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203 AGORDINA, RIENTRO DIFFICILE
REDAZIONE Rientro difficile nel pomeriggio di ieri dall’Agordino verso la pianura. Oltre ai consueti incolonnamenti a Cencenighe (per il traffico in discesa dalla Valle del Biois), e ad Alleghe oltre il centro, rallentamenti in tangenziale ad Agordo. Il peggio tra la galleria dei Castei e la località La Stanga. Traffico a passo d’uomo forti rallentamenti e a peggiorare la situazione la forte grandinata che si è abbattuta in località La Pissa con molti automobilisti che si sono buttati in sosta sulle piazzole accanto alla regionale 203 Agordina. Chi si è trovato sulla strada salendo da Belluno ha trovato un’altro problema: i motociclisti. In galleria dei castei continui sorpassi sull’opposta corsia che hanno creato una serie di inconvenienti a chi proveniva in senso contrario. Motociclisti in sorpasso a forte velocità che sono ormai una costante senza mai controllo lungo la 203 Agordina.
LA COLONNA DI TRAFFICO IN TANGENZIALE DI AGORDO IERI POMERIGGIO
RIENTRO CON LA GRANDINE TRA LA “PISSA”, VALLE DEL MIS, CESIOMAGGIORE
VAL BELLUNA Chicchi di grandine come albicocche, vento, pioggia insistente: sono gli effetti della tempesta di ieri alle 16.30 che ha interessato soprattutto la Val Belluna da Sedico al Feltrino. Notevoli i danni alle coltivazioni, a Cesana albero spezzato s’abbatte sull’auto di una famiglia che aveva cercato riparo sotto un albero. Nel pieno della grandinata che si abbatteva sulla zona azzerando la visibilità, infatti, due auto sono uscite parzialmente dalla carreggiata a Carpen. Non ci sono state conseguenze per le persone ma le condizioni meteo e la presenza delle auto in difficoltà lungo la carreggiata hanno causato pesanti disagi al transito. A Cesio il vento ha sollevato parte delle tegole. Al lago del Mis i pompieri hanno recuperato una macchina rimasta impantanata. A Feltre, sulla Panoramica rovesciamento di barriere new jersey e lamiere pericolanti. Piante sono cadute a San Gregorio e, a Santa Giustina, a Cergnai. I danni sono stati pesantissimi nella zona Pedemontana trevigiana ma il forte vento ha sradicato alberi anche Quero, nella zona della Valle di Schievenin.
BIMBA INVESTITA A CESIOMAGGIORE, SI ATTENDONO NOTIZIE DA PADOVA
CESIOMAGGIORE Comunità in ansia per la bimba travolta, ricoverata in condizioni molto gravi all’ospedale di Padova, solidarietà anche per la donna di 67 anni che l’ha investita peraltro di casa nella famiglia della bambina, subito dopo il sinistro è stata colpita da malore «È un doppio dramma, per la bimba e per la sua famiglia, ma anche per la signora che guidava la macchina e i suoi familiari» dichiara il sindaco Carlo Zanella al Corriere delle Alpi. «Sono momenti davvero difficili ed è giusto che la comunità si stringa attorno a tutte le persone coinvolte in questa vicenda drammatica». A Cesio ora si resta in attesa di notizie positive dall’ospedale di Padova, dove la bimba è stata trasportata in elicottero direttamente dal luogo dell’incidente dopo i primi soccorsi sul posto.
IN VIA DI MIGLIORAMENTO IL BIKER CADUTO SCENDENDO DA CASERA ERE
SANTA GIUSTINA Andrea Burlon 54 anni appassionato di mountain bike ha ripreso conoscenza ed è stato trasferito dal Ca’ Foncello all’ospedale di Belluno. Sta rapidamente migliorando. E’ rimasto gravemente ferito domenica 18 luglio mentre stava scendendo in bici da Casera Ere, a San Gregorio, quando nella parte finale del tragitto era finito con la ruota anteriore in una buca.
PROVINCIALE 3 DI VALLE IMPERINA GOSALDO-RIVAMONTE: CHIUSA FINO AL 30 LUGLIO
GOSALDO Per lavori al chilometro 9.600 strada chiusa 24 ore su 24 sabato e domenica compresi. Interruzione fino al 30 luglio, Rivamonte è raggiungibile da Agordo (senso unico in località Gona Conedera) e da Voltago via Digoman
SEDICO REGIONALE 203 AGORDINA, In località La Stanga dal 19 luglio al 6 agosto senso unico regolato da movieri
REGIONALE 203 AGORDINA, LOCALITA’ SORAZUNAIA, E SR 48 DELLE DOLOMITI IN LOCALITA’ LIVINALLONGO, FINO AL 31 LUGLIO DALLE 7 ALLE 18 ESCLUSI SABATI E DOMENICHE INTERRUZIONI ALLA VIABILITA’ PER UNA DURATA MASSIMA DI 20 MINUTI.
PROVINCIALE 641 DI PASSO FEDAIA LOCALITA’ COL DI ROCCA FINO AL 30 LUGLIO (COMPRESI FESTIVI E PREFESTIVI) SENSO UNICO ALTERNATO REGOLATO DA SEMAFORO
LA VALLE STRADA PER MALGA FOCA NEL FINE SETTIMANA APERTA DA OGGI ALLE 12 E DOMANI PER TUTTO IL GIORNO. CHIUDE DI NUOVO DA LUNEDI ANCHE I SENTIERI CAI 545, 542 e 541.
VALLADA per lavori alla rete idrica comunale, domani dalle 08 a fine lavori potrebbe mancare l’acqua in località COGUL.
INTERRUZIONI ENEL PROGRAMMATE PER LAVORI LIVINALLONGO oggi dalle 8.30 alle 10 Vie Mesdi, Arabba, Cant, Paluacia, Zorz, Boe’.
SBAGLIANO SENTIERO, SOCCORSA COPPIA DI ESCURSIONISTI
SCIVOLA IN UNA SCARPATA E FINISCE NEL TORRENTE
LAMON Verso le 9.40 la Centrale del Suem è stata allertata per un escursionista scivolato da un sentiero in una forra a Lamon. W.F., 51 anni, di Badia Polesine (RO), era sceso dalla sua abitazione per un giro nella vallata sottostante, Val Pora, dove ci sono diversi sentieri antichi, ma era scivolato ruzzolando in una scarpata e finendo nel torrente sottostante. Era riuscito a trascinarsi fuori dall’acqua fino a un punto dove aveva trovato copertura telefonica, per chiamare la moglie, che da Rovigo aveva fatto scattare l’allarme. Poi non era più stato possibile contattare l’uomo. Dalla descrizione del luogo, l’elicottero di Treviso emergenza ha fatto un primo sorvolo sopra la fitta vegetazione, per poi imbarcare un soccorritore di Feltre, calato con un verricello di 20 metri assieme al tecnico di elisoccorso. In altre due rotazioni sono stati portati altri 4 soccorritori, ai quali se ne è aggiunto un quinto che abita poco distante. L’elicottero con il proprio tecnico di elisoccorso è poi rientrato, mentre i sei soccorritori si sono divisi in due squadre per avviare la ricerca : una scesa a monte del torrente, una risalita dal basso. In breve tempo, una volta ritrovato, i soccorritori hanno mandato le coordinate del punto esatto in cui si trovavano e sul posto, con un verricello di 60 metri, sono stati sbarcati medico e tecnico di elisoccorso dell’eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore, che hanno prestato le prime cure all’uomo e lo hanno imbarellato. Recuperato, l’infortunato, con sospetti frattura al bacino e trauma toracico, è stato trasportato all’ospedale di Belluno.
INFORTUNIO SOPRA MALGA LE BUSE
FALCADE Attorno alle 15.50 il Soccorso alpino della Val Biois è intervenuto sopra Malga Le Buse, dove un escursionista toscano di 56 anni aveva messo male un piede, subendo una probabile distorsione alla caviglia. L’uomo, che si trovava con moglie e figlio, è stato raggiunto in jeep da una squadra che lo ha accompagnato fino al parcheggio, da dove si è allontanato con i mezzi propri in direzione del pronto soccorso.
L’ADDIO A FRANCO MACIGA
BELLUNO È morto, all’età di 77 anni, Francesco Maciga, papà di Luca, collaboratore del Corriere delle Alpi. Lascia la moglie Maria Grazia, il figlio Luca, la nuora Cristina e i nipoti Patrizio, Alessio ed Emanuele. I funerali si svolgeranno domani alle 16 nella chiesa di San Giovanni Bosco a Belluno. A Luca e ai familiari l’abbraccio un messaggio di solidarietà dalla redazione di Radio Più.
IL COMUNE DI VOLTAGO AVRA’ SENZA DUBBIO UN SINDACO
di Gianni Santomaso
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RETE TIM KO AD ARABBA. DA CELLULARE INTERNET NON FUNZIONANTE E CHIAMATE A SINGHIOZZO
LIVINALLONGO Problemi sulla rete cellulare TIM da due giorni. Telefoni muti o telefonate continuamente interrotte, rete dati e connessione 4G praticamente assente, pioggia di disservizi anche per i pagamenti elettronici tramite Pos GPRS che utilizzano connessione mobile TIM. Con clienti obbligati a prelevare contante ai bancomat, nel primo weekend da tutto esaurito.
LA CHIESA DI TISER RIAPRE AI FEDELI
di Gianni Santomaso
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IERI ALLA RADIO
DON ANDREA CONSTANTINI NUOVO PARROCO A LIVINALLONGO, IN PARTENZA IL DON ALLEGHESE
LIVINALLONGO La stagione autunnale porterà in territorio Fodom il nuovo parroco, don Andrea Constantini, il nuovo decano di Livinallongo. è stato dato dal sindaco Leandro Grones.
Don Andrea Constantini sarà il nuovo Decano di Livinallongo. Classe 1971, è originario di Cortina d’Ampezzo. Ordinato sacerdote il 23 maggio 1998, ha prestato servizio pastorale come Parroco a Vigo di Cadore, Falcade, nelle comunità del Comelico e finora parroco di Cavarzano e Sargnano. A Don Andrea Constantini “Ghea”, il Vescovo Renato Marangoni, ha affidato le comunità di Pieve di Livinallongo e Arabba, in un nuovo contesto di collaborazione tra le parrocchie dell’Alto-Agordino. Don Andrea succede a Sior Plevàn don Dario Fontana che, raggiunta l’età di 77 anni, continuerà il suo servizio sacerdotale senza impegnativi incarichi di ministero.
- don Francesco Di Stefano, che ha già annunciato la destinazione a un nuovo servizio diocesano, lascia la parrocchia di Alleghe; la partenza di padre Pietro Viscolani o.f.m., segna la fine del servizio dei frati minori nelle parrocchie di Caprile e di Santa Maria delle Grazie. In queste comunità subentrano don Franco Decima e don Dario Fontana, rispettivamente come parroco e come vicario parrocchiale, mentre don Franco mantiene la cura di Rocca Pietore;
- continua per don Renato Tasso il servizio di amministratore parrocchiale di Colle Santa Lucia, Selva di Cadore e Pescul; così anche padre Romeo Simonetti continua il suo servizio a Laste;
- la collaborazione tra tutte queste parrocchie sarà sostenuta, oltre che dal ministero dei presbiteri sopra ricordati, dal servizio pastorale che già prestano le Discepole del Vangelo presenti nella curazia di San Giovanni, presso Arabba.
SONO 507 I NUOVI POSITIVI IN VENETO DELLE ULTIME 24 ORE. RICOVERI STABILI, NESSUN DECESSO
I GRAFICI DI TIZIANO DE COL
PD ALL’ATTACCO “IN VENETO MANCANO MEDICI DI BASE E AZIENDA ZERO SBAGLIA LE PROCEDURE DEL CONCORSO”
VENEZIA “Sbagliare per ben due volte le procedure concorsuali è un lusso che Azienda Zero non si può permettere, a maggior ragione in un momento come questo, con una drammatica carenza di medici di base. Errori che hanno poi ritardato tutto l’iter, che ad oggi risulta ancora bloccato”. A. Dirlo è la vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico, a proposito della sospensione e successiva riapertura del bando riguardante l’assegnazione delle zone carenti, denunciata dalla Fimmg Veneto.
“Abbiamo già abbastanza veneti senza medico di famiglia, visto che molti pensionamenti non sono stati rimpiazzati. Sempre più persone sono costrette a rivolgersi ai Pronto soccorso, intasandoli, oppure alla guardia medica. Quando si parla di eccellenza veneta dovrebbe essere raccontata tutta la storia, non solo quello che fa comodo. La situazione, inoltre, andrà a peggiorare perché nei prossimi anni circa il 40% di questi professionisti dovrebbe lasciare per raggiunto limite di età. In piena emergenza e con una programmazione carente, errori che hanno ricadute del genere non sono assolutamente accettabili”.
INCONTRO PUBBLICO MARTEDÌ 27 LUGLIO, ORE 9, MUNICIPIO DI BORGO VAL BELLUNA: II PNRR E LE POLITICHE INDUSTRIALI E DEL LAVORO NEL MONDO POST PANDEMICO E POST GLOBALIZZATO – PROPOSTE E MODELLI
BORGO VALBELLUNA Domani dalle ore 9 alle ore 13 si terrà presso la Sala degli Affreschi del Municipio di Borgo Val Belluna l’incontro “II PNRR e le politiche industriali e del lavoro nel mondo post pandemico e post globalizzato – Proposte e modelli” organizzato dalla Fiom e dalla Cgil di Belluno sia in presenza (per un massimo di 50 persone sia online attraverso una diretta sulla pagina Facebook FIOM Belluno. L’incontro sarà moderato da Sara Quartarella, ufficio stampa della FIOM Veneto e avrà come relazione introduttiva un approfondimento sul PNRR curato da Matteo Gaddi, ricercatore della Fondazione Sabattini. Il segretario Generale della FIOM di Belluno, Stefano Bona, e il sindaco di Borgo Val Belluna, Stefano Cesa, apriranno la mattinata di lavori che prevede gli interventi di Ugo Bolognesi della FIOM di Torino, referente della vertenza ExEmbraco; Federico D’Incà, Ministro per i rapporti con il Parlamento; Maurizio Castro, direttore scientifico del Master CUOA in Crisis e change management; Elena Donazzan, Assessore al lavoro della Regione Veneto; Paolo Feltrin, già docente di Scienza dell’Amministrazione presso l’Università di Trieste; Elisabetta Gualmini, Europarlamentare del Partito Democratico e Silvia Spera del dipartimento politiche industriali della Cgil Nazionale. L’incontro vuole essere un momento di riflessione per ragionare sul PNRR, sul territorio, sulla vertenza Acc, sul futuro di tanti uomini e donne, di lavoratrici e lavoratori che hanno sempre messo il lavoro al primo posto e che adesso si ritrovano in una situazione di assoluta instabilità e incertezza, non per loro responsabilità. Si parlerà delle ipotesi sull’uso del Recovery Fund che dovrebbe essere utilizzato per attuare un’uscita dalla crisi che veda un modello di sviluppo alternativo a quello che ha caratterizzato gli ultimi 30 anni di politiche economiche e che è anche stato un amplificatore degli effetti negativi della pandemia, anche dal punto di vista economico e sociale, in particolar modo nelle fasce più deboli. La pandemia, inoltre, ha messo a nudo le distorsioni del modello di sviluppo che ha caratterizzato le politiche economiche degli ultimi decenni, quello che è comunemente chiamato “liberismo”. L’emergenza COVID ha riproposto con forza la necessità dell’intervento pubblico: in particolare il ruolo della sanità pubblica ma anche dell’intervento pubblico in economia, attraverso l’intervento diretto di sostegno economico delle fasce più colpite della popolazione. Era quindi ragionevole pensare che l’uscita dalla crisi, dovesse passare attraverso un modello di sviluppo diverso: basato sulla compatibilità ambientale, sulla centralità del lavoro e dei diritti, su di un rinnovato ruolo pubblico in economia. Purtroppo però queste risorse stanno venendo stanziate in modo da non cambiare modello di sviluppo, ma, anzi, per conservarlo e rafforzarlo. I segnali che vanno in questa direzione sono tanti: dallo sblocco dei licenziamenti alla mancanza di ammortizzatori sociali veramente universali, alla assenza di politiche industriali e di gestione delle crisi, al mancato coinvolgimento delle parti sociali e del sindacato in merito all’utilizzo delle risorse del Recovery. Uno dei pericoli maggiori del PNRR è determinato dal rischio che una mole ingente di miliardi venga utilizzata non per rafforzare l’industria e l’occupazione del territorio, ma, al contrario, per incrementare le importazioni dall’estero. Ad esempio, se si punta sulle energie rinnovabili, sull’idrogeno, sulla digitalizzazione e i nuovi sistemi di TLC sono necessarie fabbriche che producano queste tecnologie. Nel PNRR, ad eccezione di un’indicazione ad una fabbrica di pannelli, non vi è alcun riferimento all’intenzione del governo di creare queste industrie: pensiamo all’esempio degli autobus che, a fronte di oltre 4000 veicoli immatricolati in Italia nel 2019, di essi sono 148 sono stati prodotti sul nostro territorio o, ancora, si pensi all’esempio di un’impresa pubblica come Fincantieri che dovrebbe essere orientata a produrre le piattaforme offshore per le energie rinnovabili, ma che non viene nemmeno citata. Il rischio, quindi, è che gli investimenti del Recovery finiscano per consolidare l’attuale divisione del lavoro in Europa, che vede l’Italia in posizione subordinata, cioè come mera fornitrice di componentistica verso le filiere industriali localizzate altrove, in particolare in Germania e Francia. “Occorre pensare ad una politica industriale pubblica all’interno di un modello di sviluppo ad economia mista, l’unico che può porre un freno alle politiche liberali, anche forzando il quadro di direttive e regolamenti europei sempre più insostenibili sotto il profilo sociale. C’è bisogno di una politica economica che rilanci un’ottica di programmazione generale nel campo industriale, favorendo anche processi di autogestione come strumenti di risoluzione delle crisi” ha dichiarato Stefano Bona in merito agli intenti di questo incontro.
“LA MIA TERRA”: L’EMOZIONE IN ALTA QUOTA A FALCADE
FALCADE Tra gli alberi e fino alle imponenti pareti di roccia di Mulaz e Focobon, la bellezza delle note e la maestosità del panorama si sono fuse insieme nella terza edizione de “La Mia Terra”, progetto musicale ideato da Diego Basso, che quest’anno ha avuto come ospite d’eccezione il cantautore, compositore e tastierista Roby Facchinetti. Diretti dal Maestro Diego Basso sabato 24 luglio, un centinaio di artisti, tra musicisti e coristi dell’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana e Le Voci di Art Voice Academy, si sono esibiti sulle sedute ricavate dai tronchi abbattuti da Vaia e oggi divenuti teatro permanente nel Bosco degli Artisti, a Falcade, nella Ski Area San Pellegrino. Un’overture sinfonica ha aperto il concerto “Roby Facchinetti Symphony. Inseguendo la mia musica” e salutato il pubblico che fin dal mattino presto è salito al Bosco degli Artisti con i temi musicali più amati e conosciuti composti dal Maestro Facchinetti nella sua carriera con i Pooh e come solista. Un inizio accolto da applausi a scena aperta che hanno anche dato il benvenuto tra le Dolomiti ad un emozionato Roby Facchinetti e l’inizio dell’esecuzione in alta quota di canzoni che hanno segnato la storia della musica pop italiana: “Uomini Soli”, “Pierre”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “La Donna del mio amico”, “Pensiero”, “Ci penserò domani”, “Un mondo che non c’è”, “Poeta” e “Parsifal”. Non poteva mancare in scaletta “Rinascerò, Rinascerai”, brano composto da Facchinetti con le parole di Stefano D’Orazio durante la pandemia e diventato un vero e proprio inno di speranza, eseguito per la prima volta da Facchinetti in concerto l’ultimo giorno del lockdown nel giugno 2020 a Castelfranco Veneto in provincia di Treviso. Inseguendo la musica, il pubblico ha potuto ascoltare in versione sinfonica non solo i brani scritti composti da Roby Facchinetti nel corso della sua carriera, ma anche pezzi tratti dal suo ultimo lavoro solista, arrangiati in versione sinfonica. Un inedito concerto che è stato anche l’estratto di una anteprima assoluta di quello che è un progetto musicale frutto di una collaborazione tra il Maestro Diego Basso e Roby Facchinetti. “Chi fermerà la musica” non è stato solo il titolo di una delle canzoni in scaletta ma anche l’interrogativo carico di emozione di chi ha potuto assistere a questa performance unica con la grande orchestra tra le vette. Il concerto, con le composizioni che hanno preso vita in versione sinfonica, a quota 2000 metri, è stato anche l’occasione per celebrare la Città di Venezia e i suoi 1600 anni di storia. Evento organizzato con la collaborazione di Regione Veneto, Provincia di Belluno, Comune di Falcade, Pro Loco Falcade Caviola, PromoFalcade Dolomiti e Ski Area San Pellegrino.
Sponsor dell’evento: Acqua Dolomia, Karpos, Marauto, Scarpa, Cassa Rurale Dolomiti, Famiglia Cooperativa Falcade Caviola.
Con la collaborazione di: Croce Verde, Soccorso Alpino Val Biois, Protezione Civile Val Biois
Media partner: Radio Più. Partner tecnico Hollywood Service s.r.l. Produzione AVA Sound Live Music
LA FERITA E IL DONO, 250 ANNI DOPO EMOZIONI IN RIVA AL LAGO
ALLEGHE Serata di emozione e molto partecipata a Masarè di Rocca Pietore a Villa Paganini Rispoli sulle sponde del Lago di Alleghe E’ stato ricordato il 250° anno dal distacco della frana che, sbarrando il torrente Cordevole, diede origine al Lago di Alleghe. La serata è stata incentrata sullo spettacolo, reading musicale,“Lago di Alleghe, LA FERITA E IL DONO” creato e portato in scena dall’attrice e autrice Susanna Cro con le musiche originali eseguite dal vivo dal maestro Diego De Pasqual e il disegno luci di Paolo Pellicciari. Un’immersione nelle vicende storiche ed ambientali che hanno portato alla formazione del lago di Alleghe e negli accadimenti correlati ad essa, in una restituzione a più livelli di significato nutrita dall’ascolto attivo dei luoghi. Attraverso l’utilizzo di una drammaturgia che integra al piano narrativo, gli originali documenti settecenteschi resi fruibili dagli archivi veneziani da Gio-Maria Antonio Del Negro e finestre poetiche che creano legami empatici con i vissuti emotivi, si sono persorsi , in un flusso unitario i fatti, le relazioni e la corrispondenza interiore al reale che si manifesta. Il lago è stato vissuto come ferita che, attraverso la meraviglia della sua naturale esistenza, si è poi disvelato quale dono nel cambiamento.Tra le fonti tecniche e storiche utilizzate anche “Il lago di Alleghe tragedia e fascino” di Gio-Maria Antonio Del Negro e “La formazione del lago di Alleghe” di Giorgio Fontanive, entrambi studiosi locali.L’evento è stato organizzato in collaborazione tra le amministrazioni comunali di Alleghe e Rocca Pietore e il Consorzio Operatori Turistici Alleghe Caprile.
IL SINDACO DI ROCCA PIETORE ANDREA DE BERNARDIN
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IL SINDACO DI ALLEGHE DANILO DE TONI
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SABATO SERA E’ ANDATA IN SCENA LA TERZA MOONLIGHT LASTE
ROCCA PIETORE Per la terza volta è andata in scena la Moonlight Laste a Rocca Pietore, una passeggiata al chiaro di luna lungo il tracciato che d’inverno viene usato per Ciaspamoon. Passeggiata a cui hanno partecipato circa 90 persone iscritte regolarmente vista l’emergenza Covid-19. Partenza dalla piazza di Val, salita sui sentieri fino al Pian de la Leda dove è stata offerta una cena a base di zuppa d’orzo, puccia speck e formaggio della malga di Laste e una bibita. Finito di cenare, lungo il percorso illuminato con piccole lanterne, i partecipanti sono arrivati a Ronch dove hanno potuto gustarsi ottimi dolci e lo smorm. Per l’occasione è stato illuminato il Sas de la Murada con un faro.
IL SINDACO DI ROCCA PIETORE ANDREA DE BERNARDIN
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A CESIOMAGGIORE LA 23ª EDIZIONE DEL PREMIO PELMO D’ORO
CESIOMAGGIORE Cesiomaggiore ha ospitato la 23^ edizione del Premio Pelmo d’Oro nella Sala Polifunzionale in località Pradenich. I premiati Pelmo d’Oro 2021 sono: l’altoatesino Christoph Hainz per l’alpinismo in attività, l’agordino Eugenio Bien per la carriera alpinistica, il bellunese Giuliano Dal Mas per la cultura alpina. Quest’anno il Premio Speciale Dolomiti UNESCO sarà assegnato alla Sezione CAI di Mestre per la gestione del rifugio Galassi e il Premio Speciale della Provincia di Belluno andrà a Giuseppe Tabacco, fondatore e titolare delle Edizioni Tabacco. Per finire, ma non di meno conto, la solidarietà con il premio Giuliano De Marchi andrà al carpigiano Dante Colli. Oltre alla consueta scultura del Monte Pelmo, opera del maestro Gianni Pezzei, anche due opere realizzate dallo scultore Italo De Gol, nato e cresciuto tra Cesiomaggiore e Santa Giustina. La manifestazione, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO, gode del patrocinio della Regione del Veneto, del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e dell’Unione Montana Feltrina. Fondamentale per l’organizzazione e per il sostegno economico la “Casa Comune” composta da CAI-CNSAS-GUIDE ALPINE, il Consorzio BIM Piave, nonché la sponsorizzazione di Grafiche Antiga di Crocetta del Montello. Collaborano alla giornata del Pelmo d’Oro numerose associazioni e volontari tra cui: Gruppo Escursionisti Cesio, Pro Loco di Busche, Comitato S. Agapito, associazione di apicoltori L’ApeRina, Comitato “Festa della patata”, Gruppo Folk di Cesiomaggiore, U.S. Cesio, associazione “Il Tasso” di Menin, Comitato “San Leonardo” di Cesiominore, Comitato Pullir.
ACC: D’INCA’: “LA CORTE DEI CONTI DA’ L’OK AL DECRETO ATTUATIVO”
ROMA “Il 24 luglio la Corte dei Conti ha registrato il decreto interministeriale per attuare l’articolo 37 del decreto Sostegni, con una copertura di 400 milioni di euro, risorse fondamentali per rilanciare le aziende del nostro Paese: è un passaggio importantissimo per il percorso di salvezza nei confronti dello stabilimento Acc di Borgo Valbelluna che, grazie al provvedimento, potrà ottenere le linee di credito necessarie per la propria continuità. Dopo i precedenti passaggi al Mise e al Mef e questa importante valutazione della Corte dei Conti manca soltanto l’ultimo passaggio alla Commissione Europea. Confido che in tempi brevi si possa raggiungere l’obiettivo per ridare forza a uno stabilimento chiave per la filiera del freddo sia del bellunese, sia del Paese. Un’azienda, è bene sottolinearlo, su cui questo Governo e il precedente esecutivo hanno creduto. Ringrazio i ministri Giorgetti e Franco per l’attenzione che finora è stata dimostrata.Un segnale necessario per il nostro tessuto manifatturiero e per i dipendenti dell’azienda che si sono da sempre distinti per il proprio impegno, per i sacrifici e per l’enorme professionalità. Ora bisogna continuare a remare nella stessa direzione e per raggiungere l’importante obiettivo e dare forza a questa realtà del nostro territorio” dichiara il Ministro Federico D’Incà.
AMBULANZA DA AURONZO A SANTO STEFANO DI CADORE PER I LAVORI DELLA GALLERIA DI SANTO STEFANO
BELLUNO Domani l’ambulanza con l’equipaggio autista infermiere dell’Ulss Dolomiti, attualmente operativa presso la Postazione SUEM di Auronzo di Cadore sarà trasferita, in via sperimentale, presso la sede del Distretto di Santo Stefano di Cadore per garantire la massima sicurezza del Comelico, considerati i lavori in corso nella Galleria Santo Stefano. Il trasferimento, infatti, autorizzato dal CREU (Comitato Regionale Emergenza Urgenza) è correlato alla chiusura notturna per lavori della Galleria S. Stefano, con le relative difficoltà di raggiungimento del Comelico. Per assicurare un tempestivo soccorso alla popolazione residente nel Comelico e ai turisti presenti, quindi, è stato deciso di posizionare a Santo Stefano l’ambulanza Ulss, anche a seguito della riunione di coordinamento tenutasi presso la Prefettura di Belluno prima dell’inizio dei lavori e in accordo con i sindaci di Auronzo e del Comelico Ad Auronzo di Cadore, infatti, è presente l’ambulanza del locale Punto di Primo Intervento, che per il periodo turistico prevede la presenza di una seconda ambulanza a supporto.
LA LEGA CHIEDE DELUCIDAZIONI SULLA VENDITA, IL RICAVATO E L’UTILIZZO DEGLI SCHIANTI DI VAIA A BELLUNO
BELLUNO “Quanti soldi sono stati ricavati dalla vendita del legname abbattuto da Vaia e come verranno utilizzati?”. Il consigliere della Lega Marzio Sovilla chiede spiegazioni a Palazzo Rosso perchè, a distanza di due anni e mezzo dalla terribile tempesta, ancora il quadro non è chiaro. “A marzo 2019 il Comune parlava di un piano di recupero del legname in Nevegal e faceva anche una previsione di introiti – ricorda il consigliere -, allora si parlava di vendere le piante abbattute di larice rosso, di larice certificato pefc e materiale da destinare a biomassa e di incassare, dall’operazione, circa 264 mila euro. L’amministrazione annunciava poi di aver concluso un accordo con una ditta altoatesina e di essere riuscita a portare gli introiti a circa 512 mila euro”. Da allora sono trascorsi due anni e più, durante i quali la cifra è cambiata più volte, il legname è rimasto a terra a lungo e alla fine è stato attaccato dal bostrico rendendo di fatto impossibile un suo utilizzo ottimale. Questo ha imposto di abbassare i termini dell’accordo. “Poco tempo fa l’assessore al bilancio e vice sindaco Lucia Olivotto diceva che il Comune ha già incassato circa 400 mila euro dalla vendita, rispetto ai 512 mila preventivati – prosegue Sovilla –, perchè l’accordo è stato rivisto al ribasso a causa della lunga permanenza a terra del materiale per il lockdown, che ha imposto un fermo ai lavori. Vorremmo capire a quanto ammonta il ribasso e come verranno utilizzati i soldi ottenuti”. Insomma, si chiede un quadro più preciso rispetto alle informazioni date finora dall’amministrazione su come è stata condotta l’operazione, e si chiede di coinvolgere i consiglieri su come utilizzare il ricavato. “E’ stata una vendita importante, frutto di un evento eccezionale – conclude – è fondamentale ci sia massima condivisione con tutti i membri del Consiglio comunale”.
CONTRIBUTO ALL’UNIONE MONTANA ALPAGO PER RISOLVERE GLI ALLAGAMENTI A PALUDI: IN APPROVAZIONE L’ACCORDO DI PROGRAMMA
ALPAGO Accordo di programma tra l’Unione Montana Alpago e la Provincia per l’installazione di un’idrovora in zona industriale Paludi. Un’idea che era già stata messa nero su bianco e che dopo l’alluvione di inizio dicembre 2020 è stata velocizzata dall’amministrazione provinciale. Giovedì 29, l’approvazione del consiglio. L’idrovora che sarà installata (di fronte all’area dove oggi ci sono i drive-in dell’Ulss) è ad alta portata. Si attiva nel momento in cui si creano le condizioni limite di pioggia e scarica direttamente nel canale Rai, in modo da prevenire gli allagamenti della zona industriale.
LE PRO LOCO BELLUNESI SI SONO RITROVATE A LAMON
LAMON Covid, adempimenti burocratici ma anche successi messi a segno nell’assemblea delle Pro loco bellunesi di sabato 24 luglio nella sala Teatro di Lamon, ospitata dalla Pro loco Lamon e dall’Amministrazione locale. Una fotografia dello scorso anno certo non di prima qualità con le associazioni impossibilitate a svolgere gran parte degli eventi. L’attività dell’Unpli Belluno si è comunque svolta prevalentemente online, con webinar dedicati alla formazione, mentre i sodalizi in autonomia si sono dati da fare per proporre in modalità virtuale gli eventi culturali laddove possibile, con qualche uscita nell’estate pur nei limiti delle restrizioni. L’Unpli ha svolto, nei mesi scorsi, un tenace lavoro, in sinergia con la Regione Veneto e con l’Unpli regionale e quello nazionale per cercare di fare chiarezza sulle regole e arrivare in tempo utile, per quest’estate, per permettere ai volontari di lavorare in sicurezza. Ora però è arrivato il nuovo decreto di verifica del Green pass per eventi, fattore che ha suscitato in sala diverse perplessità; il presidente provinciale Davide Praloran si è detto in difficoltà a dare stimoli alle Pro loco in mancanza di certezze ma fiducioso che verrà fatta chiarezza. Presenti in sala i consiglieri regionali Silvia Cestaro e Giovanni Puppato, il consigliere provinciale al turismo Danilo De Toni ,la sindaca di Lamon Ornella Noventa, il presidente pro loco di Lamon Ruben Faoro. Le autorità in genere hanno rassicurato le Pro loco presenti, motivandole ad andare avanti nell’organizzazione di eventi, fiduciose in regole chiare a breve, parlando dei sodalizi come motori nella promozione turistica e attenti alla sicurezza. Ci sono stati due momenti di approfondimenti, il primo dedicato al Suap (sportello unico per le attività produttive) cui le Pro loco bellunesi devono fare richiesta obbligatoria per le autorizzazioni sanitarie in modalità telematica in caso di manifestazioni temporanee in cui si somministrino bevande e alimenti. Il secondo ha descritto il programma di contabilità Asso 360, dedicato alla semplificazione dei bilanci. Premiati i presidenti di Pro loco che hanno lasciato dopo più di cinque anni, cioè Sergio Bonan (Consorzio Massiccio del Grappa orientale), Loredana Munaro (Chies d’Alpago), Albita Bianchi (Cibiana), Enrico Farenzena (Agordo). Approvato il bilancio, si è parlato delle recenti azioni messe a segno, anche grazie a contributi regionali, l’installazione di un pannello touch per la promozione turistica nell’area di Busche e la pubblicazione “Una montagna di colori” per la valorizzazione delle tradizioni locali, in particolare i gruppi folkloristici e i carnevali dei sodalizi bellunesi. Ben 35 mila stampe di una pubblicazione di 60 pagine; la naturale evoluzione del progetto sarà la creazione di un coordinamento provinciale delle realtà presenti nel libretto per una veste unica e coordinata in occasione di eventi.
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OSPITE: Michele Costa Presidente Unione Montana Agordina
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IL CIRCOLO RICREATIVO DELLA MAGLIA DI CENCENIGHE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
di Luisa Manfroi
CENCENIGHE Il “Circolo ricreativo della maglia” di Cencenighe prosegue incessante la sua attività, malgrado l’emergenza sanitaria che nell’ultimo anno e mezzo ha limitato la possibilità di potersi incontrare di persona due pomeriggi alla settimana nella sede della biblioteca comunale. L’impegno delle signore, espertissime nell’arte del lavoro a maglia, è sempre stato presente. Sì, perché neppure la pandemia è riuscita a fermare la voglia di lavorare a ferri o all’uncinetto che è stata determinante per il gruppo di amiche che in otto anni ha fatto davvero molto, sia in termini di produzione che di solidarietà, come conferma una componente: «I lavori sono diventati tanti ed abbiamo pensato di renderli utili partecipando alla “Fiera di Sant’Andrea” e le donazioni ricevute sono state consegnate alle realtà del nostro paese (scuola dell’infanzia, asilo nido, scuola primaria, Parrocchia) oppure ai terremotati, al comune per il disastro Vaia, alla Ussl Dolomiti per l’emergenza Covid». E in un momento in cui la tecnologia impera, riscoprire il valore della manualità è un incentivo gratificante per la creatività che coinvolge anche qualche giovane componente. Spinte dalla motivazione che va oltre il desiderio di trovarsi per fare qualcosa insieme, recentemente le donne del circolo hanno deciso di aderire all’iniziativa “Viva Vittoria Tre Cime di Lavaredo” contro la violenza verso le donne. Con l’entusiasmo che le caratterizza, si sono date da fare producendo abilmente tantissimi quadrati colorati di 50 centimetri x 50 realizzati ai ferri o uncinetto che poi saranno uniti con filo rosso per formare una mega-coperta che il 4 settembre sarà stesa ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. I fondi ricavati dalla vendita delle coperte saranno devoluti a sostegno di associazioni contro la violenza sulle donne. «Per questo dobbiamo dire un enorme “grazie” per averci aiutato ad arrivare a circa duecento quadrati (una bella parte di coperta), a tante amiche e conoscenti non solo di Cencenighe ma di Falcade, Canale, San Tomaso e persino ad un’amica di La Spezia, un esempio che anche un solo “quadrato” unito a tanti altri può essere simbolo di solidarietà».
UNA MEDAGLIA DALL’UNESCO PER LEILA MICHELLE ZAS FRIZ, PERUVIANA MA CON PAPA’ LAVALLESE
LA VALLE Leila Michelle Zas Friz Guevara, nata a Lima in Perù il 5 agosto 1963. È figlia di Fulvio Zas Friz di La Valle Agordina classe 1932 diplomatosi perito minerario in Agordo ed emigrato in Perù nel 1955 per lavorare nella ditta, dove già era operativo il fratello Alcide e di Clara Guevara Valdez di Callao (Perù). Da alcuni anni Leila assieme alla mamma e alla figlia Tamara risiede a Parigi e lavora per l’Unesco dove è stata premiata con una medaglia per i suoi 10 anni di attività.
I KAIMANI DEL PIAVE IN CONCERTO – LA DIRETTA DI RADIO PIU’
BELLUNO Ultimo appuntamento di LUGLIO JAZZ organizzato dal Circolo Culturale Bellunese. Il concerto dei Kaimani del Piave al Teatro Comunale di Belluno
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NEL RICORDO DI MARIA DEL DIN D’ALLARMI CON IL SUO CIRCOLO CULTURALE AGORDINO
IN SALA DON TAMIS SI E’ PARLATO DI DISSESTO IDROGEOLOGICO
AGORDO “La natura, l’uomo e la storia”, come raccontare il territorio oggi e come è stato narrato da Mariannina Del Din Dall’Armi, Presentazione della ristampa di “Dissesti idrogeologici ed eventi calamitosi dell’Agordino dal 1000 al 1966”. Inververranno: il geologo Vittorio Fenti; la ricercatrice dell’Università Cà Foscari di Venezia Sara Luchetta; il presidente GDS Dolomiti Manolo Piat. Verrà proiettato il filmato storico del “Floc”, l’alluvione del 1966 a La Valle recuperato e riproposto da Pino Sento con Adriano Bianchi.
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IL VESCOVO CON I GIOVANI DI FRASSENE’ E VOLTAGO
Considerata la sua presenza sul Pói nel pomeriggio del 24 luglio scorso, la sera il vescovo ha potuto incontrare il simpatico ed attivo gruppo giovani di Voltago e Frassené, conosciuto nella Conca agordina per la proposta annuale dei Krampus a Frassené, intorno al 06 dicembre. In questa occasione ha potuto trattenersi con i ragazzi, facendosi raccontare i passi compiuti nel realizzare ed arredare la mansarda loro dedicata presso la canonica di Voltago. Salutandoli con sincera ammirazione per il loro operato, si sono poi lasciati con un semplice “arrivederci”, segno di un desiderio di ritrovarsi e rivedersi.
TRA COMPLESSITA’ BUROCRATICHE E DEBITI COMMERCIALI, LA PA GRAVA SULLE PMI VENETE PER 10 MILIARDI
Se al 31 dicembre scorso avessimo sommato i costi che pesano annualmente sulle imprese venete a causa della complessità burocratica generata da una macchina statale spesso inefficiente (pari a 5,3 miliardi di euro) e l’ammontare dei mancati pagamenti di parte corrente che la Pubblica Amministrazione (PA) ha nei confronti dei propri fornitori (attorno ai 4,7 miliardi di euro), avremo scoperto che sulle spalle degli imprenditori della nostra regione grava un fardello da 10 miliardi di euro (vedi Tab. 1). A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA. Se ancora ce ne fosse bisogno, queste cifre sono la dimostrazione plastica che le nostre aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione, a causa di una burocrazia cieca e ottusa subiscono dei danni economici ingiustificabili; per molti, infatti, adempiere a procedure e scadenze è diventata un’impresa impossibile. Senza contare che la PA, nonostante la sentenza di condanna inflittaci dalla Corte di Giustizia Europea nel gennaio del 2020, continua a onorare con difficoltà i debiti commerciali. Si pensi che l’anno scorso, i mancati pagamenti nei confronti delle imprese italiane che hanno lavorato per lo Stato ammontavano a 10 miliardi di euro.Qualsiasi osservatore farebbe fatica a immaginare che in un Paese la PA possa rappresentare un ostacolo, anziché un elemento di sostegno e di crescita economica, in particolar modo nelle aree più virtuose. Ma in Italia, purtroppo, le cose stanno diversamente. Intendiamoci, anche noi possiamo contare su punte di eccellenza della macchina pubblica da far invidia al resto d’Europa, ma mediamente la nostra PA funziona poco, male ed è un freno allo sviluppo. Si pensi che, in virtù del Regional Competitiveness Index (RCI), in UE le regioni italiane si posizionano tutte nella parte medio-bassa della graduatoria. Pur essendo tra le più virtuose, il Veneto, ad esempio, si trova al 128° posto.La conferma di questo esito così negativo emerge anche dalla lettura dell’ultima indagine effettuata nel 2019 dal Parlamento Europeo. Ebbene, la complessità delle procedure amministrative in capo alle aziende costituisce un problema per quasi 9 imprenditori italiani su 10. Nessun altro paese dell’Area dell’Euro ha registrato uno score peggiore del nostro. Rispetto alla media dei 19 Paesi monitorati, l’Italia sconta un differenziale di ben 18 punti percentuali in più (vedi Graf. 1).Il coacervo di norme, di regolamenti e di disposizioni varie presenti in tutti i settori continuano a ingessare il Paese, rendendo la vita impossibile soprattutto a coloro che vogliono fare impresa. E mai come in questo momento, oltre a riformare la nostra Amministrazione statale sarebbe necessario semplificare il quadro normativo, riducendo il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, ricorrendo ai testi unici, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi. Siamo certi che tutto questo darebbe un forte impulso alla produttività del personale pubblico, spesso costretto a sottostare a procedure organizzative rigide e insensate che disincentivano la voglia di fare.
E’ altresì necessario accelerare il processo di digitalizzazione di tutti i soggetti pubblici, imponendo il dialogo tra le loro banche dati per evitare la duplicazione delle richieste che periodicamente travolgono cittadini e imprenditori ogni qual volta si interfacciano con un ufficio pubblico.
Anche in questo ultimo anno e mezzo di pandemia, l’iper produttività legislativa della macchina burocratica statale ha gettato nella confusione più completa famiglie e imprese. La nostra PA si è comportata in maniera bifronte: è stata irremovibile quando ha imposto le misure di limitazione alla mobilità e le chiusure delle attività economiche; per contro, si è trovata in affanno e spaventosamente impreparata quando ha dovuto riorganizzare i propri servizi per fronteggiare la diffusione del virus. Ci riferiamo, ad esempio, all’implosione registrato dal sistema di tracciabilità dei contagiati (vedi il clamoroso flop dell’app Immuni), l’inoperatività dei cosiddetti Covid-Hotel, il mancato decollo della telemedicina, il fallito tentativo di riportare tutti i ragazzi a scuola e l’incapacità di mettere a punto un serio piano di rilancio del trasporto pubblico locale.Tornando sui mancati pagamenti dell’Amministrazione pubblica, la soluzione potrebbe essere a portata di mano. Se certo, liquido ed esigibile, bisognerebbe stabilire per legge che una impresa privata che ha un credito commerciale scaduto con una PA possa compensarlo in misura secca, diretta e universale con i debiti fiscali e contributivi nei confronti del fisco e dell’Inps/Inail. Grazie a questo automatismo risolveremmo un problema che ci trasciniamo da almeno 15 anni. Ovviamente, questo meccanismo metterebbe in “conflitto” le amministrazioni pubbliche tra loro, facendo finalmente emergere le realtà che intenzionalmente continuano a non saldare i fornitori entro i termini di legge. Una soluzione che la politica si guarda bene dall’introdurre: meglio che ad aspettare i soldi e a patire le pene dell’inferno siano le imprese private che qualche Sindaco, agenzia fiscale o istituto assicurativo/previdenziale.
LUIGI RIVIS: “ADDETTO AI LAVORI CHE C’ERA” E LA STORIA IDRAULICA DEL GRANDE VAJONT
di RENATO BONA
BELLUNO Ricercatore ed autore di testi di storia locale, il perito elettrotecnico bellunese (vive nella via Miari) Luigi Rivis, che per sei anni è stato anche insegnante di “impianti elettrici”all’istituto industriale “Segato” (quello dove si era diplomato) è un riconosciuto tecnico con la T maiuscola (è stato fra l’altro responsabile degli impianti idroelettrici Piave-Boite-Maè-Vajont e successivamente vice direttore del Raggruppamento impianti idroelettrici Cordevole-Medio Piave-Cismon-Brenta e negli ultimi anni di lavoro – la pensione è del 1997 – per la Direzione centrale della Produzione idroelettrica dell’Enel di Roma ha svolto vari incarichi di coordinamento su tematiche specialistiche relative alla generazione di energia elettrica) che ha voluto dire la sua ne “La storia idraulica del ‘Grande Vajont’ rievocata da un addetto ai lavori che allora c’era”. Si tratta del pregevole libro con varie ristampe, che ha realizzato nell’agosto 2012 (tipografia Piave, grafica e impaginazione di Davide Capponi) con “Momenti Aics editore” ed è uscito anche in lingua francese nel luglio 2013 e in lingua inglese nell’aprile 2015. Quando, nel 1963, si verificò la catastrofe del Vajont, Rivis, che aveva 31 anni, era fra i tecnici responsabili della centrale di Soverzene che doveva controllare anche l’impianto della diga. Di quella tragica notte ha avuto modo di dire pubblicamente quanto ricorda e cioè che verso le 23 si era avvertito un forte rumore e il paese di Soverzene traballava: “l’onda stava arrivando e con mia moglie siamo usciti di casa: sul piazzale rumori ancora fortissimi e l’acqua che era entrata nella centrale provocando un blackout con il personale delle turbine, che ha rischiato la vita dato che era all’oscuro di cosa stesse succedendo fuori dato che le linee elettriche erano saltate… Abbiano trovato un corpo nudo, mutilato, e quindi un altro, quello di una bambina che aveva solo uno stivaletto rosso al piede… Soverzene fortunatamente si era salvato grazie ad un terrapieno che ha attutito la forza del riflusso d’acqua…”. L’autore ha voluto dedicare il suo lavoro (che riprende con alcune integrazioni una precedente pubblicazione, del 2010, andata esaurita: “Vajont 1963”) ai colleghi e agli altri lavoratori che “quella notte erano sul Vajont a compiere il loro dovere e furono travolti dall’onda”. E in presentazione spiega che nella prima parte espone aspetti tecnici dell’insieme delle opere idrauliche che costituivano il “Grande Vajont” sia l’evolversi degli avvenimenti accaduti prima e dopo la caduta della frana”. Nella seconda rievoca quelle che per diretta esperienza furono le disposizioni avute dalla direzione nei giorni immediatamente precedenti e nelle ultime ore prima della caduta della frana, inerenti l’esercizio della diga e la sicurezza del personale che vi operava”. In apertura, Luigi Rivis scrivendo della diga e degli altri manufatti illustra in altrettanti capitoli: “Il Vajont nel contesto del sistema idroelettrico del Piave”; “Perché si è costruito il ‘Grande Vajont’”; “La costruzione della diga”; “I principali manufatti dell’impianto del Vajont”. Si occupa quindi della frana staccatasi dal monte Toc nei capitoli relativi a: “I primi segnali della frana e i provvedimenti presi”; “La costruzione della galleria di sorpasso frana o by-pass”; “Le prove sul modello idraulico”; “Riprendono gli invasi del bacino del Vajont”; “La situazione idraulica al Vajont il 9 ottobre 1963”; “Come proteggere il personale che operava nella zona della diga”; “La caduta della frana”. Conclude la prima parte del libro con: “Dopo la frana”, articolata nei seguenti capitoli: “La situazione al Vajont dopo la frana”; “L’impianto provvisorio di pompaggio verso Cimolais”; “I lavori definitivi verso Cimolais; “I lavori definitivi verso il Piave per la messa in sicurezza del bacino”; “Il ripristino delle opere per la ripresa idroelettrica”; “La viabilità modificata”; “I tempi di passaggio dell’onda del Vajont a Soverzene”. Ed eccoci alla seconda parte dove Rivis racconta “Come ho vissuto il 9 ottobre” spiegando nel primo capitolo “Perché questa seconda parte” cui fanno seguito: “I giorni precedenti la tragedia”; “Il 9 ottobre a Soverzene”; “Le ultime ore nella cabina comandi del Vajont”; “Quella notte a Soverzene”; “I lavoratori morti in diga e nel cantiere del Vajont”. Da ultimo, prima di “Alcune puntualizzazioni su pubblicazioni di altri”, l’autore richiama “Il dopo 9 ottobre” e la sua personale esperienza “In procura a Belluno” per rendere testimonianza nel pomeriggio del 5 novembre 1963, culminata, dopo ore di attesa, con la richiesta da parte degli interlocutori di sapere “a chi potevano rivolgersi per conoscere il livello dell’acqua nel lago del Vajont al momento della tragedia”. Rivis: “Risposi che non sapevo dove reperire quel dato, ma se si accontentavano del livello delle ore 22 bastava che mi lasciassero fare una telefonata al personale della sala controllo di Soverzene dove, col rapporto giornaliero del giorno 9, avrebbero rilevato quella quota. Se, invece, di quel giorno volevano conoscere non solo i dati idraulici e la sequenza delle manovre eseguite al Vajont ma anche tutto ciò che era relativo al funzionamento degli altri impianti che con il Vajont interagivano, potevo andare a Soverzene a prendere questo rapporto: nel giro di poco più di mezz’ora sarei stato di ritorno”. E aggiunge: “Non mi lasciarono andare da solo ma, accompagnato da due carabinieri in borghese e su una loro macchina, partimmo per Soverzene e nella sala controllo della centrale prelevammo il rapporto del giorno 9 ottobre. Poiché i carabinieri mi dissero che il documento sarebbe stato poi sequestrato, chiesi e ottenni di farne copia fotostatica”. Il libro si chiude con l’appendice in tre parti in cui si ricorda “Come si telefonava con il Vajont”; “La storia della chiesetta presso la diga” e “Cenni sulla storia della frana”. Tutti argomenti, quelli efficacemente proposti e ottimamente sintetizzati da Luigi Rivis, che meriterebbero un servizio ciascuno. Ma… lo spazio è tiranno ed abbiamo inoltre notizia di un’altra sua pubblicazione sempre in tema di Vajont sulla quale saremo lieti di soffermarci più avanti.
NELLE FOTO (salvo diversa indicazione si tratta di riproduzioni da pubblicazioni della Sade e dell’Enel o dal volume “Scritti di Carlo Semenza” o dall’archivio dell’autore): Luigi Rivis; la copertina del suo libro “Grande Vajont”; sequenza della ricostruzione del ponte tubo a valle della diga, eseguita nel 1964; dighe, gallerie e centrali che costituiscono l’impianto idroelettrico Piave-Boite-Maè-Vajont; parte della sala controllo a Soverzene; fase finale della costruzione della diga; varo della trave prefabbricata sopra una luce dello scarico di superficie (Mario Ruol); vista da valle della diga completata; primi segnali della frana; 4 novembre 1960: la zona della frana del marzo 1962 prima della sua caduta e dopo; dintorni della diga completamente distrutti ad eccezione dell’abitato di Casso che è stato salvato per la sua posizione sopraelevata e dalle alte rocce a strapiombo poste davanti (Giuseppe Zanfron); la parte centrale di Longarone prima e dopo la tragedia del 9 ottobre 1963; il cimitero delle vittime a Fortogna (Gianni Olivier); scavo nella galleria e l’attuale tubazione in acciaio che vi è stata posta; atto di acquisizione della polizia giudiziaria del rapporto del 9 ottobre della centrale di Soverzene; facciata dell’antica chiesetta al Colombèr: l’attuale chiesetta del Vajont che all’interno ha una lapide che ricorda i deceduti nella zona della diga; altre fasi di realizzazione della passerella pedonale ultimata il 2 agosto 1964.
LA SETTIMANA DEI CONSIGLI COMUNALI
IL SINDACO DA ZANCHE CHIAMA I CONSIGLIERI A RAPPORTO PER LUNEDI’ SERA IN DIRETTA SUI CANALI DI RADIO PIU
GOSALDO Il sindaco di Gosaldo Stefano Da Zanche ha convocato il consiglio comunale per oggi alle 18:30 presso la sede municipale. Sono 4 i punti da discutere tra cui l’approvazione della proposta di modifica della statuti di ASCA, l’assestamento al bilancio 2021-2023 e l’approvazione del documento unico di programmazione semplificata.
MERCOLEDI’ IL CONSIGLIO COMUNALE DI RIVAMONTE, IN DIRETTA SUI CANALI DI RADIO PIU’
RIVAMONTE Il sindaco Nino Deon ha convocato il consiglio comunale per mercoledi 28 luglio alle 19 (diretta sui canali social Facebook e Telegram di RADIO PIU), all’ordine del giorno un unico punto, la variazione di assestamento generale comprendente lo stato di attuazione e il controllo della salvaguardia degli equilibri di bilancio pluriennali 2021-23
MERCOLEDI AL NOF FILO’ CONSIGLIO COMUNALE IN MUNICIPIO
ALLEGHE Mercoledi alle 20 consiglio comunale in presenza, l’ordine del giorno a firma del sindaco Danilo De Toni: variazione al bilancio e modifica piano investimenti; stato di attuazione dei programmi: regolamento contabilità; programma triennale lavori pubblici; programma biennale per l’acquisizione di forniture; approvazione modifiche dello statuto Asca; retifica della delibera approvazione della convenzione con l’Unione Montana Feltrina per il progetto ristrutturazione palaghiaccio.
GIOVEDI CONSIGLIO COMUNALE IN PRESENZA, SENZA PUBBLICO IN DIRETTA SUI CANALI RADIO PIU
AGORDO Giovedi alle 19 in Municipio consiglio comunale, ordine del giorno: salvaguardia degli equilibri-variazioni al bilancio di previsione; mozione al Parlamento per l’esclusione dei Comuni sotto i 15mila abitanti dai fondi per la rigenerazione urbana; conferimento della cittadinanza onoraria al milite ignoto; Approvazione bilancio dell’azienda speciale consortile agordina.
VENERDI CONSIGLIERI COMUNALI AL NOF FILO’
CENCENIGHE Nella sede del Municipio al Nof Filò venerdi alle 21 consiglio comunale per l’approvazione del DUP, variazione al bilancio e approvazione dello statuto Asca.
SABATO MATTINA A COLLE SANTA LUCIA
COLLE SANTA LUCIA Sabato 31 luglio alle 8 consiglio comunale, argomenti in discussione: variazione al bilancio, revisione statuto Asca, estinzione anticipata prestiti, documento unico di programmazione e comunicazioni del sindaco.
DI GIANNI SANTOMASO
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I BANDI DELL’UNIONE MONTANA FELTRINA, POSTI DI LAVORO DA AGORDO A PEDAVENA
FELTRE L’Unione Montana Feltrina ha indetto un concorso pubblico, per soli esami, per la copertura di un posto a tempo pieno e indeterminato, di un collaboratore professionale operaio specializzato, autista di macchine operatrici complesse, presso il servizio tecnico manutentivo del comune di Agordo. Le domande di partecipazione dovranno essere presentate tramite apposita piattaforma dell’Unione Montana Feltrina www.feltrino.bl.it entro il 23 agosto. Con le stesse modalità (scadenza 23 agosto) i Comuni di Feltre, Lamon e Pedavena cercano 5 istruttori categoria C1. Vanno invece presentate entro il 20 agosto le domande per un posto di responsabile del Servizio Associato Urbanistica/Edilizia
BELLUNO E’ stato approvato il bando per la concessione in affitto di alcuni terreni agricoli dell’Ulss Dolomiti. I terreni di proprietà dell’Ulss interessati dal bando si trovano nei Comuni di Feltre e Cesiomaggiore. L’asta si terrà il 1 settembre. Le domande vanno inviate entro le ore 13 del 31 agosto 2021 secondo le indicazioni pubblicate sul bando disponibile nel sito www.aulss1.veneto.it alla sezione bandi e gare.
QUATTRO EVENTI NEL BORGO DI SOTTOGUDA, L’ESTATE ENTRA NEL VIVO A PALUE
CON LE BIBLIOTECHE DELLA VALLE DEL BIOIS E IL COMUNE DI CANALE D’AGORDO
Oggi alle 2045 in sala degli stemmi di via Lotta Francesco Piero Franchi presenta “Matteo Fiori, il cercatore di orizzonti” Ingresso libero, uso della mascherina obbligatorio
UNA MOSTRA PER RICORDARE PADRE DOMENICO DE ROCCO
CANALE D’AGORDO Per ricordare la figura di Padre Domenico De Rocco il Museo Albino Luciani ha organizzato una mostra: P. Domenico De Rocco (1889-1958) e la Cina, le avventure di un missionario perseguitato nel Sol Levante, un viaggio dalle Dolomiti alla Cina, che attraversa le esperienze missionarie di Matteo Ricci, Martino Martini e Josef Freinademetz e racconta con fascino e curiosità l’avventura umana e cristiana e missionaria verso l’Oriente. La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre con il seguente orario: fino al 12 settembre tutti i giorni 9.00-13.00 e 15.00-19.00. Dal 13 settembre al 31 ottobre: venerdì, sabato e domenica 9.00-12.00 e 15.00-18.00.
Arte e Musica tra Pelmo e Civetta. Festival Internazionale di Musica Antica
VAL DI ZOLDO Al via la IV edizione di Arte e Musica tra Pelmo e Civetta in programma fino al 25 agosto 2021, con 11 concerti nelle chiese della valle con la direzione artistica di Andrea Marcon e Paolo Da Col. Le musiche risuoneranno nelle maggiori chiese, sedi di organi di grande interesse storico e artistico, con una schiera di giovani esecutori: dagli allievi della Schola Cantorum di Basilea, a quelli del Conservatorio di Verona; da Paolo Tagliamento, ai tanti esecutori di ‘musica da tasto’ ed altri strumenti, in gran parte vincitori di concorsi internazionali. Sarà anche occasione per un commosso tributo a due amici recentemente scomparsi: l’organaro Gustavo Zanin, illustre esponente della gloriosa casa organaria, e il grande organista Liuwe Tamminga, titolare degli strumenti storici della Basilica di San Petronio. Informazioni e note di sala su: www.belcircolo.org
INTE PER ANTER LE VILE
CENCENIGHE Inter per anter Le vile, ex tempore di pittura tra gli antichi borghi di Cencenighe e San Tomaso, Sabato 31 luglio a Cencenighe, Coi, Villagrande, Tocol di San Tomaso. Con: Valter Bernardi, Marino Bonetta, Valter Comiotto, Silvano Savio, Matteo Bertomoro, Luigi Cadorin, Nicolo’ Dalla Zassa e Valter Savio. Le riproduzioni fotografiche delle opere realizzate nel corso della giornata saranno esposte ad agosto in frazione Tocol di San Tomaso
VENERDI’ LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “DOLOMITI, LA PRIMA SCOPERTA”
AGORDO Sarà presentato venerdì sera alle 20:30 presso la sala concressi del Centro Parrocchiale di Agordo il libro di Maurizio Alfieri “Dolomiti, la prima scoperta”. Presentazione a cura di Gianni Santomaso, organizzazione a cura del GAMP, ingresso libero.
A CANALE D’AGORDO SI PRESENTA L’ECOMUSEO DELLA VALLE DEL BIOIS
CANALE D’AGORDO Giovedì alle 20:45 presso la Sala Ex Emigrati di canale D’Agordo verrà presentato l’Ecomuseo della Valle del Biois. Interverrano i sinadaci di Canale, Falcade e Vallada, le Pro Loco di Canale, Caviola-Falcade e Vallada, Università di Padova, Fondazione Papa Luciani e il gruppo di lavoro dell’ecomuseo.
COLLAGE… DI LORIS SCUSSEL dal lunedi al venerdi alle 16 e alle 23 su RADIO PIU
Il programma è andato in onda da dicembre 2013 fino a luglio 2019, comprese le repliche, in due serie per 350 puntate complessive con 1.890 brani trasmessi. L’obiettivo del programma: riproporre agli ascoltatori più grandicelli le canzoni che ascoltavano nel passato e nello stesso tempo farle conoscere anche ai più giovani.
ERBE E PIANTE CURATIVE…IL PROGRAMMA DI PAOLA LANCIATO
L’ERBA VOGLIO DEL GIARDINO DEL RE… Erbe, fiori e Piante di e con Paola Lanciato
IN VIVO VERSO 2020-21 ESTATE, RIASCOLTIAMOLI… DAL CASSETTO DEI RICORDI DI RADIO PIU’… LE PRIME SEI STAGIONI
LA RACCOLTA COMPLETA
SALUTE E SOCIETA’
LA RACCOLTA COMPLETA
L’ALMANACCO LADINO CON L’ISTITUT CESA DE JAN QUINDICINALE APPUNTAMENTO. LA DOMENICA ALLE 9 IL LUNEDI ALLE 8.35 IL MARTEDI ALLE 12.35 IL MERCOLEDI ALLE 18.35. SECONDA STAGIONE.
RACCOLTA COMPLETA
DUE MINUTI UN LIBRO TUTTI I GIORNI ALLA RADIO ALLE 9.30 E ALLE 18. QUINTA STAGIONE
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OSPITI: Paolo Chissalè e Fabrizio Campedel
LA PUNTATA DEL 16 LUGLIO 2021
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La viabilità con gli ultimi aggiornamenti
Precipitazioni: Al mattino, fino alle ore centrali, probabilità di qualche isolato rovescio o temporale (30/50%). Dalle ore centrali fino a sera probabilità alta (70/80%) di rovesci e temporali a tratti anche diffusi, che non si esclude possano risultare localmente di forte intensità.
Temperature: In generale contenuto abbassamento, con massime di 25/27°C in Valbelluna e di 20/22°C a 1000/1200 m. Su Prealpi a 1500 m min 15°C max 18°C, a 2000 m min 11°C max 14°C. Su Dolomiti a 2000 m min 10°C max 14°C, a 3000 m min 3°C max 6°C.
Venti: Nelle valli perlopiù deboli a regime di brezza, ma con possibili raffiche in caso di temporali; in quota moderati, a tratti tesi sud-occidentali, a 10-25 km/h a 2000 m e 25-35 km/h a 3000 m.
Precipitazioni: Al mattino possibile qualche isolato rovescio o temporale (40%); al pomeriggio e in serata possibili rovesci e temporali sparsi (50/70%).
Temperature: Minime stazionarie e massime in lieve calo. Su Prealpi a 1500 m min 13°C max 16°C, a 2000 m min 10°C max 13°C. Su Dolomiti a 2000 m min 9°C max 13°C, a 3000 m min 3°C max 6°C.
Venti: Nelle valli perlopiù deboli a regime di brezza, ma con possibili raffiche in caso di temporali; in quota moderati/tesi sud-occidentali, in leggera attenuazione al pomeriggio, a 10-25 km/h a 2000 m e 30-45 km/h a 3000 m.
ALTRI DUE INNESTI PER IL CALCIO PONTE NELLE ALPI
PONTE NELLE ALPI Dopo l’arrivo di Roberto Piaz e il ritorno di Daniele Viel, prosegue la campagna di rafforzamento del Ponte nelle Alpi. In tal senso, la società guidata dal presidente Enrico Collarin ha messo a segno altri due colpi, entrambi con un passato nel Cavarzano: si tratta del difensore Filippo Rubinetto e dell’esterno e fantasista Simone De Fina. Classe 2002, Rubinetto ha mosso i primi passi a livello calcistico nel settore giovanile dell’Union Feltre. Poi è approdato in Promozione con la maglia del Cavarzano: maglia che Filippo ha indossato per due stagioni. De Fina, invece, è pronto a garantire esperienza (è classe 1995) e ad alzare il livello qualitativo della squadra, allenata da mister Giuseppe Faso. Simone, infatti, è conosciuto in ogni angolo calcistico della provincia, e oltre, per il suo sinistro vellutato: dopo un rapido passaggio proprio allo stadio Umberto Orzes, nella stagione 2011-2012, ha militato nell’Alpago e nella Fulgor Farra, quindi Vittsangiacomo, Alpina, Fiori Barp Mas, Tambre e infine Cavarzano. Nessun dubbio: il Ponte nelle Alpi intende recitare un ruolo di rilievo nel prossimo campionato di Seconda categoria. E le ultime operazioni di mercato lo confermano.
WILLIAM BOFFELLI E ALBA DE SILVESTRO VINCONO LA VERTICAL KM COL DE LANA
di Gianpaolo Soratroi
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LA CLASSIFICA FINALE DELLA VERTICAL KM
LA CLASSIFICA DELLA MINI VERTICAL
TRE ORI E UN ARGENTO PER FRANCESCO CEOLIN NEI CAMPIONATI REGIONALI DI NUOTO
BELLUNO Riflettori accesi sui campionati regionali degli Esordienti A: la manifestazione è stata suddivisa in quattro giornate (dal 19 al 23 luglio, fra Treviso e Monastier). E tutti i migliori nuotatori veneti, nati fra il 2008 e il 2010, hanno potuto esprimere il loro talento. Compresi sei atleti della Sportivamente Belluno: Carlotta Brida, Francesco Ceolin, Levi Riccardo Cervo, Alberto Corrò, Alessandro Nerviani e Anna Simon. Nella prima tappa, a brillare è soprattutto Francesco Ceolin: primo nei 100 stile libero (58”84) e, di conseguenza, campione regionale. Non da meno Carlotta Brida, terza nei 50 stile in 30”21 e, in più, grande protagonista nei 200 farfalla con l’ottavo tempo (3’01”74). Ottava pure Anna Simon nei 100 rana (1’27”64), una prova in cui brillano anche Alberto Corrò (1’26”77) e Alessandro Nerviani (1’26”43): debuttanti in categoria, si piazzano fra i primi 18 del Veneto. Di rilievo, inoltre, i 100 stile dello stesso Nerviani (1’05”06). Per quanto riguarda la seconda giornata, Francesco Ceolin si mette al collo un’altra medaglia: è d’argento nei 100 farfalla (1’06”57). Bene anche Alberto Corrò, così come Anna Simon (quattordicesima in 3’17”19) e Alessandro Nerviani (tredicesimo in 3’05”55) nei 200 rana. Dopo un giorno di riposo, nel terzo blocco di gare è sempre Ceolin a mettersi al collo l’oro nei 100 dorso. E con un tempo strepitoso: 1’06”88. Di valore anche le prestazioni di Brida (5’15”07) e Nerviani (5’09”44), che si piazzano fra i primi 15 nei 400 stile libero. Stessa sorte, nei 200 misti, per Simon (2’55”86) e Corrò (2’49”74). Infine, si fa sentire la stanchezza in occasione della quarta tappa. Ma la Sportivamente Belluno riesce ancora a stupire grazie a Ceolin: nella gara più veloce, i 50 stile libero, Francesco vince l’oro in 27”08. Bravissimi anche Alberto Corrò (30”42), oltre alle ragazze impegnate nei 100 stile: Brida (nona) e Simon (diciottesima). E Levi Riccardo Cervo, nei 1500 stile, migliora il proprio personale in vasca lunga chiudendo in 21’44”37 e finendo al 18. posto. «Questi risultati mi rendono orgogliosa – commenta l’allenatrice Daniela Piermarini -. I ragazzi hanno avuto il merito di imporsi nelle varie distanze, nonostante le chiusure degli impianti, le poche gare e la difficoltà di organizzare una preparazione a lungo termine. Nessun dubbio, sono stati grandi». Ora per tutti il meritato riposo: arrivederci alla prossima stagione.