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L’ANNIVERSARIO, 250 ANNI DA LA FRANA CHE PORTO’ ALLA FORMAZIONE DEL LAGO DI ALLEGHE
ALLEGHE Oggi alle 10,30 verrà celebrata nella chiesa di Alleghe la messa a suffragio delle 52 vittime che 250 anni or sono persero la vita a seguito delle due frane del monte Piz.
il sindaco Danilo De Toni
foto: appartamenti-alleghe.it, cartoline del passato
Il Veneto dopo oltre un mese di primato non è più la Regione più contagiata l’Italia, da ieri superata nel numero di contagi dalla Lombardia. Ieri 1777 nuovi casi, 53 decessi ma cresce il numero dei ricoveri (+43) e in terapia intensiva (+13). La provincia più colpita è quella di Padova con 21.583 positivi, 3598 nel bellunese. La campagna vaccini prosegue, ieri sono stati invitati a porgere il braccio i sanitari del 118 compresi i volontari delle ambulanze da Arabba a Selva di Cadore, da Colle Santa Lucia alla Valle del Biois. In Regione sono state inoculate oltre 68mila dosi di vaccino (50mila operatori sanitari, 9000 ospiti delle case di riposo, 7500 dipendenti delle strutture residenziali per anziani), ieri 4744. Ieri in provincia altri 4 decessi e 108 positivi, 124 persone attualmente positive in meno rispetto a sabato e 230 guariti in più che portano il totale dei negativizzati a 12.131. In ospedale ci sono 142 persone, 54 a Belluno e 35 a Feltre, 12 in terapia intensiva (7 a Belluno, 5 a Feltre), 34 i pazienti negli ospedali di comunità (5 Alano, 2 Auronzo, 16 Belluno, 11 Feltre).
SONO 4 I DECESSI DELLE ULTIME ORE IN ULSS 1 DOLOMITI, 108 I NUOVI POSITIVI. AL VIA LE VACCINAZIONI AGLI OVER 80
BELLUNO Nelle ultime 24 ore sono decedute 4 persone covid positive: un uomo di 62 anni e un uomo di 77 anni ricoverati in Rianimazione a Belluno, una donna di 92 anni ricoverata in Geriatria a Belluno e un uomo di 64 anni ricoverato in Geriatria a Feltre. I nuovi positivi in Ulss 1 Dolomiti sono 108.
Ricoveri
(dato alle ore 17.00 fonte: Azienda Zero)
Le persone attualmente POSITIVE ricoverate negli ospedali dell’Ulss Dolomiti sono:
Area NON CRITICA | Terapia Intensiva | |
Ospedale di Belluno | 54 | 7 |
Ospedale di Feltre
Ospedale di Agordo |
35
7 |
5 |
Le persone attualmente POSITIVE ricoverate in Ospedale di Comunità sono:
pazienti attualmente positivi | |
Ospedale di Comunità ALANO | 5 |
Ospedale di Comunità AURONZO
Ospedale di Comunità di BELLUNO |
2
16 |
Ospedale di Comunità di FELTRE | 11 |
Da oggi i drive-in tamponi dell’Ulss Dolomiti saranno attivi nelle seguenti sedi ed orari: Belluno Ospedale San Martino – dal lunedì al sabato dalle 7.00 alle 19.00, Sagrogna domenica dalle 7.00 alle 19.00; Feltre Via delle Industrie – Peschiera (ex- Marangoni) dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30; Tai di Cadore Piazzale Dolomiti – martedì, giovedì, sabato – dalle 15.00 alle 17.00; Agordo Piazzale Tamonich – lunedì, mercoledì, venerdì – dalle 15.00 alle 17.00. Oggi prende avvio la vaccinazione della popolazione over 80, sperimentando diverse modalità organizzative, anticipando quanto previsto.
UCCISO DELLA LEUCEMIA A 30 ANNI, IL RICORDO DEL SINDACO ROBERTO PADRIN
LONGARONE Renè Bez, è scomparso ieri mattina dopo tre anni di malattia e di lotta contro la leucemia. Originario di Igne, viveva nel capoluogo, combatteva da tre anni contro la malattia. Il ricordo del sindaco di Longarone Roberto Padrin
“Ciao caro Rene’, avevi tanta voglia di vivere, ma una maledetta malattia ti ha portato via lasciandoci un grande vuoto. Non riusciremo mai a comprendere come possa un giovane ragazzo come te lasciarci in questo modo, ma sappi che ti abbiamo voluto un mondo di bene, la tua mamma, il papà, l’amico Giorgio, i parenti, i tuoi coscritti, gli amici. Noi ti ricordiamo così con quel tuo sorriso, con quella tua semplicità e forza che ti hanno aiutato a superare i momenti difficili della vita. Hai lottato come un leone fino all’ultimo e ti porteremo sempre nel nostro cuore”
DONAZZAN: FUORI SUBITO. IL CENTRO SINISTRA CHIEDE LE DIMISSIONI PER APOLOGIA DEL FASCISMO
VENEZIA “Faccetta nera, bell’abissina”. La vicentina Elena Donazzan, in tasca la tessera politica di Fratelli d’Italia, diversi mandati in passato e oggi con l’incarico di assessora all’istruzione della giunta regionale di Zaia, canta l’inno fascista in diretta con Cruciani, davanti all’indignazione di Parenzo alla “Zanzara”, il programma di Radio 24 in onda dalle 18.30 alle 20. 50. L’esibizione nella puntata andata in onda l’ 8 gennaio. Il centrosinistra chiede le dimissioni e l’intervento della magistratura per apologia del fascismo.
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DA TAIBON, “FORZA MATHIAS”
TAIBON Un giovane di 28 anni, Mathias Martini di Listolade con impiego nell’ufficio tecnico della Luxottica di Agordo, è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Belluno in seguito alle ferite riportare nel grave incidente di sabato mattina in via Strapont. Da una prima ricostruzione dei Carabinieri di Gosaldo, chiamati sul posto, l’uomo stava lavorando in compagnia di alcuni amici tritando dei ceppi di legna. Lo scivolone nella neve è stato fatale, il piede è finito nell’apparato, fino all’altezza della caviglia. Immediatamente soccorso è stato portato in ospedale. Erano circa le 9. I soccorsi sono stati il più possibile tempestivi e il ferito è stato trasportato al San Martino e sottoposto ad intervento chirurgico. Non era solo Mathias, con lui altri amici altrettanto appassionati di lavori nel bosco abituati nei fine settimana a dedicarsi ai loro hobby. Loro sono stati i primi ad intervenire con importanti operazioni di primo soccorso per tamponare l’emorragia in attesa dei sanitari e dell’elicottero del Suem. Da Listolade al centro di Taibon s’è alzato un “Forza Mathias”.
GIOVANE SCIALPINISTA S’INFORTUNA, ELITRASPORTATO A BELLUNO
PIEVE DI CADORE Ieri attorno alle 15.40 la Centrale del Suem è stata allertata per l’infortunio di un giovane scialpinista, avvenuto sotto la Cima Cadin di Vedorcia, sugli Spalti di Toro, non distante dal Rifugio Tita Barba. Scendendo con il padre e altre persone infatti un tredicenne di Pieve di Cadore (BL), aveva riportato un probabile trauma alla gamba e non era più in grado di proseguire. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore si è diretto sul posto, atterrando in uno spiazzo predisposto al momento dagli sciatori. Il ragazzo è stato quindi preso in cura dall’equipe medica, imbarcato e trasportato all’ospedale di Belluno.
GIORNATA DI CONTROLLI SUL PASSO GIAU PER I CARABINIERI SQUADRA SOCCORSO ALPINO DI CORTINA
PASSO GIAU Giornata di controlli per i Carabinieri della squadra Soccorso Alpino di Cortina. Gli uomini dell’arma hanno constatato che sul percorso da Forcella Giau a Mondeval gli appassionati di montagna agissero nel rispetto delle norme di sicurezza Anti-Covid evitando assembramenti e controllando il rispetto delle norme di sicurezza. Erano circa 90 gli escursionisti presenti sull’itinerario di cui una decina muniti di ciaspole.
MALTRATTA LA MOGLIE: ARRESTATO E’ GIA’ SCARCERATO
CORTINA Senza pietà contro la moglie, davanti ai figli minorenni. Un trentenne è stato arrestato, all’ennesima lite ha messo le mani sul collo della moglie con la chiara intenzione di strozzarla. E’ successo nella sera di capodanno e l’uomo originario dell’Est Europa ma da tempo residente in Cadore è finito in carcere per lesioni e maltrattamenti in famiglia.
A Baldenich non c’è rimasto molto visto che è stato già scarcerato ma non può più avvicinarci a moglie e figli, non fino alla conclusione del procedimento penale dove per i maltrattamenti in famiglia rischia fino a 7 anni di carcere. Ad addomesticare l’uomo a capodanno ci hanno pensato gli uomini del commissariato di Cortina allertati da un vicino. Quella sera l’uomo era rientrato a casa ubriaco proponendo la solita furia tra botte e insulti.
AD AGORDO LA DOMENICA DEI VIGILI DEL FUOCO… INIZIA COSI’
I POMPIERI DI COLLE SANTA LUCIA
LIVINALLONGO Allertati dalla Sala Operativa del comando di Belluno in supporto ai permanenti di Agordo hanno rimosso la neve dal tetto della scuola materna di Arabba. Sul posto una squadra con il polisoccorso.
I POMPIERI DI CANALE D’AGORDO
CANALE D’AGORDO Sono proseguite nel fine settimana le operazioni di pulizia degli idranti da San Tommaso alle frazioni di Falcade con la collaborazione della protezione civile a Vallada
SONO 357 I VACCINATI NEL V-DAY DEDICATO AGLI OPERATORI DEL 118
BELLUNO Sono 357 i vaccinati effettuati ieri, in modalità Drive – in al San martino di Belluno a operatori e volontari della rete di emergenza urgenza 118. Vista la gran richiesta, erano state aumentate le dosi disponibili ed era stata attivata una seconda linea di vaccinazione. Tutto si è svolto con regolarità: dopo l’anamnesi, sotto il controllo medico del direttore del Suem 118 Giulio Trillò e dal medico del Dipartimento di Prevenzione Donatella Rizzato, sono state vaccinate contro il covid con il vaccino Pfizer Biontech 357 persone. Ecco la lista delle associazioni/enti della rete 118 che hanno partecipato a questa prima seduta vaccinale: Babcock (piloti e tecnici della Base di Belluno), CNSAS (Tecnici Elisoccorso e Cinofili della Base di Belluno), Croce Bianca di Cortina, Croce Bianca di Livinallongo, Croce Verde Val Biois, Croce Verde Alleghe, Volontari Rocca Pietore, Croce Bianca Colle S. Lucia, Croce Bianca Val Fiorentina, Croce Verde Zoldo Alto, Volontari Forno di Zoldo, CRI Belluno, CRI Feltre, EVA Alpago, SEAS, Val Belluna Emergenza, Vol.A.
QUANDO IL VACCINO SALE IN QUOTA
IL PRESEPE DELLA PRO LOCO DI RIVAMONTE SOMMERSO DALLA MONTAGNA DI NEVE
RIVAMONTE
di Gianni Santomaso
I GRAFICI DI TIZIANO DE COL
2021.01.10_Report ore 18.30L’AGGIORNAMENTO SULLA SOMMINISTRAZIONE DEI VACCINI ANTI-COVID
COVID-19. CISL VENETO CHIEDE TAVOLO SU SICUREZZA POSTI LAVORO E CAMPAGNA VACCINAZIONE. ZAIA, “RIATTIVEREMO TAVOLI PER CONDURRE LA BATTAGLIA INSIEME”
VENEZIA “Ritengo che stiamo combattendo una battaglia comune. L’obbiettivo non è quello di fare polemiche ma di fare in modo che si ammalino il minor numero possibile di persone. La proposta che la Cisl ci pone è perfettamente su questa linea; accolgo la richiesta e, ben volentieri, do corso a quanto è in mio potere per riattivare i tavoli che erano già stati aperti in primavera”. Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, risponde al segretario della Cisl del Veneto, Gianfranco Refosco, che chiede l’attivazione di un tavolo di concertazione regionale al fine di aggiornare i protocolli di sicurezza nei posti di lavoro e procedere ad una campagna informativa a sostegno della vaccinazione. “Penso vada reso merito a chi pone la questione della vaccinazione, dimostrando molto senso di responsabilità – aggiunge il Governatore -. Dobbiamo, infatti, lavorare tutti insieme per venire fuori da questo incubo il più velocemente possibile. Sono già troppe le ricadute negative sotto il profilo occupazionale. Siamo entrati in questa triste vicenda il 21 febbraio che eravamo la regione con la minor disoccupazione in Italia, pari al 6,6%. Oggi ci ritroviamo con 65.000 posti di lavoro persi e non sappiamo ancora quanti ne verranno messi in discussione quando sarà sbloccata la possibilità di licenziare. Posso soltanto comprendere lo spirito della richiesta del sindacato perché, come ho detto, la battaglia è comune e bisogna condurla insieme”.
IL MINISTRO FEDERICO D’INCA’ PARLA DEI RISTORI E LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO
ROMA “C’è una parte del Paese, quella che produce e che ha subito notevoli danni a causa dei cali di fatturato legati alle misure di contenimento della pandemia, che vuole delle legittime risposte. E questo è quello che tutti noi dobbiamo impegnarci a fare, invece di perdere tempo prezioso a risolvere beghe politiche incomprensibili e inattuali. Serve un nuovo scostamento di bilancio e serve il prima possibile per poter erogare nuovi ristori alle categorie in difficoltà come, ad esempio, ai gestori di impianti sciistici e agli operatori della montagna, agli alberghi, bar e ristoranti, alle realtà imprenditoriali che vivono di turismo e che quest’anno sono state molto penalizzate. Serve chiudere la partita del #RecoveryPlan per far arrivare il prima possibile i 209 miliardi dell’Europa e far ripartire il Paese. Come già successo in passato, per gli scostamenti di bilancio serve la collaborazione di tutti perché, come dico da sempre, aiutare i nostri concittadini non è un’attività che ha un colore politico. Ci sarà un tempo in cui potremo occuparci della politica dei partiti, ma adesso servono unità e collaborazione per dare delle risposte concrete”. Queste le parole del Ministro D’Incà su Facebook
VOCE ALLE PREOCCUPAZIONI DEGLI ADDETTI ALLA RICETTIVITA’ NELLA “GUERRA” SOCIALE ED ECONOMICA
LIVINALLONGO Silvia De Dorigo Del Monego esprime i problemi degli albergatori in questo periodo di pandemia.
FRATELLI D’ITALIA PROMUOVE UN’AZIONE GIUDIZIARIA DEI PUBBLICI ESERCIZI CONTRO LE CHIUSURE OBBLIGATE DAI DPCM
VENEZIA Sono già centinaia le adesioni all’azione collettiva di risarcimento promossa da Fratelli d’Italia a sostegno dei gestori di ristoranti, bar e pubblici esercizi costretti alla chiusura dai vari DPCM. Con questa azione, FdI intende sostenere sul fronte logistico e procedurale tutto quel mondo economico che, come denunciano il senatore Luca De Carlo e il deputato Marco Osnato, “è stato ingiustamente messo in ginocchio dai provvedimenti del Governo che si sono susseguiti durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. “Oltre ad aver evidenziato diverse criticità costituzionali, come già rilevato da diverse corti”, sottolinea infatti Osnato “i vari DPCM hanno interpretato in maniera troppo restrittiva le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, che mai nei suoi verbali ha chiesto la serrata serale dei locali, sottolineando invece le necessità di distanziamento e di adeguate misure di igiene, per le quali i ristoratori sono subito intervenuti anche con importanti investimenti resi inutili dall’imposizione delle chiusure”. “Fin dall’inizio della pandemia, siamo stati vicini alle categorie economiche colpite dalle chiusure e da una crisi senza precedenti”, aggiunge De Carlo. “Ora, con questa azione, per la quale FdI si assumerà interamente le spese, vogliamo sostenere chi è stato ingiustamente colpito senza alcuna evidenza scientifica”. De Carlo e Osnato rimarcano poi come l’azione politica fatta da Fratelli d’Italia in Parlamento non sia stata recepita dal Governo: “Abbiamo presentato centinaia di emendamenti e di proposte, in aula e in commissione, tutte puntualmente bocciate. A questo punto, ci troviamo costretti a passare all’azione giudiziaria”.
VENETO IN ZONA ARANCIONE: CONTINUA LA SOFFERENZA DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI
BELLUNO Il Veneto finisce in “zona arancione” e per le attività economiche continua l’agonia. Di fatto moltissime categorie proseguono nella paralisi lavorativa già registrata a dicembre e durante le festività. «Il grido di allarme che riceviamo dai nostri associati è fortissimo e le imprese artigiane stanno faticando a reggere l’urto delle nuove restrizioni» afferma la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella. «Serve un’erogazione rapida dei ristori più volte annunciati, altrimenti c’è il rischio di arrivare a chiusure a raffica, con la conseguenza di una desertificazione economica e imprenditoriale destinata a colpire soprattutto le aree più fragili e marginali della nostra montagna, con ricadute inevitabili sullo spopolamento e sulla demografia delle “terre alte”». Gli uffici di Confartigianato Belluno stanno seguendo da mesi l’evolversi della situazione. Anche con interventi mirati ad agevolare le imprese associate. «Tra le iniziative messe in campo, ricordo soprattutto le pressioni mosse a livello nazionale, con la struttura di Confartigianato, per posticipare a febbraio 2021 l’avvio della lotteria degli scontrini, che costringe bar, ristoranti e attività a ulteriori adempimenti burocratici – spiega il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso -. A livello locale, invece, abbiamo ottenuto dalla Provincia un contributo di 100mila euro per bus operator e Ncc, con la garanzia di un tavolo in cui discutere le strategie future di sinergia tra pubblico e privato nel settore dei trasporti. In questo momento, la nuova “zona arancione” sta mettendo in seria difficoltà l’organizzazione aziendale e la tenuta psicologica degli imprenditori. Tra i settori maggiormente colpiti registriamo bar, pasticcerie, ristoranti, ma anche le palestre che sono chiuse ormai da mesi, e tutto quello che ruota attorno al turismo. Per questo chiediamo che i ristori siano puntuali e sostanziosi, ma soprattutto calibrati sulle reali difficoltà. Che si misurano con i numeri, quindi col calo di fatturato e non a comparti stagni per categorie. Credo sia importante un metodo del genere per garantire la sopravvivenza delle attività». «È importante anche che la campagna vaccinale, su cui crediamo molto per poter ripartire presto e in sicurezza, riguardi anche le imprese e i lavoratori, che non devono essere messi in coda – aggiunge la presidente Scarzanella -. Venga data la possibilità agli artigiani di essere vaccinati in tempi rapidi, per poter garantire quei servizi sul territorio che le nostre attività da sempre assicurano. Nel frattempo, rinnoviamo l’appello ai bellunesi ad acquistare locale e artigiano anche dopo le festività: un piccolo aiuto non solo per le imprese, ma per tutto il territorio».
COVID, BOND (FI): «PERCHÉ NON SI È COSTRUITO UN MODELLO DIFFERENZIATO PER LA MONTAGNA?»
ROMA «Se la ratio è quella di evitare gli assembramenti, la montagna è stata penalizzata oltremisura. Si poteva tranquillamente pensare un modello differenziato per le zone con bassa concentrazione di popolazione». Lo dice in una nota il deputato di Forza Italia Dario Bond. «Anche in questa domenica da zona arancione vediamo che molti escursionisti e scialpinisti hanno scelto di farsi un giro in montagna sulle Dolomiti e sulle Prealpi bellunesi. Una giornata all’aria aperta, lontano dai luoghi dell’assembramento cittadino, per ritemprarsi. Nessun assembramento e nessun rischio di contagio; di sicuro, meno rischi rispetto al fare la spesa al supermercato o nei centri commerciali. Allora perché non si è costruito un modello differenziato? In un emendamento presentato il 10 dicembre l’avevo previsto e chiesto, per tutta la montagna italiana. Del resto, gli escursionisti non mancheranno neanche nei prossimi fine settimana. Ma intanto bar, ristoranti e attività sono costretti a rimanere chiusi, perdendo così un’occasione importante per recuperare almeno parte del fatturato andato perso nelle ultime settimane».
FERROVIA: LA FELTRE – PRIMOLANO RIMANE TRA LE PRIORITA’
BELLUNO «Il collegamento ferroviario Feltre-Primolano resta una delle priorità per la Provincia di Belluno. Spiace constatare che non sia così anche per Trento. Da parte nostra continueremo a portare avanti il progetto in tutte le sedi opportune». È quanto afferma il consigliere provinciale delegato alla mobilità Dario Scopel, alla lettura della risposta a un’interrogazione avanzata nel consiglio provinciale trentino dell’ottobre 2019. Una risposta in cui Maurizio Fugatti (presidente della Provincia autonoma) dice chiaramente che il collegamento ferroviario Feltre-Primolano è stato oggetto di un’istruttoria di Rfi, «ma la priorità – a quanto pare – rimane la Rovereto-Riva del Garda». «Una Provincia come quella di Trento, in cui le infrastrutture non mancano, può benissimo considerare secondario il collegamento Feltre-Primolano. Da parte nostra invece, da parte di un territorio che deve scontare un certo isolamento e la mancanza di collegamenti, la Feltre-Primolano rappresenta una delle priorità per la parte bassa del nostro territorio. Penso soprattutto alla possibilità dei pendolari e degli studenti rivolti verso Trento. Ma penso anche allo sviluppo dell’anello delle Dolomiti e agli scenari che potrebbero aprirsi a ridosso delle Olimpiadi. Abbiamo la necessità di portare avanti questo progetto ed è quello che faremo. Come stiamo lavorando per l’inserimento nella programmazione di qualche treno veloce. Con l’elettrificazione non sarebbe male avere una freccia, via Feltre, che ci permetta di raggiungere in tempi rapidi Padova e la pianura».
COVID, CON AUTONOMI TRATTATI COME STATALI, AI PRIMI SPETTEREBBERO 250 MILIARDI: RISORSE PARI A QUELLE PREVISTE DAL RECOVERY PLAN E DALLA FINANZIARIA 2021
Con la legge di Bilancio 2021 è salito a 3,8 miliardi l’importo a disposizione del fondo per il nuovo contratto di lavoro degli statali. Considerando gli effetti che questa decisione avrà anche sui dipendenti delle amministrazioni periferiche, si raggiunge una disponibilità di spesa complessiva pari a 6,7 miliardi di euro: il 26 per cento in più di quanto erogato a tutti i lavoratori del pubblico impiego nell’ultimo rinnovo firmato nel 2018.
Ebbene, se, con lo stesso “slancio”, fossero riconosciute alle attività economiche che sono state costrette a chiudere per decreto o per DPCM sia le perdite di fatturato registrate l’anno scorso sia un contributo aggiuntivo del 26 per cento, lo Stato dovrebbe conferire a questi imprenditori colpiti dal Covid poco più di 250 miliardi di euro: un importo che sfiora la somma degli stanziamenti previsti dal Recovery plan e dalla legge di Bilancio per il 2021. La provocazione è sollevata dalla CGIA.
Ricordiamo che, fino ad oggi, a causa della pandemia, tutte le attività economiche hanno ottenuto dall’esecutivo – al netto delle agevolazioni in materia di credito e dell’effetto dello slittamento di alcune scadenze fiscali – solo 29 miliardi di euro di aiuti diretti.
Intendiamoci, qualcuno potrebbe giudicare questa comparazione tra dipendenti pubblici e lavoratori autonomi insensata e, soprattutto, irriverente nei confronti dei primi che sono in attesa del rinnovo del contratto. Obiezioni, queste ultime, in parte condivisibili. Tuttavia, con questa forzatura vogliamo mettere in luce come una parte importante dell’economia italiana – costituita da almeno 5 milioni di artigiani, commercianti, esercenti, albergatori e lavoratori autonomi – abbia subito perdite consistenti a causa delle chiusure imposte per decreto dal governo, non abbia beneficiato di indennizzi adeguati, sebbene da sempre non possono contare su alcun ammortizzatore sociale.
A differenza dei lavoratori del pubblico impiego che, invece, di fronte a questa crisi economica senza precedenti non hanno corso alcun pericolo di perdere né il posto di lavoro né una parte del proprio reddito. Senza contare che tra i lavoratori della Pubblica Amministrazione è stata molto elevata la quota di coloro che in questi mesi di Covid ha potuto sperimentare lo smart working, riuscendo a conciliare meglio il lavoro con gli impegni familiari e il tempo libero, beneficiando anche dell’azzeramento dei costi di trasporto e di quelli legati alla pausa pranzo.
“Le crisi economiche – esordisce il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – non sono mai democratiche. Anche questa volta, infatti, a pagare il conto più salato saranno le persone più fragili, come le donne e i giovani. E se questi ultimi sono anche titolari di una partita Iva, i disagi aumentano esponenzialmente. Per questo motivo è giunto il momento di creare una rete di protezione sociale finalmente universale che coinvolga tutti: lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti sia del pubblico che del privato. Sia chiaro, questa strada va perseguita senza togliere le garanzie già acquisite dai lavoratori subordinati, ma allargando le tutele anche a coloro che ne sono attualmente sprovvisti, utilizzando, in prima battuta, le risorse che spenderemo per il cashback. Un provvedimento, questo, che assume sempre più i contorni di una vera iattura. Nei prossimi 2 anni, infatti, costerà alle casse dello Stato quasi 5 miliardi di euro che scandalosamente regaleremo alle persone più ricche. Risorse, invece, che sarebbero da utilizzare per sostenere le tante partite Iva che a causa del Covid e delle chiusure imposte per decreto rischiano di abbassare definitivamente la saracinesca”.
“E’ comunque doveroso sottolineare – afferma il segretario Renato Mason – che con la legge di Bilancio per l’anno in corso il Governo ha cominciato a fare qualche piccolo passo nella giusta direzione, anche se siamo ancora in una fase embrionale e del tutto insufficiente. Sebbene in misura ancora troppo timida e incerta, comincia a prendere forma un welfare più equo e solidale che estende i suoi effetti anche al popolo delle partite Iva. Un sistema che poggia sull’esonero parziale dei contributi Inps dovuti dai lavoratori autonomi e dai liberi professionisti, finanziato tuttavia da un fondo di copertura pari a un solo miliardo di euro, e sull’introduzione dell’identità straordinaria di continuità reddituale e operativa, vale a dire una specie di cassaintegrazione a sostegno del reddito dei professionisti iscritti alla gestione separata Inps. La strada è stata tracciata, ora bisogna proseguire su questo versante investendo più risorse e con maggiore determinazione, perché non è più accettabile, come ha dimostrato questa crisi pandemica, che alcuni lavoratori siano pressoché immuni da qualsiasi rischio e altri non possano usufruire di alcun ammortizzatore sociale in caso di difficoltà”.
L’Ufficio studi della CGIA, infine, segnala che l’ultimo contratto siglato dai dipendenti pubblici è stato firmato nel 2018 ed ha interessato il triennio 2016-2018. L’accordo è arrivato dopo quasi un decennio di blocco degli stipendi imposto per legge. Analizzando l’andamento della retribuzione lorda media nel pubblico impiego, si evince, che tra il 2010 e il 2019 l’incremento è stato del 4 per cento (l’inflazione, invece, nello stesso periodo è salita del 10,5 per cento). Se in questo decennio gli aumenti contrattuali a causa del blocco non hanno subito aumenti significativi, nel quindicennio precedente (1995-2009) l’innalzamento della spesa fu esponenziale: +72 per cento contro una crescita media dell’inflazione del 40 per cento. A seguito di questa impennata dei costi delle retribuzioni dei lavoratori del pubblico impiego, il Governo Berlusconi IV e successivamente anche gli esecutivi Monti, Letta e Renzi decisero di sterilizzarne gli aumenti per quasi 10 anni, con l’obbiettivo, in parte raggiunto, di frenare la spesa pubblica di natura corrente.
IL MAESTRO RAFFAELE DE GIACOMETTI DI PEDAVENA VINCE IL 47° PREMIO INTERNAZIONALE DI COMPOSIZIONE “GUIDO D’AREZZO”
Parla feltrino il 47° concorso internazionale di composizione “Guido d’Arezzo” che è un corollario integrativo e interattivo del celebre ed omonimo concorso internazionale di canto corale la cui prima edizione si tenne nel 1952. In quest’ultima edizione si è imposto il giovane compositore Raffaele De Giacometti con il brano “Otra cancion” che ha ottenuto il voto di 89,6/100 da una qualificata giuria composta da nomi prestigiosi di musicisti di varie nazioni. De Giacometti ha studiato composizione al conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto diplomandosi con il massimo dei voti. Ha al suo attivo numerosi master in direzione d’orchestra per i quali ha ottenuto due borse di studio in Scozia. Nutrito è il palmares di premi nazionali e internazionali per la composizione ricevuti a concorsi in Giappone, Finlandia, Repubblica Ceca, nonché a Trento e a Firenze. Va ricordato che egli si classificò al terzo posto nell’edizione 2012 del concorso aretino da lui vinto quest’anno e che nel 2009 gli è stato conferito un riconoscimento dal “Lion’s Club” di Feltre, mentre nel 2013 il Comune di Pedavena, suo paese di origine, gli ha reso omaggio per i successi ottenuti a livello nazionale e internazionale attraverso l’organizzazione di un concerto monografico. Il catalogo delle sue composizioni include più di cinquanta brani per organici differenti di musica vocale, corale, da camera, orchestrale, operistica ed elettroacustica che vengono eseguiti nei più importanti festival e rassegne musicali mondiali. De Giacometti è inoltre direttore di coro. Nel 2017 è stato nominato direttore artistico e musicale del Cathures Choir di Glasgow, con il quale si propone di valorizzare principalmente il repertorio musicale rinascimentale e contemporaneo. Dal 2009 al 2015 è stato direttore artistico e musicale della Schola Cantorum di Pedavena con la quale ha realizzato vari concerti e progetti musicali, tra cui la prima esecuzione assoluta del suo “Stabat Mater” per soli, coro e orchestra in collaborazione con la VenetOrchestra. Attualmente egli è docente di Teoria, Ritmica e Percezione Musicale al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. Commentando la vittoria di De Giacometti ad Arezzo il maestro Manolo Da Rold, direttore della Corale Zumellese, ha sottolineato: «Tra gli autori di musica contemporanea De Giacometti si è di certo conquistato una posizione di primo piano».
IL FENOMENO MIGRATORIO A SEDICO IN “RICORDANDO, STORIA E IMMAGINI”
di Renato Bona
Per chi come noi ha sempre avuto a cuore i problemi degli emigranti nel ricordo di una carissima zia materna: Emi Bondioli, ed è stato anche dirigente della “Bellunesi nel mondo”, è risultato decisamente prezioso il contributo del pubblicista prof. Egidio Pasuch che nel libro “Ricordando. Storia e immagini del comune di Sedico”, ha curato il capitolo intitolato “Il fenomeno migratorio a Sedico”. Il volume, edito nel marzo 1986 per i tipi della tipografia Piave, dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali presieduto dal prof. don Sergio Sacco è iniziativa apprezzata del Comune di Sedico, all’epoca guidato dal sindaco Sergio De Cian, e della Biblioteca civica, ed ha goduto del contributo di Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, Regione Veneto e Comunità Montana Bellunese. Hanno collaborato alla realizzazione – che seguiva l’allestimento nell’autunno 1984 della mostra fotografica “Ricordando” su aspetti della vita nel comune di Sedico tra Ottocento e Novecento – oltre agli autori dei singoli capitoli, Dolores Cortina e Farzia Taglietti, componenti del Comitato della Biblioteca. Pasuch esordisce affermando che una storia dell’emigrazione in comune di Sedico nasce condizionata da difficoltà enormi nel quantificare il fenomeno pur se esistono alcuni dati approssimativi e condizionati da incertezze e distinguo, e tuttavia ciò che le fonti e l’occasione consentono è la ricerca in sede comunale di un riscontro o di una serie di riscontri a quello che è il fenomeno migratorio nel Veneto e nel Bellunese. Analizza quindi il fenomeno dell’emigrazione nella montagna veneta, poi quello specifico dell’emigrazione nella Val Belluna ricordando che “Fu l’America ad abbagliare i primi emigranti che decisero di lasciare definitivamente la patria. Ma non per questo venne a mancare il peso comunque rilevante, seppur di gran lunga inferiore a quello di altri distretti dell’emigrazione”. Infatti: “Fin dalla prima guerra mondiale l’emigrazione, quasi sempre temporanea, si diresse soprattutto verso Austria, Germania, Svizzera e Lussemburgo. La guerra ridusse notevolmente le proporzioni dell’emigrazione temporanea che divenne insignificante, negli anni del conflitto, ma che riassunse subito dopo quote elevate. Nuove furono questa volta le mete: Francia e Belgio avevano una domanda di manodopera molto elevata, dati i danni apportati dal conflitto. E l’emigrazione parlò per qualche anno soprattutto francese”. Segue la “fotografia” dell’emigrazione da Sedico prima della Grande guerra (secondo dati forniti dall’Errera e relativi al 1869 vi erano a Sedico, all’indomani dell’unità, 232 emigranti su una popolazione di circa 3700 abitanti, la massima parte dei quali dediti al lavoro dei campi dal momento che i primi stabilimenti “industriali” non erano in grado di dare lavoro che a poche decine di operai e altre attività artigianali o industriali di rilievo Sedico non poteva vantarne. L’emigrazione sedicense pertanto ritrova le sue cause negli stessi fattori che determinarono il fenomeno in ambiti più vasti. Una curiosità: “Nei registri parrocchiali la prima partenza alla volta di un paese americano risale al 1876. Il 30 settembre di quell’anno infatti partirono per il Venezuela Giovanni Battista Bristot assieme alla famiglia di Giacomo Cugnago, coloni di Bribano…”. Ed eccoci – sempre sulla base di quanto scritto da Egidio Pasuch – all’emigrazione nel primo dopoguerra: “Un quadro piuttosto originale della realtà sedicense è offerto dagli articoli e dalle rubriche che don Luigi Fiori, parroco di Sedico, pubblicò piuttosto frequentemente a partire dal 1925 sul ‘Bollettino parrocchiale’” scrivendo fra l’altro: “Sono contento che la buona parola possa arrivare ai tanti parrocchiani dispersi nelle terre infuocate della Libia, sulle montagne gelate della Svizzera, nei paesi devastati della Francia ed oltre Oceano… Lontani come saranno molti dalle chiese, leggeranno volentieri sul ‘Bollettino’ un pensiero religioso che verrà a sollevare il loro spirito… vada il mio saluto e l’augurio che possano ritornare in seno alle loro famiglie con un giusto compenso delle loro fatiche”. Emerge ad ogni modo che “L’emigrazione non era, come qualcuno allora sosteneva, una scelta di comodo dettata dal desiderio di guadagni. E’ questa la stagione (febbraio) in cui anche tante ragazze corrono nelle città per collocarsi a servizio in qualche famiglia. Uno spettacolo, questo, che sembrava al parroco per lo meno particolarmente triste ‘perché si sa a quali pericoli sono esposte nella loro inesperienza e quanto cambiate (raramente in meglio) ritornano dopo qualche anno’”. L’autore, in conclusione ricorda che: “Nella Relazione sulla struttura e sull’andamento demografico della provincia di Belluno nel 1931 un primo dato risulta con una certa evidenza: il calo della popolazione residente in comune di Sedico tra il 1921 ed il 1931. Gli abitanti nel 1921 erano 6.772; quelli del 1931 erano 6.505. Un calo di ben 267 unità che il Consiglio dell’economato corporativo spiegava con l’emigrazione che la crisi del dopoguerra aveva incrementato) che andava trasformandosi sempre più in permanente”. Ed è per porre fine a questo esodo dalla provincia che “Il Governo aveva preso dei provvedimenti concretizzatisi in un piano di intervento del 1927 che prevedeva rimboschimenti, sistemazioni di bacini montani, miglioramento di pascoli e potenziamento del turismo. Ma più di questi provvedimenti poté la crisi stessa che colpì prima gli Stati Uniti e poi, di conseguenza, l’Europa ancora alle prese con i debiti contratti per la ricostruzione”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Ibrsc: “Ricordando”): la copertina della pubblicazione; emigranti in Venezuela nel 1894; connazionali rimpatriati dalla Svizzera allo scoppio della Grande Guerra; sedicensi a Jalta nel 1929; anche la balia era una emigrante; immagine di fine ‘800: eleganza dell’abito e originalità dei gioielli; due gruppi di italiani in Libia; e tre di emigranti in Francia; ancora una balia: il parroco don Luigi Fiori con le ragazze della prima comunione nel 1930.
FANTASTICHE DOLOMITI, NUOVA STAGIONE. APPUNTAMENTO QUINDICINALE IL GIOVEDI ALLE 10.30 E 19.00
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FANTASTICHE DOLOMITI 7^ PUNTATA: IL QUINDICINALE APPUNTAMENTO ALLA RADIO
SALUTE E SOCIETA’ IL LUNEDI ALLE 13.10 E ALLE 20.10, LA DOMENICA ALLE 10.30 A CURA DEL DOTTOR MARCO CARACCIOLO. QUINTA STAGIONE
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Circa un paziente su cinque con carcinoma mammario risulta HER2- positivo, e questa positività è associata a una malattia aggressiva, un alto tasso di recidiva e un aumento della mortalità. Trastuzumab deruxtecan, l’anticorpo monoclonale coniugato anti-HER2 di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, mostra un’efficacia notevole e una risposta duratura nelle pazienti affette da carcinoma mammario metastatico HER-positivo, precedentemente trattate con due o più regimi terapeutici. I risultati aggiornati dello studio di fase II DESTINY-Breast01 sono stati presentati durante il San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) 2020. Pierfranco Conte, Ordinario di oncologia, Università di Padova
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GOCCE DI FILOSOFIA, CON CHIARA CAU, CON LISA DE LUCA.
TUTTI I GIORNI DAL LUNEDI AL VENERDI ALLE 6.55 E ALLE 18.55
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007 IN CONDOTTA CON LA PROF. MARIA ROSA SALMAZO IL LUNEDI ALLE 10,30 E ALLE 19.00 LA DOMENICA ALLE 8 DEL MATTINO. NONA STAGIONE
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SOLIDARIETA’ VENETO FONDO PENSIONE, IN ONDA IL PRIMO VENERDI DEL MESE ALLE 10.30 E ALLE 19.00 QUINTA STAGIONE
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DUE MINUTI UN LIBRO TUTTI I GIORNI ALLA RADIO ALLE 9.30 E ALLE 18. QUINTA STAGIONE
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CASSA SOLIDARIETÀ LUXOTTICA
IL NUMERO DI DICEMBRE CON PAOLO CHISSALE’ E FABRIZIO CAMPEDEL
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LA RASSEGNA STAMPA DA L’AMICO DEL POPOLO
OSPITE: Loris Serafini – direttore del Museo Albino Luciani
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I RACCONTI DI PAOLO SOPPELSA il lunedi alle 9.30 e 18.30
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LE PUNTATE di Luisa Alchini di Leggermente Bellunesi, la domenica alle 11, il martedi alle 10.30 e alle 19.00
LA PUNTATA DELLA SETTIMANA
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L’ALMANACCO LADINO CON L’ISTITUT CESA DE JAN QUINDICINALE APPUNTAMENTO. LA DOMENICA ALLE 9 IL LUNEDI ALLE 8.35 IL MARTEDI ALLE 12.35 IL MERCOLEDI ALLE 18.35. SECONDA STAGIONE.
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SP 1 MADONNA DEL PIAVE senso unico alternato regolato da semaforo fino al 15 gennaio in comune di Quero Vas per realizzazione tombinatura
SP 42 CAVALLERA fino a revoca, chiusura della strada nell’abitato di Perarolo per attivazione emergenza frana “Busa del Cristo”
S.P.2 DELLA VALLE DEL MIS Interdizione totale al traffico fino a revoca dal km 14,920 (località Gona Bassa) al km 20,650 (località Titele) per cedimento della carreggiata
S.P. 5 DI LAMOSANO Interdizione totale fino a revoca per presenza di materiale e alberi in strada.
S.P. 251 DI VAL DI ZOLDO E VAL CELLINA dalla località Soffranco fino all’imbocco nord della galleria S. Giovanni interdizione totale al transito per cedimento della carreggiata
SP 3 DELLA VAL IMPERINA fino a revoca, senso unico alternato regolato a vista in località Gona di Conedera di Rivamonte per cedimento della carreggiata stradale
Precipitazioni: Assenti.
Temperature: Minime in diminuzione anche sensibile, massime generalmente stazionarie o in lieve aumento. Previste intense gelate fino a -7°/-11°C nei fondovalle prealpini e tra i -12° e i -18°C nelle valli e altipiani con picchi di -20°/-22°C sugli altopiani prealpini sopra i 1000/1200 m. In giornata, nei posti più soleggiati, temporanea attenuazione della sensazione di freddo, ma con temperature inferiori allo zero anche di giorno in molte zone anche nelle conche prealpine, specie nelle zone in ombra. Su Prealpi a 1500 m min -9°C max -2°C, a 2000 m min -12°C max -4°C. Su Dolomiti a 2000 m min -13°C max -5°C, a 3000 m min -16°C max -10°C.
Venti: Nelle valli deboli di direzione variabile, in quota moderati o tesi specie sulle vette prealpine ancora da nord-est, a 15-20 km/h a 2000 m, a 35-45 km/h a 3000 m.
Precipitazioni: Assenti.
Temperature: Giornata ancora dalle caratteristiche prettamente invernali ma con temperature in aumento, specie le minime, su valori ancora al di sotto della norma con persistenza di una lieve/moderata inversione termica nelle ore più fredde. Su Prealpi a 1500 m min -5°C max 2°C, a 2000 m min -6°C max 0°C. Su Dolomiti a 2000 m min -8°C max -2°C, a 3000 m min -13°C max -7°C.
Venti: Nelle valli deboli di direzione variabile, in quota moderati, inizialmente moderati ancora da nord-est, tendenti ad orientarsi da nord-ovest e a divenire tesi a fine giornata, a 10-20 km/h a 2000 m, a 25-35 km/h a 3000 m.
L’ALLEGHE PERDE ALL’OVERTIME CONTRO IL VARESE
SIRO DE BIASIO INTERVISTA IL “CAPITANO” MANUEL DE TONI
PARZIALI: 1-0, 1-1, 0-1, 0-1
GOL: pt. 3’01” Giolai. st. 13’40” De Toni, 16’34” Raimondi. tt. 15’43” Piroso. ot.4’10” Vanetti
ALLEGHE Che beffa per l’Alleghe che perde all’overtime contro un Varese sornione che sfrutta 3 powerplay per porare a casa 2 punti. Una sconfitta a testa alta con gli agordini che continuano a far vedere di che pasta sono fatti. Buona la prestazione di Kiviranta che metto lo zampino su entrambi i gol alleghesi grazie a due assist d’oro. Partono bene i biancorossi. Subito all’attacco gli agordini che sbloccano il punteggio dopo 3’. Assist d’oro di Kiviranta e slap vincente di Giolai. Sembra avere una marcia in più l’Alleghe che continua a premere alla ricerca del raddoppio. I lombardi provano a rispondere ma la difesa di casa è attenta. Match avvincente con buone azioni da entrambe le parti. Nel finale di tempo le civette tornano a premere ma il gol viene solo sfiorato. Secondo tempo combattuto, le due formazioni se la giocano con i portieri tenuti in attività. Lorenzo Dall’Agnol ci prova ma il disco passa di poco a lato. Subito dopo anche Kiviranta colpisce il palo. Seconda rete agordina che non vuole arrivare e alleghesi che subiscono la prima penalità della serata. Stessa cosa succede al Varese poco dopo ma gli agordini non riescono ad approfittare. Nel momento di difficoltà della squadra di Alleghe arriva il raddoppio. Ancora una volta è Kiviranta che serve ottimamente De Toni il quale al volo non sbaglia e buca la porta lombarda. Varese che reagisce subito ma l’Alleghe non molla e sfiora la terza rete con De Toni. Ospiti che accorciano le distanze in superiorità numerica in pochi istanti, tiro di Schina e tappin vincente di Raimondi. Terzo drittel ancora di firma agordina. Affondo dei padroni di casa che dura poco, i lombardi prendono coraggio e prendono d’assedio la porta difesa da Scola. Ospiti che pareggiano i conti, ancora una volta in superiorità numerica. È Piroso che spedisce il disco sotto alla traversa. Finale di gara con l’Alleghe che le prova tutte pur di incamerare i 3 punti ma si va all’overtime dove la squadra di Matikainen sfiora il gol. Fatale una doppia penalità per l’Alleghe che regala a Vanetti il gol decisivo che consegna il gol che vale il punto supplementare in classifica.