Di Claudio Fontanive
BURATTINI: IL GRANDE AGORDINO CHE OPERO’ IN EGITTO E IN POLONIA DI RENATO BONA
AGORDO Ricorreva domenica 8 marzo l’anniversario numero 403 della nascita di un agordino illustre: Tito Livio Burattini che è mancato a Varsavia, in Polonia, il 17 novembre 1681. Lo ricorda una lapide commemorativa, inaugurata nel paese natale, Agordo, sulla quale è scritto: “In questa casa l’8 marzo 1617 nacque Tito Livio Burattini scienziato insigne che per primo con la misura universale (Vilna 1675) operò con multiforme ingegno in Egitto e alla corte del Re di Polonia contribuendo con nuove e geniali scoperte (seguace di Leonardo e Galilei) al progresso della scienza e della tecnica. Morì in Varsavia il 17 novembre 1681. Agordo 28 maggio 1983”. Tito Livio Burattini, e anche Niccolò in ricordo del nonno, è stato inserito dagli storici Paolo Conte e Marco Perale nel libro “90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire” sottolineando, nel sommario delle pagine a lui dedicate che il nostro “corresse Galileo, anticipò il metro e contribuì alla scoperta delle macchie del pianeta Venere”. Abbastanza, secondo noi, perché sia reso onore a questo grande che merita di essere universalmente conosciuto ed apprezzato. E non è un caso che Conte-Perale scrivano fra l’altro: “… Il grande merito di Tito Livio Burattini sta nell’aver scritto per primo un completo trattato di metrologia nel quale i principi e i problemi erano stati individuati e descritti sulla base del metodo sperimentale. Ed è stato più che sufficiente per assegnargli un posto di rilievo tra gli scienziati del XVII secolo”. Del grande Tito Livio si sono occupati anche il prof. Omero Millo nel 1981 con “Tito Livio Burattini, grande scienziato bellunese” sul periodico “Dolomiti; il prof. Gianfranco Cisilino; lo storico prof. don Ferdinando Tamis; i coniugi Magda e Sigfrido Leschiutta del Politecnico di Torino pubblicando nel 1980 sul “Giornale di fisica” l’articolo “Tito Livio Burattini, metrologo dimenticato del Seicento”; il Circolo Aics “Andrea Caffi” di Belluno che con l’architetto bellunese Luiberto Croce sostennero lo speciale Comitato che portò nel maggio del 1983 all’organizzazione di una serie di iniziative per celebrare il 300. anniversario della morte dello scienziato, con lo scoprimento fra l’altro di una lapide nella casa natale in Piazza della Libertà ed un’altra nelle elementari, sempre ad Agordo, scuola già intitolata a Burattini; ancora:Tito De Nardin e Giovanni Tomasi. C’è da dire anche che nel novembre 2001, la Comunità montana agordina organizzò nella sala congressi “Don F. Tamis” un convegno sul tema. “Un agordino nella Polonia del ‘600: Tito Livio Burattini (1517-1681) tra scienza, politica e affari” con la collaborazione del Comune, del citato “Andrea Caffi” e della Biblioteca archivio storico arcidiaconale di Agordo. Il tema del convegno fu sviluppato, dopo l’ introduzione del prof. Claudio Mei, dal dott. Ilario Tancon: “Miniere, guerre e cattedrali. L’attività imprenditoriale, politica e architettonica di Burattini”; architetto Croce: “Burattini in immagine. Visita ai pannelli illustrativi esposti in sala”; prof. Cisilino: “L’invenzione del metro e altri passatempi. L’attività scientifica di Burattini”. Il sito scuolainternazionaleaffresco.eu scrive il 25 settembre di tre anni fa: “Tito Livio Burattini, concittadino di Agordo non è stato dimenticato. A 400 anni dalla nascita l’amministrazione comunale gli ha dedicato un affresco, trovando spazio e colori sulla parete delle scuole elementari che portano il suo nome. E’ solo la prima delle iniziative in programma, ne seguiranno altre, compreso un importante convegno”. Poi riferisce della cerimonia inaugurale dell’affresco con Vico Calabrò, fondatore della Scuola internazionale della tecnica dell’affresco che disse fra l’altro: “…sono contento che questa città abbia una cosa rara: due maestri come Laura Ballis e Giovanni Sogne, che insegnano una tecnica che non si impara altrove e le ragazze, Alessia, Giulia, Isabel e Serena, della scuola d’arte e borsiste Rotary, hanno avuto l’opportunità e la fortuna di fare una cosa importante. Spero che l’iniziativa possa continuare…”. Concludiamo con il “contributo” della libera enciclopedia Wikipedia che nel proprio sito richiama alcuni momenti della vita di quello che definisce un matematico, scienziato, cartografo ed egittologo italiano e ci soffermiamo in particolare sulla parentesi egiziana“…Alla fine del 1637 si recò in Egitto ove rimase fino al 1641. La sua attività era finalizzata alla realizzazione di un’opera da lui denominata ‘La descrizione di tutto l’Egitto’: questa doveva consistere nella realizzazione della carta geografica generale dell’Egitto costruita misurando la longitudine e la latitudine delle località più importanti e determinando poi la collocazione delle altre località mediante triangolazioni, nello studio delle realizzazioni umane e dei costumi degli abitanti, nell’interpretazione dei geroglifici, nel rilievo di piramidi, obelischi, ecc., nello studio dei procedimenti di mummificazione, nell’osservazione degli aspetti naturalistici, tra i quali il misterioso fenomeno delle piene del Nilo… In particolare erano le piramidi ad esercitare sul giovane Burattini un grande fascino, soprattutto per la loro prodigiosa capacità di sfidare il tempo, poiché egli riteneva che fossero le costruzioni più durature che l’umanità avesse mai realizzato: la parte più interna della grande piramide di Giza, fatta di tenacissimo marmo tebaico, e protetta esternamente da un’immensa massa muraria di calcare, poteva durare secondo Burattini quasi quanto durerà il mondo. Burattini penetrò quattro volte nella grande piramide. La terza volta, nel 1639, ebbe al suo fianco John Greaves , astronomo e matematico del Gresham College di Londra e futuro autore del più importante trattato di piramidologia del tempo, nella quale riconoscerà il contributo offerto da Burattini alla realizzazione della sua opera… Purtroppo ‘La descrittione di tutto l’Egitto’ gli fu sottratta nel 1645 da una banda di predoni mentre attraversava l’Ungheria e di quelle carte nulla è rimasto”.