Lustri or sono, da collaboratore prima e dirigente poi di quella che era ancora Aeb: Associazione Emigranti Bellunesi (nata per volontà, fra l’altro, del vescovo Gioacchino Muccin e dello storico presidente Vincenzo Barcelloni Corte al’indomani della sciagura di Mattmarck) ebbi modo di partecipare a varie trasferte anche oltre oceano per i tradizionali incontri, sempre interessanti e commoventi, con quelle che erano denominate “Famiglie Aeb”. A Montevideo, in Uruguay, mi colpì l’orgogliosa rivendicazione da parte dei bellunesi emigrati, della nascita a Belluno (il 12 giugno 1850) dell’artista Goffredo Ernani Sommavilla del quale, ad onor del vero, non sapevo proprio nulla. Me ne accennò anche l’ambasciatore d’Italia, dottor Egone Ratzemberger, col quale intrattenni poi cordiali contatti epistolari preziosi per approfondire la conoscenza del personaggio Sommavilla dato che Ratzemberger era un grande estimatore dell’artista bellunese e ne curò presentazioni di mostre di grande successo. Al rientro, effettuai alcune ricerche e riuscii a rintracciare a Castion una nipote del nostro, la signora Giulia Sommavilla che, gentilissima, in un incontro a casa sua mi illustrò la figura e l’opera dell’illustre artista, che era nato nella casa da sempre della famiglia Sommavilla, nella via Rivizzola di Belluno, da Giuseppe, pittore e scenografo, e da Maria Caterina Tommaselli, terzo di otto fratelli: Elvira, Isidoro, Riccardo, Adelaide, Benedetto, Giovanni, Giuseppe. Il padre – secondo quanto scrive lo storico prof. Flavio Vizzutti autore di “Goffredo Sommavilla 1850-1944” edito nel febbraio 1998 per l’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali diretto dal prof. don Sergio Sacco, da “Bertoncello arti grafiche” di Cittadella di Padova – fu il primo maestro del giovane Goffredo, chiamato “Nani”, del quale Luigi Zacchi ebbe modo di dire: “Sin da fanciullo dimostra un talento ed un genio non comuni pel per disegno e la pittura, tant’è vero che a 12 anni faceva lavori meravigliosi che facevano stupire tutti”. “Nani” scrive ancora Vizzutti, proseguì lo studio del disegno con vero profitto sotto la guida dell’apprezzato paesaggista Giovanni Danieli, titolare di tale insegnamento nella Regia Scuola normale della città…”. Ancora con Vizzutti facciamo un salto al 1866: “… anno fatale in cui Goffredo, ulteriormente entusiasmato dal concittadino scultore e amico Francesco Frescura si arruola con lui nelle file dei volontari di Garibaldi… Il 15 luglio, entrambi a Bezzecca, ai comandi di Menotti Garibaldi, partecipano al sanguinoso combattimento terminato però con la vittoria”. Ma: “A spegnere velocemente gli entusiasmi e a deludere cocentemente le aspettative dei combattenti, giunge poco dopo il telegramma di Lamarmora che, a causa del disastro di Custoza, ordina ai volontari di ripiegare immediatamente a sud quando ormai la liberazione delle terre trentine sembrava a portata di mano. Garibaldi, dopo aver risposto con il celeberrimo ‘obbedisco’ accompagna a Brescia il suo esercito dove il corpo si scioglie”. E aggiunge che “Dei tempi mai più dimenticati da Goffredo, gli rimane la camicia rossa che assieme ad una fotografia firmata dal suo Generale (distribuita a tutti i volontari) egli porta più tardi anche oltreoceano”. Sommavilla riprende ed intensifica gli studi, iscrivendosi all’Accademia. Il 10 settembre 1871, sollecitato dal padre, pur se titubante partecipa all’Esposizione provinciale di Belluno proponendo 5 quadretti ad olio (di questi si sono purtroppo perse le tracce): L’interno della chiesa dei Frari, La Scala d’oro, Tasso a sant’Onofrio, La scala dei giganti, La cappella della Madonna del Rosario e la qualificatissima giuria gli assegna la medaglia d’argento.Altre tappe significative della sua vita sono riportate nel catalogo stampato in Uruguay (Paese nel quale ha avuto la sua consacrazione artistica) in occasione della mostra “L’altro Sommavilla – Corsetti rivisitato – Due pittori nel Rio de la Plata” stampato in occasione della mostra a Montevideo del luglio-agosto 1997, con opere del nostro e dell’amico e conterraneo Carlo Corsetti di Feltre. Eccole: 1882: primi giorni di giugno: sbarca a Buenos Aires insieme al dott. Luigi Pertile (in un’intervista di quell’anno, Sommavilla ricordava che il dottor Pertile, un oculista molto rinomato allora, volle condurmi a Buenos Aires e mi offrì tutti i mezzi perché io non mi rifiutassi d’accompagnarlo… mi fece venire a Montevideo e mi indusse a fare una esposizione: così feci senza pensarci tanto e accettai contemporaneamente il posto di professore nella Scuola d’arti e mestieri… Montevideo mi piaceva tanto per la sua posizione e per il suo clima che non stetti a considerare se dovevo o non tornare nell’Argentina.. .” – ndr.). Oltre all’esposizione presso il Circolo Napoletano dove è premiato con medaglia d’oro viene nominato direttore dell’Officina litografica; 1885: sulle copertine del mensile El Indiscreto, compaiono litografie firmate Sommavilla; 1886: verbali del consiglio direttivo della Scuola italiana in data 22 novembre: vengono proposti come insegnanti per il disegno i maestri Filotto e Sommavilla; 1900: viaggio nella natale Belluno; 1913 esegue il ritratto dell’eroe nazionale uruguaiano José Gervasio Artigas (litografia); 1924: l’aula di disegno della Scuola italiana viene intitolata a Sommavilla; il 20 settembre: alla consegna del diploma di garibaldino il ministro d’Italia in Uruguyay definisce Sommavilla “Ponte di amicizia fra l’Italia e l’Uruguay”; 1934: si ritira dall’insegnamento; è socio benemerito dell’Associazione scolastica; 1944: dopo breve malattia muore il 21 ottobre; è sepolto nel cimitero del Buceo.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Flavio Vizzutti e dal catalogo edito in occasione della mostra al Cabildo di Montevideo del 1994): Goffredo Ernani Sommavilla; l’artista nel 1935 sul terrazzo di casa a Montevideo; in copertina sul libro di Vizzutti; autoritratto al davanzale, inchiostro su carta; Dintorni di Belluno dopo il terremoto; Austriaci a Belluno; Vecchio con berretto di pelliccia; Il chiostro della chiesa veneziana dei santi Giovanni e Paolo; L’uomo di Lugano; Bambina malata; Schiena di anziano; dipinto senza titolo, olio su cartone.