A proposito della chiesa di San Biagio di Alleghe, in provincia di Belluno (oggi, mercoledì 12 settembre 2018, giorno in cui si celebra il santissimo nome di Maria, ricorre il quattrocentosettantaquattresimo anniversario della dedicazione, che risale al 1539, come ricorda il settimanale “Domenica” diretto dal vescovo emerito Giuseppe Andrich) Infodolomiti ricorda che “… di questa struttura si ha la prima testimonianza solo a partire dal 1185, grazie alla bolla di Papa Lucio III che censì l’organizzazione ecclesiastica della Diocesi di Belluno”. L’edificio sacro di Piazza Kennedy fu consacrato dal vescovo Antonio da Fabriano nel 1466 e in seguito anche nel 1539 dal vescovo Filippo Donati probabilmente dopo un rifacimento del complesso.
Dedicata a San Biagio, taumaturgo che coprì la carica di vescovo di Sebeste e fu decapitato tra il 307 e il 323 per la forte adesione alla fede cristiana, la parrocchiale è situata nella piazza centrale della nota stazione turistica. Per quanto concerne l’architettura, sempre Infodolomiti scrive. “All’inizio del ‘600 la struttura della chiesa era così delineata: un’unica navata articolata in tre campate, la volta percorsa da costoloni che si aprono sulla facciata e sulle pareti laterali, tre finestre ogivali collocate nel coro e altre sei sulla facciata e sulle pareti laterali, un sagrestia comunicante con il presbiterio (separato dall’aula con una sorta di cancello ligneo) e un elevato campanile con guglia in stile gotico. Infine, come di consueto avveniva, a pochi passi dalla chiesa si trovata il cimitero.
In quell’epoca vi erano solamente tra altari, uno maggiore e due minori collocati nell’aula”. L’enorme frana dell’11 gennaio 1771 staccatasi dal monte Piz provocò la distruzione dialcuni abitasti oltre alla formazione del lago di Alleghe; una successiva frana determinò un’ondata che, fra l’altro, distrusse parzialmente San Biagio per la cui ricostruzione si sono conservate per quanto possibile le antiche sezioni murarie abbellite di affreschi e dipinti. A completare il tragico quadro, il violento incendio del 1899 con devastazione del paese, compresa una porzione di chiesa.
Ed eccoci alle opere d’arte: sulla facciata del campanile il bell’affresco del tedesco Kurt Geibel Hellmek, raffigurante San Biagio benedicente. Interno: sopra l’ingresso principale il raffinato ed elegante parapetto del pontile dell’orchestra e la cassa armonica dell’organo; nella parete sinistra una piccola cappella che costituisce l’antico nucleo ecclesiastico di Alleghe e conserva ù la statua della Madonna di Loreto (figura particolarmente venerata), interamente scolpita in legno di tiglio, dorato e parzialmente policromato, curata nel minimo dettaglio e dinamica, di epoca compresa tra il 1560 e il 1570. Degna di nota anche la statua di San Biagio, in pietra artificiale, conservata dall’antica chiesa e realizzata tra il 1410 e il 1420, ospitata nella nicchia esterna sopra l’ingresso principale. La pala dell’altare maggiore è un bel dipinto di Valentino Rovisi, che illustra San Biagio in gloria tra Santa Maria Maddalena e San Giovanni Napomuceno. Nel soffitto un ciclo di affreschi illustra: la gloria di San Biagio nel presbiterio, il sogno di Giacobbe, il sacrificio di Noè e il giudizio di Salomone nell’aula. Attribuiti al Rovisi, sono probabilmente anche frutto di una collaborazione con l’affreschista Josef Adam Mölk. Della figlia di Rovisi la pala con l’Assunzione della Vergine tra i Santi Antonio Abate e Vincenzo Ferrer, risalente al 1780, che presenta evidenti ispirazioni al Tiepolo e a Valentino. Si ritiene opera di Rovisi anche la pala della “Madonna della Neve” databile al 1784.
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