CORTINA Un vistoso graffito fatto direttamente sulla roccia, sul Lagazuoi – a 2.750 metri di altitudine, vicino alla croce di vetta – ha generato un’ondata di sdegno che si sta riversando sui social e sulle testate giornalistiche. “È triste che questo atto vandalico abbia investito un luogo che, al contrario, è al centro di una riflessione multidisciplinare sul rapporto con la montagna” è il commento amareggiato di Stefano Illing, l’imprenditore e ideatore di Lagazuoi EXPO Dolomiti, galleria d’arte e polo espositivo che ha trovato sede nella stazione di arrivo della funivia Lagazuoi, tra Cortina e la Val Badia. “È proprio contro questo tipo di mentalità che combattiamo attraverso il nostro impegno e lavoro quotidiano”. “Da parte dell’autore del gesto è venuto meno un concetto elementare, quello di rispetto della natura. Noi siamo qui per rendere accessibile la montagna, dal momento che è proprio frequentando questi luoghi che si impara a conoscerli e ad amarli. Ma sempre all’interno di una logica che preserva il contesto, un unicum estetico e naturale”.
La società Lagazuoi si è immediatamente attivata, cancellando la scritta senza impiegare detergenti – ma usando olio di gomito, spazzola, acqua e sabbia fine locale. È stato quindi ripristinato il diritto dei visitatori a vivere un ambiente intatto. “Di sicuro – ha proseguito Illing – questi graffiti non saranno oggetto della ricerca estetica e di rappresentazione iconografica sulla montagna che stiamo portando avanti attraverso progetti come Lagazuoi Photo Award, il concorso e la mostra attualmente in esposizione. Operazioni che si basano su presupposti diversi, su un approccio ragionato, mai aggressivo o volgare, ma al contrario attento, rispettoso e coerente. La bellezza è un argine alla barbarie. All’anonimo graffitaro potremmo dire di utilizzare, la prossima volta, il libro di vetta, a disposizione di chiunque desideri lasciare traccia del proprio passaggio”.