BELLUNO – La provincia di Belluno, cuore delle Dolomiti e sede di importanti eventi olimpici tra poco più di un anno, è stata praticamente snobbata dal Giro d’Italia 2025. Dopo il clamoroso rifiuto di Cortina, il Bellunese si ritrova relegato a un ruolo marginale nel percorso della corsa rosa. La 15ª tappa, la Fiume Veneto-Asiago, attraverserà il territorio solo di striscio, con un passaggio nel Feltrino: una veloce discesa da Seren del Grappa a Caupo, toccando Fonzaso e Arsié, per poi lasciare la provincia attraverso le “scale di Primolano”. Nessun grande arrivo in salita, nessuna celebrazione delle spettacolari montagne bellunesi.
Un’occasione mancata
A un anno dalle Olimpiadi invernali, il Giro avrebbe potuto essere un’occasione straordinaria per valorizzare il territorio e preparare il pubblico globale a scoprire le Dolomiti. Invece, Belluno si ritrova spettatore di un evento che avrebbe dovuto celebrare le sue salite leggendarie, come il Giau o il Pordoi, che in passato hanno scritto pagine memorabili della storia del ciclismo.
Il Giro Rosa: una magra consolazione
Anche il Giro Rosa, previsto dal 6 al 13 luglio, riserverà alle strade bellunesi un ruolo secondario. La tappa Castel Tesino-Pianezze attraverserà il Feltrino e Belluno, con un passaggio sul gran premio della montagna alla Vena d’Oro, ma si tratterà di una frazione di transito verso il Trevigiano, senza il peso simbolico che il territorio meriterebbe.
La delusione della comunità
L’esclusione fa male, soprattutto per una provincia che ha già dato molto al ciclismo e che ospiterà competizioni di livello mondiale nel 2026. Gli appassionati si chiedono: perché non celebrare le Dolomiti nel Giro d’Italia, rafforzando il legame tra sport e territorio? Perché non approfittare dell’evento per promuovere le bellezze di una provincia che attende con ansia il suo momento olimpico? Senza dimenticare che “il Giro fa bella l’Italia”, asfalti compresi.
DILLO A RADIOPIU’ di tomaso pettazzi