BELLUNO Pesanti affermazioni apparse su siti web attivi in Russia, riguardanti la presenza italiana durante la seconda guerra mondiale ed i ricordi di essa, hanno suscitato la ferma condanna dell’Associazione Nazionale Alpini. «Il nostro presidente nazionale Sebastiano Favero – sottolinea il presidente della Sezione di Belluno Lino De Pra – ha inviato una lettera all’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov per stigmatizzare la definizione di “monumenti al fascismo” riferiti in particolare al cippo che ricorda tutti i caduti nella seconda guerra mondiale, che si trova a Rossosch e sul quale oltre al cappello alpino c’è la stella simbolo dell’Armata russa, mentre la targa sotto di essi ricorda “Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione”. Identico riferimento il sito fa al Ponte dell’Amicizia che è stato costruito dai soci dell’Ana a Livenka/Nikolajewka. Ci associamo a questa protesta nel ricordo del sacrificio di tante penne nere bellunesi nella tragica campagna di Russia, culminata con la ritirata del Don. C’è di più: alla costruzione dell’asilo di Rossosch e del ponte di Nikolajewka contribuirono anche tanti alpini del nostro territorio. Tutto ciò merita rispetto e non quanto è accaduto di recente». Il riferimento di De Pra riguarda il fatto che in questi giorni il ponte è stato deturpato con scritte e che le sagome dei cappelli alpini sono state coperte sotto il cartone. Inoltre nei vari siti web si chiede che monumento e ponte siano rimossi arrivando addirittura ad affermare anche che volontari alpini starebbero combattendo accanto alle forze ucraine nel Donbass. «In sintonia con l’Ana nazionale – conclude De Pra – preciso che la nostra Associazione non è coinvolta in operazioni di guerra e che da oltre cent’anni opera per l’affermazione di valori di fratellanza, pace e riconciliazione: proprio l’asilo di Rossosch e il ponte di Nikolajewka sono testimoni visibili di tali sentimenti, mentre, in queste settimane, siamo anche all’opera con iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni che soffrono».
****