un po’ di storia di Zannini, fondatore della Birreria di Canale e podestà per un anno a Belluno
A Belluno un podestà di Canale d’Agordo. Accadeva nel 1853 come è spiegato nel libro di Paolo Conte e Marco Perale “90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire” (Tipografia Piave per l’editrice Amico del popolo, 1999), nel capitolo dedicato a Giovanni Battista Zannini il quale “Si laureò in legge a Padova ed apprese la professione a Venezia. Trasferitosi a Belluno divenne Podestà della città. Colto e generoso fu pubblicista e letterato con numerosi interessi”. Il personaggio del quale ci occupiamo era nato l’8 febbraio 1790 da Giuseppe Zannini e Mattea Andrich in una famiglia numerosa. Per la sua formazione provvide il fratello della madre, don Valentino Andrich; il nostro frequentò le superiori all’istituto dei Barnabiti nel vittoriese, diplomandosi nel 1807, anno in cui si iscrisse a giurisprudenza a Padova dove si laureò il 30 maggio 1810. Pratica di tre anni nello studio veneziano dell’avvocato Biagi e quindi ritorno “a casa”: prima a Caviola, sempre nella Valle del Biois, e poi a Belluno dove si inserì brillantemente negli ambienti culturali divenendo tra l’altro presidente della Società Filarmonica. Dalla metà degli ani 30 – si legge in”90 profili” – “lo troviamo in prima fila nel sostenere la realizzazione del teatro comunale, inaugurato il 26 settembre 1835 con la ‘Norma’ di Bellini”. Nel 37-38, già pubblicista e collaboratore di Il Gondoliere e La Gazzetta di Venezia (più tardi anche de Il Lombardo-Veneto) pubblicò “Il conte Ugolino e “Se la forza degli stati moderni consista principalmente nel denaro o nelle virtù politiche”. Nel 1838 Zannini si unì in matrimonio con Maria Tissi; nel 1847 venne invitato con altri bellunesi al nono congresso di Venezia degli scienziati italiani e assegnato alla sezione Agronomia e tecnologia. Pubblicò quindi “I principi della filosofia politica”, attirando su di se i sospetti della polizia austriaca, di fatto alla vigilia dei moti risorgimentali. Il suo saggio “Del principato e della democrazia” fu pubblicato in 40 puntate; intanto Zannini fu nominato membro dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Si prodigò generosamente, fra l’altro, per la riedificazione della chiesa di Agordo anche per il legame di amicizia con i due principali artefici dell’opera (le dedicò un opuscolo in occasione della consacrazione del 5 settembre 1852): Giuseppe Segusini e Giovanni De Min. Ma non solo la professione e gli studi nella vita di Giovanni Battista Zannini: nel 185 subentrò per un anno ad Antonio Maresio Bazolle nella carica di Podestà di Belluno ma si dimise in segno di protesta per l’introduzione da parte del governo del prestito forzoso. Si dedicò di nuovo alle biografie (di rilievo quelle di Bartolomeo Zanon (farmacista e chimico nativo di Chies d’Alpago e come lui “emigrato” a Belluno) e dell’amico Giovanni De Min) e ai saggi. Era grande sostenitore dell’unificazione d’Italia; venne a mancare il 31 maggio1867 alla vigilia della terza guerra di indipendenza. Ai funerali che si tennero nel Duomo, il canonico Giovanni De Donà (Presidente dell’Accademia degli Anistamici, il sodalizio di intellettuali, riconosciuto ufficialmente dal decreto del Senato veneziano del 7 agosto 1766, che ebbe lo scopo precipuo di diffondere e sviluppare a livello locale le teorie fisiocratiche allora imperanti in Europa) illustrò la figura e l’opera di quello che venne definito “personaggio di rilievo nella storia culturale della nostra provincia”. Fu tumulato nel cimitero di Prade e sulla sua tomba è stato collocato un busto in marmo realizzato dall’amico scultore Valentino Panciera Besarel. Il pubblicista suo conterraneo Dario Fontanive, nel libretto stampato nel giugno del 1994 per Edizioni turismo veneto, dedicato alla “Pieve di Canale d’Agordo” lo cita a proposito dei lavori di restauro del 1859 dell’edificio sacro: “… per la stesura del progetto fu chiamato l’architetto feltrino Giuseppe Segusini figura illustre dell’architettura bellunese dell’900 il quale qualche decennio prima si era assai bene disimpegnato nell’opera di ampliamento e di restauro dell’Arcidiaconale di Agordo. Non fu solo questo il motivo che spinse l’allora arciprete di Canale, don Agostino Costantini a dare l’incarico a Segusini, molto influì la grande amicizia con l’avvocato Giambattista Zannini, uomo facoltoso e illustre che nel 1847 aveva avviato a Canale una fabbrica di ottima birra… Le spese per la facciata principale, nella quale Segusini volle inserire un grande medaglione di terracotta riproducente il Battesimo di Gesù, opera giovanile di Valentino Panciera Besarel, furono sostenute dallo Zannini (al cui ricordo è stata posta una lapide sulla facciata della chiesa con la scritta: “A Giovanni Battista Zannini che la patria illustra col consiglio, colla penna e coll’opera, il paese riconoscente 1859” – ndr.) . Anche la fontana della piazza fu fatta con pietre della cava dei Mesaroz, su disegno del Segusini, e fu il dono di Giambattista Zannini alla comunità di Canale in cambio dello sfruttamento della sorgente detta ‘Acqua rosa’ che serviva per produrre la birra”. La libera enciclopedia Wikipedia scrivendo di Canale d’Agordo sottolinea che: “…Un altro edificio importante è la birreria che fu fondata circa nel 1897 da Giovanni Battista Zannini e che intorno agli anni Venti i fratelli Luciani: Sante, Luigi e Giovanni acquistarono e vi fondarono la sede della Birra Pedavena”. Ricordiamo in conclusione che la “Gazzetta Uffiziale di Venezia” di lunedì 14 settembre 1863 ospitava una testimonianza dell’Arciprete di Canale d’Agordo che si concludeva con l’invocazione di “Somma grazia ed onore imperituro al Zannini, invitto e generoso campione di provvidenza”. Perché “oltre ad aver copiosamente elargito per il restauro della chiesa, merita grandemente per essersi fatto tutore e padre ad ogni guisa di sventurati, non è la sua, la mano tenace che si lascia a stento sgocciolare una meschina elemosina, quasi a levarsi la noia d’importuni accattoni; ma la carità intelligente e svariata che con munificenza profusa si versa nel seno de’poveri”.
NELLE FOTO (Dario Fontanive, Renato Bona, Wikipedia e Gogle): Giovanni Battista Zannini; il suo busto nel cimitero bellunese; la facciata della chiesa di Canale d’Agordo ed il medaglione col “Battesimo di Gesù” donato dal filantropo; la lapide voluta dall’arciprete Costantini in segno di riconoscenza; la via che gli è stata dedicata dal Comune di Belluno nella zona di Mussoi.