
Sian esse figlie madri compagne o nonne
Le dobbiamo ringraziare
Per quanto sempre ci sanno nel tempo donare
Dalla vita alla crescita all amore
Con tutto il loro cuore
In segno di rispetto chiniamo la testa
Oggi nella loro festa
E nei giorni a venire
Cerchiamo sempre per loro il grande affetto saper sentire
DONNE E LAVORO AI TEMPI DEL COVID-19
VENEZIA Dopo la significativa riduzione dei livelli di partecipazione delle donne al mercato del lavoro registrata nel corso del 2020, il 2021 ha visto una graduale ma intensa crescita dell’occupazione, tanto per le donne quanto per gli uomini. L’anno si è infatti chiuso con un incremento di circa 28.300 posizioni di lavoro dipendente nel primo caso e di 26.900 nel secondo. Anche in termini di assunzioni, il 2021 ha rappresentato l’anno della ripresa, arrivando a superare, nella parte centrale e finale dell’anno, i valori registrati nel 2019. Permane tuttavia un forte divario di genere, con un tasso di inattività femminile che, soprattutto a livello nazionale, rimane ancora molto elevato rispetto a quello maschile. La ripresa osservata nell’ultimo anno è interamente ascrivibile al lavoro dipendente, in particolare quello a termine, e il divario maggiore nel confronto tra uomini e donne si osserva, ancora una volta, in relazione agli ambiti di inserimento lavorativo e alle modalità occupazionali. Per le donne si registra infatti un peso maggiore della domanda di lavoro a tempo determinato, anche in virtù di una rilevante presenza femminile nei settori in cui questa tipologia contrattuale è più diffusa. Le attivazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato continuano invece a mantenersi su livelli nettamente inferiori a quelli degli uomini, nonostante una flessione più contenuta in periodo di pandemia. La differenza più importante riguarda il part-time: la percentuale di rapporti a tempo parziale sul totale delle assunzioni effettuate nel 2021 è pari al 44% per le donne e al 21% per gli uomini. La domanda di lavoro si mantiene inoltre fortemente sbilanciata: per gli uomini proviene ancora in larga parte dall’industria, mentre per le donne dai servizi, soprattutto turismo, commercio, servizi alla persona e attività professionali. Il bilancio a fine 2021 è comunque positivo in entrambi i comparti: +7.900 posti di lavoro dipendente nell’industria (+13.000 tra gli uomini), prevalentemente nel metalmeccanico e in alcune realtà del manifatturiero locale, e +19.900 nei servizi (+14.200 gli uomini), di cui +5.700 nei servizi turistici e +4.700 nei servizi alla persona.
IL REPORT DI VENETO LAVORO (19 PAGINE)
Focus 9_2022 Occupazione femminile - ClicLavoro Veneto
ULTIM’ORA
Renè De Silvestro, l’atleta paralimpico bellunese, non riesce a qualificarsi nella combinata valida per le paralimpiadi di Pechino.
Nel SuperG, prima gara in programma, De Silvestro ha saltato una porta e di conseguenza non si è qualificato per la fase conclusiva della combinata.
50MILA PROFUGHI IN ARRIVO NEL VENETO, LE ULTIME NOTIZIA DA VENEZIA
VENEZIA Ieri in conferenza stampa immancabile il punto covid con le curve in discesa anche se si assiste ad un aumento di contagi in provincia di Belluno. Emergenza profughi: sono un migliaio quelli già in Veneto, ne stanno arrivando altri, fra i quali disabili. Zaia ha ipotizzato, in base alle stime degli arrivi della Protezione civile nazionale, che potrebbero giungere circa 50mila rifugiati. C’è un budget di 10 milioni di euro per l’emergenza per tutti i commissari d’Italia, in Veneto 143mila euro raccolti con oltre 1000 donazioni. E’ stata regolamentata la fase di ingresso con le procedure sanitarie, non sono moltissimi i positivi, qualcuno però c’è, garantiamo a queste persone l’accesso alle vaccinazioni. Poi possono spostarsi e avere una deroga al super green pass per 5 giorni, per raggiungere i parenti o un alloggio, previo tampone molecolare o antigenico. Stiamo ragionando su un hub, un piazzale con una struttura al coperto . Se arriveranno flussi da 30-50 mila persone è impensabile che ogni piazza faccia da accoglienza . Ad oggi di non sapere dove potrebbe sorgere e sottolinea che si tratta non di un punto di ospitalità ma di un appoggio per accogliere nei primi momenti i rifugiati
https://www.facebook.com/zaiaufficiale/videos/364977938968614
EMERGENZA PROFUGHI, AD ALLEGHE IL SINDACO INCONTRA LE ASSOCIAZIONI DEI VOLONTARI
ALLEGHE L’emergenza profughi non troverà impreparati i volontari in riva al lago. Il sindaco, Danilo De Toni, ha già riunito allo steso tavolo coloro che saranno impegnati in prima linea nell’emergenza
IL SINDACO DANILO DE TONI
FELTRE ATTIVA UN CONTO CORRENTE PER LA RACCOLTA DI FONDI A SOSTEGNO DEI RIFUGIATI IN ARRIVO
FELTRE Il Comune di Feltre e l’Azienda Feltrina per i Servizi alla Persona hanno attivato un conto corrente per la raccolta di fondi a favore delle persone in arrivo dalle aree colpite dalla guerra in Ucraina. Le somme raccolte saranno gestite dai Servizi Sociali e saranno destinate all’acquisto di generi di prima necessità. Il conto corrente è intestato ad Azienda Feltrina per i Servizi alla Persona presso la Banca Prealpi SanBiagio, Filiale di Feltre, con IBAN: IT30O0890461110026000000771 Causale: EMERGENZA UCRAINA.
L’ASSESSORE alle Politiche Sociali del Comune di Feltre
GIORGIA LI CASTRI
CANALE D’AGORDO campagna di aiuto alla popolazione ucraina anche in Agordino. Nella sala consigliare di Canale D’Agordo TUTTI I GIORNI dalle 9 alle 19, si possono portare generi alimentari e quanto richiesto: PRODOTTI A LUNGA CONSERVAZIONE – GENERI SANITARI – VESTIARIO ANCHE PER BAMBINI. OSPITALITA’ AI PROFUGHI (RIVOLGERSI ALLA CARITAS DIOCESANA DI BELLUNO (0437.941681) CONTRIBUTI ALLA CARITAS DI BELLUNO UN’OFFERTA ALL’IBAN IT86P0306909606100000143821 CAUSALE “EMERGENZA UCRAINA” REFERENTE: FONDAZIONE PAPA LUCIANI ONLUS DI CANALE D’AGORDO TEL. 345 1512564; [email protected]
A ROCCA PIETORE, LA RACCOLTA DI AIUTI CON L’ANA PROVINCIALE
GSP: DIECI GIORNI DI DISAGI A CASTION E SAFFORZE
BELLUNO Dieci giorni con l’acqua a singhiozzo fra La Rossa e Safforze. Bim Gestione Servizi Pubblici deve effettuare alcuni lavori sulla rete idrica e potrebbe essere necessario sospendere per qualche ora, o giornata, l’erogazione dell’acqua agli utenti. Il cantiere aprirà domani e si concluderà il 18 marzo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 17, potrebbe quindi mancare l’acqua in via Nongole a Castion, nelle vie Tonegutti, Caduti 14 settembre 1844 e Safforze. In via Nongole i lavori comporteranno anche l’istituzione di un senso unico alternato regolato da un semaforo
CHIUDE PER DUE GIORNI L’USCITA SUL FADALTO LUNGO LA A 27
BELLUNO Sulla A27 Mestre-Belluno sono state programmate attività di ispezione approfondite sul viadotto Fadalto. Per consentire l’esecuzione delle prove strumentali sul viadotto “Fadalto est”, dalle 8 di oggi alle 20 di giovedì, sarà chiusa la carreggiata in direzione Statale 51 di Alemagna tra la progressiva km 62+990 e la progressiva km 69+150, con conseguente chiusura della stazione di Fadalto Lago di Santa Croce, in uscita per chi proviene da Venezia. In alternativa, Autostrade consiglia di uscire alla stazione di Vittorio Veneto nord.
DA UN ALTERCO IN STRADA ALLA FUGA CON TENTATO OMICIDIO, CARABINIERE SI SALVA GETTANDOSI NEL FOSSO
ALANO DI PIAVE Un alterco in strada, la violenza verbale e forse non solo quella, l’intervento dei Carabinieri e la fuga di due Kossovari verso la pianura veneta. Un inseguimento a forte velocità fino a Ponzano dove i malviventi hanno abbandonato l’auto. Gli uomini dell’Arma nel frattempo avevano già tutte le indicazioni per attenderli… a casa. Il “pilota” che ha pure tentato di speronare l’auto dei Carabinieri è stato arrestato, il passeggero che gli sedeva accanto è stato invece denunciato.
Una serata movimentata quella di domenica per i Carabinieri della Compagnia di Feltre, i primi ad intervenire all’1.20 chiamati per quanto stava accadendo in strada dopo la denuncia di un automobilista che lamentava di essere stato aggredito mentre era in compagnia della moglie da alcune persone a bordo di un’Audi A3 intestata a un kossovaro. Appena arrivati sul posto l’auto è ripartita a forte velocità verso il trevigiano eludendo anche i posto di blocco organizzato a Quero. Inseguimento quindi proseguito verso Cornuda. A Montebelluna altro posto di blocco con un militare costretto a gettarsi nel fossato per non essere investito. Abbandonata l’auto, i due kossovari si sono rintanati in casa, il conducente (arrestato) dovrà rispondere di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale.
MIGLIORANO LE CONDIZIONI DELLA RAGAZZINA CADUTA IN BICICLETTA
PERAROLO Sembrano meno gravi di quanto erano apparse nell’immediatezza le condizioni della quattordicenne cadorina caduta dalla propria bicicletta nel primo pomeriggio di domenica a Perarolo. La ragazzina, che è residente a Calalzo resta comunque ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Padova, dove però nella giornata di ieri sarebbe stata risvegliata dal coma, un segnale di ottimismo anche se la prognosi resta comunque riservata. Padre e figlia domenica erano in bicicletta lungo la Cavallera quando la ragazzina, su un tratto asfaltato è caduta.
LA BAITA GIOVANNI PAOLO I SCAMBIATA PER UN ALBERGO
FALCADE
di Gianni Santomaso
NUOVI POVERI IN PROVINCIA, PRESENTATO IL PROTOCOLLO INPS PER TUTTI
di Moreno Gioli
JACOPO MASSARO SINDACO DI BELLUNO
FRANCESCO D’ALFONSO, DIRETTORE CARITAS DI BELLUNO
ANGELO FANCHITTI, DIRETTORE INPS DI BELLUNO
COVID IN PROVINCIA: CINQUE DECESSI NELL’ULTIMA SETTIMANA, 1567 PERSONE ATTUALMENTE POSITIVE DI CUI 51 RICOVERATE NEGLI OSPEDALI BELLUNESI
BELLUNO Aggiornamento settimanale sulla situazione epidemiologica in provincia di Belluno a cura dell’Ulss 1 Dolomiti. Le persone attualmente positive sono 1567. Nell’ultima settimana di rilevazione si registra un ulteriore calo dei nuovi casi rispetto al precedente periodo di osservazione. Nel dettaglio, i nuovi casi rilevati nell’ultima settimana sono 720 (-179 rispetto alla scorsa settimana), con un conseguente tasso di incidenza settimanale di 361 casi su 100 mila abitanti, in ulteriore riduzione rispetto alla settimana precedente, e inferiore all’incidenza nazionale (431 su 100 mila abitanti). La curva epidemica si conferma sostanzialmente speculare, nel suo tratto discendente, al tratto ascendente. Come nelle precedenti settimane, i nuovi casi si collocano prevalentemente nelle fasce centrali 25-64 anni e nella fascia 0-14 anni. Nella settimana scorsa sono stati eseguiti dai team dell’Ulss Dolomiti 10.081 tamponi (di cui 2.961 molecolari e 7.120 antigenici). A questi si aggiungono 5.392 tamponi antigenici eseguiti dalle Farmacie del territorio, 127 tamponi eseguiti dai Pediatri di Libera scelta e 158 tamponi eseguiti dai Medici di Medicina Generale. In media, ogni giorno vengono eseguiti circa 1.130 tamponi ogni 100 mila abitanti. Nella settimana qui analizzata sono stati somministrati 5 trattamenti con monoclonali dall’Unità Operativa di Malattie Infettive di Belluno, per un totale di 343 dosi complessive. Nella settimana sono stati prescritti 7 trattamenti con farmaco orale per un totale di 44 trattamenti complessivi. Sono attualmente ricoverate negli ospedali bellunesi: un paziente in terapia intensiva (non covid), 32 in area non critica (di cui 14 non covid) e 18 in ospedale di comunità. Nella settimana appena analizzata sono decedute 5 persone covid positive: una donna di 91 anni ricoverata presso la Pneumologia di Belluno, un uomo di 100 anni ricoverato presso l’ODC Feltre, una donna di 94 anni ricoverata presso Malattie Infettive di Belluno, una donna di anni 72 ricoverata presso la Pneumologia di Belluno e un uomo di 91 anni ricoverato presso la Pneumologia di Belluno.
L’AGGIORNAMENTO D’INIZIO SETTIMANA, CASI E PAZIENTI COVID NELLE 24 ORE
I GRAFICI DI TIZIANO DE COL
ATTIVAZIONE RETE AMBULATORIALE DI SANITÀ PUBBLICA E ASSISTENZA SANITARIA DI BASE PER PROFUGHI PROVENIENTI DALL’UCRAINA
BELLUNO A seguito dell’arrivo sul nostro territorio di un numero ormai consistente di rifugiati, di cui molti minori, provenienti dell’Ucraina, l’Ulss Dolomiti sta attivando una rete di assistenza sanitaria di base con due percorsi: Percorso pediatrico (0-14 anni) 19 pediatri di libera scelta del territorio si sono resi disponibili a ricevere (previo contatto telefonico) e visitare gratuitamente i bambini Ucraini da 0 a 14 anni. Percorso per giovani e adulti Attivazione sperimentale di un ambulatorio di sanità pubblica con finalità preventiva e di assistenza sanitaria di base martedì 8 marzo, giovedì 10 marzo e sabato 12 marzo 2022 dalle ore 14.30 alle ore 16.30 all’Ospedale di Belluno – Nuovo Prefabbricato (adiacente blocco F) contatti allo 0437/514343 con ulteriore attivazione di ambulatori per il Feltrino, il Cadore e l’Agordino a seguito di esito positivo della prima fase. L’accesso all’ambulatorio è libero e gratuito, senza prenotazione, nella fascia oraria indicata. La rete assistenziale gestirà la casistica ordinaria. Sono ovviamente attivi i percorsi di Pronto Soccorso – 118 per la casistica urgente.
LA LISTA DEI PEDIATRI DISPONIBILI IN PROVINCIA
120_lista pediatri ucraina_7.03.22
Prine indicazioni ingresso da Ucraina_ ULSS 1 (2)LE INDICAZIONI DELLA ULSS1 DOLOMITI
AUGURI GEMMA! AL TRAGUARDO DEI CENT’ANNI
RIVAMONTE-BELLUNO Tanti auguri a Gemma Da Ronch, dal chiaro cognome agordino di Rivamonte. Ieri i festeggiamenti alla Gaggia Lante anche con gli auguri del sindaco Jacopo Massaro accompagnati da una gradita orchidea. “zento ani? ghe nae cosi’ tanti..grazie de la torta ma ste atenti ale candele che no ciape foc”.
Nata a Rivamonte il 6 marzo di 100 anni fa, Gemma da giovane si era trasferita a Milano e Roma per lavorare come collaboratrice domestica. Donna sempre molto attiva nelle faccende di casa, ma anche nell’orto e nel bosco.
TANTI AUGURI MONSIGNOR CARLIN. IL “PENITENZIERE” DELLA CATTEDRALE (PER 27 ANNI), FONDATORE DELLA BELLUNESI NEL MONDO, COMPIE OGGI 100 ANNI E OGGI CONCELEBRERA’ LA MESSA CON IL VESCOVO RENATO MARANGONI E L’EMERITO GIUSEPPE ANDRICH.
IERI GLI AUGURI ALLA RADIO DI RENATO BONA
IL TRAGUARDO DEL SECOLO “MONSIGNOR VENERANDO” DON MARIO CARLIN
COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’. NOMINATE PRESIDENTE E DUE VICE
VENEZIA L’Assessore regionale a istruzione, formazione e lavoro con delega alle pari opportunità Elena Donazzan ha presieduto una nuova seduta della nuova Commissione regionale pari opportunità, che è stata occasione per la nomina di presidente e due vicepresidenti. Presidente è stata confermata Daniela Zanella, in continuità rispetto alla precedente legislatura, e vicepresidenti Stefania Barbieri, già consigliera di parità della provincia di Treviso, e Nicoletta Ferrari, espressione delle donne dirigenti d’azienda AIDA Fondazione Bellisario. Nel corso della seduta si è definito anche il metodo di lavoro della commissione. A tal fine sono stati istituti 7 gruppi di lavoro che saranno gestiti da un coordinatore e un vice, dedicati alle seguenti tematiche: 1. Welfare e contrattazione di secondo livello; 2. Natalità, maternità, conciliazione dei tempi di vita e lavoro; 3. Inclusione, educazione, violenza contro le donne; 4. Nuove risorse tra generazioni; 5. Autoimprenditorialità e libere professioni; 6. Rete delle Commissioni P.O. del Veneto; 7. Norme Antidiscriminazioni – quali politiche di contrasto.
SALUTE E SOCIETA’, LA PUNTATA DEL LUNEDI con il dott. Marco Caracciolo
Dermatite atopica: una patologia cronica ad alto impatto L’algodistrofia è una patologia le cui cause non sono ancora pienamente comprese. E’ accompagnata da dolore forte, bruciante, alle mani o ai piedi, che non trova sollievo e che cronicizza portando il paziente a perdere le speranze di una possibile via di uscita.
audio
ANDREA DELL’ANDREA E IL CORAGGIO DI FARE IL FALEGNAME IN MONTAGNA
SELVA DI CADORE Come ogni lunedi Gianni Santomaso dalle pagine del Corriere delle Alpi racconta una storia, un personaggio, un pezzo di vita dell’Agordino “Vivere l’Agordino” una raccolta spaccato di vita agordina con le immancabili vignette di Erica Andrich
di Gianni Santomaso
SUSANNA E MELCHIORRE NEL CUORE DI GOSALDO
GOSALDO “Ecco scoperta la nostra sorpresa per San Valentino. Inviateci le vostro foto più belle dal 14 al 21 febbraio e nella settimana successiva, chi riceverà più “mi piace”, sarà premiato con un piccolo pensiero. Si presentava cosi’ la bella iniziativa della proloco di Gosaldo. E ora ecco i vincitori: Susanna Melchiorre con i complimenti e l’augurio di …tanto amore.
IL PROGRESSO NEL LIBRO “SELVA DI CADORE COME ERA” REALIZZATO DA DELL’ANDREA CON L’UNION DEI LADIN
di RENATO BONA
C’è un capitolo, intitolato “Progresso” nel libro “Selva di Cadore come era” (in ladino: “Selva da nosakàn”), del prof. don Lorenzo Dell’Andrea (edito con l’Union de i Ladiñ de Selva e la bellunese tipografia Piave nel novembre 1993) in cui l’autore esordisce affermando che “Il progresso è un concetto strettamente legato all’uomo il quale, grazie al grande dono dell’intelligenza che Dio gli ha dato, è in grado di utilizzare le risorse dell’ambiente per migliorare la qualità della vita”. Cita quindi come un primo esempio di “progresso” i cacciatori del Mesolitico di Mondeval de Sora che “8.000 anni fa hanno cacciato gli animali del nostro territorio per procurarsi il cibo, hanno realizzato i ripari naturali per il riposo, per proteggersi dalle intemperie e addirittura quale luogo per una sepoltura rituale”. Poi, detto che il “progresso” legato all’attività dei cacciatori e dei pastori recò vantaggi alla vita dell’uomo senza rilevanti modifiche al territorio e all’ambiente, Dell’Andrea ricorda che verso il 1000 dopo Cristo “inizia e si sviluppa velocemente una nuova fase di ‘progresso’ molto ‘aggressiva’ nei confronti del nostro territorio” con boscaioli e pastori, soprattutto di San Vito di Cadore, che nell’intento di migliorare le condizioni di vita si insediarono nella Val Fiorentina costruendovi case e stalle. Disboscando la foresta, dissodando il terreno per la semina della fava, dell’orzo, della segala, del frumento: allargarono via via le radure a danno del bosco per garantirsi anche prati per la produzione del fieno; ma non basta: lungo i torrenti, soprattutto sul Loschiesuoi che aveva sempre acqua ed era in posizione centrale rispetto alla vallata, furono realizzati molini per la macina dei cereali e della fava e la lavorazione dell’orzo e quindi fucine per la produzione locale di attrezzi e di quanto necessitava all’agricoltura. Altra opportunità di “progresso”, quella determinata dalla richiesta sempre più forte di legname dalla Repubblica di Venezia, con conseguente depauperamento del patrimonio boschivo. E, ancora: le miniere di ferro che portarono sì lavoro e dunque benessere ma… la lavorazione del ferro in zona necessitava di grandi quantità di combustibile cui si fece fronte con la produzione di carbone dolce con la tecnica del “poiàt”. Con la chiusura delle miniere lo sfruttamento del bosco cessò ma contestualmente peggiorò e non di poco la qualità della vita, dando origine al fenomeno migratorio. Una situazione di profonda crisi che si protrasse fino al secondo dopoguerra. Grande elemento di “progresso” fu la realizzazione delle strade per collegarsi con le altre vallate e quindi il turismo: “non più le grandi fatiche di una volta per avere appena di che sopravvivere, ma benessere generalizzato, buona o discreta disponibilità di mezzi finanziari, possibilità di tempo libero e, in ogni famiglia, tutti i comfort della vita moderna, dall’automobile alla televisione, dalla lavatrice al telefono”. Un “progresso”, scrive Lorenzo Dell’Andrea, che ha avuto un notevole impatto con il territorio e l’ambiente: l’abbandono dell’agricoltura e della pastorizia sta portando il degrado di pascoli, prati, campi, fienili, stalle e di quant’altro legato al ‘primario’, come ad esempio molini e fucine. Il bosco, che nei secoli scorsi per avere spazio vitale era stato tenuto lontano come una minaccia alla vivibilità dell’ambiente, sta ora rapidamente riconquistando vasti terreni accerchiando ogni anno di più tutti i villaggi…”. E conclude: “Ecco dunque una domanda: quello di oggi è davvero ‘progresso’ o non rischia invece di ritorcersi negativamente, come un boomerang, finendo per peggiorare anziché migliorare la ‘qualità della vita’ di Selva?”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Selva di Cadore come era” di Lorenzo Dell’Andrea): il sentiero della Forada nei pressi della Forcella e del capitello di S.Antonio; passaggio pedonale sul torrente Cordon; il “pont de Tofol”; ponte di legno sul Fiorentina; fluitazione di tronchi negli anni ’20; nel 1880 iniziano i lavori per la strada di Marzeluch; strada della Staulanza verso gli anni ’20; e quella di Passo Giau, aperta nel primo dopoguerra; il vecchio ponte di legno sul Codalonga; la corriera per Selva tra due muri di neve nel 1951; il medico condotto Antonio Bressan con Taddeo e Silvana Torre accanto alla vecchia “Balilla” negli anni ’30; una delle prime automobili giunte a Toffol, lungo la strada di Perazze circa l’anno 1920; ed una delle prime biciclette sulla strada di Selva (fra i pochi che dalla Grande Guerra ne fecero uso, a servizio della comunità, Luigi Nicolai “Gigo Cursòr” che per decenni percorse instancabile tutte le strade del paese, foto Fedele Chizzolin, raccolta Union de i Ladin de Selva); Maria De Mattia con la gerla ed un vaso forse del latte (raccolta Maria Grazia Callegari); carro di fieno trainato da mucche a Pescul verso la fine degli anni ’20 (raccolta Raffaella Dell’Andrea); Fausto Nicolai alla guida della slitta con un carico di legno (raccolta Dorina Monico Nicolai); Angelo De Zenero e Dino Dall’Acqua con slitta trainata da un asino (raccolta Remo De Zenero); Mauro Angeli con il camion dei Canciani di Caprile nella piazza di Selva verso il 1930 (raccolta Elisabetta Callegari).
MUSICA E POESIA A LIMANA NEL GIORNO DELLA FESTA DELLA DONNA
LIMANA Musica e poesia con lo scrittore Antonio Chiades ed il pianista-compositore Carlo De Battista. Questa sera alle 20.30, presso la sala Luigi Nocivelli, ingresso dietro la Biblioteca Comunale di Limana, Via Ruggero Fiabane n. 3. Ingresso gratuito, si consiglia la prenotazione per i posti limitati, inviado una mail all’indirizzo [email protected]
A SOSPIROLO RITORNA IL TEATRO
SOSPIROLO Questa sera alle 20.45 al Centro Civico si torna al teatro dal vivo nella giornata della donna, si terrà lo spettacolo teatrale “Il libertino” con la compagnia “Las Palabras” per la regia di Lara Rossa Mezzomo. La commedia leggera, che parla di donne e filosofia. Ingresso libero nel rispetto delle regole Covid
“NATA LIBERA” OGGI LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO A PONTE NELLE ALPI
PONTE NELLE ALPI Il Progetto Donne libere e protagoniste anche nella finanza “Nata Libera” verrà presentato ufficialmente oggi, data non casuale, nella sala “Tina Merlin” della Biblioteca civica di Ponte nelle Alpi, alle 18.30.
“L’indipendenza di una donna passa anche attraverso la gestione personale del patrimonio” dice Elisa Collazuol, consulente finanziaria promotrice dell’evento.
AUDIO
A FELTRE SI PARLA DEL GENERALE DE’ CASTIGLIONI E LA DIVISIONE PUSTERIA
FELTRE Venerdì 11 marzo alle 9.30, nell’Auditorium dell’Istituto Canossiano a Feltre, si terrà la seconda di una serie di conferenze organizzate dalla locale sezione dell’Associazione Nazionale Alpini, nell’ambito dei festeggiamenti per il suo centenario, intitolata “La persecuzione degli ebrei in Europa – la storia poco conosciuta di Maurizio de’ Castiglioni generale dell’esercito italiano”. Relatore della serata sarà il Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Nicola Tota, attuale comandante delle Forze operative sud. Originario di Corato (Bari)
PATTINAGGIO LIBERO AL DE TONI DI ALLEGHE
ALLEGHE Lo stadio Alvise De Toni è aperto al pubblico per il pattinaggio libero. Domani dalle 16:30 alle 18:30, venerdì dalle 21 alle 23 e sabato dalle 16:30 alle 18:30 e dalle 21 alle 23.
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https://www.radiopiu.net/wordpress/operazione-dei-carabinieri-forestali-anche-il-ministero-delle-politiche-agricole-e-stato-tratto-in-inganno/
IERI ALLA RADIO
ALLO ZERO TERMICO: DOLOMITI BEER & WINE DA NAPI ospite GIANLUCA ROSSI
ZERO TERMICO E’ UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO TERRITORIO, DALLA VOCE DEI PROTAGONISTI. TURISMO, SPORT, EVENTI, CULTURA, INTRATTENIMENTO. DAL LUNEDI’ AL VENERDI ALLE 15.10 ALLE 20.30. ZERO TERMICO. UN APPUNTAMENTO IN COLLABORAZIONE CON: SPORT 203. LA NATURALE PORTA D’INGRESSO….VERSO LO ZERO TERMICO. LOCALITA’ LE CAMPE STRADA AGORDO BELLUNO. ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA….DEDICATI A CHI AMA LA MONTAGNA.
TAIBON
UN BRINDISI IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA DONNA
di Claudio Fontanive
TUTTI I LUNEDI ALLE 10,30 E 1900, LA DOMENICA ALLE 8 007 IN CONDOTTA, LA SCUOLA CON LA PROF. MARIA ROSA SALMAZO E CLAUDIO FONTANIVE, IN PODCAST TUTTE LE PUNTATE DELLE ULTIME STAGIONI.
PUNTATA DEL 07 MARZO 2022
Spiegare la guerra ai bambini
DON CESARE, IL PENSIERO DEL GIORNO. ALLA RADIO ALLE 7 DEL MATTINO E ALLE 19.30 DELLA SERA.
INFORMAZIONE il canale su TELEGRAM informazione di prima mano e in tempo reale. iscriviti ed aiutaci a farlo conoscere
IN VIVO VERSO, SETTIMA STAGIONE CON BRUNELLA MORO, DAL LUNEDI AL VENERDI ALLE 7.10, 10.10 E 18.50
SBATTI LE ALI di CARLO MOLINARI
AUDIO
SBATTI LE ALI
Canta, amico passero,
dall’innocenza del tuo ramo.
Il mondo intero
giace nelle spire delle guerre,
che uccidono l’uomo
e uccidono madri e bambini.
Canta, amico passero,
anche il tuo ramo crollerà.
E noi non sapremo
come far tacere le bombe
in un sepolcro spoglio di ossa,
che contenga invece
solo poltrone e carta moneta.
Non sapremo ancora
come si lava il marciume
che l’ignavia di molti
non sa più come seppellire.
Ecco, amico passero,
ora giaci anche tu a terra.
Colpito da una granata,
con una risata di ghiaccio.
Anche tu muori,
senz’aver capito le guerre.
Sbatti le ali, le apri in croce,
si serrano i tuoi occhi.
Ma sorridi ansante a chi
t’ha appena sparato in fronte,
senza saper
d’aver ancora crocifisso Dio.
LA RACCOLTA COMPLETA
GOCCE DI FILOSOFIA
PUNTATA 151
LA RACCOLTA COMPLETA
MUSICA PIU’
MUSICA ALLA RADIO, IL PROGRAMMA DI LORIS SCUSSEL “COLLAGE OPERAZIONE NOSTALGIA” DAL LUNEDI AL VENERDI ALLE 16.00 E ALLE 23
PUNTATA 556 DEL 07 MARZO 2022
La nuova settimana di “Collage operazione nostalgia” si aprirà all’insegna della musica internazionale poi martedì sarà la volta dei complessi anni 60/70, mercoledì rock prog inglese di alto livello, giovedì canzoni leggere per sorridere un po’ in un periodo in cui se ne sente particolarmente il bisogno, venerdì infine spazio ai cantautori di casa nostra. Il programma andrà in onda dal lunedì al venerdì alle 16,00 e alle 23,00.
FREEMIX, LA LIBERTA’ MUSICALE MIXATA DA DJ ATHOS E RACCONTATA DA DJ JACK
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DUE MINUTI UN LIBRO, TUTTI I GIORNI ALLA RADIO ALLE 9.40 E ALLE 17.50
LA RACCOLTA COMPLETA
L’ALMANACCO LADINO
LA RACCOLTA
LA RASSEGNA STAMPA DA L’AMICO DEL POPOLO
OSPITE: Inna Maslovska
LA RACCOLTA COMPLETA
I RACCONTI DI PAOLO SOPPELSA
LA FINALE
AUDIO
Esattamente vent’anni fa l’Alleghe Hockey in finale di campionato; che storia potente! La mia prima finale vissuta “dal vivo”, ‘che quella storica del 1985, persa allo spareggio contro il Bolzano, avevo sette anni ed ho solamente ricordi orali dal sapore di quasi leggenda. Ero adolescente, invece, al tempo della mitica vittoria in Alpenliga, ma Villach era lontana e per fortuna c’era la RadioPiù a portarmi l’emozione in casa; e quest’anno a dicembre saranno trent’anni da quel trionfo che è storia. Stavolta per fortuna era tutto diverso; c’ero dentro in pieno in quella emozione iniziata alla fine di settembre e cresciuta partita dopo partita. Verso Natale, commentando le partite al ritorno da Alleghe, in macchina si iniziava timidamente a pensare che “chesto podarie ese l’an bon par vinze sto benedeto campionato”. Erano vittorie in casa e fuori casa, pure al Palaonda di Bolzano e in terra lombarda in quel di Milano; e quando arrivava qualche battuta d’arresto non erano mai brutte sconfitte. L’inverno avanzava, le Civette volavano sempre in alta classifica e maturava la consapevolezza che “sì, stavolta si poteva fare, si poteva pensare di esaudire quel grande sogno chiamato scudetto”. Terminò la stagione dei silenzi ed arrivò una bella e tiepida primavera, si sciolse il ghiaccio sul lago ma non quello del De Toni; era giunto il tempo delle partite da “dentro o fuori”, quelle delle cariche dure e delle barbe sempre più lunghe dei giocatori. Dopo la metà del mese fu mitologica semifinale contro l’avversario di sempre; gli altri biancorossi del Bolzano si presentarono agguerriti e duri più che mai, e furono cinque partite da infarto, con la serie culminata con la disputa della “partita perfetta” da parte degli agordini; tre a zero e Bolzano abbattuto. Una sera indimenticabile, una emozione violenta, una botta di adrenalina ad ogni azione. Lo stadio colmo di tifosi, gli occhi lucidi di tanti ed il mio scassarmi le corde vocali gridando quel “è finale” a filo di sirena. Non ci fu nemmeno il tempo di metabolizzare quella storica vittoria; due giorni appena e mi trovai proiettato in una dimensione nuova. Ora la finale non era più un sogno, un tabù, una parola da non pronunciare per scaramanzia; era realtà quella prima partita che si sarebbe giocata al De Toni la sera dell’ultimo giovedì di marzo. Era tutto strano in quei giorni; assistere ad un hockey “di primavera”, arrivare “n’ Zunaia” mentre il sole iniziava a tramontare invece che al buio. E poi il non dover imbacuccarsi come un palombaro, che ormai anche dentro allo stadio si percepiva un tepore nuovo. C’era entusiasmo nell’aria e le pagine dello sport dei quotidiani locali erano tutte dedicate ai biancorossi. C’erano i biglietti in prevendita e la 203, che nelle sere di marzo potresti quasi dormirci in mezzo ai rettilinei di Candaten, che tanto non passa nessuno e invece alle diciotto di quel giovedì di fine marzo c’era il caos di traffico come a Ferragosto. Io e papà fummo fra i primi ad arrivare ad Alleghe; la primavera si sentiva pure in riva al lago e la tensione nell’aria era palpabile. Ma era una tensione diversa dal solito; ora, in caso di vittoria nella serie, non era più “chissà chi becchiamo in semifinale”; stavolta vincere avrebbe significato cucire sulle maglie quel Tricolore che mancava, e questa prospettiva incuteva perfino un certo timore. Fuori dello stadio i giocatori del Milano facevano pre-riscaldamento palleggiando fra loro con un pallone da calcio. Li guardavo mentre aspettavo che aprissero il cancello, e sembravano rilassati, probabilmente abituati alle partite di questa importanza. Io, invece, rilassato non lo ero per niente; fremevo per prendere posto prima possibile sul penultimo grandone della tribuna grande. All’ingresso il cospicuo numero di agenti di Polizia e Carabinieri in tenuta anti-sommossa faceva capire, se ancora ce ne fosse stato bisogno, l’importanza dell’evento. Poco dopo le sette lo stadio era già sold-out, con il Nucleo Disagiato all’opera per allestire la coreografia delle grandissime occasioni. Mentre osservavo i primi movimenti nei pressi delle panchine percepivo una atmosfera nuova, quasi seria; c’era un sapore di ignoto, una sorta di spaesamento, un ritrovarsi dentro ad un qualcosa di sconosciuto. Un sentire di avere a pochi passi un sogno che ora si sarebbe potuto davvero toccare con mano. Poi quel sogno lungamente sognato improvvisamente diventò tempo presente; ed il cuore prese a battere al tempo dei dischi scagliati a raffica sui gambali dei portieri durante il riscaldamento. Le facce tese e grintose dei giocatori agordini, il pattinaggio solido dei giocatori meneghini; la musica durante la pulizia del ghiaccio e poi le luci che si abbassano. L’entrata in campo delle squadre, la voce emozionata dello speaker di campo che scandisce nome e numero dei giocatori. E poi l’inizio; il primo ingaggio, i cori potenti della tifoseria del Milano che incutono soggezione. È tifo da stadio di calcio, lo si sente quel timbro in stile San Siro dei tamburi; sono abituati loro ai grandi stadi, noi, invece, per qualche attimo sembriamo spaesati. Poi il Nucleo intona quel “forza Alleghe” e tutti ci aggreghiamo; ora anche noi ci facciamo rispettare, tiriamo fuori l’orgoglio agordino ed il “forza Alleghe” che ne esce mette davvero i brividi. In campo il gioco è duro il giusto ma corretto e le squadre giocano a viso aperto. Scorrono i minuti sul punteggio di uno a uno; è equilibrio perfetto sul ghiaccio e tifo infuocato sugli spalti. Sono incontri, questi, in cui basta un singolo episodio per deciderne la sorte. È una stecca agordina che incredibilmente si incastra in balaustra sotto ad un cartellone pubblicitario, è la breve inferiorità numerica indotta da questo episodio a creare l’occasione per il vantaggio dei milanesi. E i lombardi non si lasciano sfuggire l’occasione ed è due a uno che non si schioderà più fino al suono dell’ultima sirena. Poi la serie di partite continua, ma le Civette sono stanche, fiaccate dalla lotta durissima combattuta contro il Bolzano. A Milano è ancora sconfitta, gara 3 ad Alleghe è quasi ultima spiaggia. È ancora stadio stracolmo, è pubblico che spinge i biancorossi, sono i giocatori agordini che danno il 140 % sul ghiaccio. Ormai sono solo energie nervose che pian piano calano fino a quel tiro milanese dalla blu che va ad infilarsi nel sette; 4 a 3 e sogno finito. Gara 4 a Milano è occasione perfetta che i meneghini non si lasciano sfuggire; e per loro è festa scudetto in casa. Svanì così la grande occasione di portare a casa il Tricolore ed ebbe inizio un periodo di grande hockey in riva al lago. Altre emozioni, gioie e dolori ed un grande rimpianto, cinque anni più tardi, per quella finale tutta bellunese che per un soffio non si giocò. Fu ancora il Milano a spezzare il sogno allo spareggio di semifinale; e lo scudetto, quell’anno, finì dalla parte sbagliata del Falzarego e fu vero dolore che perdurò fino all’estate. Ma questa è un’altra storia da raccontare…forza vecchio cuore biancorosso!!
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