Credo che anche la persona più difficile ed esigente non abbia potuto trovare un “et” da eccepire sulla splendida giornata vissuta, in onore degli Alpini di Agordo, Taibon Agordino e Rivamonte, nella altrettanto splendida Valle di San Lucano nella quale ci siamo trovati in tanti a fare festa, tanto per dirla con una parola sola comprensiva di tutto. Iniziata col raduno delle penne nere ed una Santa Messa celebrata da don Elio Del Favero, in una Chiesetta dedicata a Santa Maria nascente, Santi Cornelio e Cipriano, San Michele Arcangelo, tempietto questo incastonato fra montagne alte oltre 2500 metri che, come mi è stato detto da un geologo presente all’incontro, connotano una vallata definita come la più stretta e bassa forse al mondo. L’occasione, in concomitanza con altri storici eventi provinciali analoghi, ha suggerito allo scrivente di interpretare e portare a tutti i presenti il saluto da parte di Mons. Lino Mottes, conosciuto ed amato ex Arcidiacono di Agordo, ricordando che, proprio di recente, don Lino ha festeggiato a Feltre i suoi 70 anni di sacerdozio concelebrando la Messa con due Vescovi, Mons. Renato Marangoni e l’emerito Giuseppe Andrich. Dopo la cerimonia religiosa ci siamo poi spostati in uno spaziosissimo e bel tendone dietro la Chiesa nel quale, un’orchestra improvvisata composta da una decina di fisarmonicisti, un basso ed una batteria, il tutto diretto da Damiano Soppelsa, ex assessore di Agordo, personaggio questo – e lo voglio sottolineare – che non smette di stupire sia per il suo eclettico ed imprevedibile estro musicale sia per doti organizzative, aspetto questo che viene evidenziato in tutti i nostri incontri musicali. Poi si è dato avvio alla musica che ha tenuto incollati tutti per ore ed ore ai loro posti, ove poco prima si era consumato un ottimo “lunch” di tipo locale, Sindaco di Agordo compreso. Non va sottaciuto che le varie performances musicali, tutte molto apprezzate anche per la loro semplicità e, perché no, anche per la bravura di coloro che si sono prodotti nell’esecuzione, come i vari Damiano, Sergio, Ivan, Loris, Giampiero, Mauro, Gigi, Franco, Raul, Yuri, Moreno, Maurizio, lo scrivente Arnaldo, ivi compreso anche il Parroco del Monastero della Certosa di Vedana, don Natale Trevisan, in …rappresentanza del clero provinciale, non hanno avuto un solo minuto di “tregua” per oltre 4-5 ore. Va ricordato per i neofiti del luogo che la Valle di San Lucano, sette km di lunghezza, è uno dei luoghi simbolo delle Dolomiti Patrimonio dell’Unesco, una perla paesaggistica incontaminata sul conto della quale vengono raccontate molte storie, in particolare sul Santo che ha dato il nome a questo luogo, ovvero su San Lucano, oltre ad essere tramandate leggende popolari dal folklore locale attraverso i secoli. Si tratta ovviamente di fantasticherie sulle quali la gente del luogo ha ricamato per generazioni, ma sono storie interessanti che completano la conoscenza della zona e del folclore locale. Una di queste leggende su San Lucano, che riporto da un testo locale, narra del mitico viaggio che il santo avrebbe intrapreso verso Roma per incontrarsi con Papa Celestino a seguito della minaccia di scomunica ricevuta. San Lucano sarebbe partito da Taibon Agordino in groppa ad un asinello, ma sarebbe giunto a Roma in groppa all’orso che, lungo il cammino, gli avrebbe sbranato l’asino. Giunto in Vaticano, San Lucano sarebbe comparso davanti al Pontefice a cavallo dell’orso e avrebbe appeso il proprio mantello ad un raggio di sole che entrava dalle finestre, donato al pontefice da alcune pernici che riposavano sulle sue spalle. Il pontefice, ammaliato dalla visione, gli avrebbe detto “Vai, Lucano, tu sei più santo di me“. La giornata, vissuta in un ambiente montano che, definirlo da “mozzafiato” per la sua inimmaginabile bellezza pare molto riduttivo, ha sottolineato che, al di là della presenza fisica di tutti noi, senza distinzione di ruoli e quant’altro, come il senso della vita sia altra cosa rispetto a ciò che succede in questo nostro mondo convulso e che, almeno per qualche volta, sarebbe necessario rendere più stretto il nostro rapporto di amore ed affetto verso la natura per capire che la felicità sta in questi incontri semplici e genuini e, non certo, nelle forzature propugnate dal business nei vari luoghi definiti alla moda, dai quali spesso si rientra a casa “vuoti dentro”, al contrario di quanto è successo infatti oggi in questa valle, di cui le molte foto e video che seguono, non potranno in alcun modo smentirne il senso e la bellezza, ma soprattutto l’arricchimento interiore, riconducibili a poche ore da non dimenticare e, sicuramente, da ripetere.
Un grazie agli organizzatori tutti !!!
Arnaldo De Porti
********