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🦠 CORONAVIRUS NEWS || ITA:
Boccia: “Questo Dpcm conferma le misure territoriali che ci hanno consentito di scongiurare almeno due lockdown nazionali: ci sarà una limitazione della circolazione tra le regioni, sarà confermata la limitazione alle 22 su tutto il territorio nazionale, confermata la distinzione tra le fasce gialla, arancione e rossa”. “In prospettiva ipotizziamo una zona bianca perchè vorremmo tutti uscire al più presto possibile da questa situazione. I casi di Movida vanno condannati e quindi ci sarà una limitazione delle attività dalle 18 in poi“, ha aggiunto il ministro. “Con le Regioni il clima è di massima collaborazione, dobbiamo continuare così”, ha concluso.
INTANTO QUINDICI GIORNI IN ARANCIONE… POI SI VEDRA’. QUESTA NOTTE E’ ARRIVATO IL VACCINO MODERNA
Una fornitura ridotta di vaccino per la Regione Veneto fa sballare i piani che erano quelli di garantire l’immunità di gregge entro l’anno. A gennaio saranno vaccinati gli over 80, entro marzo gli insegnanti. In tema tamponi rapidi arriva la novità delle farmacie, sono 4 in provincia che si sono messe a disposizione per la popolazione, operazione non certo gratuita ma dal costo di 26 euro. In Regione due medici di famiglia su tre effettuano regolarmente lo screening tamponi. È giunto in Italia il primo carico di vaccini Moderna. Poco dopo le 2 è arrivato al Brennero il furgone partito dal Belgio e diretto a Roma. Fino al valico il mezzo è stato accompagnato da guardie giurate, la scorta è poi passata al settimo reggimento carabinieri di Laives.
MORIRE DI COVID A 46 ANNI, LA VITTIMA BELLUNESE PIU’ GIOVANE DELLA PANDEMIA TRA I 4 DECESSI DELLA GIORNATA
BELLUNO Nelle ultime 24 ore sono decedute 4 persone covid positive: una donna di 85 anni, un uomo di 46 anni del Cadore, Pierangelo Coldebella con gravi patologie pregresse e un uomo di 81 anni ricoverati in Pneumologia a Belluno, e un uomo di 84 anni ricoverato in Medicina ad Agordo. Il totale dei decessi sale a 467 dallo scorso 21 febbraio. In Ulss 1 Dolomiti sono 65 i nuovi positivi, il totale dei positivi attuali si ferma a 3459, calano i ricoveri tanto in area non critica (87) che negli ospedali di comunità (30), cioè 14 in meno nelle ultime 24 ore. In calo anche i pazienti in terapia intensiva da 12 a 10. Con il lavoro di ieri il numero dei vaccinati è pari a 4458.
Ricoveri
(dato alle ore 17.00 fonte: Azienda Zero)
Le persone attualmente POSITIVE ricoverate negli ospedali dell’Ulss Dolomiti sono:
Area NON CRITICA | Terapia Intensiva | |
Ospedale di Belluno | 48 | 5 |
Ospedale di Feltre
Ospedale di Agordo |
33
6 |
5 |
Le persone attualmente POSITIVE ricoverate in Ospedale di Comunità sono:
pazienti attualmente positivi | |
Ospedale di Comunità ALANO | 4 |
Ospedale di Comunità AURONZO
Ospedale di Comunità di BELLUNO |
1
14 |
Ospedale di Comunità di FELTRE | 11 |
Sono proseguite le vaccinazioni anti covid negli ospedali e nelle RSA di entrambi i distretti. Ieri è stata sperimentata, come progetto pilota per verificare alcuni aspetti logistici e organizzativi sul campo, la vaccinazione delle persone con più di 80 anni nella Medicina di Gruppo Integrata di Cavarzano. Sono state eseguite tutte le 252 dosi previste.
ANDAMENTO EPIDEMIOLOGICO, I SINDACI INFORMANO
COLLE SANTA LUCIA 2 positivi 1 isolamento, TAIBON 33 positivi 11 isolamento, SAN TOMASO 13 positivi 8 isolamento. FALCADE 82 positivi 46 isolamento CENCENIGHE 41 positivi, 34 isolamento ALLEGHE 10 positivi, 7 isolamento LIVINALLONGO 3 positivi 0 isolamento AGORDO 85 positivi 57 isolamento ROCCA PIETORE 14 positivi 20 isolamento.
SI E’ SPENTO IL SORRISO DI TIZIANA NEL MISTERIOSO INTRECCIO DELLA VITA
GOSALDO Alla fine ha vinto la malattia come purtroppo sempre succede in questi drammatici frangenti della vita che hanno lasciato solo, nel suo dolore, il papà Mario esempio unico in dedizione verso la figlia. Sgomento a Tiser, nella piccola comunità, che come molte altre fa i conti in modo inesorabile con lo spopolamento della montagna. Una manciata di frazioni, per un totale di circa 100 abitanti fissi sull’intero territorio, custodi silenziosi di un passato laborioso. Ciò che colpisce di questa realtà è l’attaccamento affettuoso alla sua storia.Il parroco lo ha rimarcato spesso in questi anni. Ebbene, nelle prime battute del nuovo anno, proprio Tiser ha fatto i conti con una notizia sofferta. Nel pomeriggio di sabato 09 gennaio, a Belluno, ci ha lasciati la giovane Tiziana Selle, di 33 anni. In un misterioso intrecciarsi fra la vita che bussa e la malattia che aggredisce, fra delicate attenzioni e silenzi intervallati da sorrisi, Tiziana ha sperimentato la vicinanza varie persone, in questi anni. Soprattutto del papà Mario, che alcuni anni fa ha dovuto affrontare anche la perdita della moglie, anch’ella ammalata. È proprio vero le comunità piccole non sono in grado spesso di farsi sentire, ma hanno una straordinaria capacità di custodire anche il dignitoso dolore di un padre.
I Funerali oggi alle 14.30 nella chiesa di Tiser. Dalla famiglia un particolare ringraziamento alla casa di riposo Villa San Giuseppe di Livinallongo, ai medici e personale del reparto geriatria covid dell’ospedale di Belluno e Casa Tua Due. Grazie A Milena dell’Ulss1 con i sui collaboratori.
IL RICORDO DI UN’AMICA
Cara Tiziana,
non è facile, in alcuni momenti esprimere a parole il ricordo e i sentimenti che ti legano ad una persona speciale e grande come sei tu. Ti ho vista, ti ho incontrato e ho cercato la tua amicizia in punta di piedi, con discrezione e con grande emozione. Ti ringrazio per avermi dato questa possibilità perché da te, dal tuo esempio, dalle tue parole e soprattutto dal tuo sorriso, ho ricevuto un insegnamento di vita che supera gli altri, ricco di umanità e serenità. Ho imparato a starti accanto qualche momento, a vedere una ragazza che, pur nella malattia, nella sofferenza quotidiana e nel dolore, trova il coraggio di sorridere e di stringere la mano e far capire quanto sia importante trovare uno spiraglio di luce per poter sognare ancora. Ogni tuo piccolo gesto è un grande insegnamento di vita che ci aiuta a farci diventare delle persone migliori, capaci di dare e di amare e sono certa che Il Signore ci accompagna in questo cammino. Mi sei mancata tanto in questo periodo, come mi manca tanto la mia mamma. Te lo dico con il cuore perché è proprio difficile accettare la distanza dai propri cari e sentirti impotente di fronte ad un male invisibile che ha oltrepassato ogni confine nel mondo. Ma guardiamo anche l’arcobaleno che tutti i bimbi hanno disegnato e messo alla finestra, perché andrà tutto bene. Ti ho vista in fotografia e mi sono scese le lacrime, ma non sei mai sola, ci sono delle persone fantastiche con te che ti curano, ti coccolano e ti fanno sentire parte di un’unica famiglia con a capo sempre il tuo papà. Ti penso spesso come se fossi mia figlia e, spero di poter salire presto a salutarti e rimanere più tempo con te. Ricordati che ti voglio un sacco di bene perché.. ho cercato di dirtelo in queste righe.. Se hai bisogno di qualcosa .. sono qui.. fammelo sapere.. Un “BATTI CINQUE” in segno di sincera amicizia, un forte abbraccio e i “TRE BACI “alla francese.
Ciao Tiziana, stammi bene T.V.B. con affetto.
LACRIME DALLA PISCINA DI AGORDO
di Giorgio De Nardin
Agli inizi dello scorso anno siamo stati contattati da Mara direttrice della casa di riposo di Livinallongo per portare Tiziana in piscina. Tiziana aveva espresso la volontà di usufruire della piscina di Agordo e per fare questo si era messa in moto un’organizzazione di assistenza, trasporto, accoglienza nella struttura, istruttori in acqua. Era però necessario un ausilio, una barella, al fine di agevolare un più facile svolgimento delle operazioni. Prontamente la sezione degli alpini di Livinallongo si è fatta promotrice di un’iniziativa benefica e ha donato questo indispensabile strumento all’impianto di Agordo. Purtroppo la pandemia ha fatto in modo che non si riuscisse ad esaudire la tua volontà in tempi brevi e ora la malattia ti ha portata via. Non abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, di farti entrare nella piscina che tanto desideravi, di coccolarti….ci è rimasta una barella che grazie a te, cara Tiziana, potrà essere utilizzata da tante altre persone.
DI GIANNI SANTOMASO Corriere Alpi
MUORE A POCHI MESI DALLA MORTE DELLA MAMMA
BORGOVALBELLUNA Un infarto è la causa della morte di Attilio De Paris, 54 anni, viveva da solo nella casa nei pressi del Municipio di Mel, rimasto solo dopo la morte dei genitori. Lo ha trovato agonizzante il cugino che lo andava a trovare tutti i giorni. Nelle prossime ore si conoscerà la data dei funerali.
IERI LA RICORRENZA, 250 ANNI DALLA FRANA DAL PIZ E DALLA FORMAZIONE DEL LAGO DI ALLEGHE
ALLEGHE Un’enorme frana si stacca dal monte Piz e travolge tre villaggi, altri cinque vengono spazzati via dall’acqua. Quasi 30 milioni di metri cubi di materiale, che creano una diga naturale nel corso del torrente Cordevole. È l’11 gennaio 1771 e quel dissesto crea il lago di Alleghe. Oggi, 250 anni dopo, il lago è ancora lì, attorno è sorto uno dei paesi alpini più belli del Bellunese, con attività turistiche e ricettive. E Comune e Provincia pensano a come valorizzare uno dei gioielli delle Dolomiti bellunesi. «Un gioiello nato da una disgrazia, che dimostra come la montagna abbia sempre sofferto i dissesti idrogeologici – afferma il sindaco e consigliere provinciale Danilo De Toni (con delega al turismo) -. Nel 1748, 22 anni e mezzo prima della frana, c’era stata un’alluvione violenta, che aveva portato via i forni fusori di Caprile, attivi per le lavorazione del ferro. Significa che le zone montane soffrono da secoli gli eventi meteo e necessitano di una cura particolare. A noi il compito di preservare la bellezza dell’ambiente naturale e di renderla fruibile anche ad altri, facendola diventare motivo di uno sviluppo economico sostenibile per il territorio».
La frana dell’11 gennaio 1771 si staccò dal monte Piz per precipitare a valle in corrispondenza dell’attuale abitato di Masarè. Il fatto avvenne di notte, attorno alle 23 e la massa di detriti seppellì i villaggi del fondovalle, provocando 49 vittime e decine di sfollati. La causa del collasso è difficile da stabilire, ma le fonti parlano di fessurazioni profonde manifestatesi nell’arco di anni. Certamente le piogge intense dell’autunno 1770 e il gelo invernale (fenomeni documentati dagli annali dell’epoca) devono essere stati tra i fenomeni scatenanti. I detriti occuparono il greto del Cordevole per una lunghezza di 1.200 metri e un’altezza di oltre 150 metri. La violenza dell’impatto compattò il materiale a tal punto da realizzare uno sbarramento naturale impermeabile, formando così il lago di Alleghe.Una seconda frana si verificò il mattino del 1° maggio 1771, provocando la deviazione del corso del torrente Zunaia e altre tre vittime.
«Da quella disgrazia è nato un paesaggio unico, un lago tra i più belli dell’arco alpino – continua il consigliere provinciale De Toni -. La Regione Veneto, che ringrazio, ha investito 8 milioni di euro per far sì che tornasse al suo splendore dopo la tempesta Vaia, che ha riempito il bacino di detriti. Ora serviranno altri interventi, soprattutto per ridurre il rischio di intasamento di detriti a monte; ma la qualità ambientale e paesaggistica del lago è un valore che Regione, Provincia e Comune considerano irrinunciabile. È per questo che nell’occasione dei 250 anni organizzeremo insieme alla Regione Veneto un convegno, con geologi e storici, per ricostruire nel dettaglio la storia del lago di Alleghe e i cambiamenti intervenuti nella vita del paese. Avremmo voluto organizzarlo per oggi, 11 gennaio, ma le condizioni della pandemia non lo consentono. Non appena sarà possibile, lavoreremo a questo evento, con l’obiettivo di valorizzare la nostra storia e le nostre bellezze».
DI GIANNI SANTOMASO
IERI ALLA RADIO
IL “DRAMMA” DI QUESTA STAGIONE MAI INIZIATA, “MA I SINDACI DOVE SONO?” LO CHIEDE SERGIO PRA
ALLEGHE Sergio Pra parla del difficile momento per tutto il comportato dello sci, dall’impiantistica ai lavoratori stagionali. Critiche anche al progetto Dolomites Madness che per Pra non ha portato a nulla.
SERGIO PRA
SULLA QUESTIONE DEGLI OPERAI COMUNALI PARLA ANDREA FIOCCO DELLA FP CGIL
AGORDO
di Gianni Santomaso
DALLA RASSEGNA STAMPA DELLE OTTO, ANDREA FIOCCO FP CGIL
Test Nuova Circolare Def Caso
I GRAFICI DI TIZIANO DE COL
RISCHIO ROSSO ANCHE PER IL VENETO? DA VENEZIA LUCA ZAIA
Da cinque giorni i dati sono in calo, una tendenza da 5 giorni, sia in terapia intensiva che in area non critica
LEGGI LA CONFERENZA STAMPA DI LUCA ZAIA
Si devono allineare i dati tamponi-positivi. Se andiamo a pesca uno con la canna o con la rete a strascico, è chiaro che le rete ne prende di più non vuo dire che il suo mare è più pescoso. Se vediamo la percentuale di positivi sul totale dei tamponi, oggi siamo all’8%, e la media nazionale è del 15». Ricordate che la Merkel ha detto che il peggio deve ancora arrivare
Subito l’appello, evitare gli assembramenti e portare la mascherina, continuando a tenera alta la guardia. In video conferenza abbiamo parlato del tema delle classificazioni, ci deve essere una voce univoca sulla scorta dei tanti dati che inviano le regioni. E non deve esserci un dibattito dopo le la fonte scientifica si è espressa non si può andare a sentimento. Da tenere presente che non tutte le regioni fanno la stessa percentuale di tamponi.
VICENZA DONAZZAN ALLA RADIO, IL CANTO DI FACCETTA NERA, CHIESTE LE DIMISSIONI DALL’OPPOSIZIONE, LA REVOCA DELLE DELEGHE.
Ho letto qualche agenzia mi pare di aver capito che ha partecipato alla Zanzara in una trasmissione informale di satira. Dico che l’assessore si deve scusare e conoscendo la sua sensibilità lo farà. Faccetta nera riprende purtroppo un periodo storico buio della nostra storia. Molte persone si sono sentite urtate nella loro sensibilità anche per il particolare periodo. Le scuse sono doverose, prendo atto delle richieste ma come queste ne ho tutti i giorni.
DOMANDE
VENETO IN ZONA ROSSA? Ci sono due problemi, quello matematico e non voglia parta un altro dibattito sul numero di positivi del Veneto. Inoltre l’Istituto per la Sanità deve adottare restrizioni ad hoc per regione ma sugli stessi parametri, compreso il numero di tamponi. La zona che si sarà attribuita sarà accettata, tutto il resto sono discussioni a latere. Difficile discutere sulla base di idee personali. Tutti i giorni diciamo le stesse cose. CON I VALORI ASSOLUTI ATTUALI C’E’ LA PROSPETTIVA CHE CI PORTI IN ZONA ROSSA L’ho appena detto, il numero assoluto è quello che non si deve mai prendere. “Sta roba dei numeri è na farsa dimostrata”. Non si può paragonare chi come noi di tamponi ne fa 60 mila al giorno con chi ne fa 400. Forse qualcuno si è spinto avanti con le dichiarazioni, ora farà marcia indietro
DOTTOR LUCIANO FLOR DIRETTORE SANITA’ VENETO
Dal 31 dicembre le terapie intensive sono in calo costante. Oggi sono 96 i letti liberi nelle terapie intensive, è un dato importante che mostra che non siamo messi male anche perché abbiamo in media 50 ricoveri in meno al giorno nella terapia intensiva. I positivi sono direttamente proporzionali al numero di tamponi, molti non hanno avuto bisogno di ospedalizzazione. Abbiamo 2900 malati in terapia ordinaria e di questi 350 sono negativizzati, stesso discorso vale per la terapia intensiva dove su 389 ricoverati 90 pazienti sono negativizzati.
DOMANDE
CALCOLIAMO ANCHE I NEGATIVIZZATI COSA SIGNIFICA? Che nei numeri che forniamo quotidianamente ci sono i ricoverati negativizzati, ancora ricoverati ma non più positivi. Stesso discorso vale tanto per l’area critica che per la terapia intensiva. L’ESPRESSO PARLA DI UNA CAMPAGNA PER SCREDITARE CRISANTI INTERVENUTO SULL’EFFICACIA DEI TEST RAPIDI Su questo ho già rilasciato un comunicato dicendo come stanno le cose. Dovevo vedere Crisanti per lavoro lo scorso venerdi ma non ci sono riuscito, lo vedo mercoledi. Sul fatto specifico se si vuole fare polemica sulla parole… quando si fa uno studio c’e’ un disegno, un’impostazione, una richiesta per condurlo e i risultati che vengono resi noti pubblicamente, io questo non l’ho avuto pur avendolo chiesto. Chiedo all’Espresso di fornirmelo. CRISANTI SU REPUBBLICA PARLA DI UNA VARIANTE INGLESE IN VENETO PIU’ CONTAGIOSA E CRITICA I TAMPONI RAPIDI. Ci sono dati ed opinioni. Il Veneto nella prima ondata aveva una capacità di fare tamponi solo molecolari, inferiori a quelli della seconda ondata dove sono aumentati le capacità di fare tamponi molecolari. I rapidi sono stati un’aggiunta oltre il nulla. I rapidi sono nati e sperimentati in Veneto, accanto alle opinioni oggi abbiamo una circolare che parla molto chiaro e dice come utilizzare i tamponi rapidi, cioè nelle nostre condizioni. Oggi la metodica è più performante, ma l’alternativa era il nulla. Invece abbiamo scoperto positivi che non avremo mai potuto avvicinare per lo screening. Sulla variante inglese gli unici dati sono su una pubblicazione zoo profilatica, se qualcuno ha I dati li pubblichi, se li ha. CRISANTI PONE IL PROBLEMA SUI MORTI, IN VENETO ANCHE 130 AL GIORNO CHE NON COLLIMA CON IL DELTA DELLE TERAPIE INTENSIVE E AREE NON CRITICHE. DOVE MUOIONO QUESTE PERSONE? Il numero dei morti lo documentiamo noi, non si muore solo in rianimazione, anche nei reparti, nei covid hospital, a domicilio, nelle case di riposo. Abbiamo 2300 sintomatici assistiti a domicilio e migliaia di ospiti nelle case di riposo oltre ai ricoverati. IL VENETO HA CHIESTO LA ZONA ARANCIONE? Io comunico l’andamento all’Istituto della Sanità quali sono le indicazioni? La fantasia galoppa. Se il comunicare i dati viene preso come una richiesta di classificazione il nesso è irreale LEGGERO MIGLIORAMENTO COSA NE PENSA STIAMO ANDANDO FUORI O E’ PRESTO? Troppo presto per dirlo.
TEST RAPIDI, LA PAROLA AGLI ESPERTI L’associazione microbiologi italiani che afferma che la biologia molecolare è lo standard per la diagnostica ma non può essere test di screening, distingue i test antigenici rapidi e da linee guida per eseguire i test. C’è poi la classificazione dei test antigenici. Anche il documento del Ministero conferma che quello che facciamo in Veneto come diagnostica sia assolutamente in linea con le indicazioni, che sono state anticipate. Il nuovo test che stiamo testando è rapidissimo. Meglio fare test frequenti che puntare sulla loro sensibilità. Se arrivano questi test a 3 minuti li metteremo ovunque.
LA DOTTORESSA FRANCESCA RUSSO Adesso il test può essere confermato con il tampone molecolare o un test rapido di terza generazione antigenico: sono considerati equivalenti. Nei casi di alta circolazione del virus il tampone rapido positivo conferma la positività al Covid.
https://www.facebook.com/zaiaufficiale/videos/499278447700856
DUE PESI DUE MISURE, ZAIA SENZA CORAGGIO NEL SUO ULTIMO MANDATO DA GOVERNATORE. ALLA RICHIESTA DI RITIRARE LE DELEGHE ALL’ASSESSORA DEL CANTO FASCISTA IL PRESIDENTE HA TERGIVERSATO “CHIEDERA’ SCUSA” HA DETTO MA DAVANTI AI VENETI E’ SEMBRATA UNA CONDIVISIONE DEL CANTO.
VENEZIA Quando i consiglieri regionali hanno chiesto la carità di 600 euro del bonus covid (nonostante il notevole stipendio di consigliere regionale) il Presidente non ha avuto dubbi: fuori subito sia Forcolin (già assessore) che Barbisan e Montagnoli uomini della Lega Nord di un certo peso. Con la Donazzan il Presidente non ha dimostrato coerenza, ha liquidato il “caso” con poche parole e buttate la in fretta pur tra le contestazioni della comunità ebraica che accusa l’assessore all’istruzione di aver offuscato l’immagine della Regione. Perché per la “faccetta nera” Donazzan questo comportamento? Perché l’esponente di Fratelli d’Italia è stata “graziata” da Zaia? Giusto per la storia l’assessora è “figlia” dell’Msi di Giorgio Almirante, poi ha scelto An con Fini, ma gli è andata meglio virando decisamente verso Forza Italia prima di litigare con Brunetta e quindi per rimanere a galla scegliere la Meloni e al tempo stesso iniziare la battaglia con Berlato “inviato” in Europa con uno stipendio invidiabile. Se Zaia non ha punito l’assessora canterina e peraltro nemmeno tanto intonata, facebook e instagram gli hanno bloccano i profili e lei non ha mancato di alzare di nuovo la voce “mi hanno imbavagliata”, cara Donazzan, ne hanno chiusi di profili e anche per molto meno dell’inno al fascismo, in un paese dove l’apologia al fascismo è reato. C’è chi e nemmeno molto lontano, per una maglietta con il volto di Benito Mussolini durante un evento sportivo è finito in caserma dei Carabinieri con una sonora denuncia, altro che la filosofia Zaiana del “chiederà scusa”, ma si sa il politico fa parte di un’altra razza a quanto pare. Questa ne è l’ennesima dimostrazione che arriva dal supevotato Zaia.
APOLOGIA DEL FASCISMO La norma prevede anche sanzioni detentive anche per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici
IL CASO DONAZZAN, L’ASSESSORE DI FACCETTA NERA
VENEZIA Ieri in conferenza stampa domanda e risposta sul caso Donazzan alla trasmissione radiofonica La Zanzara dove ha intonato Faccetta Nera:
VICENZA DONAZZAN ALLA RADIO, IL CANTO DI FACCETTA NERA, CHIESTE LE DIMISSIONI DALL’OPPOSIZIONE, LA REVOCA DELLE DELEGHE.
ZAIA: “Ho letto qualche agenzia mi pare di aver capito che ha partecipato alla Zanzara in una trasmissione informale di satira. Dico che l’assessore si deve scusare e conoscendo la sua sensibilità lo farà se già non l’ha fatto. Faccetta nera riprende purtroppo un periodo storico buio della nostra storia. Molte persone si sono sentite urtate nella loro sensibilità anche per il particolare periodo. Le scuse sono doverose, prendo atto delle richieste ma come queste ne ho tutti i giorni”.
DURO IL PD “Chi canta inni fascisti non può stare in un’istituzione e, peggio, fare l’assessore all’Istruzione. Abbiamo assistito sconcertati alla ‘performance’ di Elena Donazzan e presenteremo un’interrogazione a Zaia non solo per chiedergli di dissociarsi ufficialmente, ma per sapere se intende toglierle le deleghe, visto che lei non darà autonomamente le dimissioni. È un episodio gravissimo, purtroppo non il primo, che non può essere ancora derubricato a ricordo di infanzia o goliardata. La Giunta prenda le distanze, ma lo faccia sul serio, non a parole. Come può ricoprire il ruolo di assessore all’Istruzione chi rivendica le proprie simpatie per il regime fascista? Che messaggio mandiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi?”.
MONDIALI DI SCI A CORTINA. D’INCA’: “UNA GRANDE OCCASIONE DI RIPARTENZA”
ROMA “Mancano poche settimane ad un appuntamento straordinario per Cortina e per l’intero territorio e sono compiaciuto che l’intera macchina organizzativa stia lavorando al meglio per la riuscita di un evento su cui il Governo ha creduto fortemente”. È il commento di Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, in seguito al tavolo tecnico che si è tenuto a Cortina in occasione degli imminenti Campionati Mondiali di Sci. “Nonostante la pandemia ancora in corso – prosegue D’Incà – l’appuntamento si terrà e avrà un importante visibilità mediatica grazie anche alla massima copertura garantita che metterà in lustro le nostre montagne. Un risultato reso possibile da un forte lavoro di sinergia istituzionale sotto tutti i punti di vista, da quello infrastrutturale a quello legato alla salute: ci sarà un importante protocollo sanitario per la sicurezza degli atleti, del personale coinvolto e delle Forze dell’ordine”. Secondo D’Incà “un evento di questa portata rappresenta anche il simbolo di una ripartenza per l’intero Paese, in un periodo di grandi difficoltà che dobbiamo superare con la collaborazione di tutti, la stessa che ha reso possibile la preparazione del Mondiale. Il mio ringraziamento va alla Fondazione, alle Forze dell’Ordine, al Comune e in particolare al Prefetto di Belluno, Sergio Bracco, che in poco tempo si è impegnato con dedizione per i necessari controlli validi alla riuscita dell’evento. Desidero ringraziare anche le strutture alberghiere che si stanno preparando nel migliore dei modi per l’appuntamento”. “Lo sport è portatore di valori universali, Cortina e tutta la provincia di Belluno, come abbiamo sempre sottolineato, hanno le carte in regola per condividerli attraverso le capacità del territorio ed una visibilità internazionale di prima grandezza: adesso è arrivato il momento di ripartire e di guardare al futuro con nuova forza ed entusiasmo” conclude il Ministro per i Rapporti con il Parlamento.
PER IL SENATORE SAVIANE LA MONTAGNA È FINITA NEL DIMENTICATOIO
ROMA “Le continue sollecitazioni ricevute dagli operatori turistici fanno riflettere ed accendono un faro sulla preoccupante situazione in cui versano il turismo invernale e la sua economia. La mia profonda preoccupazione – afferma il senatore Paolo Saviane – nasce dal constatare la pressoché totale indifferenza che questo governo ha riservato alla montagna nei periodi di “normale amministrazione”, ma soprattutto oggi in questo particolare periodo storico. La mia posizione l’ho già chiaramente espressa a dicembre scorso intervenendo nell’aula del Senato in discussione generale sul decreto Ristori. Al netto della ferma ed indiscutibile necessità di contrastare questo maledetto virus che ha sconvolto la vita di tutti noi – ringrazio tutti gli operatori sanitari che combattono in prima linea questa vera e propria guerra – non si può non sottolineare come questo governo stia penalizzando alcune categorie rispetto ad altre: tra le discriminate c’è quella degli operatori del turismo invernale. Ad oggi gli addetti del settore continuano ad essere tenuti sulla graticola con la velata speranza di poter riaprire, ma da parte di questo governo non c’è ancora un’idea di quando e come ripartire, nonostante le regioni e le province autonome abbiano fornito proposte e piani. Salvo miracoli, è del tutto evidente che la sbandierata riapertura degli impianti di risalita per il prossimo 18 gennaio appartiene più al mondo degli auspici che a quello della realtà. E’ chiaro a tutti che la situazione difficile che stiamo vivendo non riguarda solo la sanità, ma coinvolge, con un abbraccio feroce e distruttivo, anche l’aspetto socio–economico delle nostre vallate, soprattutto se i “famosi ristori” (che dovranno essere indennizzi cioè risarcimenti veri e propri) non dovessero arrivare mai o con cifre irrisorie che non riuscissero a sanare nemmeno una minima parte della perdite subite dal settore e dall’indotto. Se il governo non riuscirà a garantire alla gente di montagna l’attività di libera impresa sarà inutile fare filosofia e sociologia sullo spopolamento: l’abbandono delle terre alte sarà inevitabile. Ci vuole flessibilità e lungimiranza, perché la montagna, come tutto il nostro paese, è un sistema composto da molti segmenti complementari uno all’altro ed il governo deve capire di cosa si sta parlando quando si pronuncia la parola filiera, spesso abusata e svuotata del suo vero significato. E’ dunque necessario – conclude il senatore Saviane – che tutti supportino gli operatori della montagna e questo è un appello che faccio al governo, in primis, e poi alle Associazioni di categoria ed ai sindacati. Il rischio reale, per il prossimo anno, non sarà quello di leggere una relazione sociologica sullo spopolamento della montagna (che magari ci confronti con le regioni contigue), ma di trovare la stessa completamente deserta.”
“NON CI RASSEGNAMO ALLO SPOPOLAMENTO” LA MOTIVAZIONE CHE SPIEGA L’AUMENTO DEL BONUS BEBE’
DALLA RASSEGNA STAMPA DELLE OTTO
CALALZO Aumenta il valore del bonus bebè a Calalzo di Cadore: quasi raddoppiato il contributo, che passa dai 290 euro assegnati ai 16 neonati del 2019 ai 500 euro per gli 11 nuovi nati del 2020.
“È un segnale forte che vogliamo lanciare: noi non ci rassegniamo allo spopolamento del nostro territorio e della montagna”, commenta il primo cittadino di Calalzo, il senatore Luca De Carlo. “Sappiamo che non è certo una cifra sufficiente a coprire le tante spese che una famiglia si trova ad affrontare nei primi mesi di vita di un bambino, ma è un contributo che cerca di alleggerire questo carico e che si va ad aggiungere alle tante altre iniziative di welfare comunale messe in atto a sostegno delle famiglie”.
De Carlo sottolinea infatti tutte le diverse iniziative attuate in questo senso dalla sua amministrazione, dalle basse rette per l’asilo – che può contare anche su una mensa bio – al bonus libri per i neo-iscritti alle scuole medie e superiori, che per quest’anno scolastico è stato incrementato da 100 a 150 euro per ragazzo: “Non arretriamo di certo, ma rilanciamo. Ci siamo fatti interamente carico delle rette dell’asilo per tutto il periodo di chiusura primaverile per Covid e abbiamo aumentato i fondi per i bonus bebè, per i bonus libri e per i contributi alle società sportive che impegnano i nostri ragazzi. Per aiutare il maggior numero di famiglie possibili, per il bonus bebè è sufficiente semplicemente la residenza a Calalzo, senza ulteriori vincoli: se vogliamo fermare la fuga dalla montagna, dobbiamo dare servizi e opportunità alle famiglie e ai giovani”.
LA LETTERA APPELLO
di Pierenrico Lecis, Giorgio Mongillo, Giangiacomo Nicolini, Alberto Simiele
Dare l’esempio è quello che conta.
BELLUNO La pandemia da Coronavirus, meglio nota come Covid-19, sta segnando le nostre vite da quasi un anno, limitandoci nei rapporti umani, intaccando le nostre economie come le conosciamo, riducendo in maniera significativa la spettanza di vita propria della popolazione mondiale ed in particolare delle popolazioni dei paesi industrializzati, essendo gravata da una mortalità che rasenta quasi l’8% di coloro che la contraggono. Le armi che noi medici abbiamo al momento sembrano poco efficaci, sicuramente limitate ed un po’ spuntate per la ridotta conoscenza che abbiamo di questo agente infettivo e della sua capacità di diffusione. Nonostante ciò, il personale sanitario, medici, infermieri, e chiunque altro sia stato coinvolto nel combattere questa pandemia, non si è sicuramente tirato indietro, anzi si è speso ben oltre le sue possibilità per cercare di arginare questa infezione e limitare le tragedie che ad essa si accompagnano. La scienza, sappiamo, per fortuna fa passi da gigante e li fa in tempi rapidi quando l’obbiettivo è un bene comune com’è quello della salute. Infatti, In questo momento, la scienza ci ha dato una nuova arma per combattere questa tragedia, un’arma la cui efficacia è nota da tempo, ma che nello stesso tempo rappresenta il futuro nella lotta a questa pandemia: i vaccini. Il vaccino che è stato somministrato finora è stato testato in uno studio che comprende più di 40.000 persone. Tra le 20.000 che hanno ricevuto il vaccino, ci sono stati solo 8 casi di soggetti che hanno contratto il COVID, dimostrando un’efficacia del 95%; inoltre gli effetti collaterali in questo campione, non certo esiguo, sono stati minimi e assolutamente tollerabili (stanchezza, mal di testa, dolore in sede di inoculo). Nulla ci garantisce che, se lo dovessimo contrarre, sicuramente avremmo pochi sintomi; sappiamo che in alcuni casi ci sono reazioni del sistema immunitario che conducono a patologie che coinvolgono in modo indiretto molti organi, tra cui polmoni, cuore, cervello. Perché rischiare dunque? Vaccinandoci, poi, possiamo aiutare in modo efficace ad interrompere la trasmissione del COVID: in modo indiretto, proteggiamo i nostri figli, le nostre mogli o i nostri mariti, gli amici, i conoscenti e a cascata le persone che non conosciamo. Ma come tutte le cose nuove anche i vaccini hanno creato perplessità, perplessità che si sono sollevate da più parti, ma che per fortuna rappresentano comunque una netta minoranza rispetto alla volontà della stragrande maggioranza della popolazione che crede nella efficacia di questo approccio terapeutico per poter combattere ed arrestare questa pandemia. Proprio di fronte a queste perplessità è importante, pertanto, non tentennare e non dimostrare incertezza perché l’incertezza genera insicurezza e paura e rischia di vanificare il risultato che vogliamo ottenere, e cioè quello di far scomparire il prima possibile questa pandemia. “Tentennare equivale a indurre incertezza. La responsabilità dei medici, nessuno escluso, è dimostrare nei fatti di credere nel sistema sanitario, nei metodi della ricerca, nell’analisi dei risultati, nella priorità degli obbiettivi di salute pubblica e nell’opportunità che ci viene offerta. Di essere cittadini”, ha dichiarato pochi giorni fa il dottor Giuseppe Lauria Pinter, bellunese e Professore ordinario di neurologia dell’Università Statale di Milano e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano. Ecco perché i medici presenti in consiglio comunale, medici ma anche e soprattutto cittadini che hanno scelto di dedicarsi alla propria città ed ai quali sta a cuore in particolare la salute dei propri concittadini, dopo essersi vaccinati vogliono riaffermare l’importanza e la necessità di ricorrere alla vaccinazione, lasciando da parte qualsiasi perplessità ed incertezza. Siamo convinti che la vaccinazione della popolazione sia l’unica strategia che ci permetterà di battere il Covid 19: più saremo, meglio sarà. Questo è un invito, un richiamo, alla coscienza di tutti: fidiamoci della scienza e vacciniamoci!
LA RISPOSTA DI ROCCON ALLA RICHIESTA DI DIMISSIONI
DALLA RASSEGNA STAMPA DELLE OTTO
FRANCO ROCCON – consigliere comunale di Belluno di Civiltà Bellunese- Liga Veneta Repubblica
La CGIL, l’ultimo baluardo di una sinistra allo sbando, si permette di attaccarmi dicendo di essere offesa. A quale titolo? Perché è di sinistra o perché fa politica al posto di altri di sinistra? Pensa, questo soggetto, di rappresentare la correttezza istituzionale, insegnare la moralità, è convinta che, oltre a sé nessuno possa essere politicamente corretto o possa esprimere un pensiero che non sia quello unico? Nel criticare il mio post viene fatto un parallelo con gli avvenimenti di Capitol Hill, sostenendo che sia un attacco e un impoverimento alla democrazia. E’ ridicolo! Sono io il primo ad essere offeso, proprio perché rivesto una carica pubblica e non consento di darmi del sessista o, peggio ancora, di tacciarmi come uno che tratta male le donne, offendendo me e la mia famiglia con gli epiteti lanciati a mezzo stampa o nei social. Sappiano, lor signori, che adoro mia moglie, mia figlia, mia sorella e le mie amiche, come le donne con cui intrattengo rapporti di lavoro amministrativo e professionale: nessuno di loro potrà mai dire che il mio comportamento sia sessista o di sfruttamento della posizione elettiva o professionale. L’indignazione di certa sinistra nasce da un post, che voleva essere ironico e che è stato giustamente considerato tale da moltissimi messaggi; un post scritto per commentare l’indescrivibile azione di censura (con soldi pubblici e tempo sottratto a più importanti attività parlamentari) dell’on. Boldrini nei confronti del pastificio Molisana, obbligato a modificare la sua linea produttiva di formati di pasta ABISSINE e TRIPOLINI perché considerati, dall’onorevole in questione, come evocatrici di un periodo colonialista. Credo che molti di questi personaggi che oggi si elevano a paladini di un parlamentare che ha dimostrato tutti i suoi limiti di ragionevolezza (anche di voti visto che nei collegi dove si è presentata nel 2018 ha preso sonori schiaffoni passando solo con il proporzionale e per grazia ricevuta), in realtà non potrebbero essere i primi a scagliare la pietra. Signori non scandalizziamoci per un post e non scomodiamo i concetti del femminismo e del sessismo solo per attaccare una parte politica visto che siamo a poco più di un anno dalle elezioni amministrative. Non è cambiando il nome a ministro, sindaco o assessore mettendoli al femminile che si tutelano le donne anzi, le si emargina ed etichetta ancor di più! Siamo tutti bravi a gridare al rispetto della donna e alle pari opportunità: io, da parte mia, su questi argomenti non ho scheletri nè amanti nell’armadio e ho sempre considerato la donna una presenza fondamentale ed insostituibile dell’umanità. Tutti quelli che si scagliano contro quel post, sono sicuri di essere stati sempre corretti nell’ incardinare la moralità e un buon comportamento istituzionale e privato? Ecco, non accetto lezioni di moralità e il primo ad essere offeso sono proprio io anche per il ruolo pubblico che rivesto e per la mia storia di grande rispetto della donna. Vogliono le mie dimissioni? Appena dopo le loro.
IL POST DI ROCCON
ROCCON POSTA, IL CONSIGLIO COMUNALE ATTACCA E C’E’ CHI CHIEDE LE SUE DIMISSIONI
UN GRANDE AIUTO A QUATTRO GIOVANI CON DISABILITÀ
BELLUNO Oltre 4500 euro a favore dei giovani con disabilità della provincia di Belluno. Sono i risultati dell’ultimo bando dell’associazione “La mongolfiera di Giorgia” dedicato alla memoria di Alessio Bortoluzzi. Un eccellente traguardo messo a segno in un periodo difficile. Lo testimoniano le parole di Ivana Turrin, presidente dell’associazione: «È stato un anno davvero duro, che spesso ci ha messo alla prova, ci ha fatto riflettere e poche volte ci ha portato buone notizie». Diversamente, il nuovo anno si apre con una bella novità per il sodalizio, che consentirà certamente benefici per quattro ragazzi in difficoltà. «Anche lo scorso autunno, malgrado tutte le difficoltà, abbiamo emesso un bando in occasione del quarto anniversario dalla scomparsa di Giorgia, dedicandolo ad Alessio Bortoluzzi, figlio dei nostri soci Michela ed Adriano, che ci ha lasciato nell’estate del 2020 per un evento tragico. Proprio i genitori, in memoria del loro Alessio, hanno deciso di effettuare una donazione di 1500 euro alla nostra associazione, a cui noi abbiamo aggiunto altri 1500 euro per implementare il bando», ricorda la presidente. Dunque, lo scorso 23 dicembre il consiglio si è riunito online ed ha deliberato sulle domande pervenute: tutte e quattro di ragazzi della provincia di Belluno, tra i 16 ed i 22 anni, portatori di disabilità gravi. «Anche questa volta siamo riusciti ad accettare tutte le richieste, oltrepassando il budget come d’abitudine, e con la cifra di 4.568,79 euro sono stati finanziati un computer portatile con borsa, un tablet con accessori, 20 incontri psicoeducativi e 40 sedute di fisioterapia a domicilio», conclude Ivana Turrin. «Ringraziamo di cuore i genitori di Alessio per aver pensato a noi in un momento tanto doloroso, ma anche tutti gli altri donatori che ci hanno scelto per festeggiare momenti importanti come battesimi ed anniversari, oltre ai soci che continuano ad essere la linfa vitale».
APERTURA BANDO PER IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE
BELLUNO L’Unione Montana Feltrina apre al Bando 2020 per iscriversi al Servizio Civile Universale relativo alla provincia di Belluno. C’è tempo fino all’8 febbraio 2021 alle 14 per iscriversi. Il Servizio Civile Universale è la scelta volontaria per 12 mesi, occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani. L’Unione Montana Feltrina in accordo con Comuni ed Enti aderenti propone 6 progetti per un totale di 74 posti disponibili. Gli ambiti dei progetti sono: ·Assistenza, Cultura, Protezione Civile. Impegno di 25 ore alla settimana (1145 ore complessive) con la possibilità di usufruire di ferie e malattia retribuita. A ciascun volontario lo Stato corrisponderà un’indennità di servizio pari ad € 439,50 mensili. Ulteriori informazioni sul sito www.feltrino.bl.it.
IL GRANDE FREDDO, LE TEMPERATURE DI IERI
ENRICO DE LOTTO, MEDICO E SCRITTORE L’AUTORE DI “GLI SPALTI DEL DIO THOR”
DI RENATO BONA
BELLUNO “Gli spalti del Dio Thor (leggende cadorine)” è il titolo di un volumetto (nella biblioteca di casa ne conservo gelosamente una copia, purtroppo consunta dal tempo – ndr.) che Enrico De Lotto ha dato alle stampe nel 1952 con la casa editrice Antonio Tabacco di Pieve di Cadore, dedicandolo “alla sacra memoria dei miei Genitori, che mi insegnarono ad amare le montagne dolomitiche, le loro genti e le loro tradizioni”. Il glottologo Giovan Battista Pellegrini nella prefazione, datata Pisa 15 giugno 1952, dopo aver tracciato un sintetico profilo dell’autore: “Il dott. Enrico De Lotto è nato a San Vito di Cadore nel 1911 ed ha compiuto gli studi universitari a Padova dove si è brillantemente laureato in medicina e chirurgia nel 1937; ha conseguito un diploma di specializzazione in dermosifilopatia ed ha svolto la sua attività di medico in Africa Orientale dal 1938 al 1940” spiega – e non si può non prendere atto della coincidenza che vede oggi il mondo intero alle prese con la terribile pandemia da Coronavirus19 – che: “In questo periodo profuse il suo giovanile entusiasmo nella organizzazione dei servizi sanitari e nella lotta contro le terribili epidemie, durante le quali vide soccombere valorosi collaboratori come il prof. Ernesto Del Favero di San Vito”. Ancora Pellegrini: “Scoppiata la guerra, quando stava per condurre a termine una importante missione scientifica, fu richiamato alle armi. Prese parte come ufficiale medico di una brigata coloniale alla estenuante lotta contro i ribelli abissini. Partecipò alla gloriosa battaglia di Cheren (lo scontro tra truppe italiane e britanniche e del Commonwealth in Eritrea dove gli italiani vennero sconfitti sancendo di fatto l’inizio dello sgretolamento dell’impero coloniale che era nato con annessione dell’Etiopia durante la guerra del 1935 e la creazione dell’Africa Orientale Italiana – ndr.) dove un pugno di valorosi, arrestò per due mesi il potente esercito inglese. Catturato, conobbe il calvario dei campi per prigionieri del Sudan, dell’India e dell’Inghilterra. Anche durante questa dolorosa parentesi, il De Lotto si prodigò, come medico e chirurgo di valore, ad assistere e curare ufficiali e soldati italiani, specialmente in India”. E’ del 1946 il rientro in Italia con De Lotto che esercitò come medico condotto a Domegge e Calalzo, affiancando l’attività di medico, per lui missione autentica, “a lodevoli interessi per la cultura ed un particolare amore per la penna” che lo portarono a realizzare saggi e ricerche in campo medico e a scrivere diversi articoli in giornali e riviste su vari argomenti con sfondo sempre “il suo Cadore”: storia, alpinismo, problemi locali e questioni sociali fra i molti altri. Pellegrini cita anche la “particolarmente meritoria collaborazione con G.B. Frescura agli scavi della stazione paleoveneta e romana di Làgole di Calalzo” di cui scrisse per primo, “rivelandone in Italia e all’estero, con piena ragione, la grande importanza storica, archeologica, epigrafica, linguistica e religiosa”. In chiusura sottolinea che, seguendo l’esempio di benemeriti scrittori locali come Ronzon, Casal, Bastanzi ed altri, in “Gli spalti del Dio Thor” (va ricordato che gli spalti di Toro sono una catena di montagne tra le più belle delle Dolomiti cadorine, con cime come il Castellazzo, la Torre di Vedorcia, il Campanile di Toro per citarne alcune – ndr.) De Lotto presenta una serie di fiabe un tempo diffuse in Cadore e che attualmente si possono ormai difficilmente ascoltare, sia pure dalle persone più anziane”, ed ha “colto qua e là, nei vari paesi cadorini, l’eco lontana e frammentaria di dette leggende – che però possono alle volte essere meno antiche di quanto appaia a prima vista – ormai in via di completa dimenticanza e vi ha ricostruito i presenti racconti intessuti di suggestiva fantasia. Essi potranno dilettare indubbiamente il lettore, ed offrire qualche insegnamento, sia pure con la dovuta prudenza, anche allo studioso di folclore”. Prima di esporre la serie delle leggende (Gli spalti del Dio Thor, Il regno delle Anguanes, Le gocce d’oro della Val Talagona, L’Isola della Cerbottana, Le sette montagne di vetro, Sulle orme del “Mazzaruò, I corvi del Montanel, Il lago delle femmine, Lauretta) Enrico De Lotto si rivolgeva “al lettore” ricordando che “Molti anni fa Carlo Felice Wolff, poeta delle Dolomiti, mi esortava in una lettera a raccogliere le leggende cadorine… mi pregava di recarmi a Cibiana, in Comelico, in Auronzo per sentire dalla viva voce del popolo le fan tastiche storie. Mi parlava di una fata ‘Fata Samblana’ che, sui ghiacciai dell’Antelao raccoglieva i bambini delle valli cadorine morti senza Battesimo”. Ancora: “Lusingato dal piacevole incarico mi misi al lavoro ed avrei voluto scoprire il mistero della Fata Samblana. Attingevo notizie dalle pacate e semplici parole dei pastori e dei cacciatori di camosci, intorno ai fuochi, nelle baite e nei bivacchi”. Ammette quindi che “poche leggende, in realtà, potei ricostruire perché il turbine della guerra mi portò in terre lontane per tanti anni. Al ritorno ripresi la ricerca, nei ritagli di tempo che la mia professione con tanta avarizia mi concede”. Cita poi Giovanna Zangrandi la quale “ha raccolto in un interessante volume, già pubblicato, le più belle leggende della nostra terra” e dice di sapere che altri appassionati del folclore stanno raccogliendo leggende cadorine e precisa: “Con la pubblicazione di questo lavoro desidero anch’io apportare il mio modestissimo contributo alla ricostruzione, autorevolmente iniziata dal Wolff e continuata dalla Zangrandi, delle ‘antiche storie fantastiche’ delle Dolomiti, che rispecchiano lo spirito della nostra razza”.
NELLE FOTO (Kellermanneditore; Abebooks.it; Wikipedia): Enrico De Lotto e, sulla destra, il figlio Maurizio (nato a Domegge nel 1950, architetto: dai primi anni di liceo si dedica anche alla pittura, con mostre in Italia e all’estero, e di design avendo frequentato la Scuola internazionale di grafica a Venezia dove ha approfondito le tecniche di incisione, e del libro d’artista); la Biblioteca che Calalzo ha intitolato ad Enrico De Lotto; copertina del libro “Gli spalti del Dio Thor”; altre copertine di lavori del medico-poeta-scrittore calaltino; la piana di Cheren dove operò anche De Lotto; il cimitero dei caduti italiani in terra di Eritrea.
IERI ALLA RADIO
DOLOMITI WINE & BEER SHOP, LO SPECIALE
di Claudio Fontanive
OSPITE: Gianluca Rossi di Dolomiti Ber & Wine Shop
FANTASTICHE DOLOMITI, NUOVA STAGIONE. APPUNTAMENTO QUINDICINALE IL GIOVEDI ALLE 10.30 E 19.00
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FANTASTICHE DOLOMITI 7^ PUNTATA: IL QUINDICINALE APPUNTAMENTO ALLA RADIO
SALUTE E SOCIETA’ IL LUNEDI ALLE 13.10 E ALLE 20.10, LA DOMENICA ALLE 10.30 A CURA DEL DOTTOR MARCO CARACCIOLO. QUINTA STAGIONE
LA PUNTATA DELLA SETTIMANA
in questa edizione: In Italia circa 3mila persone sono affette da ipertensione arteriosa polmonare, una malattia rara difficile da diagnosticare. Riconoscerla precocemente e agire subito è essenziale per prevenire complicazioni. Per questo nasce la campagna “La vita in un respiro”, promossa da Janssen Italia in collaborazione con AIPI (Associazione Ipertensione Polmonare Italiana). Nazzareno Galiè, Direttore della Cardiologia al Policlinico Sant’Orsola, Università di Bologna, Coordinatore delle Linee Guida Internazionali sull’Ipertensione Polmonare e responsabile Comitato Scientifico AIPI
Loredana Bergamini, Direttore Medico di Janssen Italia Carolina Kostner, Pattinatrice artistica, Testimonial di “La Vita in un respiro”
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GOCCE DI FILOSOFIA, CON CHIARA CAU, CON LISA DE LUCA.
TUTTI I GIORNI DAL LUNEDI AL VENERDI ALLE 6.55 E ALLE 18.55
LA PUNTATA DI IERI, N.06
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007 IN CONDOTTA CON LA PROF. MARIA ROSA SALMAZO IL LUNEDI ALLE 10,30 E ALLE 19.00 LA DOMENICA ALLE 8 DEL MATTINO. NONA STAGIONE
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“RITORNO A SCUOLA…. INCERTO”.
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SOLIDARIETA’ VENETO FONDO PENSIONE, IN ONDA IL PRIMO VENERDI DEL MESE ALLE 10.30 E ALLE 19.00 QUINTA STAGIONE
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DUE MINUTI UN LIBRO TUTTI I GIORNI ALLA RADIO ALLE 9.30 E ALLE 18. QUINTA STAGIONE
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CASSA SOLIDARIETÀ LUXOTTICA
IL NUMERO DI DICEMBRE CON PAOLO CHISSALE’ E FABRIZIO CAMPEDEL
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LA RASSEGNA STAMPA DA L’AMICO DEL POPOLO
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LA PUNTATA DELLA SETTIMANA, OSPITE LORIS SERAFINI
LA RACCOLTA COMPLETA
I RACCONTI DI PAOLO SOPPELSA il lunedi alle 9.30 e 18.30
L’ULTIMO VIAGGIO
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La piazza di Cencenighe era deserta e ingombra di neve. Un’atmosfera grigia e umida copriva il paese in quel pomeriggio d’inizio febbraio. Aveva smesso di nevicare da poche ore, ed era stata l’ennesima nevicata dell’inverno fra i più nevosi degli ultimi trent’anni. Si spalava nel gran silenzio di quel giorno uggioso accompagnati dal sommesso canto del Biois che scorreva fra le pietre ghiacciate. Fu verso le quindici che suonarono le campane. I rintocchi di La e SOL della Civica e della Patronale risuonavano fra le case per poi perdersi nelle nuvole che coprivano il Pelsa. Era il suonare dei funerali. Ci guardammo senza capire e poi seguitammo a spalare quella neve pesante. Mentre i rintocchi sfumavano arrivò il carro funebre. Con la pala sgombrammo altra neve per permettegli un parcheggio piu agevole sotto il sagrato della chiesa. Il giovane che era alla guida salì lungo la rampa innevata ed entrò in chiesa mentre noi continuavamo il nostro lavoro. Era strano pensai: quando eravamo arrivati non c’erano persone nei pressi della chiesa com’era d’uso in occasione dei funerali. C’erano soltanto silenzio e neve. Qualche minuto più tardi alzai lo sguardo e vidi il giovane delle pompe funebri che ci osservava da dietro la ringhiera di legno del sagrato. Ci chiese gentilmente se potevamo aiutarlo e ci parve una richiesta piuttosto strana. Pochi istanti più tardi fummo da lui. La porta della chiesa era aperta e la bara stava sul carrello appena oltre la soglia. Il prete uscì, ci osservò senza dire nulla, chiuse la porta con due giri di chiave e se ne andò. Capimmo che il funerale era terminato. Esequie che il parroco celebrò da solo in una chiesa deserta. “…datemi una mano per cortesia, qui non c’è nessuno oggi…”. Tre uomini e una bara di legno chiaro. Neve e mormorare del Biois. Guardai negli occhi il giovane vestito di nero e prima che proferissi parola mi disse “…era in lungodegenza da anni ad Agordo. Non aveva più nessuno e…” Lo fermai, non volli sapere altri dettagli di quella storia triste. Impugnammo le due maniglie anteriori della cassa ed uno la sollevò da dietro e ci inoltrammo lungo l’esile traccia scavata nella neve. Procedevamo con qualche difficoltà nonostante la bara fosse leggera. Pensai a quell’anziana che stavo accompagnando nell’ultimo viaggio. Ai tanti anni che aveva vissuto in solitudine prima di lasciare questa terra in un giorno di neve agordina. Pensai al suo funerale solitario e mi sentii abbracciare da una serena malinconia. Eravamo noi tre ad accompagnarla verso la Madre Terra. Sei braccia forti sorreggevano quel corpo che doveva essere sottile come un foglio di carta. Scendemmo con prudenza la rampa e poi con delicatezza posammo la cassa nel carro funebre. Guardai per l’ultima volta la bara di legno chiaro e l’accarezzai mentre il giovane metteva in moto. Gli chiesi se gli servisse una mano in cimitero e lui, chiudendo la portiera, mi rispose laconico “…in qualche modo farò…grazie…”. Guardammo la macchina nera scendere lungo la piazza deserta e poi girare verso Via Roma. Ritornò il silenzio e ricominciammo il nostro lavoro. Spalammo fino a quando si accesero i lampioni e quando chiudemmo casa era ormai buio. Salimmo in auto stanchi e bagnati mentre il freddo della sera ghiacciava la neve in strada. Il cielo era scuro e non si intravedevano i profili delle montagne. Finestre illuminate e fumo che usciva dai camini quasi sommersi dalla tanta neve depositata sui tetti. E aldilà del Cordevole, una bara di legno chiaro ed un’anima che viveva l’ennesima solitudine.
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LE PUNTATE di Luisa Alchini di Leggermente Bellunesi, la domenica alle 11, OGGI alle 10.30 e alle 19.00
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L’ALMANACCO LADINO CON L’ISTITUT CESA DE JAN QUINDICINALE APPUNTAMENTO. LA DOMENICA ALLE 9 IL LUNEDI ALLE 8.35 IL MARTEDI ALLE 12.35 IL MERCOLEDI ALLE 18.35. SECONDA STAGIONE.
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SP 1 MADONNA DEL PIAVE senso unico alternato regolato da semaforo fino al 15 gennaio in comune di Quero Vas per realizzazione tombinatura
SP 42 CAVALLERA fino a revoca, chiusura della strada nell’abitato di Perarolo per attivazione emergenza frana “Busa del Cristo”
S.P.2 DELLA VALLE DEL MIS Interdizione totale al traffico fino a revoca dal km 14,920 (località Gona Bassa) al km 20,650 (località Titele) per cedimento della carreggiata
S.P. 5 DI LAMOSANO Interdizione totale fino a revoca per presenza di materiale e alberi in strada.
S.P. 251 DI VAL DI ZOLDO E VAL CELLINA dalla località Soffranco fino all’imbocco nord della galleria S. Giovanni interdizione totale al transito per cedimento della carreggiata
SP 3 DELLA VAL IMPERINA fino a revoca, senso unico alternato regolato a vista in località Gona di Conedera di Rivamonte per cedimento della carreggiata stradale
Precipitazioni: Assenti, salvo qualche sporadica burrasca di neve sulle cime dolomitiche più settentrionali in tarda serata (10/20%).
Temperature: Minime pressoché stazionarie e gelide nelle valli, dove l’inversione termica aumenterà un pochino, e in aumento in alta quota; massime in generale lieve ripresa, su valori ancora inferiori alla norma. Sono previste punte di 0/2°C nei fondovalle prealpini e di -2/-1°C a 1000/1200 m, assai più basse nelle valli in ombra alle stesse quote. Su Prealpi a 1500 m min -6°C max -2°C, a 2000 m min -7°C max -4°C. Su Dolomiti a 2000 m min -8°C max -4°C, a 3000 m min -11°C max -9°C.
Venti: Nelle valli deboli di direzione variabile; in quota moderati, inizialmente ancora da nord-est, tendenti ad orientarsi da nord-ovest, diventando tesi al pomeriggio, anche forti alla sera, a 10-25 km/h a 2000 m, a 25-55 km/h a 3000 m.
Precipitazioni: Al mattino assenti (0%), al pomeriggio qualche burrasca di neve in quota sulle Dolomiti più settentrionali (20/30%). Poi aumento della probabilità di neve burrascosa (50/70%), specie sulle Dolomiti settentrionali, è in alcuni casi la neve giungerà nelle valli alla sera, quando i fenomeni potranno estendersi sporadicamente alle Dolomiti meridionali, assieme a fiocchi portati dal vento nelle valli (30/40%). Sulle Prealpi fenomeni assenti.
Temperature: Minime in diminuzione in alta quota, dove saranno osservate alla sera; in rialzo sotto i 2000 m, anche assai sensibile nei settori interessati dai primi episodi di Foehn; massime in calo in quota con marcato effetto wind chill; in aumento nelle valli, specie in quelle interessate da favonio. Previste punte di 4/6°C nei fondovalle prealpini e di 1/3°C sui 1000/1200 m. Su Prealpi a 1500 m min -5°C max -2°C, a 2000 m min -8°C max -5°C. Su Dolomiti a 2000 m min -9°C max -5°C, a 3000 m min -15°C max -11°C.
Venti: Nelle valli moderati dai quadranti settentrionali con forti ed improvvise raffiche di Foehn; in quota forti, a tratti molto forti, da nord nord-ovest, a 30-60 km/h a 2000 m, a 70-85 km/h a 3000 m, con raffiche oltre i 100/120 km/h.
SIRO DE BIASIO INTERVISTA IL “CAPITANO” MANUEL DE TONI
L’ALLEGHE PERDE ALL’OVERTIME CONTRO IL VARESE
SIRO DE BIASIO INTERVISTA IL “CAPITANO” MANUEL DE TONI
ALLEGHE – VARESE 2-3 dot
PARZIALI: 1-0, 1-1, 0-1, 0-1
GOL: pt. 3’01” Giolai. st. 13’40” De Toni, 16’34” Raimondi. tt. 15’43” Piroso. ot.4’10” Vanetti